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EFFETTO PIGMALIONE
Parecchi anni fa alla Harvard University il dottor Robert Rosenthal ha condotto una serie interessante di esperimenti con gruppi di studenti.
Hanno detto ad un insegnante: "Lei è fortunato. Lavorerà con bambini geniali. Questi studenti sono tremendamente acuti ed intelligenti. Una parola di avvertimento però: sono così svegli che cercheranno di raggirarla. Alcuni sono pigri e cercheranno di imbrogliarla per farsi dare meno compiti. Non li ascolti. Questi bambini sono in grado di fare i compiti. Glieli dia e basta...Questi bambini possono risolvere e risolveranno i problemi più difficili. Se lei userà le sue capacità didattiche e darà loro un voto di fiducia insieme a qualche iniezione quotidiana d'amore, disciplina ed interesse autentico".
Dissero al secondo insegnante: "Lei ha bambini ordinari. Non sono né troppo brillanti né troppo ottusi. Hanno un quoziente d'intelligenza medio, un retroterra ed una capacità ordinari, perciò ci aspettiamo risultati ordinari".
...Alla fine dell'anno gli studenti geniali erano più avanti di un anno rispetto a quelli ordinari.
L'esperimento condotto dal dottor Rosenthal è l'ennesima dimostrazione di quello che viene definito l'effetto Pigmalione, dal nome del mitico re di Cipro che si innamorò della statua di donna da lui stesso realizzata.
In modo simile a Pigmalione anche noi fin dai primi attimi in cui conosciamo una persona ci creiamo di essa un'immagine e, conseguentemente, delle aspettative che successivamente tendiamo a confermare. In tutto q uesto svolgiamo un ruolo molto più attivo di quanto non si pensi, poiché induciamo l'altro a comportarsi in modo da rispettare l'immagine che abbiamo di lui. Anche qui vale, come in fisica, la legge per cui "ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria".
Se pensiamo che i nostri collaboratori non siano in grado di raggiungere risultati straordinari, probabilmente non faremo nulla per indurli a superare il livello dell'ordinario, non li motiveremo a sufficienza, non li spingeremo a credere che si possa fare di più.
Se pensiamo che il nostro capo è un incapace, probabilmente non gli daremo neppure l'occasione di insegnarci quell'unica cosa che conosce meglio di noi.
Se pensiamo che non ci si possa fidare di nostro figlio e lo tratteremo da irresponsabile, molto probabilmente continuerà a comportarsi come tale finché qualcuno non sarà disposto a rischiare e riconoscergli un po' di fiducia.
La fiducia è il migliore regalo che possiamo fare alle persone. Molti pensano che sia da roba da sprovveduti, ma la vera fiducia richiede la capacità di vedere le persone oltre il loro comportamento, di intuire il loro talento e di coltivarlo con amore, disciplina ed interesse autentico.
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