« HORRIBILIA | Pessimismo del mercoledì » |
Bel bellina me ne partì dal mio esplosivo borgo natìo una mattina di ottobre. L'idea era quella di riposare le mie stanche membra nella campagna intorno al lago di Bracciano (laghetto vabè, però ha il suo bel perchè, checchè qualcuno abbia da ridire a riguardo) come del resto faccio sovente.
Però.
Sì c'è un però.
Questa volta, a differenza di tutte le altre volte, decisi di andare in macchina. Che c'è di strano? Nulla... solo che tra dove sto io e dove sta il laghetto c'è Roma di mezzo (Ahh... stupenda e misera città). E dov'è il problema, vi starete chiedendo? Bè, il problema c'è eccome. Ed è un problema di tre lettere: G R A. Sembra il verso di una cornacchia raffreddata. In realtà dietro quelle tre innocue letterine si nasconde un inferno senza fine. Per un romano de roma o per chi a Roma ci bazzica quotidianamente è difficile capire, pane quotidiano per loro. Ma per noi marziani che viviamo fuori dalla grande pesca è un'impresa titanica (solo a parlarne mi sale un brivido lungo la schiena). Anzitutto un consiglio: non fatevi mai dare le indicazioni da un romano perchè darà per scontato cose che per un marziano non lo sono affatto. Questa premessa è necessaria per capire che se uno mi dice -Salaria, mi raccomando direzione Salaria- e non mi specifica almeno 10 volte -ma NON devi uscire sulla Salaria- sapete che succede? Che io che mi ritrovo su quella Indianapolis dei malcapitati con macchine assassine che ti sorpassano da destra e sinistra (e anche da sopra), in preda a un attacco di agorafobia fulminante, senza peraltro ricordarmi tanto bene come mi chiamo e quanti anni ho... ecco... succede che l'unica cosa che continua a rintronarmi in testa è l'ultima che ho pensato prima di entrare in quel limbo per automobilisti innocenti: -SalariaSalariaSalaria, Dio ti prego dimmi che non ho sbagliato, SalariaSalariaSalaria- e quando ad un tratto te lo vedi lì, il cartello, in tutto il suo splendore... che fai, non lo imbocchi? Eccerto che sì. E viaaaaaaa fuori da quell'incubo. E pensi che sei salva e che puoi raccontarlo ai nipotini.
Già. Sorridente rimetti lo stereo a palla e procedi. Solo che qualcosa non ti torna. Sti cartelli co' scritto Rieti... che ci fanno qui? Allora il dubbio comincia a macerarti. Ma Rieti andò stà? Cerchi nelle pieghe della memoria di visualizzare qualche cartina geografica delle elementari perchè è da allora, più o meno, che non la senti più nominare quella città (che se poi fai parte, come la sottoscritta, di quella razza di femmine che la cartina la devono mettere sottosopra per orientarsi, è un tentativo del tutto inutile). Ti aggrappi alla speranza che il posto dove devi andare tu è tra te e quella Rieti neoricordata... ma allora perchè non è indicato da nessuna parte visto che stai anche per arrivarci... a Rieti?
Si prende atto alla fine. Non è indicato perchè OVVIAMENTE non è lì. Allora ti fermi. Tiri il fiato e fai una bella inversione. Ma quello che ti fa rodere più di tutto non è tanto che hai sbagliato strada.... quanto che dovrai riprendere il G R A. Eccerto. Perchè tutto a un tratto hai l'illuminazione: Cassia, Azz ecco dove dovevo uscire!!! Porca pupazza stavolta non posso sbagliare. Ti fai due conti veloci mentre ripercorri al contrario la strada di poco prima (quella verso Rieti che ora è ridiventata verso Roma, appunto) perchè i conti ci vogliono, eccome se ci vogliono. Dunque. Da che minchia di direzione lo devo prendere ora i G R A? Salaria ci sono uscita... Cassia non ci starà scritto neanche se mi metto a invocare Allah in direzione Mecca... Ricorda ricorda ricorda... che hai letto di fianco a Salaria prima di uscire... cosa cosa cosa? Ci sono!!!! Flaminia, ayeaaaa! E manco a farlo apposta ci sei già sotto quel cartello e ti tocca scalare di brutto per non re-imboccarlo ruzzolando il G R A.
Eccoci di nuovo qui. Con tutti i sintomi di prima. Nessuno nessuno escluso. Stereo spento, trecento paia di occhi e voglia di essere a sminare campi in Kossovo. -CassiaCassiaCassia... stavolta non posso sbgliare!- E quasi ti passa un pò di ansia. Ma è un quasi scritto così, per riconsolarsi un pò, perchè quando hai passato la diga e alzi gli occhi di Cassie ce ne sono due. Eh sì. La Cassia che ti dice vai dritto e la Cassia Veien...(qualcosa) che ti dice: Hey pupa... la prossima è la tua!
La vita è una scelta continua. A volte c'è poco tempo per fermarsi a riflettere. Ma non bisogna mai smettere di credere in se stessi. Mai. Io svoltai. Sì. Sulla Cassia Veien...(qualcosa). E di lì a poco trovai quello che stavo cercando: la braccianese che mi ha poi portato in quell'angolino di mondo che tanto amo. E dire che mi ritengo anche abbastanza sveglia con la voiture. Mi sparo dei viaggetti belli lunghi ogni tanto... ma quel posto lì, il GRA, resterà sempre un mistero per me.
° Violent Femmes - Blister in the sun (che era quello che ascoltavo)
° Venditti/Guzzanti - GRA (che sarebbe stata la cosa più appropriata da ascoltare)
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Bisogna essere ebbri.
Tutto qui: è l'unico problema.
Per non sentire l'orribile peso del Tempo che vi spezza le spalle e vi piega verso terra, bisogna che v'inebriate senza tregua.
Ma di cosa?
Di vino, di poesia o di virtù, a piacer vostro.
Ma inebriatevi.
(C. Baudelaire)
HOTEL SUPRAMONTE
passerà anche questa stazione senza far male
passerà questa pioggia sottile come passa il dolore
...
ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano
cosa importa se sono caduto se sono lontano
perché domani sarà un giorno lungo e senza parole
perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole
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