LE NOSTRE RADICI

Chi siamo, da dove veniamo...il tempo che inesorabilmente scorre non potrà mai cancellare il bisogno ed il diritto a conoscere la nostra vera famiglia

 

LE EMOZIONI DI "VITA"

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Sono tante, innumerevoli, ma, la più importante, quella della "VITA" stessa

 
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Post N° 59

Post n°59 pubblicato il 05 Maggio 2007 da vita1954c

Da: Soprannome MSNimmaginepinkprettywitchInviato: 05/05/2007 15.56

Hai proprio ragione!!! Forse qualcuno ha la fortuna di incontrare persone umane ed intelligenti che dicono qualcosa, ovviamente non lo vengono a scrivere qua.
Gli impiegati poi hanno paura della legge che vieta assolutamente di rivelare i dati con penalità fino a 6 mesi di reclusione, una legge spauracchio e davvero cretina, ha un senso giusto per proteggere giustamente la famiglia adottiva e il minore da eventuali disturbi o contatti di quella naturale i primi anni, viceversa, quella naturale non sarebbe cercata da quella adottiva...ma dubito che ci sia questa richiesta, insomma alla fine...
MA CHI DENUNCIA CHI?
MA che ne sanno chi l'ha detto...e SOPRATTUTTO poi dopo 30,40 anni,  farebbero solo una buona azione per tutte 2 le parti, mica rivelerebbero il nome di un minore!!
Ci sono gli assassini, i mafiosi, gli stupratori e i ladroni a spasso grazie all'indulto, ora gli trovano pure lavoro..alla faccia della gente onesta, alle infanticide danno, dopo anni di libertà in stand by e di vippismo, solo 15 anni di carcere......INVECE le donne costrette dalle circostanze al PARTO ANONIMO devono avere l'ERGASTOLO e nessun tipo di amnistia, di opportunità di dire: ok, voglio essere cercata, mi rendo disponibile, non ci sono più quelle condizioni di 40 anni fa' e voglio sapere quel figlio come sta.
O quei figli ora gente adulta e sempre RISPETTABILE (perchè ovviamente adottata, si presume quindi cresciuta bene, ora adulta e matura, con una propria vita, e SOLO con la legittima necessità di conoscere da chi è nata e perchè è stata data in adozione, persone che chiedono civilmente di avere dopo tantissimi anni di avere un minimo di considerazione e scelta laddove un tempo non avevano avuto nessuna voce in capitolo perchè piccoli e altri hanno scelto per loro, tutti gli altri) devono essere trattati male da chi esercita la burocrazia asetticamente, solo perchè chiedono PROPRIE NOTIZIE sulla PROPRIA NASCITA.
Ci sono, ho saputo, custodi di archivi, investigatori e quant'altro che invece ci speculano sulle sofferenze altrui e vogliono soldi...tanti, poi magari manco ti dicono bene le cose. Io mi rifiuto CATEGORICAMENTE di pagare per sapere da chi sono nata, questo è un mio diritto....ecco l'anonimato ed il segreto cosa nutrono, la sofferenza e la speculazione, danno potere a chi ha le chiavi e nessuno fa' niente per niente....che schifo

 
 
 

Post N° 58

Post n°58 pubblicato il 01 Maggio 2007 da Radici0

Da: Soprannome MSNimmaginekatty21010  (Messaggio originale)Inviato: 18/04/2007 18.51

immagineAiutatemi a trovare
 raffaella frulli (civitavecchia-21/01/72),
 da quando ho saputo di avere una sorella gemella non mi do più pace...

 
 
 

Post N° 57

Post n°57 pubblicato il 01 Maggio 2007 da Radici0

 

Il prossimo 3 maggio, a Roma, il Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità celebrerà l'evento di inaugurazione dell'Anno europeo delle Pari Opportunità per Tutti. Al sito www.pariopportunita.gov.it è possibile scaricare e compilare il formulario di partecipazione. Dal momento che i partecipanti saranno suddivisi in gruppi di lavoro scelti tra: 1)Diritti Umani; 2) Lavoro, Crescita, Sviluppo; 3) Cittadinnanza e Convivenza, potremmo partecipare al primo di essi e iniziare ad attirare l'attenzione sulla nostra Categoria. 
Io andrò... Se siete interessati, potrebbe essere un'occasione anche per conoscerci. Il problema sarà "riconoscerci"! Vorrà dire che metteremo un segno distintivo che stabiliremo insieme qui.
Spero di trovarvi numerosi.
Anna

 
 
 

Post N° 56

Post n°56 pubblicato il 01 Maggio 2007 da Radici0

Da: Soprannome MSNimmagineFrancesca19760  (Messaggio originale)Inviato: 13/12/2006 4.39

immagineSALVE SONO FRANCESCA 30 ANNI , NAPOLETANA
 SONO NATA IL 12 MARZO 1976 ED ABBANDONATA IL 22 MARZO 1976 (10 GIORNI DOPO) DA "QUALCUNO" (?) PRESSO IL BEFOTROFIO DELLA REAL CASA SANTA DELL'ANNUNZIATA DI NAPOLI...QUESTO "QUALCUNO" CHE MI HA LASCIATO NON HA FORNITO ALCUN DATO DI SE' ALL'UFFICIALE GIUDIZIARIO DEL TEMPO, MIA MADRE QUANDI "NON HA INTESO ESSERE NOMINATA" E MIO PADRE RISULTA ESSERE "SCONOSCIUTO" (QUEL "QUALCUNO FORNI SOLO LA DATA DI  NASCITA OMETTENDO DI INDICARE ANCHE IL LUOGO)....
L'UFFICIAL EMI IMPOSE IL NOME DI "FLORA ABINI" E FUI ABBINATA ALLA MATRICOLA "D6"....
 
IL 4 LUGLIO 1976 SONO STATA BATTEZZATA NELL'ANNESSA CHIESA DELL'"AVE GRAZIA PLENA" ALLA PRESENZA DI DE MURATORI CHE SI TROVAVABO LI PER DEI LAVORI E DELL'ASSISTENTE SOCIALE CHE MIA HA FATTO DA MADRINA...
 
IL 22 FEBBRAIO 1977 SONO STATA AFFIDATA A QUELLI CHE L'ANNO ANCORA SEGUENTE (1978) SAREBBERO DIVENATI I MIEI GENORI ADOTTIVI (DECRETO DI ADOZIONE SPECIALE) ....
 
NEL FRATTEMPO LA MIA IDENTITA' E' CAMBIATA : DA ALLORA IL MIO NOME E' "FRANCESCA FORTUNATO"
 
DELLA MIA PRATICA D'ADOZIONE SO TUTTO E POSSEGGO TUTTI I DOCUMENTI SOPRATTUTTO L'ESTRATTO DI NASCITA OVE SONO ANNOTATI TUTTI I PASSAGGI....E SO CHE NON MI SERVE ALLO SCOPO SCRIVERE AL TdM DI NAPOLI O ARCHIVI VARI PERCHE' NON  TROVERO' INFORMAZIONI DIFFERENTI
 
DATO IL "BUCO" DI 10 GIORNI DALLA NASCITA ALL'ABBANDONO POSSO SOLO FARE SUPPOSIZIONI MA NON HO ALCUNA CERTEZZA (NON SO PERCHE' NON E' STATO DICHIARATO NEANCHE DOVE SONO NATA PRECISAMENTE ...E' INDICATA SOLO LA CITTA' DI NAPOLI)....
 
SE POTETE AIUTATEMI
 
LA MIA E' STATA UN'ADOZIONE FELICE....HO AVUTO UNA FAMIGLIA SPLENDIDA CHE MI HA MOLTO AMATA MA OGGI, A POCHI MESI DAL MIO MATRIMONIO, VOGLIO CHIUDERE "I CONTI SOSPESI" O ALMENO PROVARE A CHIUDERLI....E L'UNICO CONTO APERTO RESTA QUELLO REALTIVO ALLE MIE ORIGINI BIOLOGICHE....
 
SE MAI DOVESSI ARRIVARE A CONOSCERE MIA MADRE NATURALE OVVIAMENTE VORRO' SAPERE PERCHE' MA PRIMA DI TUTTO LE DIRO' "GRAZIE" POI TUTTO IL RESTO....
 
PER QUALSIASI COMUNICAZIONE IN MERITO : memores12@hotmail.it

 
 
 

Post N° 54

Post n°54 pubblicato il 04 Aprile 2007 da uniconelmiocuore
Foto di Radici0

Salve mi chiamo maria e sono nata il 16 aprlile del 1951 alle 12:20  a roma all'ospedale san giovanni nel reparto le celate Il mio desiderio più grande da quando ero bambina è conoscere mia mamma naturale. Vorrei sapere chi è, cosa ha fatto in tutti questi anni e i motivi che l'hanno portata ad una scelta tanto triste. Chiedo anche a chiunque lavorasse in quel reparto di contattarmi per sapere qualche informazione in più sulle nascite di quel reparto. Grazie maria

lucia.greg@fastwebnet.it

 
 
 

Post N° 53

Post n°53 pubblicato il 01 Aprile 2007 da vita1954c

immaginex mia sorella .......

 sei nata all'ospedale s. giovanni il 1949. tra giugno e luglio , ti stiamo cercado , da tanti anni .

la mamma ha 82 anni e vorrebbe incontrarti , ti vogliamo bene un bacio . questo è l'ospedale dose sei nata, e l'orfanotrofio dove sei stata , spero che passi di qua , oppure qualcuno che sa la tua storia .

 
 
 

Post N° 52

Post n°52 pubblicato il 24 Marzo 2007 da Radici0

 

immagineCiao a tutti  il 13 gennaio 2007 faro' 30 anni e mi sono decisa dopo vari anni che soffocavo l'idea di essere stata adottata di cercare e trovare mia madre. Sono nata il 13/01/77 a Busto Arsizio (Va). Mia madre aveva 19 anni e quel che so di lei e' poco.Mi ha riconosciuto dandomi il suo cognome che e' Brendolin, mi ha curato per un po' all'Istituo Provinciale di Varese e poi e' sparita e sono stata adottata un anno dopo nel 78. Di recente ho capito che le mie paure e le mie ansie scaturivano dall'abbandono e  ho espresso alla mia mamma adottiva il desiderio di ritrovare le mie origini . Lei mi ha detto che quando era venuta all'Istituto c'era un bambino figlio di mia nonna naturale  che era seguito da mia nonna e a me non mi curava nessuno. Provo rabbia nei confronti di questa nonna ma non in mia "madre". Lei sapeva che ero sua nipote e mi ha fatto adottare non si' e' curata di me. Quindi ho uno zio della mia eta' e mia madre e mia nonna hanno fatto la gravidanza insieme.Penso di tutto e voglio piu' che mai avere delle risposte. Mia madre dovrebbe avere 49 anni circa e vorrei vederla e abbracciarla. Penso sempre che sia stata costretta ad abbandonarmi per una situazione precaria che viveva. Precaria lo dico io poi non so se e' cosi.Provo comprensione ma vorrei un giorno guardarla negli occhi e chiederle "Perche'?" e abbracciarla se lei vorra'.
Aiutatemi!
Da: Soprannome MSNimmaginelullabay1 

 
 
 

Post N° 51

Post n°51 pubblicato il 24 Marzo 2007 da Radici0

immagineCiao a tutti! Mi chiamo Susanna ed ho la bellezza di 43 anni (oggi!). Anch'io sono stata abbandonata alla nascita (nata al Buzzi di Milano), e son stata adottata a 3 anni da una famiglia che non ha mai voluto parlare dei miei genitori naturali e dell'adozione in genere. Consideravano il fatto che fossi stata abbandonata una vergogna. No comment. Comunque sia ora vorrei provare a ricercare le mie radici, dicono aiuti (anche se non ne sono molto convinta...) a far pace col passato. Ma... come si fa? che vie bisogna seguire? mi vien male solo a pensarci!! A chi mi sa dare un'indicazione, un grazie di cuore anticipato :-))


Susy

 
 
 

Post N° 50

Post n°50 pubblicato il 24 Marzo 2007 da Radici0

ropatata@libero.it 

immagineaiutatemi....Nata a Palermo il 21/10/1983. Cerca sua madre.

 
 
 

Post N° 49

Post n°49 pubblicato il 23 Marzo 2007 da vita1954c

A       I       U       T      O

 

immagine

 

Ho ritrovato un pezzo di un santino di carta

che rappresenta L'Immacolata. Ho solo il volto,

taglio superiore sinistro.

E' degli anni '60 e dietro non porta

la solita preghiera.

Riesco a decifrare le seguenti parole:   

                      

                            ...grande famiglia
                              e: ognuna di noi
                                uo taglio.
                              o e giocano; le
                               entre noi più 
                                banchi della
                                   casa

E' importantissimo per me sapere

 cosa c'è scritto perchè mi è stata lasciata

 in un sacchettino di raso al petto

 quando sono stata abbandonata in fasce

 nel brefotrofio dell'Annunziata di Napoli.


Sono gravemente ammalata. Anna Dive

 

Per qualsiasi informazioni potesse essere

 utile contattate direttamente Anna

al suo indirizzo email dastil@libero.it 

               Retro del Santino              Fronte del Santino      

immagine

               immagine                            

 

          

                 

 

 
 
 

UN OMAGGIO AD UNA CARA AMICA

Post n°48 pubblicato il 23 Marzo 2007 da Radici0
 

FRANCESCA DARIMA

immagineLa storia di Francesca Darima comincia nel vecchio ospedale San Giovanni di Roma dove è nata l'11 novembre del 1934. Molti anni fa all'interno dell'ospedale c'era un reparto, chiamato 'le Celate', riservato alle donne che volevano restare nell'anonimato, a volte partorendo anche con il volto coperto. Molti dei neonati venivano poi lasciati nello stesso ospedale, come è accaduto a Francesca. Le 'celate' erano soprattutto donne e suore che appartenevano alla borghesia romana. Le loro gravidanze erano talvolta il frutto di relazioni con gerarchi fascisti o comunque con persone di ceti altolocati.

La signora Darima non ha mai accettato alcuna proposta di adozione, non abbandonando mai la speranza di poter ritrovare la vera madre. Dopo aver trascorso i primi giorni di vita al brefotrofio di Roma, fu affidata ad una balia di Ripi, un paese in provincia di Frosinone. E' qui che andavano spesso a trovarla due signori, uno anziano e l'altro un po' più giovane, portandole molti regali. Finché un giorno queste stesse persone la condussero in una villa per farle conoscere finalmente la donna che l'aveva messa al mondo. Francesca Darima ricorda però di aver aspettato invano in una stanza con la volta circolare e con degli affreschi raffiguranti due angeli e delle rose.

In seguito, mentre frequentava il collegio San Filippo Neri di Roma, la donna ricorda un altro strano episodio accaduto durante una messa celebrata a Sant'Andrea della Valle: una donna dal volto coperto le si avvicinò chiedendole se avesse fatto la comunione, e poi le regalò una banconota rossa.

Ma, per tutta la vita, il suo pensiero costante è sempre rimasto quello di potere svelare un giorno il segreto che sta dietro alla sua nascita e conoscere la persona che l'11 novembre del '34 decise per qualche motivo di separarsi da lei.

Presso il brefotrofio di Roma esiste una lettera scritta dalla vera madre di Francesca, ma in Italia nessuna legge le consente di venirne in possesso. Tutti i tentativi e le ricerche condotte fino ad ora sono sempre state bloccate proprio quando si era vicini alla verità. L'unica notizia su questa misteriosa lettera è che sulla busta ci sono due iniziali: 'C. P.'

Francesca Darima ha preparato un appello, rivolgendosi alla madre con queste parole:

"Signora C. P. che l'11 novembre, alle ore 3,23 minuti deste alla luce una bambina all'ospedale San Giovanni vi prego, non andatevene, non negatemi il diritto di sapere la mia identità. Non andate avanti al giudizio di Dio senza aver dato giustizia a vostra figlia, perché lì non si concedono attenuanti. Ho visto morire tante persone, anche i più duri si sono ravveduti e ora prego Dio di non farvi morire, di ravvedervi..."

"Di mia madre non mi hanno potuto dire il nome, perché è ancora viva. So che ha 85/90 anni, è una suora di clausura e vive in un convento del nord. Si fa chiamare suor Marianna, Adesso quello che mi interessa è ritrovarla".

Alla ricerca di Francesca Darima manca l'ultimo tassello: incontrare la madre. Il segreto della sua identità è tuttora nascosto in una lettera sigillata con sopra le iniziali "C. P.", conservata nel brefotrofio in cui Francesca Darima è vissuta a Roma. Nessuna legge, però, le consente di conoscerne il contenuto. I progressi recenti delle sue ricerche le hanno consentito una ricostruzione della vita della madre. Sarebbe originaria di un paese della Campania e, nel 1934, sarebbe stata una novizia in attesa di prendere i voti. Francesca sarebbe nata da una sua relazione con un principe romano, ormai deceduto. Dopo aver partorito senza riconoscere la bambina, la donna sarebbe entrata in un convento di clausura col nome di suor Marianna. Dalle informazioni in possesso di Francesca Darima oggi si troverebbe in un convento della Valle d'Aosta le cui suore, però, smentiscono.

Contenuti © Francesca Darima | Website by MyMinimalLook

 
 
 

Post N° 47

Post n°47 pubblicato il 21 Marzo 2007 da vita1954c

immagine

My sister was born in Milan, Via Mezzofanti 1, on October the 1st 1967. Probably her birth was registered at M. Melloni Hospital, Milan.
Our mother, (Francine Castelluci) now is dead. I am Carla, her sister: I was thirteen when by that time.
Since then I haven’t stopped looking for her: her little face is in my heart and I haven’t forgotten her.
I really would like to meet her, hold her in my arms and give her all my love, if she wants.
Thanks to anybody who will help me.
Carla

 
 
 

Post N° 46

Post n°46 pubblicato il 19 Marzo 2007 da vita1954c

Messaggio N°2313
19 Marzo 2007 - 11:03
 
E' ARRIVATO IL RESPONSO DEL DNA....

E' presto, immagineil telefono  suona, una voce che mi parla e le lacrime che copiose iniziano a  scendere....è stata tutta un'illusione, tutte coincidenze, io e Monica non siamo sorelle, questo è quello che dice il DNA.  Qualcosa che è nato da questo blog, su questo blog, l'affetto e la sicurezza di avere trovato una sorella,  la mia sorella di sangue...la speranza che fosse lei, ed ora tutto si dissolve in una nube, la disperazione ora è al culmine, mi chiedo perchè la vita ancora una volta si sia accanita così contro di me, di noi, perchè divertirsi in questo modo terribile.

Tante e troppe coincidenze da indurci a credere, eppure sento per Monica un'affetto immenso. Bene, il sangue dice di no, ma io le voglio bene ed ora non ci resta che riprendere le nostre ricerche, insieme ma con un obiettivo finale diverso. Per un certo periodo abbiamo incrociate le nostre vite, i nostri sentimenti e continueremo a farlo ma, ognuno di noi deve trovare quel pezzo che manca alla nostra vita, quel piccolo filo sottile che ci ha unito sin'ora ma che non appartiene a nessuna delle due. Incredibile come riesca a dire tuttoimmagine questo con il cuore che davvero mi sta sanguinando...ora più che mai dobbiamo tenere duro e non mollare, certo che la vita si è presa davvero una bella rivincita su noi, come se avesse voluto farci pagare l'egoismo altrui. La mia, una sofferenza che mi porto dietro da anni e che pensavo potesse esplodere in una gioia profonda, nulla, nulla di nulla. Vaffanculo vita, vaffancculo per il dolore che mi stai dando, vaffanculo per essermi stata vicina mentre sghignazzavi alle mie spalle...Guardami, stronza, guarda come mi hai ridotto, alza la tua bandiera e falla sventolare,  per il momento tu sei la vincitrice, fa vedere a tutti quanto tu sia grande, dimostra quanto tu sia forte, quanto tu sia figlia di puttana....maledetta, ti odio per queste lacrime che mi  stai regalando, come se fino ad ora non ne avessi avuto abbastanza. Ma perchè, perchè mio Dio, ma dove sei quando ho bisogno di te? Oggi dovevano darmi l'esito,  proprio oggi che è la festa dei papà, così ora il mio odio verso i maschi cresce ulteriormente, maledetti uomini, tutti uguali, fanno i loro comodi e poi se ne vanno per la loro strada. Ma questi deficienti non hanno un cuore? Possibile che ci debbano essere al mondo simili stronzi? E chi paga poi? I figli pagano.....se qualcuno di voi potesse solo immaginare in che stato di prostrazione mi trovo, la rabbia dentro di me si alterna al dolore, alla speranza, tutto si mescola nel mio sangue e non sono nemmeno capace di trovare degli epiteti da dare...dicono che urlare fa bene, ma, in questo momento non ci riesco e, come se una mano fosse sulla mia gola e mi proibisse di farlo. Mi sento stanca, faccio fatica a pensare ad una qualsiasi cosa, in questo momento sono di una fragilità unica. Non devo perdere la speranza, devo continuare con più tenacia e visto che la vita vuol prendermi per il culo, bene, devo cercare di capolgere il tutto e vendicarmi, io devo essere quella che la prende per il fondello, vediamo alla fine chi dei due sarà il più forte.

Non posso, Monica cara, telefonarti, non in questo momento, tu puoi , perchè mi conosci sapere come sono in questo momento. Perdonami se non ti chiamo, perdonami se sono tanto vigliacca d'attendere che tu legga questo post, perdonami dal profondo del cuore per evitarti un dolore ancora più grande. Mi immaginehai trovato girando su google per uno specchio, ovvio che desidero che tu apprenda il tutto tramite questo scritto....cosa dobbiamo fare ora? Come muoverci? Come sono strane le nostre esistenze. Com'è strano questo mio blog, con questo titolo che rispecchia appieno i miei sentimenti...io alla specchio, io che pur guardandomi non vedo una persona ma, solo tutte le sofferenze ed i dolori che mi hanno seguito per tanti anni, alternando momenti di   disperazione a momenti di  sconforto e,  poi momenti intensi di  gioia. Chi può aiutarmi in questo momento in cui ho davvero bisogno di sentire calore vicino a me....vorrei poter ritornare bimba ed essere presa fra le braccia di una mamma e trovare consolazione ed affetto, tenerezza ed amore. mai, mai ho avuto questa dimostrazione d'affetto, mai dacchè ho una memoria che fa parte del mio passato.

A presto. Carla

 
 
 

Post N° 45

Post n°45 pubblicato il 17 Marzo 2007 da Radici0

immagineIl mio nome è Antonietta, sono nata a Torino l'11-02-1976, so che la mia mamma biologica era una donna già sposata e con dei figli proveniente dalla regione Campania e che mi ha concepita in una relazione extraconiugale. So che durante la gravidanza si è allontanata dalla sua famiglia e che poi vi è ritornata dopo avermi partorita. Sono stata adottata quando avevo quattro mesi di vita presso un istituto il cui nome ha a che fare con qualcosa di simile a "casa della madre e del bambino" ed era gestito da suore, ma purtoppo non sono riuscita ad avere altre informazioni nemmeno dal tribunale dei minori in quanto non sono stata riconosciuta e negli atti lei non ha voluto essere nominata. Chiunque avesse informazioni da darmi per aiutarmi nella sua ricerca mi contatti...

a.cappellotto@alice.it

 
 
 

Post N° 44

Post n°44 pubblicato il 17 Marzo 2007 da Radici0

Cerco mia sorella nata a Milano il 16/03/1975. Inizialmente si chiamava Papeo Barbara ed ha vissuto per circa due anni con sua sorella maggiore e i suoi genitori biologici, poi è stata tolta alla famiglia ed è stata trasferita all'IPPAI di Viale Piceno per poi essere stata adottata.

paola1974@toshiba-connect.it

 
 
 

Post N° 43

Post n°43 pubblicato il 17 Marzo 2007 da Radici0

immagineCiao mi chiamo Francesca e vorrei tanto trovare mia sorella. So che e nata a Sanremo il 19 01 1974 ed stata portata al brefotrofio di Imperia, e da lì adottata. E' stata riconosciuta alla nascita come Marzola Patrizia.

fra@tiscali.it

 
 
 

Post N° 42

Post n°42 pubblicato il 17 Marzo 2007 da Radici0

immagineMi chiamo Valentina e sono nata alla clinica Mangiagalli di Milano il 10-06-74 alle 11:40 di mattina. Mia madre non era sposata e così sono stata adottata, ma il nome lo aveva scelto lei. Ora i miei genitori adottivi sono morti e la mia voglia di conoscere chi mi ha messo al mondo è sempre più forte. La famiglia che mi ha adottato abitava a Gallarate (VA) e mi ha portato a casa dall'ospedale il 24 o 26 giugno 1974. Di lei so che aveva tra i 17 e i 20 anni, che in clinica era con suo padre e che ha voluto per me il nome Valentina. Sui documenti dell'affidamento preadottivo ci sono due cognomi riferiti a me: Lorenzi e Tattanelli. Prego chiunque avesse qualche notizia di chiamarmi a questo numero:

Cell.: 328-1158579

 
 
 

Post N° 41

Post n°41 pubblicato il 17 Marzo 2007 da Radici0

immagineSono Monica, sono nata all'Ospedale Santa Croce di Cuneo il 20-06-1974 da una ragazza che, forse, aveva all'epoca soltanto 17 anni e risultava essere operaia. Non so altro. Se qualcuno avesse informazioni sulla mia madre naturale può contattarmi al:

Cell.: 339-5656242

 
 
 

SECONDO ANNUNCIO

Post n°40 pubblicato il 17 Marzo 2007 da Radici0

 

UN APPELLO IMPORTANE. SONO UNA MAMMA BIOLOGICA, ALLA RICERCA DI SUA FIGLIA, NATA IL 6 GENNAIO 1984 A PALERMO, TOLTA CONTRO LA MIA VOLONTA', CHI PUO' AIUTARMI?  

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« Lettera per mia figlia»

Cara bambina mia,
Ti scrivo questa lettera sperando che un domani tu possa leggerla; può darsi, come spero, che anche tu un giorno vada a visitare quei siti in cui parlano altri ragazzi adottati ed allora troverai questa lettera della tua mamma ad attenderti.
Le istituzioni in Italia vietano qualsiasi contatto da entrambe le parti tra famiglia naturale e figli adottati, per cui finché non verrà cambiata questa ingiusta legge, per me questo è l’unico modo per raccontarti in breve la mia storia e la verità.
Tutto è iniziato quando avevo 13 anni ed abitavo in Sicilia.
Era il primo aprile del 1983 il giorno in cui sono stata violentata.
Su questa prima parte del racconto sarò telegrafica, perché capisci certamente come può essere brutto ricordare una cosa del genere e come sia allo stesso tempo inutile ora entrare in particolari.
Dopo questo episodio tremendo i miei genitori non hanno voluto esporre denuncia contro quell’uomo e nemmeno mi hanno portata all’ospedale, perché si vergognavano: la loro primaria preoccupazione in quella circostanza non era occuparsi delle mie condizioni fisiche e psicologiche, ma arginare lo scandalo che poteva scoppiare in seguito al disonore della figlia.
Loro, infatti, avevano soprattutto paura che la gente parlasse male, spettegolasse su quello che mi era successo, invece di difendere con amore la loro figlia, poco più che bambina, vittima di una violenza.
Non facevano che ripetermi che ciò che era accaduto era solo colpa mia; per cui oltre alla violenza fisica si aggiungeva quella psicologica e morale della mia famiglia, che ha continuato a ricoprirmi per anni di sensi colpa che non avrei dovuto avere, fino a convincere anche me di essere io la peccatrice, quella che aveva sbagliato e che avrebbe dovuto soltanto pagare in silenzio le conseguenze dei suoi atti impuri.
La solitudine e l’incomprensione sono state amare compagne di una tredicenne sfortunata che aveva su di sé il peso della vergogna per aver perso la sua innocenza, non per scelta e nemmeno per amore, mentre il vero colpevole e vigliacco autore ne era uscito subito indenne, scagionato da una società retrograda e maschilista, una società col culto dell’onore, dell’apparenza, dell’omertà e della vergogna.
Non ho avuto un minimo sostegno da parte dei miei genitori e di nessun membro del resto della famiglia; non potevo sfogarmi con nessuno, nemmeno con un’amica, infatti, con gli altri non ne potevo parlare perché indotta dalla situazione al silenzio più assoluto. Mi sono ritrovata così completamente sola, abbandonata a me stessa con le mie paure, le mie angosce e le mie sofferenze.Dopo 5 mesi e mezzo dal fatto, mi sono resa conto che aspettavo un bambino.Credimi piccola mia, io ne fui così felice che la prima reazione fu pensare: “Ora non sarò più sola, c’è il mio bimbo con me!”; ti giuro di averti amata profondamente da subito, piccola creatura innocente come me, che ti portavo in grembo.
Era il mio, il nostro piccolo, grande dolce segreto.Non l’ho detto subito ai miei genitori perché avevo una paura terribile delle loro reazioni punitive, ma inevitabilmente loro hanno scoperto la mia gravidanza a 7 mesi, quando i segni  erano ormai tangibili sul mio corpo.
Mia madre non voleva credere all’evidenza e quindi, per accertarsi, mi portò in clinica a farmi visitare. Quando la dottoressa le confermò che ero incinta, lei impallidì in volto dallo sgomento. Un’ infermiera, che aveva assistito alla reazione di mia madre e aveva capito cosa fosse successo, si avvicinò a lei dicendole: “Signora, non si preoccupi: se la sua famiglia non vuole questa creatura, io conosco persone per bene che potranno occuparsi della bambina, dandovi in ricompensa pure 3 milioni di lire”.
Mia madre rimase silenziosamente calma, stava già prendendo in considerazione le parole dell’infermiera, mentre io nel sentire un consiglio così crudele e assurdo, mi ribellai disperatamente con tutta la forza che avevo; io non avrei mai potuto accettare una cosa del genere! Ero io che dovevo avere voce in capitolo, non gli altri, ero io la mamma di quella creatura, la tua mamma.
Quando siamo rientrati a casa, alla notizia che io fossi realmente incinta, mio padre si alterò come una bestia con me, per fortuna mia nonna mi difese dalle sue botte, altrimenti credo che mi avrebbe ammazzata. Decisero immediatamente di nascondere la loro figlia poco di buono e peccatrice in un istituto per ragazze madri.
Ero già in istituto, quando la sera del 5 gennaio mi sono sentita male, così mi hanno accompagnata all’ospedale civico di Palermo, da dove telefonicamente hanno avvisato mia madre del mio forte malore, ma lei non si è affatto scomodata a venire di sera in ospedale per starmi vicina, dicendo che sarebbe venuta la mattina dopo con calma. In quell’istante mi sono sentita sola come un cane abbandonato, non potrei renderti diversamente il mio stato d’animo; ero davvero sola, schiacciata da una situazione più grande di me.Sei nata la mattina del 6 gennaio, da un parto cesareo. Credo proprio di avere avuto qualche complicazione, perché quando mi sono svegliata sentivo a malapena un litro di sangue  scorrere lentamente nelle mie vene, e mia madre non era ancora arrivata. Ti ho partorito nella più completa solitudine. Non appena lei è arrivata in ospedale, le ho chiesto di andarti a prendere e portarti da me, ancora non sapevo se eri un maschietto o una femminuccia e fremevo dalla voglia di vederti e stringerti a me. Mia madre uscì dalla stanza, per tornare subito dopo a mani vuote e dire freddamente che l’infermiera non voleva che io vedessi e toccassi il mio bambino. Non potevo accettarlo, ho avuto una crisi isterica, gridando e minacciando di portarmi subito la mia bambina, altrimenti mi sarei strappata tutte le flebo ed il resto che avevo addosso. Finalmente ti hanno portata da me, dalla tua piccola mamma.
Come eri bella,  che dico, eri bellissima e quanti capelli neri che avevi sulla tua graziosa testolina! Indossavi un bel pigiamino giallo, eri il mio dolce pulcino ed io ero felice con te tra le mie braccia; queste sono immagini che io non potrò mai cancellare dalla mia mente, sono marchiate a fuoco per sempre.
Il giorno dopo ti ho rivista e ti ho ricoperta di baci, avevo voglia di mangiarti, non avrei mai immaginato che quelli erano gli ultimi baci che ti davo, perché il 7 gennaio è  stata l’ultima volta che ti ho vista, dopodichè ti hanno fatto sparire nel nulla e nessuno da allora mi ha mai voluto dire dove sei finita, con chi, se stai bene. Ti hanno strappato dal mio petto e nessuno ha avuto pietà delle lacrime d’una piccola mamma.Da quel giorno ho sofferto tutte le pene del mondo. A 13 anni conoscevo già tutte le sofferenze: lo stupro, il dolore fisico, la violenza psicologica, la perdita di un figlio, l’abbandono dei miei genitori, la solitudine, il non avere diritti, etc.
Il giorno 6 febbraio esco da quel istituto per entrare in un altro istituto. La suora che si occupava di noi vedendomi sempre triste a piangere, una volta mi domandò il perché di tutto questo dolore. Le risposi che avevo perduto la mia bambina, lei si prese a cuore la mia situazione e per aiutarmi mi volle accompagnare al tribunale dei minorenni.
Il giudice A. M. mi ha ricevuto nel suo ufficio ma da sola, lì ho spiegato che i miei genitori mi avevano tolto la mia bambina e che io volevo assolutamente recuperarla, perché non era stato giusto che loro avessero deciso per me. Mi promise che avrebbe fatto il necessario per farmi riabbracciare mia figlia, ma ad una condizione: avrei dovuto proseguire le scuole ed aspettare un anno. Io gli Chiesi: “Perché proprio un anno?”, mi fu risposto che era solo il tempo per sbrigare le pratiche ed i documenti burocratici. A quell’epoca per me un giudice era una persona di fiducia,come non credere alla parola di un’autorità? E invece proprio sulla mia speranza e sulla mia buona fede sono stata tradita ed ingannata, perché dopo aver atteso un anno, quando sono tornata a chiedere di te, mi comunicò: “Mi dispiace ragazzina, ma la tua bambina è stata adottata”. Il mondo mi è crollato addosso in quel preciso istante, sono diventata una pazza, gli sarei saltata addosso per ucciderlo, ma per fortuna o purtroppo, due carabinieri sono intervenuti in suo aiuto e mi hanno buttata fuori dal tribunale, senza nessun’altra spiegazione e senza comprensione alcuna.
Quando sono rientrata in istituto ho tentato di tagliarmi le vene, ero troppo fragile e depressa,  ma il buon Dio non mi ha voluto con sé quella volta, mi sono salvata e da  allora ho giurato di non riprovarci mai più, perché se io morissi,  nessuno ti potrebbe mai raccontare la nostra storia e non ci potremmo mai più vedere, infatti, io vivo con la speranza quotidiana che tu un giorno possa scoprire la verità e conoscermi, vedere la tua mamma.
Un giorno mio padre venne a farmi visita in collegio, gli domandai in ginocchio di dirmi dov’eri. Lo sai cosa mi rispose? “VEDRAI CHE UN GIORNO TI SPOSERAI E AVRAI ALTRI FIGLI E CHE DIMENTICHERAI QUELLA TUA PRIMA FIGLIA”, come se l’amore per gli altri figli potesse “rimpiazzare” completamente quello per un’altra creatura nata allo stesso modo dal mio grembo! Erano tutte bugie e non puoi immaginare come ancora oggi, io possa odiare mio padre con tutta me stessa, mentre in un certo senso ho quasi perdonato mia madre, che ha sempre avuto paura di suo marito e delle sue bastonate, se si fosse ribellata al suo volere.In certi momenti mi sento colpevole per averti perduta, mi sembra di non avere lottato abbastanza, forse perché ero troppo piccola, perché non ho potuto o saputo impormi, anche se in quel momento ho fatto tutto quello che potevo.
Devi saperlo dalla mia voce che io non ti ho MAI abbandonata, ma se tu credi che è comunque colpa mia, ti prego di perdonami e non abbandonarmi tu stavolta, dammi la possibilità di parlarti.
Ho aspettato con ansia i miei 18 anni per scappare via dalla mia vita da incubo in Italia e sono andata a vivere in Belgio, dove sono nata.Oggi sono più serena, vivo in campagna con mio marito con cui sono sposata da 16 anni e ho avuto altri 3 altri figli. Mi piacerebbe tanto farti conoscere i tuoi fratelli, al più grande parlo di te e lui mi sta vicino. Vi amo tutti quattro più della mia stessa vita e allo stesso modo, anche se non ho avuto la possibilità di crescerti, vorrei tanto darti un volto.
Ti abbraccio forte, forte.
La tua mamma, che non ti ha mai cancellata dalla sua vita.

P.S.: RINGRAZIO TUTTE LE RAGAZZE  CHE MI HANNO SUPPORTATA COI  LOROCONSIGLI E DI AVERMI DATO LA FORZA, CON IL LORO SOSTEGNO MORALE, DI RACCONTARE LA MIA STORIA. UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A PAOLA (tu lo sai perché). VI ABBRACCIO.  

 
Inviato da: Speranzadivina

 
 
 

Post N° 39

Post n°39 pubblicato il 17 Marzo 2007 da Radici0

immagineMi chiamo Valentina e sono nata alla clinica Mangiagalli di Milano il 10-06-74 alle 11:40 di mattina. Mia madre non era sposata e così sono stata adottata, ma il nome lo aveva scelto lei. Ora i miei genitori adottivi sono morti e la mia voglia di conoscere chi mi ha messo al mondo è sempre più forte. La famiglia che mi ha adottato abitava a Gallarate (VA) e mi ha portato a casa dall'ospedale il 24 o 26 giugno 1974. Di lei so che aveva tra i 17 e i 20 anni, che in clinica era con suo padre e che ha voluto per me il nome Valentina. Sui documenti dell'affidamento preadottivo ci sono due cognomi riferiti a me: Lorenzi e Tattanelli. Prego chiunque avesse qualche notizia di chiamarmi a questo numero:

Cell.: 328-1158579

 
 
 
 
 

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Un blog di: Radici0
Data di creazione: 28/01/2007
 

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