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Il potere di Chavez, i decreti di Berlusconi e la democrazia
Post n°3798 pubblicato il 29 Aprile 2011 da rigitans
Per Hugo Chavez ogni occasione è diventata buona per accentrare i poteri sulla sua persona. E' la quarta volta in dieci anni che chiede al parlamento poteri speciali, con la possibilità di legiferare per decreto senza il controllo del parlamento. Il motivo ufficiale di questa scelta sono state le inondazioni e gli allagamenti avvenuti in Venezuela nelle passate settimane. Viene da chiedersi però cosa c'entrino le telecomunicazioni, l'acquisto di armi o la sicurezza con gli allagamenti e gli aiuti agli sfollati. Questa decisione è avvenuta a poche settimane dall'instaurazione del nuovo parlamento, in cui rientra l'opposizione dopo l'autoesclusione in segno di protesta delle precedenti elezioni. Ora il Presidente avrà le mani libere, poiché per abrogare una legge serve il 60% dei voti mentre le opposizioni unite raggiungono il 40%; questa legge ha validità di 18 mesi, ovvero fino alle prossime elezioni presidenziali, che potrebbero sancire la ricanditatura di Chavez. C'era già stata una forte polemica sulla decisione di modificare i collegi uninominali influenzando così i risultati delle elezioni di settembre. Una mossa, a detta degli avversari politici, per truccare il voto demoratico che assegnava quasi il 50% alla coalizione che si opponeva al PSUV, il partito chavista. C'è chi ha paragonato Chavez a Calderoli, proprio per la modifica del sistema elettorale (l'ex ministro leghista è stato il promotore della legge "porcata", così battezzata dallo stesso Calderoli). Ma c'è chi si è spinto ben oltre nei paragoni. E' il caso del Presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, che ha affermato:"Berlusconi come Chavez: vuole cambiare la Costituzione per i suoi fini personali”, stesse cose dette anche dal leader di Europe Ecologie, Daniel Cohn-Bendit. Il governo Berlusconi non si è spinto fino a tanto, però ha fatto un massiccio uso di decreti sottoposti a fiducia parlamentare, svuotando il questo modo il ruolo di Camera e Senato. Nel 2005, a pochi mesi dalle elezioni, la maggioranza di centrodestra fece invece una legge elettorale, appositamente per mettere in difficoltà l'allora opposizione alle successive elezioni, che decretarono la vittoria di Romano Prodi. Una riflessione che va fatta sul caso Chavez come su altri casi è che le deroghe e le proroghe alla Legge, alla Costituzione, portano allo sfruttamento di situazioni speciali, di emergenze, per accentrare i poteri in maniera poco trasparente. Il risultato consiste nella degenerazione dell'equilibrio dei poteri, nonché nell'annichilimento dei diritti democratici e partecipativi dei cittadini, in assenza del controllo parlamentare sulle operazioni governative e presidenziali. Post scritto per Verdi.it |
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il 01/02/2012 alle 09:37
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il 24/01/2012 alle 15:48
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