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RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO - CONTEMPORANEO

Post n°72 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani

éthos anthrópo dáimon

(Eraclito)

(Démone all’uomo l’indole)

 

Non è trovare un senso a questa vita

che la rende più bella o meno amara

La felice ignoranza già fuggita

è più savia d’ogni arte che s’impara

*

Io non ho conosciuto mai l’amore

né mai l’amore ha conosciuto me

Di chi sia stata la pena maggiore

è ignoto a tutti, e ignoto anche il perché

*

Alle prime intemperie settembrine

l’amara nostalgia del non goduto

discorda con le pratiche divine

della rassegnazione, del rifiuto

*

Per l’ennesima volta differita

si fa beffe di me l’Apocalisse:

tempesta breve, già quasi ammansita

quella che il cuore estrema mi predisse

*

È un battello deserto la mia vita,

una nave fantasma mai partita

Immobile dal mare del Pensiero

scruta le rive il bianco passeggero

*

Linfe ed umori in un’arsura stretta,

la morta gora ha tutto prosciugato:

dalle liquide vene del passato

allo scarno domani che mi aspetta

*

Allénati all’insonnia virginale,

agli esercizi dell’onnipotenza,

alle intemperie di un’adolescenza

eterna,al tuo Peccato Originale

 

egó dé móna kathéudo

(Saffo)

 

(io giaccio sola)

Animae meae dimidium , dove sei?

Di te nessuno mi reca novella

Dovrò chiedere forse alla mia stella?

Vedendoti ti riconoscerei?

*

Perché non sei con me, sul mio balcone,

a godere l’ozioso privilegio

del concerto fra i rami di ciliegio

e la carezza della Perfezione?

*

Sono già nella bara certi giorni

mio sudario il Silenzio: questo manto

di perla che mi avvolge come un velo

lago montagna cielo

*

In the deepest of the Heart

in the thick of His old Park

there is no Light

but Dark

*

...Così insoluto resterà l’enigma

(che non interessa a nessuno)

Ero l’uomo che non sapeva amare

o che la sorte condannò al digiuno?

*

Chi raccoglie dal grembo della notte

le mie grida d’aiuto ininterrotte?

S’adempie all’alba la condanna atroce:

altro di me non resta che la voce

*

Benché dilaniato

dall’artiglio del drago

morirò senza un grido,

da ragazzo educato

 

rhysmós anthrópous échei

 
 
 
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