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Creato da mantide_atea81 il 08/01/2004
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« Messaggio #41 | Dliiing dloong » |
Promemoria
Sostituire “meravigliosamente,e tu?” alla più sincera risposta “sopravvivo,grazie” , perchè la domanda “come stai? “ ,porta quando ti si legge in faccia che stai di merda, o dopo che la tua-cara-amica/ gazzettino-del-paese ha già informato ogni concittadino delle tue vicende personali ,è spesso solo un escamotage per svagonarti addosso confidenze dal contenuto melodrammatico (chè tanto sei inerme) e|o filantropiche: per la serie “mal comune…” . Delle scorse settimane oltre allo studio matto e disperatissimo , le secchiate di lacrime , e i barattoli di nutella quale antidepressivo, ci sono da annoverare interminabili conversazioni telefoniche e chiacchierate al bar dell’università ricomprensibili nella categoria di cui sopra(confidenze melodrammatiche di sedicenti filantropi). Attenta a non distogliere lo sguardo dall’interlocutore per non tradire voglia di scappare via o sonnolenza, mi ritrovavo a commentare tra me e me la natura delle confidenze rincuoranti (di cui non escludo d’esser stata spesso anche io autrice-mea culpa- ) vale a dire quelle narrazioni che amici (veri o presunti) o colleghi o vicini di casa o eccetera ti fanno di episodi salienti(veri o presunti) della propria vita al fine di dimostrarti che: Questi discorsi, queste narrazioni, le confidenze rincuoranti insomma, possono avere qualsivoglia contenuto: storie di corna fatte e subite, storie di storie d'amore fallite, storie di abbandoni, storie di incomprensioni, storie di liti familiari, storie tragiche di criceti morti anzitempo (e adesso ogni volta che guardiamo la ruota dentro la gabbia vuota abbiam la sensazione che si tratti di una metafora del Grande Nulla); storie di quel cane che abbiamo abbandonato sull'autostrada (e adesso ci rimorde la coscienza, da pezzi di merda che siamo); storie di quel tipo grassottello che ci prometteva amore eterno anni fa e che noi gli abbiam detto di girare al largo e adesso è diventato strafigo ed ha ereditato una fortuna e ci rode ; storie di campagne devastate dalla speculazione edilizia (e guarda laggiù: lì c'era la casetta dove son cresciuta ora c'è un ipermercato da tredici piani)…storie la cui drammaticità è direttamente proporzionale al tono con cui hai risposto al “come stai”e che t’ aiutano a non pensare a cio‘ che t‘è capitato oltre che nel frattempo alleggerire coscienze e animi stressati. La cosa peculiare di tali narrazioni è la struttura delle conversazioni che le accolgono, conversazioni che in genere funzionano così: che quando uno ammette di stare di merda all’amico (vero o presunto) allora il vero o presunto amico commenta con un”ehhh,io pure…”.Segue un “breve” cenno alla vicenda vissuta in un recente o remoto passato \ascoltata alla tivvi(ma questo solo nelle ipotesi di cui alla lettera C) che c‘entra con la tragedia capitatati quanto Ricucci con l’alta finanza . L’affranto dei due si ritrova a pensare ad un commento improntato ad un generico buonsenso: i criceti muoiono e tu devi pur fartene una ragione; il tipo grassottello voleva scoparti quando era disperato, adesso ch'è uno strafigo perché dovrebbe sprecarsi con te?; gli speculatori dell'edilizia hanno precise ragioni per costruire ipermercati di tredici piani, se ci tieni al verde trasferisciti in provincia di Bolzano. Dopodiché quello che si è confidato dice all'amico (vero o presunto) qualcosa il cui senso è: Ti ringrazio del tuo consiglio improntato a un generico buon senso ma il tuo consiglio è tutto sommato inutile perché non hai ben compreso questo o quel risvolto della vicenda (che sia una storia d'amore fallita, una storia di abbandono, una storia di incomprensioni, una storia di liti familiari, di criceti morti, di ipermercati e campagne ,buchi nell’ozono etc. poco importa). Naturalmente nessuno dice, papale papale, "Ti ringrazio del tuo consiglio improntato a un generico buon senso ma il tuo consiglio è tutto sommato inutile perché non hai ben compreso questo o quel risvolto della vicenda": saltan fuori frasi come "Ma no, vedi, perché allora se è come dici tu non riesco a capire com'è che lei/lui/l'altro ha fatto così e cosà"; oppure "Ma se io faccio in questo modo, vedi, mia madre/mia sorella/la mia amante/il mio criceto/il mio chihuahua/la mia pianta grassa sicuramente si suiciderà/passerà alle droghe pesanti/non vorrà più il solito mangime/inizierà ad appassire". Inizia così una tiratera di ulteriori spiegazioni e narrazioni che dovrebbero gettar luce sulla triste vicenda (che sia una storia d'amore fallita, una storia di abbandono, una storia di incomprensioni, una storia di liti familiari, di criceti, di speculazione edilizia, o buchi nell’ozono etc., è uguale) nonché di correzioni di tiro per cui l'originario consiglio improntato a un generico buon senso viene integrato o rimpiazzato con altri consigli improntati a generico buon senso (del tipo: al negozio in via dei Serpenti vendono dei criceti più longevi, prova ad andarci; forse se ti presenti dal tipo ex grassottello oggi strafigo con con una veste succinta e sguardo languido si innamorerà della profondità del tuo animo; se non ti piace la provincia di Bolzano c'è sempre quella de L'Aquila in cui gli ipermercati non sono del tutto assenti ma almeno son pochi). La conversazione si conclude in genere per sfinimento, senza che ovviamente si sia intravista una soluzione del dramma (che sia una storia d'amore fallita, una storia di abbandono, una storia di incomprensioni, una storia di liti familiari, di guerre totali, di criceti morti) ma con molte narrazioni e ri-narrazioni del dramma stesso e con un buon numero di consigli improntati a generico buon senso. Consigli che ovviamente non solo non hanno alcuna attinenza col motivo per cui hai risposto “annaspo!”, ma che non possono nemmeno essere adottati dall’autore delle confidenze rincuoranti perchè :
A) non è davvero il caso di lagnarsi (miii…ma io ho detto solo “sopravvivo..“) perché poteva di certo andarti peggio;
B) che naturalmente una vicenda (vera o presunta) di gran lunga peggiore è giustappunto capitata all’amico-collega-vicino di casa-eccetera.
C)ok..forse non potevi essere più sfigato di così…ma..allora il buco del’ozono non è forse problema più grave?
1) la vicenda è remota(o cmq superata) ed è stata recuperata dall’oblio solo per i motivi di cui a), b) e c)
2) la vicenda non è mai accaduta
3) il buco dell’ozono non si chiude con un consiglio improntato sul generico buonsenso
4) in genere comunque è meglio non adottarli, perché se le cose vanno male si finisce col dare la colpa a chi ha dato il consiglio e si rovina l'amicizia.
Ma allora perché ci abbandoniamo al rito delle confidenze rincuoranti ed impariamo solo dopo tre mesi l‘amara lezione del “meravigliosamente grazie!” come risposta al “come va?”?
Lo facciamo perché è l'ennesimo sistema per innaffiare le nostre esistenze col sale inglese della catarsi: di sfogare i nostri istinti più bassi in un rituale liberatorio come fanno gli ultrà allo stadio pigliandosi a mazzate coi tifosi di parte avversa. Esseri umani: vai a capire.
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Inviato da: cassetta2
il 05/03/2024 alle 21:11
Inviato da: minsterr999
il 25/03/2009 alle 08:46
Inviato da: volandfarm
il 25/03/2009 alle 08:39
Inviato da: minsterr999
il 25/03/2009 alle 08:15
Inviato da: volandfarm
il 25/03/2009 alle 07:07