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Lettera al Direttore Provincia Pavese
Mortara 17/6/05
Gentile Redazione,
invio questa lettera che parte dalla cronaca di un evento piccolo , ma carico di significati per quanto riguarda la mia citta' , perche' pone il problema in particolare in questi giorni di forte tensione per i fatti di cronaca avvenuti a Varese di una nuova politica di integrazione tra autoctoni e stranieri.Il riferimento alle persone e' per me importante perche' solo quando le perone si conoscono cominciano a stimarsi e a superare le differenze.
Grazie in anticipo per l'eventuale ospitalita'
Testo
Martedi' 7 giugno le Nuove Scuole Medie di Mortara sembravano un'Onu rovesciata. Il confronto non avveniva pero' sulle complesse questioni della politica e della diplomazia internazionale , ma in un fitto rimbalzo di poesie e di canzoni di terre lontane.
Barry Baba studente liberiano ex ragazzo soldato, fuggito alla barbarie e rifugiato politico in Italia ha raccontato la sua poesia che parlava "dell'infanzia rubata/ e dei suoi pianti soffocati /dalla rabbia dei loro cannoni, / in quel luogo dove era nato, / all'alba dell'odio, / dove la gente parte senza dire addio". German Jose' Mariu Castaneda altro studente Eda ha proseguito mimando la storia di un grande amore:
"Quando tu sorridi mi porti in cielo con le stelle,/ dove tutto e' senza tempo /e dove ogni giorno ho ansia di vederti/ e di nuovo cominciare il bel sogno.
Luise ritrova invece la chiave " per costruire un mondo senza solitudini / un mondo senza abitudini,/ un mondo pieno di stelle e nuvole".
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Karina chiude con un testo di Nourelhouda che si rivolge al sua Paese per dirgli di " non credere che io sia felice, /i miei giorni sono inverno,/ inverno secco senza pioggia /con soltanto la pazienza e la speranza di tornare, /un giorno tra le tue braccia".
Al centro degli interventi Imelda Bedoya, volontaria , collaboratrice del centro per l'educazione agli adulti spiega la storia del poeta peruviano Manuel Scorza che invita " ad uccidere la tristezza con un bastone/ perche' il fuoco e' ormai scappato dalla sua prigione di cenere".
E' anche la sera dell'addio all'insegnante Anna Crotti che lascia la scuola dopo 37 anni di insegnamento ai bambini di infinite generazioni e gli ultimi anni, in particolare, di lavoro per affermare" la convivialita' delle differenze".
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Sono orgoglioso di questa scuola e di questo corso per i ragazzi stranieri dice il Preside G. Zucca , per questo intenso momento di solidarieta' che avete avuto il coraggio di rappresentare. Cara Anna dice alla fine , grazie per lo straordinario impegno che hai messo per realizzare questa piccola isola felice tra le culture , ci mancherai.
Non importa ribatte la "maestra Anna" ,come ormai la chiamano da ogni cantone i suoi colorati e sorridenti alunni , lavorero' ancora affinché tutte le persone continuino a vivere in pace ed in amicizia.
We are the world , we are the children , we are the ones who make a brighter day. tutti i corsisti e i presenti ora cantano a squarciagola mentre un porta laterale si apre facendo intravedere cibi fumanti che il tempo, i gesti e la tradizione hanno portato sino a noi.
Mi sono permesso di raccontare questa serata, perche' mi sembrava giusto far conoscere che mentre la giunta locale continua a cassare ogni attenzione verso i propri cittadini stranieri , rifiutandosi di parlare della creazione, ad esempio, di uno sportello migranti, per facilitare relazioni ed integrazione, l'altra parte del mondo risponde con con una grande festa piena di umanita' . Dice Lorenzo Gaspero , responsabile Eda : nella scuola la tolleranza, la conoscenza , il rispetto diventano futuro, diritti e valore. Ingredienti non di poco conto, oggi.
Distinti saluti
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Inviato da: vuitton0
il 19/06/2010 alle 00:12