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once upon a time : il vecchio e il mare

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L'AFFATICAMENTO: UNA DELLE MAGGIORI CAUSE DI DISASTRI MARITTIMI

Post n°19 pubblicato il 06 Maggio 2012 da saltwater57

 La corretta definizione di affaticamento mentale e/o fisico è l'inabilità di continuare le normali funzioni della persona.

 L'affaticamento mentale che può mostrarsi senza che si manifesti la forma fisica, è caratterizzato da sonnolenza e dalla  diminuzione dei riflessi, e può risultare molto pericoloso quando occorre una costante concentrazione del soggetto come nel caso di guida di mezzi di trasporto, diventando una possibile causa di incidenti marittimi.

Sentirsi stanchi non significa necessariamente avere una qualche patologia. I cambi stagionali, ad esempio, con i loro mutamenti di temperatura e di quantità di ore di luce quotidiani, possono portare nell'individuo una elevata stanchezza, prolungata per alcuni giorni. 

Un recente studio , effettuato a terra con  uso  di  simulatori , su marittimi esperti,  ha dimostrato che la suddivisione dei turni di guardia in 6 ore on 6 ore off , comporta un maggior rischio che l’operatore si addormenti e che comunque riesca a dormire meno durante il periodo di riposo di chi fa 4 ore on 8 ore off.

Il  45%  dei  marittimi  che  presta servizio sulle navi da carico, con equipaggi ridotti al lumicino, con  periodi giornalieri  di  lavoro  di  oltre  quattordici ore per cinque o sei mesi continuativi, si addormenta , durante la guardia in plancia o in SCP, a volte per 30 secondi , ma a volte anche di piu’.


I maggiori disastri marittimi in tempi recenti hanno spesso avuto come causa l’affaticamento , basti pensare a disastro dell’ EXXON VALDEZ (il maggior caso di inquinamento in Alaska nel 89) e all’incaglio della Shen Neng 1 sulla grande barriere in Aprile 2010.
 

Per quanto detto sopra, in relazione ai lunghi periodi di lavoro ai quali il lavoratore marittimo è esposto,  il provare affaticamento psico-fisico continuo è un qualcosa di nettamente differente dall'essere afflitti da una, seppur intensa, momentanea stanchezza; solitamente risolvibile con del riposo. 

Quando l'affaticamento è prolungato nel tempo, assume nella persona la forma di una vera e propria patologia definita "Sindrome da affaticamento cronico" e può essere imputabile ad un disagio psicologico ; solitamente tale sindrome è caratterizzata da sintomi psichici scatenati da fattori fisici e da sintomi psichici indipendenti dallo stato fisiologico generale, con una durata di parecchi mesi.

La sintomatologia è rappresentata allora sia da problemi fisici, che da disturbi psichici. Quelli fisici possono essere tensione, debolezza, e/o dolore muscolare, febbre bassa, ma continua, cefalea, torpore, stordimento, dolore articolare (alcune volte indotti da disturbi psicosomatici), intolleranza alla luce (Fotofobia), difficoltà di memoria e di concentrazione. 

Quelli psicologici possono invece essere oscillazione dell'umore, irritabilità, sonno disturbato, difficoltà cognitive, diffusione di ansia e forte stress.  Oltre il perdurare dei sintomi, spesso vi è la loro fluttuazione nel tempo con l'alternanza di periodi più o meno lunghi di regressione dei disagi psico-fisici, a periodi di intenso affaticamento. 

E' ovvio che se il lavoratore trovasi sulla terra ferma, questa patologia è facilmente curabile con periodi di riposo, allontanando lo stesso dall'ambiente di lavoro; nel caso specifico del lavoratore marittimo tutto quanto descritto sopra viene accentuato dalla tipologia dell'ambiente di lavoro che non consente "un benefico allontanamento" , in considerazione del periodo lavorativo di circa cinque/sei mesi continuativi, effettuato a bordo delle petroliere, sulle enormi porta containers o sulle navi da carico in genere. 

L'ultima conferma l'abbiamo avuta dalla nave mercantile "Hc Rubina", incagliatasi a Ganzirri, qualche settimana fa, a poche decine di metri dalle case degli abitanti del borgo marinaro

 

Nave incagliata a Messina il comandante ammette: dormivo

 

 Il comandante ucraino Sery Kryvodud, dell'età di 41 anni, indagato dalla Procura della Repubblica per naufragio colposo e violazione del codice della navigazione, avrebbe ammesso che al momento dell'incidente stava dormendo e che la nave era governata dal pilota automatico.

Mentre stava navigando nella direzione Sud-Nord costeggiando la costa calabra, così come previsto dallo schema di separazione del traffico,  avrebbe spiegato con il cosiddetto "colpo di sonno"  i motivi per cui improvvisamente il cargo ha deviato dalla sua rotta,  per dirigersi dritto contro il litorale nord di Messina.

Proprio perchè addormentato, e da solo in plancia, il comandante non avrebbe risposto alle continue chiamate da parte degli operatori del Vessel Traffic system,  il sistema di controllo del traffico marittimo nello Stretto, fino a poco prima dell'impatto sugli scogli di Ganzirri, in una zona di mare notevolmente trafficata da barche da pesca e natanti di ogni genere.

Il codice della navigazione tra l'altro  prescrive che in acque particolarmente congestionate da natanti, come quelle dello Stretto di Messina, in plancia siano presenti almeno due persone dell'equipaggio, ma sappiamo bene che poi, nella pratica, tutto questo non può avvenire se la tendenza degli armatori è quella di ridurre sempre più il numero dei componenti dell'equipaggio, a discapito della sicurezza in mare.

A bordo delle navi da carico  i cambiamenti climatici e fattori esterni ed interni come il servizio di guardia di sei ore sul Ponte di comando o in Centrale propulsione, durante  un lungo viaggio per mare , possono portare forte affaticamento scompensando gli equilibri psico-fisici caratteristici di ogni persona, con gravi conseguenze sulla sfera sociale, lavorativa, familiare e  relazionale proprio per il suo effetto disabilitante anche nelle più elementari mansioni e semplici rapporti di tutti i giorni.

LAVORO  USURANTE ???      

  Nino Ursino

 

 
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