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RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO - CONTEMPORANEO
Post n°74 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani
Eros-Anghelos Il poema dell’angelo "I will not let thee go except thou bless me." (Emily Dickinson) I Del sogno ritentando l’avventura, improbabili tracce ravvisavo: ombre d’ombra , echi spenti di paura _ non era vero il sogno che sognavo II Non v’era labirinto in cui smarrirmi potessi più , nel morbido piacere d’inseguire una larva evanescente e nemmeno la languida corrente d’un Lete in cui specchiarmi e intravvedere una nuova sembianza in cui stupirmi... Solo fatui bagliori di chimere, fantasmi d’aria, rivoli di niente III Ma quando, già persuaso a rinunciare, riaprivo gli occhi su uno spazio umano, tra veglia e sonno al plumbeo limitare un angelo mi prese per la mano IV Che avesse accompagnato il mio cammino non m’ero accorto (forse , a quando a quando, quel leggero pulsare , un più vicino fremer dell’aria che fendeva aliando?) Una nube di fumo tuttavia faceva schermo a quella epifania V Non lo vedevo in volto, era velato da quella nebbia: solo traspariva a tratti il suo profilo delicato. Mi camminava a fianco , e in me moriva ogni altro desiderio che non fosse d’accordarmi fedele alle sue mosse VI Mi guidò lungo chiari cigli erbosi simili a cirri di marina spuma che orlavano il sentiero sinuosi. E visitammo ville nella bruma trasognate, con portici sontuosi e terrazze lunari scintillanti, umide grotte magiche di canti VII ... e non parlava; ed io aspettavo un gesto, che schiudesse le labbra alla parola, che mi dicesse che cos’era questo sogno che sognavamo: fu la sola domanda che gli posi, ma fu invano , perché taceva, guardando lontano VIII Dalla remota ombra uscimmo infine a nuova luce : basso, all’orizzonte il sole disegnava il suo confine. L’angelo mi baciò lieve la fronte ed innanzi mi spinse , sulla riva d’un lago che alla brezza trasaliva. Qui mi lasciò per divenire onda, scomparve come fumo che sprofonda IX E lo chiamai; né mi rispose il vento che arabescava i cerchi ampi del lago con le sue dita , mobile strumento. Un brivido percorse con un vago chiarore d’ala l’acqua sbigottita dove la cara forma era svanita X E mi guidò una nuvola al ritorno, alata e bianca , celere nel corso. Un tempo incalcolabile è trascorso dal tramontare di quel solo giorno. Ma da allora si è fatto il mio cammino più sicuro nell’aria che non trema: l’angelo che ha segnato il mio destino ogni istante mi detta il suo poema. THE BITTER KINGDOM 1- Ieri, un millennio fa, sostava il Tempo a una fermata d’autobus con me (Di bouganville il muro straripava) Sapevo che quel lucido intervallo come un premio speciale era serbato al suo stanco pupillo; mi avvisava che alla mia solitudine tornato sarei per sempre, per l’eternità. Mi preparassi, dunque. Vacillai, temendo di non esserne capace. (Dall’assolato muro si struggeva la bouganvilla per me di pietà). Imploravo piangendo un’altra pace. Ma il tempo sentenziò: "Ci riuscirai. E gusta fino in fondo il tuo dolore. Non sperare di soffocarlo mai. Non concedergli tregua. Il solo errore è corteggiare la felicità". 2- Non l’avevo mai bene misurata la mia ricchezza, quel vano potere, quell’arida miniera sconfinata. Non che ne fossi ignaro, ma temevo le insidie del deserto, le chimere. Eppure attraversare lo dovevo. Era il deserto della solitudine era del vuoto l’infinita stanza, della morte l’indocile abitudine, d’ogni traguardo l’intima distanza. 3- Era quello il mio dono, un patrimonio astratto, incalcolabile, indiviso che fruttava monete senza conio. Un regno amaro- ma pur sempre un regno- senza sudditi con un solo re- Era il mio personale paradiso. E dovevo tenerlo chiuso in me, senza svelare del mio rango il segno? |
Inviato da: chiaracarboni90
il 31/05/2011 alle 11:36