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once upon a time : il vecchio e il mare

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QUALE FUTUTRO PER I NUOVI DIPLOMATI NAUTICI?

Post n°31 pubblicato il 18 Luglio 2012 da saltwater57
Foto di saltwater57

Martedì 17 luglio 2012 si è tenuta, a Messina, la tradizionale cerimonia di consegna dei diplomi dell'Istituto Tecnico Nautico "Caio Duilio". Con un  titolo molto emozionante "SBOCCIA IL SOGNO DI 110 ALLIEVI UFFICIALI" la cronista della Gazzetta del Sud, Elena De Pasquale, con enfasi, ripercorre l'escursus didattico, tra strette di mano, auguri per una brillante carriera, complimenti e foto ricordo.
 
Sorge purtroppo spontanea la domanda: quanti di questi allievi navigheranno? La risposta non può differire dagli anni precedenti: solo il 15-20 % inizia la carriera sulle navi e solo il 10 % la prosegue, perchè gli armatori italiani hanno deciso, da oltre un ventennio, di NON ADOPERARE allievi ufficiali sulle proprie navi, nella  bieca visione del risparmio.
In questo periodo così grave per l'economia, allo scopo di ridurre la percentuale della disoccupazione giovanile, un paese bagnato quasi interamente dal mare, non può accettare la dura e triste realtà: 9500  marittimi stranieri imbarcati sulle navi italiane, il 34%,6% dei 27.450 posti di lavoro nella flotta italiana, con un avvicendamento di 35.600 lavoratori, di cui oltre 12.000 stranieri.
Secondo la Fit-Cisl, i marittimi stranieri costituiscono l’80% degli equipaggi o del settore alberghiero delle navi da crociera. Sono alcuni dati emersi durante il viaggio-studio sulle migrazioni asiatiche del Dossier Statistico immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, che si è chiuso nel mese di  Gennaio a Manila.
 Il convegno ha preso in esame, tra gli altri argomenti, i flussi migratori dei lavoratori del mare. Dalle Filippine, ad esempio, sono imbarcate sulle navi 350.000 persone;  è la nazionalità più rappresentata (un sesto del totale) su oltre 2.200.000 marittimi nel mondo.
Anche sulla Costa Concordia c’erano 296 filippini, di cui 120 membri dell’equipaggio, che lavoravano principalmente nell’hotel della nave. Tutti si sono salvati e sono già rientrati in patria. In Italia vi sono circa 1.500 navi, l’1,7% del totale mondiale (dati 2009). Tra le 458 navi per il trasporto passeggeri, 21 sono navi da crociera, 81 aliscafi e catamarani, 219 traghetti e 137 di altro tipo.
Certamente, ad eccezione degli allievi nautici, se estendiamo la problematica all'intero comparto, rileviamo che i marittimi italiani vengono assunti, anche all’estero, con discreta facilità, ma essendo i posti di lavoro superiori alle disponibilità  è aumentato l’inserimento degli stranieri.
La loro assunzione è subordinata al rilascio di un visto su richiesta dell’armatore (legge 30/1998). Chi è imbarcato su una nave italiana, a prescindere dalla nazionalità, è assicurato obbligatoriamente all’Inps. L’elevata incidenza della componente straniera spiega perché, in occasione di incidenti o episodi di pirateria, si parli spesso di marittimi stranieri. I marittimi di altri Paesi sono invece sovrabbondanti rispetto alle necessità, devono quindi trovare sbocco all’estero: è il caso dei filippini.
Anche l’India, che dispone di 26.900 ufficiali, ne impiega solamente 8.900 su navi battenti bandiera indiana. Nel 2007 l’Ufficio della pastorale marittima della Fondazione Migrantes denunciava che tra  il 15% dei marittimi imbarcati nella flotta mondiale lavorava in condizioni di grave schiavitù per la carenza degli standard di sicurezza, l’eccessiva lunghezza degli orari di lavoro e l’inadeguatezza dei salari.
Oltre ai problemi contrattuali, molto delicati sono gli aspetti legati alla sicurezza. In Italia i marittimi sono tenuti a seguire dei corsi e la loro certificazione viene rilasciata con severità. Mentre per i marittimi esteri non mancano i dubbi sull’attendibilità dei certificati di frequenza ai corsi.
Nino Ursino

 
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