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« Carte revolvingL'accesso al credito »

Usura a Udine fermata dalla Guardia di Finanza

Post n°6 pubblicato il 10 Ottobre 2009 da CasaPoundVarese
 

Le indagini sono state complesse. I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Udine, con una serie di accertamenti, perquisizioni, interrogatori, riscontri, hanno investigato per quasi due anni sul territorio nazionale, ma alla fine sono riusciti a smascherare un articolato sistema usurario, che si serviva di numerosi funzionari bancari infedeli ed aveva gettato sul lastrico un imprenditore.

La Guardia di Finanza, da sempre, è impegnata a tutela dei cittadini e dell’economia ed è particolarmente sensibile, in questo momento storico contrassegnato da una congiuntura sfavorevole, al regolare funzionamento del sistema creditizio e finanziario. Da questo, infatti, provengono le risorse che consentono alle imprese di operare al meglio; un circuito bancario sano è, dunque, garanzia imprescindibile per il benessere di tutta la società.
Le fiamme gialle udinesi, anche attraverso i contatti con le categorie, hanno in più occasioni manifestato la disponibilità ad accogliere le segnalazioni di operatori economici, che in un momento di difficoltà si fossero trovati “risucchiati” in un giro di usura destinato a portarli alla definitiva rovina. Proprio in virtù di queste indicazioni, un imprenditore edile ha avuto il coraggio e la forza di rivolgersi alle Istituzioni, e di fornire al Nucleo pt di Udine una serie di spunti informativi necessari per avviare le investigazioni.
La vicenda ha seguito il canovaccio classico di queste situazioni. La vittima, per sopperire ai problemi di liquidità sorti a seguito di un grosso investimento aziendale sfortunato, era entrata in contatto con un “clan” di usurai, radicato non solo in provincia di Udine, che, concedendo somme in prestito a tassi d’interesse anche superiori al 400 per cento annuo, l’hanno ridotta sul lastrico in pochissimi mesi.
Nel tentativo di restituire le sempre più ingenti cifre dovute agli usurai, l’imprenditore si è, quindi, rivolto al canale bancario, che ha concesso l’apertura indiscriminata di molteplici linee di credito, conti correnti e finanziamenti – ripetutamente rinnovati – a nome del richiedente e del coniuge, per importi tuttavia assolutamente sproporzionati rispetto alla loro capacità reddituale ed alle dimensioni aziendali.
Dalle indagini della Guardia di Finanza è emerso che i sette funzionari dei quattro istituti di credito coinvolti, operanti fuori Regione  – tutti in posizione di vertice (Direttori Generali, Direttori di Filiali, Consiglieri di Amministrazione, etc.) – erano pienamente consapevoli che il denaro prestato dalle banche alla vittima veniva retrocesso esclusivamente agli usurai, che tra l’altro erano conosciuti come tali. Nonostante ciò, hanno continuato a concedere il denaro, di fatto destinato da ultimo a finanziare gli usurai, per oltre due anni, ed in modo che gli organi preposti ai controlli antiriciclaggio e usura non interrompessero tale illegale condotta, astenendosi da ogni segnalazione prevista dalla legge per i casi di anomalia ed anzi omettendo la chiusura dei rapporti bancari illecitamente destinati ad alimentare il flusso dei pagamenti.
In buona sostanza, i soggetti denunciati confidavano nella possibilità di lucrare ingenti commissioni bancarie e di riuscire ad espropriare, alla fine, i beni immobili di ingente valore dati in garanzia dalla vittima del giro di usura.
Non hanno, però, fatto i conti con l’impegno nello specifico settore del Nucleo di Polizia Tributaria di Udine, che vanta una professionalità maturata negli anni, come ha riconosciuto lo stesso soggetto usurato, plaudendo all’esito delle indagini condotte dai militari friulani, dai quali ha trovato ascolto attento e capacità di affrontare con tenacia e competenza il contrasto di fattispecie che minano gravemente il nostro tessuto economico e sociale.

 
 
 
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