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Post n°147 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani
LA VOCE PERSA Nega e concilia
Per te ho consumato
Cammina con sussiego
Signora, Signora...
L'Orgoglio,
Senti papino!
Di un po', ma come hai
DIABOLICHE INVENZIONI No, una pecora elettrica
Ricordo bene
Il fine dicitore (un po' trombone),
Portali in alto
Nella rotondità del caso,
Dentro di me,
Nelle sere di fuoco
Dormo. Dall'alto mi |
Post n°146 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani
da ULTIMATUM e nuove poesie Noi distruggiamo tutto. Per una totale Potresti mai pensare URLO NEL VUOTO Più questo mondo ingrassa... Perbenisti Voltagabbana. Vero è che l'Invidia, Signora... abbiamo preparato CLONAZIONE PRIVATA Un imbecille, Case cose conti Contenere |
Post n°145 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani
Profilattico
dai battiti dei cuori sovrapposti tra frasi di lusinghe suscitate, come impronta di grasso a un tovagliolo è al suolo, fantasma d’un calore e se unisse o divideva chi sa dire, cerotto per un’anima o un bollore. è un cipresso su di un viale rimembrante forse meglio per ricordo di un amore, né vi è certo chi lo intenda conservare: gasteropode attardato sotto il sole sarà un terzo che lo sgombera a pulire.
Condom
of heartbeats laid upon each other among whispered phrases of flattery like a grease spot on a napkin it is on the ground, the trace of heat and if it united or separeted, who can say, bandage for a soul or a passion. it is a cypress tree along a street of memories perhaps better as a souvenir of love, yes it’s not certain who would want to save it: tardy gastropod beneath the sun perhaps a third party cleaning up will take it away.
Globale
fu costola d’Europa la mia terra da cui trarne consorte al continente ma poi lasciata a mezzo l’intenzione pende com’è, mammella ed è alla mano. cosa io c’entri estraneo come sono spartito niente col suo capitale: si leccano l’un l’altro addosso il miele compreso chi, qui emigra e a sforzo ottiene in questo confortevole ospedale come i miei, la coca cola nelle vene.
Global
my land was once the rib of Europe from which to take a spouse for the continent but then, left mid-promise, it hangs as it is, a ready breast. what have I do to with it, foreigner that Iam sharing in none of its wealth: they lick the honey off each other’s backs including those who emigrate here and, with effort, like my people, receive from this comfortable hospital Coca-Cola pushed through their veins
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Post n°144 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani
Loro
ha strappato con i denti, come i nonni la sicura della bomba, l’anello d’alluminio di lattina che contiene la bevuta americana. poi rutta forte contro il mondo intero nemico come un russo o un africano. schianta la tolla come un calcio vero e mescola del fumo e fa lo scemo. intanto lancia i vuoti alla fontana su cui si posa un passero oleoso, per loro magri, uno solo è obeso, fra un po’ incomincia il giorno è più noioso
La frusta
un colpo seco all’improvviso dato in là e che si blocca pronto dove deve a misura sua precisa; ed è un sibilo e uno schiocco d’insulto come schiaffo dentro al vuoto che non lamenta, col gemito, ferita; e il braccio è tratto e l’aria si dirada, non era solo un do di petto ignoto scaturito lì come si sia ma un abile spettacolo violento che è vanto per la modica abulia.
Quell’ora
era uno scoppiettìo rinchiuso, in crescendo lento e poi interrotto dalla ripresa veloce della moto. veniva dalla strada situa in alto di gara della taranto milano ma a quell’ora di nessuno nell’agosto non c’è alcuno testimone di sentimenti. e il braccio di ferro estenuante del sole assurdo contro il verde santo dava stento al bimbo nella stanza con chiuse le sue palpebre e le imposte, sentiva che è così che il male avanza
L’angelo
la mano nera con il palmo rosa espone tre limoni gialli e un ramo di verde del basilico in profumo. l’acquario della vita grigia bigia gli fa accostare un bianco a passo lento con laurea a pieni voti senza impiego contrattano un bel po’ le vitamine; domanda un cherubino di passaggio scendendo dal cavallo in dotazione dei due quale sia più clandestino: lassù dirà non sa quale sia peggio.
Il sacchetto
quello che mi rende queto il giorno è un sacchetto impugnato in alto stretto sul volgersi di carta che lo chiude, colore sabbia come di un deserto. ricolmo, si tondeggia sui suoi fianchi e lascia indovinare a curve interne dei pani che dispensano il fragrare scaldando il mio palmo che ne ha cura. quasi lo ostento oppure non resisto e anche se visto uno lo divoro, lo lascio sbriciolare per chi ha un nido mi segue, pollicino, dove vado.
Amore
il taglio nell’asfalto lungo il corso è esile, prodotto in qualche modo, sorriso del bitume pudibondo. anche la mia scarpa si è crepata a furia di flettere la suola al passo di pedone intimorito. è davvero del tutto casuale che la bocca socchiusa sotto il piede sormonti quella che è della corsia, e a dirlo mammamia, si baciano profuso, l’uno il sudore cola, o sale qualche grasso della via, entrambi al primo amore, che invece quasi mai per noi succede.
Le coppie
come due vocali poste accanto si cercano a dare un solo suono, è anche di concomitanti voglie, incudine e martello per la forgia. Sognerebbero idillii a ciglia lunghe di fiabe non ancora immaginate ma ognuno ha già un curriculum che abbonda. è agenda di trascorsi il loro amore, a una guida telefonica intrecciata degli altrettanti superati amanti. e con lo spaginare della festa intenti ai rituali esenti prole scorrono un tempo adatto per l’incanto, per quelli giunti dopo è quel che resta.
Testi tradotti
Rovescio
in una rinunciata compostezza di rosso viola carne, si bandiera come una ferita tutt’intera lo spaginato animale nel macello, che una donna aperta e a testa in giù del resto anche pendenti eroi e dittatori che imprudenti in fondo poco basta, perché questo: un rovescio e un mutare di colore e più non batte un battito che adagio, le mosche stanno intorno come un fiore.
Reversal
In a relinquished sedateness of red meat purple, it is labeled, like a whole wound the misplaced animal in the slaughterhouse among the worst and the best that an open woman head hanging low, for that matter hanging heroes too and dictators that imprudent in the end barely suffice, because of this: a reversal and a change of color and a heart beats no more than slowly, flies flutter around it like a flower
I modi
Fu visto che appendeva a sera un gatto al muro che cingeva il cimitero col filo della lenza per pescare, la bestia dava strappi con furore ad ogni mossa peggiorando il caso lasciando con la vita anche l’urina e lui studiava a scuola di latino le chiocciole schiacciava sotto un treno ma poi con l’affinare dei suoi modi siede al senato del popolo italiano
The ways
he was seen one night hanging a cat to the wall around the cemetery with fishing line, the beast clawed furiously with each motion making matters worse leaving behind his urine with his life and he studied at the Latin school he crushed snails under a train but later as he refined his ways he sat in the senate of the Italian people
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Post n°143 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani
Rinfusa
ci sono nell’armadio sui ripiani scarpe con deformati tacchi obliqui e calze dai rammendi o i fori tondi, pattine a cerchi come gli ombelichi giornali a plichi e sparsi anche dei tappi; come se queste fossero le armi di guerre a torte in faccia e senza scuse, e i feretri o i loro decimali sono gli stessi arnesi della pugna che al suono delle trombe giudiziali risorgeranno un giorno coi beati.
Sul tetto
accostano le teste promettenti come due suore scure in controluce o guerrieri in armature sagomate. fino a un volume gonfiano le piume doppio del corpo che vi adagia dentro. allora le si accoppia e sbatte le ali e galleggiando la sfiora solo dove a dare il giusto via perché le uova nel modo di una coppia che è fedele.
Folla
li sento che si urtano fra loro dentro l’aria i respiri della folla, ben più di quanta già non mi esiliasse col suo addossarsi dove sono nato fra quei che neanche dico quali tipi. nel mentre sono ignavi i nostri grembi ricolma qui di genti in modo vario; starei per darmi a un eremo di nubi cedendo il suolo giusto per due piedi ma sono troppo bianco per il sole, mi accoglie il verde di un documentario.
Stradario
l’ombrello spiegazzato è aperto tondo e dai suoi buchi proclamano le stelle, gli stracci dei cespugli e delle fronde s’inzuppano nel piscio della pioggia su d’una cartolina in cui il quartiere. è dentro allo stradario a coordinate che sono i viali e i corsi tratteggiati inclusi quando i nati e i deceduti e il tram da cui se è sorte io ti scorgo lamenta in questo cardo urbanizzato
Agreste
è nel pollaio che cala a notte fatta il ratto per sottrarre del mangime alle suorine ovaiole da lessare e a tracci lascia feci e quel che manca. scivola, una volta, nel bacile la cui parete è liscia e non risale e sfugge il ferro più volte quel mattino ma poi centrato lo preme a trapassarlo torce la coda ed alita spavento poi muore senza il dio del contadino.
La mela
protende e si esibisce la mela dentro al palmo sfiorata con dovizia sulla sua curva polpa. il rosso o giallo e acerbo inarca e corrisponde al suo nevoso interno che ottunde in una parte. è il marcio e cova scuro si svela se a scavarlo e adultera fangoso il sagrato del palato.
Il marcio
il marcio inseparato si nasconde e non c’è modo di levarlo in volo disgusta già di sotto di una suola compare in una smorfia nel suo troppo e ha un raspo sordo che ingrama fermentando. senza le mani adatte a discrostarlo, e la foglia di pudore per coprirlo allora sogni mutilarlo netto o almeno abbia una veste di relitto: ti avvezzi intanto al lento cronicario mentre si fugge la grazia con delirio
Due stanze
dove è finito il lungo filo spago che ad ogni sonno univa ai suoi due estremi l’alluce grosso del pascoli poeta con quello lieve della sua sorella? fra i due avvicendava a strappi i sogni toccando il suolo solo quando quieti, e a matassa, fra il primo e il quinto dito, quell’altra mano, all’alba riavvolgeva. poi il saluto scambiavano di fretta fra le due stanze dentro un corridoio in dove oggi lì i visitatori di notte vige ancora la civetta.
Dialoghetto
Il vento scricchiola alle imposte con poco più di quanto sia un brusìo invece la pioggia guasta il tetto di quegli antipatici qui accanto, se litigano loro io li sento se russo, per gli altri non c’è scampo.
Loro
ha strappato con i denti, come i nonni la sicura della bomba, l’anello d’alluminio di lattina che contiene la bevuta americana. poi rutta forte contro il mondo intero nemico come un russo o un africano. schianta la tolla come un calcio vero e mescola del fumo e fa lo scemo. intanto lancia i vuoti alla fontana su cui si posa un passero oleoso, per loro magri, uno solo è obeso, fra un po’ incomincia il giorno è più noioso
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Inviato da: chiaracarboni90
il 31/05/2011 alle 11:36