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Nel giorno in cui il governo approva il Dpef, il panel di ong che fa parte del cartello Sbilanciamoci ha presentato il suo rapporto, chiedendo più aiuti per i paesi in via di sviluppo.

Un Dpef che, comunque, come afferma il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, ha avuto gran riguardo per gli interventi di medio periodo per il rispetto del protocollo di Kyoto, per la difesa del suolo, del mare e della biodiversità.

Le ong vogliono più attenzione per recuperare sul terreno degli aiuti ai paesi poveri. E su questo i Verdi sono in pole position. Obiettivo numero uno di Sbilanciamoci è riacciuffare anzitutto i livelli di aiuto allo sviluppo decisamente sforbiciati dal governo Berlusconi, sia a favore dei progetti di cooperazione (ma riformando le istituzioni preposte soprattutto nel ministero degli Affari esteri e avendo più cura di come vengono spesi i soldi) che a favore delle agenzie che fanno capo all'Onu.

Per Sbilanciamoci è necessario destinare lo 0,7% del Pil alle politiche di aiuto allo sviluppo entro il 2011, rimontando dallo 0 e qualcosa attuale.

E poi ancora serve un salto per superare la commistione tra aiuti umanitari e interventi militari, e su questo è chiaro il riferimento alle missioni in Iraq, ma anche a quella in Afghanistan, più dibattuta, e in modo non poco acceso, nei giorni scorsi.

Le conclusioni del libro bianco redatto dalle ong sono chiare: servono soldi. E per prenderli Sbilanciamoci suggerisce di ridurre le spese militari, che in Italia ammontano al 2 per cento del Pil.

Secondo l’istituto per la ricerca sulla Pace di Stoccolma, il nostro Paese spende 468 dollari per abitante, contro i 401 della Germania, i 329 del Giappone e i 147 della Russia. Tra la fine della guerra fredda nel 1990 e oggi la spesa militare italiana è raddoppiata (a prezzi correnti), restando intorno al 2 per cento del Pil, mentre quella della Germania ha dimezzato il suo peso dal 2,8 all'1,4 per cento del Pil.

Oltre a più fondi per Sbilanciamoci è necessaria una maggior collaborazione tra istituzioni e ong. E’ d’accordo Patrizia Sentinelli, Vice ministro agli Affari esteri, intervenuta alla presentazione del Libro bianco di Sbilanciamoci.

“Per migliorare la situazione – dice Sentinelli - la politica deve adottare delle innovazioni che permettano di lavorare in sintonia con le associazioni. Bisogna impegnarsi per scambiare le esperienze in modo da costruire una rete di relazioni tra governo e movimenti”.

Oltre alla quantità di denaro, che va decisamente aumentata, per le associazioni è importante migliorare anche le modalità di utilizzo dei fondi: non intereventi a pioggia ma “progetti dal basso concertati con le comunità destinatarie degli aiuti”.