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RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO - CONTEMPORANEO
Post n°53 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani
Da In parola Tra i rami, dopo i rami Lo distinguo davvero, ora che manca. L'albero che fu il perno dissestato del campo, cancellato è più mio, posso parlarlo. Al vento mancano i rami per far musica ma un ramo altrove è il fuoco di pienezza che accelera l'annata, senza nidiate domani. Di quanto rattrappisce sotto l'ultima assenza, di tanto ci ripaga, nella zona che si disse albero, un polline sulla cenere: neanche una cicatrice si rileva, tutto è in pari, e il fuoco pende in qua. 1973 Perdendo quota Quell'ago per chi ricama il suo punto di luce sull'oceano? Bruciano per la cruna illimitata
di Milano, fioriti disattenti a sconcertarmi con te. Oltre di te, ti tocco con la punta delle tue dita assenti, ti riconosco intera, ti conosco dentro il perpetuo giorno del tuo nuovo non esserci. Che cosa lo moltiplica, il lavoro di quell'ago. Chi ha ingigantito quel punto. Più mi planano stelle che pensieri. Stellata viva idea di non pensarmi, anche tu, ad ali tese, mi ricami nel brivido d'America precoce quasi a picco sulla città presepio perdendo quota il cuore. 1974
Da L'inverno delle teorie Poema intempestivo, XXXIX È tutto vero, non fu l'inganno a preparare la cena, sincera la mano che dispose piatti e coppe e l'altro necessario. Sta nel vero chi pilucca compunto e chi divora; è nel giusto anche chi tradirà. Sullo stesso orizzonte le monete chiassose nella borsa, il bacio e la cattura, la spugna e l'aceto. L'amore pesa al fondo del bicchiere sulla mensa, ma ora sparecchiano. 1976 L'inverno delle teorie, XXV E – non poteva essere che qui – la incontri ancora, scordata da secoli, secolare la trama delle ortiche, ma è sui muri cinerei, sull'affresco della navata che va restituendo come un'anima la sinopia acuta, ma è, quest'ortica, l'incondita forma e pelle, acida e spessa, che lungo il tempo assume quel che l'artista intese fogliame di pergola o vigna. Ora è quasi foresta. Di colore contiguo l'umidità forte e piena, s'aggiunge trama a trama. Vedi lo strano maestro ch'è il tempo, artifex additus, solerte in queste pievi o isole del mondo a correggere chi definiti per sempre supponeva figura, aureola, chiaroscuro, margine. 1977 |
Inviato da: chiaracarboni90
il 31/05/2011 alle 11:36