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Post n°43 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani
5 Sembra venire a volte come opera del niente il giorno nei tram, nelle vetrinette dei bar.
Non hanno sentinelle le nostre città, chi veglia lo fa per mestiere o per disperanza.
E il nemico nessuno lo ha mai visto arrivare.
6 Incinta, dice il test Non chiamarlo, vienenella sua forza semilucente,è già una parte del tuo sorrisoviene come il profumo dei boschi,un niente, il muso improvvisodella lepre, è già una pieganelle tue mani, siedesul trono che diventi. E' un aumento che ha dismisura di nubi, fa paura come l'inizio del vento che piega i rami ma ravviva i colori. Mio amore bello e pieno di tormento, la sua impronta è già nella nostra figura. La felicità è l'attesa, è il tempo.
7 Dell'esperienza grave e felice del cullare Non conto più i miei giorni ma i tuoi, e le parole e le balbuzie sono le tue che attendo non le mie, scritte ormai più per abbandono che per forza. E guardo salire incendiato il giorno nei tuoi occhi o sulla foglia dei piccoli respiri -- Anche Dio che l'ha inventato con la fiamma delle comete ancora in mano obbedisce a questo struggimento: cresce nel figlio il padre, cede e aumenta la propria gloria, è uno stordito amore che fa la storia. Altri che non han voluto figli nè di carne nè di cuore fissano svanire le sere sui fogli che restano bianchi anche quando sono riempiti dai grandi geroglifici del vento. Quel che tu sei, Bartolomeo, non sta nel grande campo del mio fuoco, eccede il mio pensiero, scompare come un sogno all'amore che lo insegue. Eppure ti fa, è nelle tue mani, nel piede, nell'improvviso che in te ride, nel morso al paperino. Ed è nel sonno che ci parifica al cielo profondo e porta vicino al silenzio delle cose.
8 Figura del centurione O Signore non son degno - degno noanzi quasi tutto bagnatoo interamente svergognatodi star qui come un sasso, una pietra,un ferro, figurati anchese invitarti a cena, di partecipare alla tua mensa per dividere i miei avanzi, il freddo dei miei pasti, la tovaglia stupida quadrettata, la sedia sghemba, la bottiglia già iniziata, e l'ombra della fronte sconcia o portarti per un bicchiere al primo bar. Ma di' ma di' solo e soltanto una parola, una cosa, un uccelletto di voce, di' solo e soltanto un niente -quel che ti passa per la mente o per la testa così incoronata di cielo e di tempesta di' solo e soltanto lascia magari cadere un grano delle tue preghiere o anche non dir niente leggerò sulle labbra appena o sentirò con gli occhi bassi che un bacio d'aria viene e io sarò salvato dalle jene dei miei errori e l'anima devastata avrà la vita piena - -
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