Caro Direttore, in azienda do lavoro a 13 dipendenti e, dopo numerosi ripensamenti, ho dovuto — sono stato costretto — ricorrere alla cassa integrazione in deroga. Che fortunatamente offre la possibilità di richiamare i collaboratori quando arrivano ordinativi, quindi si è rivelata utile e flessibile. Ma non ci si venga a raccontare che l'accesso al credito è facile.
E nemmeno che è stato fatto tutto ciò che si riteneva giusto per l'imprenditoria del nostro territorio. Perché il Ministro Tremonti non utilizza gli otto miliardi che avanzano dei suoi Bond (gli istituti di credito ne hanno acquistati solo 4 miliardi) per ricapitalizzare i Confidi— che una mano alle imprese la danno veramente — e sostenere le imprese? Perché non si attua una moratoria sugli studi di settore? Perché non utilizzare i soldi pubblici — che sono soldi anche degli imprenditori e dei cittadini — per dare incentivi alle pmi e servizi per lo sviluppo economico? Quindi, non solo contributi ai soliti — leggasi Fiat — ma anche ai piccoli.
Perché non si attua la legge sulla subfornitura che riduce ad un massimo di 60 giorni i termini di pagamento ai fornitori?
E poi si devono pagare le tasse — con le addizionali locali si arriva al 53% — quando non si riceve nulla in cambio. L'Irap dovrebbe essere abolita, così come in Germania. Chiedo meno tasse per la mia impresa e meno tasse per i miei dipendenti. La detassazione del costo del lavoro è ormai un fatto di competitività, ed è per questo che il Governo si dovrebbe decidere ad applicare i differenziali retributivi basati sulla produttività al fine di rilanciare i consumi.
Tutto costa e tutto è una tassa in questa nostra Italia. Tremonti incolpa le banche e le banche danno la colpa al ministro: ed io ci sono in mezzo.
Sono riuscito a sopravvivere in questo periodo anche grazie ad Artigianfidi Varese, che ha fatto da tramite con gli istituti di credito, ed alla sensibilità di alcune filiali locali che ancora oggi cercano di dialogare con i clienti. Ma la morsa del credito si sente.
In questo momento, però, voglio premiare quelle banche che dal territorio non si sono mai allontanate. Quelle territoriali per storia e quelle territoriali per vocazione che hanno deciso che la moral suasion, da sola, non serve a nulla.
Poi i grandi della finanza possono dire ciò che vogliono, ma delle pmi sembra non gliene importi granché. La mancanza di credito ci ha tagliato le gambe e se i Tremonti Bond dovevano essere così preziosi per il nostro futuro, perché gli istituti di credito non si sono fidati? Perché non li hanno comprati?
Non prendiamoci in giro: su questo nostro territorio si fa impresa nel vero senso della parola. E prima di licenziare, l'imprenditore mette mano ai suoi risparmi per andare avanti. Farebbero lo stesso le banche? Forse qualcuna, ma sono poche.
Per ora reggo, anche se il settore della meccanica è tuttora in bilico tra una ripresa quasi impercettibile ed il pericolo di ricadere nel baratro.
Cordiali saluti
Davide Galli, Ellebi Snc, Gallarate (Va)
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