Creato da saltwater57 il 14/02/2012
once upon a time : il vecchio e il mare

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lo shipping internazionale: tecnologie ed innovazione

Post n°27 pubblicato il 03 Giugno 2012 da saltwater57
Foto di saltwater57

I traffici commerciali via mare sono aumentati negli ultimi vent’anni. Il 30% della flotta  mondiale  è costituita da petroliere e  chimichiere, un altro 30 % da portarinfuse solide ed il 15-20 % da navi  porta containers. Tutte cose interessanti che però non toccano il nocciolo del problema: l'aumento dei traffici petroliferi ed il trasporto merci alla rinfusa e su container ships permette guadagni enormi, a discapito della sicurezza.

Le navi porta container sono cresciute a dismisura, con una percentuale media dell' 8 % annuo. Le regole sono semplici: tre 'E' per indicare 'Economy of scale', 'Energy efficient' e 'Environmentally improved'. Ma anche le performance non sono state trascurate. Oltre alle importanti dimensioni (400 metri di lunghezza, 59 di larghezza e 73 di altezza, che faranno nel 2013 delle Triple-E le navi più grandi del mondo), le stesse saranno in grado di trasportare 18.000 containers standard.

La rincorsa al profitto ha trasformato il trasporto  mondiale in una giungla dove regna una concorrenza sfrenata a danno dei lavoratori e dell'ambiente. Nel settore marittimo questa situazione trova una ulteriore amplificazione con l’utilizzo, sempre più sfrenato, di lavoratori extracomunitari. Tanto per fare un esempio: il nolo di una petroliera faceva guadagnare all'armatore 35 mila dollari nel 1998, 70 mila dollari  nel 2000 e ad oggi i noli sono ancora raddoppiati!

Per quanto riguarda le navi passeggeri, i traghetti e le navi porta containers,  si è registrata nel corso degli anni 2002-2012 una implementazione della sicurezza; tutto ciò, purtroppo, non è riscontrabile ancora sulle altre navi da carico. Infatti, analizzando quest'ultimo decennio, la memoria di noi tutti  va al 19 novembre 2002: 70mila tonnellate di petrolio colarono a picco insieme alla "Prestige", una nave vecchia e malmessa; circa 35mila tonnellate si riversarono su circa 350 Km di coste spagnole; almeno 30mila posti di lavoro furono persi, nell'immediato,  per l'inquinamento; danni ambientali ancora incalcolabili.

Un disastro provocato dal naufragio di una petroliera o meglio l'ennesimo disastro ecologico provocato dal naufragio di una petroliera. Tutti lo sappiamo bene: quello della "Prestige" non è uno sfortunato incidente ma il risultato della ricerca del profitto, dell'opacità e dell'irresponsabilità che caratterizza i trasporti marittimi internazionali, dove dominano le "bandiere ombra", le irregolarità, lo sfruttamento dei lavoratori marittimi extracomunitari.

Ecco la sequenza più o meno completa dei disastrosi naufragi di petroliere: dalla Torre Canyon che nel 1967 riversò 168 mila tonnellate sulle coste inglesi, alla Haven che esplose al largo di Genova nel 1991 con 145 mila tonnellate di petrolio, alla Erika affondata nel dicembre 1999 al largo delle coste francesi con 30 mila tonnellate di residui della lavorazione del petrolio, tanto per citare solo alcuni dei casi più famosi.

 Fino agli ultimi anni '60-'70  i traffici di idrocarburi erano dominati da un pugno di compagnie petrolifere:  British Petroleum, Gulf Oil, Esso(Exxon),Mobil Oil, Royal Duch Shell, Texaco-Getty Oil Co e Chevron Oil Co,  le famose “sette sorelle”,  che estraevano il petrolio e lo trasportavano con proprie navi alle raffinerie, utilizzando solo ed esclusivamente Comandanti ed Ufficiali europei, per la maggior parte italiani.

 Dopo lo shock petrolifero del 1973 (guerra del Kippur e blocco delle esportazioni petrolifere dei paesi arabi) il settore ha subìto una rapida quanto radicale trasformazione tesa a sfuggire alle regolamentazioni internazionali dell'IMO che, paradossalmente, tanto più erano esigenti in termini di sicurezza e di garanzie dei lavoratori, tanto meno erano osservate dai singoli Stati.

Nel giro di pochi anni le compagnie petrolifere dismisero le loro flotte e si affidarono ad armatori che utilizzavano navi registrate sotto bandiere di Stati compiacenti.  Attualmente il 70% delle petroliere batte "bandiere ombra". Si tratta quasi sempre di navi vecchie - l'età media della flotta di Antigua è di 20 anni, quella delle isole Saint-Vincent è di 25 anni, quella delle isole Turks è di 30 anni - navi sulle quali vengono imbarcati lavoratori sempre meno esperti e sempre peggio pagati , che effettuano viaggi tra i porti dei paesi produttori di greggio e “le acque internazionali americane”.

L’America, infatti, intervenne sùbito emettendo, per la navigazione nel suo mare territoriale e l'ingresso nei suoi porti, delle restrizioni a carico delle navi non dotate di doppio scafo, ma per gli armatori fu abbastanza facile aggirare l’ostacolo. Per spiegare con un esempio, queste navi arrivano nel Golfo del Messico, rimanendo in rada ad oltre 100 miglia dalle coste ed effettuano il trasbordo del greggio ("lightering operations") sulle navi moderne a doppio scafo che entrano nelle acque americane.

Ma cosa trasportano le petroliere e chimichiere? Sempre prodotti altamente inquinanti poiché il petrolio è un prodotto tossico lungo tutto il processo che lo trasforma da materia grezza a prodotto di consumo, passando per il trasporto e la raffinazione. Ma la "Prestige", così come la "Erika", non portavano né petrolio grezzo né prodotto raffinato (benzina, gasolio, ecc.) bensì quello che viene definito "CRUDE OIL - olio combustibile denso" , cioè quel residuo di lavorazione che fino a pochi anni fa veniva considerato un rifiuto senza valore ma che negli ultimi 30 anni, grazie all'aumento sconsiderato  del prezzo del petrolio (fino a 147 dollari al barile) e dei suoi derivati, ha trovato un suo mercato come carburante per certe navi e, soprattutto, come combustibile per impianti termici in paesi del terzo mondo poco attenti alla protezione dell'ambiente .

Questi oli combustibili densi dovrebbero essere sottoposti ad una lavorazione per essere depurati e riciclati, operazione costose che la ricerca del massimo profitto rende antieconomica. Meglio imbarcare queste schifezze su qualche vecchia carretta e spedirle in giro per il mondo con equipaggi formati totalmente da extracomunitari ed , al massimo, con il solo  comandante italiano o comunitario,  che deve confrontarsi giornalmente con le problematiche della navigazione,  senza avere validi collaboratori o il dono dell’ubiquità.

Nino Ursino  

 
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ACCADEMIA DEL MARE FILIPPINA: PREPARAZIONE SCADENTE!!

Post n°26 pubblicato il 27 Maggio 2012 da saltwater57
Foto di saltwater57

I mari sono solcati ogni giorno da circa 10 mila petroliere e chimichiere: secondo dati dell' IMO  più del 60% di questa flotta ha più di 20 anni di vita mentre il 90% delle grandi petroliere (cioè di portata superiore alle 200mila tonnellate) ha superato i 15 anni di attività. Unanimemente si ritiene che una nave dovrebbe essere "pensionata" dopo 15, al massimo 20 anni. Dopo il disastro della "Erika" la Commissione e il parlamento europeo preannunciarono misure draconiane contro le "carrette" del mare. Il 21 gennaio 2000 il parlamento europeo votò una mozione che prevedeva la messa al bando del 70% delle petroliere e la costruzione delle navi "a doppio scafo".

Ma durante la navigazione,cosa avviene di fatto? Le navi da carico, ed in particolare le petroliere/chimichiere,  per dirigersi negli oceani, attraversano gli stretti ed i canali, in navigazione costiera,  navigando in aree così congestionate  con un solo marinaio o un solo ufficiale (filippino o indiano) sul ponte di comando, tutto a discapito della sicurezza.  Un siffatto  equipaggio di una nave di bandiera ombra costa il 60% in meno di quello di una nave di bandiera di uno Stato aderente all'UE.

I giornali di quei giorni parlarono di una vera "crociata" ambientalista. L'effetto sembrò dirompente, visto che nel giugno 2000 si parlò di un ulteriore raddoppio del prezzo dei noli delle petroliere causato da un netto divario fra domanda e offerta di trasporto e dalla rapida messa in disarmo di varie centinaia di navi. In realtà a parte il polverone mediatico, la Commissione si preparava a misure molto diluite nel tempo che si limitavano a velocizzare i processi di dismissione da tempo previsti dagli accordi internazionali conclusi nel 1973 e 1978 (convenzione MARPOL). Infatti il 22 dicembre 2001, con molta meno enfasi, la stampa specializzata riferiva di una Commissione Europea più "morbida" sulla sostituzione delle petroliere con quelle a doppio scafo.

Come corollario a questa decisione c'è poi il rafforzamento dei controlli nei porti europei alle navi ritenute a rischio: ma, mentre i controlli alle navi avvengono con sistematica periodicità dagli Enti preposti ( Registro navale Italiano, DNV Desk Norske Veritas,  Bureau Veritas francese e/o   American ship of boarding statunitense), chi controlla la preparazione degli equipaggi ormai, quasi totalmente formati da extracomunitari, con periodi prolungati d'imbarco, fino a nove mesi a bordo? L'interesse a massimizzare i profitti è al centro dei disastri di questi ultimi 30 anni, ma la questione centrale non può essere dimenticata: l’utilizzo sconsiderato di Ufficiali provenienti da “scuole di comodo”  nei paesi extracomunitari, con titoli professionali "facilmente acquisibili".

E finalmente, dopo un decennio di “silenzio assenso” , l’IMO e la Comunità Europea, dalla fine dello scorso anno, hanno messo a bando le “scuole di comodo”, a causa delle manifeste carenze didattiche e formative. Il Philippine Maritime Institute (PMI College), unitamente alle scuole marinare (REE), gli istituti nautici delle Filippine, è stato chiuso dopo le motivate accuse, da parte della Commissione Europea di scarsa preparazione dei candidati. La stessa Commissione ha minacciato di non convalidare i relativi certificati e le rispettive qualifiche dei marittimi filippini, necessari all’imbarco.

Vana è stata la protesta da parte degli studenti per la chiusura delle scuole che ha compromesso il loro iter professionale. La protesta ha riguardato oltre 10.000 studenti delle scuole e dell’Istituto marittimo sia di Manila che di Quezon City; tra l'altro, il governo filippino ha sospeso pure i corsi di laurea di ingegneria navale e di economia dei trasporti marittimi.

Il Segretario governativo per il lavoro e per l’occupazione, Rosalinda Dimapilis-Baldoz ha affermato: “Abbiamo adottato misure per chiudere i tre istituti di istruzione superiore nonostante le forti pressioni degli armatori, a seguito di un rapporto deludente da parte dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima ESMA (European Maritime Safety Agency)”.

Infatti, il rapporto ESMA ha chiesto la revoca del riconoscimento degli standard formativi, relativi ai certificati di formazione e di addestramento operativo marittimo; il paese delle Filippine è sotto continuo monitoraggio per essere finito nella “grey list” per segnalazione da parte dell' IMO e della Comunità Europea.

Finalmente, la Convenzione Internazionale sulle norme relative alla formazione, certificazione e servizio di guardia dei marittimi, la STCW 78/95 (Standards of Training, Certification and Watchkeeping for Seafarers), che include gli emendamenti di Manila 2010, sarà nel 2012-2013 oggetto di verifica per quanto riguarda la conformità ed i requisiti da parte delle scuole nautiche e dei centri di formazione professionale.

Sicuramente una bella notizia per quanto riguarda il comparto marittimo italiano, in questo periodo di crisi, atta a sbloccare migliaia di giovani ufficiali, per lo più del Sud Italia, che trovano non poche difficoltà a reperire imbarchi anche su navi da carico, nonostante le elevate capacità tecnico nautiche ed  i numerosi corsi professionali, regolarmente frequentati.

Nino Ursino

 
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TORRE FARO: la leggenda di colapesce

Post n°25 pubblicato il 26 Maggio 2012 da saltwater57
Foto di saltwater57

Ecco la storia di Cola, figlio di un vecchio pescatore di Torre faro:

Si era dunque verso l'anno 1230, nel giorno di San Nicola, e Federico II, poeta  Re della Sicilia , poiché alcuni cortigiani gli avevano parlato di Cola e delle sue straordinarie capacità di  nuotatore aggiunte ad  immersioni senza tempo, volle vederlo all'opera e perciò lo convocò a bordo della sua nave, ancorata al porto.

Egli, a quel tempo, viaggiava per cercare uno sposo degno della propria figlia che, come da lei  richiesto, alla bellezza della persona unisse anche la gentilezza del costume e il coraggio dei prodi, ma, sino ad allora, nonostante avesse ricevuto principi e nobili da molte parti del regno, nessuno aveva soddisfatto e accontentato le esigenti pretese della principessina. - Io mi darò - diceva  - solo a chi mai niente potrà negarmi, solo a chi per me oserà affrontare i pericoli più terribili e, se occorre, anche la morte, per farmi felice!...

Quando Cola fu davanti al Re e alla sua Corte, e s'inchinò devoto e timido, un mormorio di sorpresa si alzò dagli astanti che rimasero meravigliati della sua bellezza e della sua prestanza. Il viso di Cola, chiaro e ancora giovanile, non recava traccia alcuna della salsedine e, anzi, pareva che l'acqua del mare, lungi dal solcargli la pelle, gliel'avesse levigata e resa ancora più liscia e morbida. - Mi hanno detto - disse il re Federico - che nuoti come un pesce, che parli con le ninfe dell'Oceano e che nuoti con le sirene del mare; è vero? – - O Re! - rispose Cola - Io sto in mare come tu stai nel tuo letto... Io passeggio sul fondo del mare, come tu e la tua Corte passeggiate nei giardini dei tuoi palazzi... Io parlo con le oceanine come fa la Principessa con le sue dame... Ti hanno detto il vero!

Un mormorio di lieta impressione si alzò dalla Corte, tutta schierata alle spalle del Re. Solo la Principessina se ne restava muta e pensierosa a contemplare quel volto dolce ed ispirato che le dava sensazioni nuove e misteriose. - Orbene! - disse affine il Re - Voglio metterti alla prova... Ora io getterò in mare questa coppa d'oro massiccio tempestata di pietre preziose, in cui ho bevuto... Se tu la troverai e me la riconsegnerai... se farai questo,  allora io ti farò ricco! E la Principessina, aggiunse: - O Cola! Anch'io voglio metterti alla prova... Getterò in mare questa cintura e se me la riporterai... io ti darò la mia mano da baciare! E, detto ciò, il Re buttò in mare la coppa e la Principessina la cintura.

Cola non rispose. Con lo sguardo seguì il volo dei due oggetti, e com'essi scomparvero in mare, egli si tuffò. Sulla spiaggia di Torre Faro non molto lontana si era intanto adunata una gran folla e tutti stavano in ansia e in silenzio, aspettando il suo riemergere. Poco dopo, nel punto in cui Cola era sparito, l'acqua tornò ad incresparsi e Cola riapparve con nella destra la coppa del Re e nella sinistra la cintura della Principessina.

Un urlo si levò allora dalla folla ed anche la Corte ne fu contagiata ed applaudì.  La Principessina, pallida e scossa, raccolse la coppa dalle mani di Cola e la porse al Re, suo padre, poi dalle mani di Cola prese la cintura e la rimise attorno al suo corpo. Per un attimo i due giovani rimasero a fissarsi negli occhi, in silenzio, e la folla tornò ad applaudire di gioia. Ma Federico non si appagò. Egli voleva vedere fino a che punto il prodigioso nuotatore potesse immergersi, perciò  ordinò al nocchiero di condurre la nave più a largo, dove le acque erano più profonde. Giunti in quel punto,  il Re tornò a dire:

- O Cola! Mi hanno detto che il giorno gareggi con i delfini e che quando giochi con i tritoni ti nascondi tra i coralli. Io ora getterò qui la mia coppa e, se tu me la riporterai,  ti farò cavaliere!... E il Re gettò in mare la sua coppa. E la Principessina aggiunse:- O Cola! Dal mio collo io sciolgo questa collana che è fatta d'oro e di diamanti, e la getterò in mare. Se tu me la riporterai, io mi farò da te abbracciare... E la Principessina gettò in mare la sua collana. Cola ancora una volta non rispose. Salì sul bordo della murata e spiccò un gran salto, entrando a capofitto nel mare. La folla, dopo un urlo d'incoraggiamento, ristette in silenzio, in attesa e in ansia, pregando per la riuscita di quella prova quasi impossibile. 

I secondi trascorrevano lunghi, interminabili... finalmente, in quel punto, le acque tornarono ad agitarsi e Cola riapparve tra il bianco spumeggiare delle onde increspate, tenendo in una mano la coppa del Re e nell'altra la collana della Principessina. La folla, a quella vista, esplose in un hurrà di gioia, e tutti gli occhi si volsero al Re e alla smarrita Principessina che, secondo loro, si divertivano a far rischiare la vita al giovane Cola. Ma il re Federico non si appagò e ordinò che la nave si spostasse ancora verso il centro dello Stretto, dove c'è una fossa profonda, quasi una valle, che giunge fino a Capo Peloro.

- O Cola! - tornò a dire solenne e imperioso per la terza volta - Va'!... Corri nell'abisso che ti è più familiare d'ogni cosa... Ora io getterò qui la mia coppa, e se tu me la riporterai io ti farò barone e ti innalzerò al mio fianco!... E la Principessina aggiunse: - O Cola! Anch'io getterò qui il mio anello di zaffiri e brillanti, e se tu me lo riporterai - e la sua faccia arrossì di pudore - io sarò tua sposa!... Un urlo di terrore si levò dalla folla. - O temerario! - si udì gridare ad una sola voce - Non cercare la morte!... Tu non puoi superare le forti correnti dello Stretto! Non puoi superare questa prova che è al di sopra di ogni possibilità umana... Rinuncia, rinuncia! La Principessina è perfida e il Re è crudele...

Ma la coppa e l'anello, intanto, erano già volati via, verso il profondo mare. Cola guardò intensamente il luogo in cui erano affondati e poi, con un gran salto, si tuffò risoluto e in meno che non si dica disparve tra le onde andando in fondo dritto come piombo. Il silenzio sulla nave e sulla vicina spiaggia si fece fitto. Anche il Re e la Principessina divennero muti ed ansiosi, scrutando la superficie del mare appena increspata dal tuffo di Cola. Tutta la Corte venne ad affacciarsi alla murata della nave. L'acqua, nel punto in cui era sparito Cola, già da qualche tempo era tornata liscia come prima e trasparente come vetro azzurrino. L'ansia e il timore, allora, cominciarono a dipingersi sul volto di tutti gli astanti. Il tempo passò in fretta e subito si fece sera. Cola, detto Colapesce, non tornò più a galla: questa volta il mare volle tenerlo per sé, per non dividerlo mai più.

La leggenda ci ha tramandato che Colapesce, giunto in fondo al mare, vide la colonna Peloro, quella sulla quale poggia la cuspide settentrionale della Sicilia, quasi sul punto di crollare. Allora, temendo che la sua Messina potesse sprofondare da un momento all'altro, volle sostituirsi ad essa e corse a sorreggerla, per non farla spezzare del tutto.

 Ed ancora è lì che sorregge quella colonna e protegge Messina dai terremoti. Quando Cola è un po’ stanco Messina ondeggia e vacilla, ma mai potrà succedere nulla di grave perché Cola ama la sua città più di se stesso e la sorreggerà in eterno.

 
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MEMORANDUM PER CHI VUOLE INTRAPRENDERE LA VIA DEL MARE

Post n°23 pubblicato il 19 Maggio 2012 da saltwater57
Foto di saltwater57

Tra qualche mese gli Istituti Nautici d’Italia sforneranno nuovi “COMANDANTI”. La maggior parte della popolazione italiana pensa che un comandante di navi da carico o, addirittura, di navi passeggeri sia “MESSO LI’ PER CASO”.

Per raggiungere la qualifica di Comandante bisogna scolpire la propria faccia con l’acqua di mare. Purtroppo, oggigiorno, varie figure “terrestri” che lavorano nell’ambito marittimo,  convinti di masticare le regole del mare,  si associano a quelle della vera “gente di mare”.

Solo gli spruzzi dell’acqua salata, i disagi della navigazione oceanica, il rumore del silenzio, la lontananza dalla famiglia e dal paese natìo possono temprare il corpo e lo spirito del marittimo, per divenire dopo decenni di lunga esperienza un “vero navigante”.

Spesso negli Istituti Nautici ci si relaziona sull’aspetto strettamente tecnico-professionale, senza invece tenere conto di quanto sia importante formare la mente del futuro Comandante che dovrà interagire con miriadi di problematiche.

La maggior parte di queste sono risolvibili nell’immediato, ma, purtroppo, altre  richiedono maggiore attenzione e doti particolari, acquisite nella lunga esperienza decennale con i vari gradi da Allivo - 3° Ufficiale - 2° ufficiale - 1° ufficiale - Comandante in 2a, tali da poter effettuare la  corretta conduzione della nave da “capo della spedizione” (così vengono definiti i comandanti sul Codice della Navigazione, che  intraprendono un viaggio per mare).

Un piccolo aiutino ai futuri allievi:

OPERAZIONI DA FARE – IN ORDINE CRONOLOGICO - DOPO IL CONSEGUIMENTO DELL’ATTESTATO   RILASCIATO DALL’ISTITUTO TECNICO  NAUTICO

 REGISTRARE L’ATTESTATO SUL LIBRETTO (RECANDOSI  IN CAPITANERIA UFFICIO GENTE DI MARE).

SE IL LIBRETTO NON E’ STATO ANCORA SVINCOLATO CHIEDERE UNA FOTOCOPIA DELLA PRIMA PAGINA (FRONTESPIZIO + FOTO) PER AVERE IL NUMERO DI MATRICOLA CHE SERVIRA’ PER LA VISITA BIENNALE  E , SUCCESSIVAMENTE, PER EFFETTUARE I CORSI.

RECARSI PRESSO L’ INAIL , EX IPSEMA ( EX CASSA MARITTIMA) PER CHIEDERE QUANDO POTER EFFETTUARE L’ESAME   DI “PRIMO SOCCORSO PER IL PERSONALE MARITTIMO”(NOZIONI BASE DI MEDICINA E PRONTO SOCCCORSO), NONCHE’ IL  VERSAMENTO  IN C.C. PER LA SANITA’ MARITTIMA (50 €)

EFFETTUARE LA VISITA BIENNALE (RICHIESTA DAGLI ENTI PREPOSTI PER I CORSI IMO STCW 95). PROCEDURE: RECARSI CON IL LIBRETTO  IN CAPITANERIA  PER PRENOTARSI PER LA VISITA BIENNALE ALLE ORE 08,30., QUINDI RECARSI ALL’IPSEMA (inail) PER EFFETTUARE LE VARIE VISITE ED ANALISI - VI SPIEGHERANNO TUTTO ALLO SPORTELLO - ALLA FINE RITORNARE IN CAPITANERIA PER ANNOTARE LA VISITA SUL LIBRETTO DI NAVIGAZIONE.

CONTATTARE UN ENTE PREPOSTO PER EFFETTUARE I TRE CORSI - PREVISTI DALLA STCW 95 PRIMA DELL’IMBARCO - CHE, INSIEME ALL’ATTESTATO DI PRIMO SOCCORSO, COSTITUISCONO IL COSIDDETTO “BASIC TRAINING” OBBLIGATORIO PER POTER IMBARCARE SU UNA QUALSIASI UNITA’ (SIA PETROLIERE O CHIMICHIERE O NAVI PASSEGGERI).

NEL DETTAGLIO I TRE CORSI SONO I SEGUENTI: 1.    ANTINCENDIO BASE (PER TUTTI I MARITTIMI) ED AVANZATO (PER GLI UFFICIALI)  2.    SOPRAVVIVENZA E SALVATAGGIO 3.    PSRR (SICUREZZA PERSONALE)

DOVE FARLI? IL POSTO PIU’ VICINO PER I MESSINESI E’  PRESSO L’IS.FO.M  DI VILLA SAN GIOVANNI (rc) TELEFONO 0965-701085, ALTRIMENTI :

1.    A.P.T. CENTRO ADDESTRAMENTO DI BORNASCO (PAVIA) TEL. 382-94173

2.    MARITIME TRAINING CENTER – NAPOLI TEL. 081-7675353

3.    STAR CENTER ITALIA – CASTELVOLTURNO (CASERTA) TEL. 081-5093887

E  TANTI ALTRI SPARSI NELLE VARIE CITTA’ DI MARE (P.S. PUOI VISIONARE SU INTERNET, CLICCANDO: ELENCO CENTRI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IMO STCW 95) – IL COSTO E’ DI CIRCA 2.000 € - COMPRESO EVENTUALE ALBERGO/RISTORANTE) E DURANO COMPLESSIVAMENTE TRE SETTIMANE

AL CONSEGUIMENTO DI TUTTI E QUATTRO GLI ATTESTATI BISOGNA RECARSI IN CAPITANERIA PER LA REGISTRAZIONE  ED IL RELATIVO RILASCIO DEL TIMBRO “ BASIC TRAINING” DIRETTAMENTE APPOSTO NEL LIBRETTO DI NAVIGAZIONE. SOLO IN QUESTO MOMENTO POSSIAMO DIRE DI ESSER PRONTI A CONTATTARE UNA SOCIETA’ DI NAVIGAZIONE PER L’IMBARCO, E NON SARA’ PER NIENTE FACILE.

ESISTONO DUE STRADE: LA PRIMA E’ INVIARE DIRETTAMENTE IL CURRICULUM VITAE ALLE VARIE COMPAGNIE DI PETROLIERE/CHIMICHIERE ( POSSIBILITA’ DISCRETE D’IMBARCO) MA SI RISCHIA DI ATTENDERE ANCHE SEI MESI O UN ANNO); LA SECONDA STRADA E’ QUELLA DELL’ACCADEMIA DEL MARE A GENOVA, DOVE SI HA LA POSSIBILITA’ DI EFFETTUARE PERIODI D’IMBARCO ALTERNATI A PERIODI DI STUDIO, PER RAGGIUNGERE I “BENEDETTI” 12 MESI DI NAVIGAZIONE CON LA QUALIFICA DI ALLIEVO UFFICIALE , UTILI PER EFFETTUARE L’ESAME DEL PATENTINO CHE ABILITA, FINALMENTE, A NAVIGARE DA 3° /2° UFFICIALE (CERTIFICAZIONE IMO ). - REQUISITI PER SOSTENERE L’ESAME : UN’ULTERIORE PREPARAZIONE AD HOC DI LINGUA INGLESE PARLATA-SCRITTA E NAVIGAZIONE (CARTEGGIO, REGOLE VARIE, STABILITA’,DIRITTO, ECC.ECC.).

 N.B. NON DOVETE  SCORAGGIARVI SE ATTUALMENTE RUOTANO , NELLE VARIE DIREZIONI MARITTIME - SEDI D’ESAME, CIRCA DUECENTO ALLIEVI UFFICIALI CHE HANNO I REQUISITI PER SOSTENERE L’ESAME E, SISTEMATICAMENTE, VENGONO BOCCIATI ALLA PRIMA PROVA DI INGLESE SCRITTO (TRADUZIONE DALL’INGLESE ALL’ITALIANO). CIRCA VENTI-TRENTA  UNITA’ RIESCONO A PASSARE ALLA PROVA PRATICA DI CARTEGGIO ED ALLA PROVA ORALE,  E SOLO UN TERZO DI QUESTI CONSEGUE IL PATENTINO.

BISOGNA PREPARARSI BENE ED INSISTERE PERCHE' LA MARINERIA ITALIANA, LA MIGLIORE AL MONDO (ndr: non lo dico io, lo ratificano le altre nazioni), NON SCOMPAIA DIETRO LEGGI, LEGGINE ED ACCORDI SOTTOBANCO CHE FAVORISCONO SEMPRE PIU' GLI EXTRACOMUNITARI, NELLA BIECA VISIONE DEL DIO DENARO. 

 Nino Ursino

 
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salga a bordo caz...

Post n°22 pubblicato il 12 Maggio 2012 da saltwater57
Foto di saltwater57

Il TgCom,  in questi quattro mesi, è stato sempre preciso nel divulgare le notizie inerenti il naufragio della Costa Concordia ed  ieri sera ci ha arricchito di ulteriori sviluppi dell'indagine:

1a telefonata:  Roberto Ferrarini (DPA Costa Crociere): Roberto? senti una cosa io sono passato sotto gli scogli del Giglio qua? sono passato sotto qua e ho preso con la poppa un basso fondale  -  poi c'e' stato un black-out, e abbiamo dato una botta con la poppa - mo sto facendo fare l'assetto -  Il racconto e' drammatico: "Abbiamo buttato un'ancora perche' sta arrivando acqua fino a poppa.. e mo stamo qua in black out" -  Schettino aggiunge: "no, stavo andando a 15 nodi e m'han detto puoi passare anche fino a sotto: non ti preoccupare. Sono andato dritto e alla fine son passato a dritta e c'era sto cazzo di scoglio qua c'era un basso fondale -  sotto con la poppa -  nel giardino a sinistra, si': nella parte finale della poppa. E pero' mo adesso sta entrando acqua nella poppa... 

2a telefonata:  al Comando generale della Capitaneria di Porto di Roma che gli chiede , con professionalità - DA UOMO PRATICO A UOMO PRATICO - conferma della distanza dall'Isola del Giglio e gli attimi della collisione con lo scoglio davanti al porto - sì. Eravamo a 0.18, 0.2 dal Giglio. Ci stava acqua. E di colpo ho sentito un colpo: bum! -  Adesso ho fatto scaricare il VDR, ho detto al comandante in seconda di fare il download del VDR e niente, adesso vediamo le cause. -  Io sono stato sul ponte -  Le tre  lance rimaste stanno tutte sul lato sinistro. Ho fatto venire i passeggeri dal lato sinistro, sul lato di dritto della nave praticamente - E' successo che di colpo la nave si è inclinata, i vetri si sono rotti perché ho sentito lo scoppio e praticamente aprendo i cancelletti di imbarco, quelli del ponte 3 che stavano ormai a fior d'acqua, abbiamo mandato a terra le lance facendo servizio tenda e spola, fra la terra e la nave -  Un ufficiale mi ha detto: 'Comanda', ci sono altre 200 persone hanno fatto una corda umana, perché la nave sbandava sempre li abbiamo fatti venire sul lato dritto della nave -  Schettino dice di essersi praticamente trovato con la nave addosso, perché la nave è alta 50 metri, - allora mi sono trovato col ponte lance praticamente immerso di acqua e con i ganci delle gru che ci stavano praticamente schiacciando e non riuscivamo a uscire

LA DOMANDA SORGE SPONTANEA:

DATO CHE LE DUE  TELEFONATE SONO STATE FATTE IMMEDIATAMENTE DOPO L'URTO, COME MAI IL RESPONSABILE DELLA SALA OPERATIVA DI LIVORNO, NON SEMBRA ESSERE A CONOSCENZA DEI FATTI ? - ed ancora: COME MAI SI E' SENTITA CHIARAMENTE, NEI PRIMI AUDIO MANDATI IN ONDA SULLE TV NAZIONALI NEL MESE DI GENNAIO, LA VOCE  AL VHF DI UN OPERATORE DELLA CAPITANERIA DI PORTO DI LIVORNO ( che percepisce mensilmente regolare stipendio a carico dei contribuenti) DIRE QUESTI BAST... CI STANNO MENTENDO  ed ancora:   SE CIRCA UN'ORA PRIMA DELLA FAMOSA TELEFONATA IL RESPONSABILE DELLA SALA OPERATIVA  AVEVA PARLATO CON IL COMANDANTE SCHETTINO, CON TONI PACATI, ED ERA A CONOSCENZA DI TUTTO, COME MAI DOPO,  a notte fonda,  HA REGISTRATO E DIVULGATO  AL MONDO INTERO LA SQUALLIDA TELEFONATA DEL SALGA A BORDO...CAZ...  E LA SUA ARBITRARIA DESIGNAZIONE AL COMANDO CON LA COSTA CROCIERE.... LEI HA ABBANDONATO LA NAVE ORA QUI COMANDO IO...????????????????????????

Penso che ormai, dopo aver fatto ridere tutto il mondo, i giornalisti di alcune emittenti televisive, portando in studio dei psicopatici, speculatori e quant'altro, senza contraddittorio e, di rimando, l'opinione pubblica stiano arrivando alla conoscenza delle verità di  questa dolorosa tragedia; verità che scagioneranno totalmente dalle infamanti accuse  un Comandante della Marineria Italiana che dal primo momento  si  è  assunto  da  uomo  vero, con l'onore e la professionalità  che ha sempre contraddistinto la gente di mare, l'unica sua colpa:  aver fatto un errore di valutazione  non effettuando  l'accostata a mezzo miglio,  avvicinandosi troppo, IN BUONA FEDE,  alla costa del Giglio; manovra errata che ha costretto il comandante a mettere tutto il timone a dritta, causando il tragico evento.

Manzoni con "I PROMESSI SPOSI" ha dato origine a diverse frasi ed espressioni che in Italia sono entrate nell’uso comune.

 Alcuni esempi: Da “Questo matrimonio non s’ha da fare” a “Perpetua”, che ora identifica per antonomasia le collaboratrici dei parroci; da “latinorum” a “Carneade”, per definire un illustre sconosciuto, e ancora da “Azzecca-garbugli” per definire un avvocato di scarsa etica professionale (o, in generale un arruffone che incanta il prossimo solo a parole), a “i capponi di Renzo” , per indicare in senso figurato tutte le verità che rispecchiano  invece l'immagine di un Italia caotica, burocratica, confusionaria, arruffona con protagonisti inseriti in posti di lavoro che non gli competono e giovani DISOCCUPATI , con due o tre lauree,  che sanno inserire il cervello prima di parlare,  costretti purtroppo,  loro malgrado, a scappare all'estero.

Nino Ursino

 

 
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IL GIOIELLO DELLA MARINERIA ITALIANA

Post n°21 pubblicato il 08 Maggio 2012 da saltwater57
Foto di saltwater57

La nuova ammiraglia della flotta  Costa Crociere, FASCINOSA, prende il largo sabato 12 maggio, per effettuare la prima grande crociera inaugurale. Non poteva che essere Venezia, con il suo immenso fascino, a fornire i supporti per  il battesimo della più grande nave che mai la compagnia abbia avuto (114.500 tonnellate per 3.800 passeggeri e 1100 membri dell’equipaggio ), presentando al folto pubblico quello che da tutti è considerato «un gioiello della marineria italiana».

 La Costa Crociere è l’unica compagnia a battere bandiera italiana con 24 mila dipendenti, seppur di varie nazionalità. È un valore aggiunto che l’Italia intera dovrebbe riconoscere all’azienda. Per noi addetti ai lavori è il nostro orgoglio: a bordo delle navi Costa tutto è perfettamente programmato con  procedure scritte; tutto è professionalmente adeguato e  gli Ufficiali Costa sono l’eccellenza della marineria italiana.

Ovviamente la mente di tutti noi va alla tragedia del Giglio, incidente che non doveva succedere, un incidente che non succederà più, perché alla luce di quanto accaduto, Costa Crociere ha deciso in accordo con Carnival di implementare tutte le sue misure di sicurezza, e ha individuato sette punti specifici per evitare che mai più nella sua storia si verifichi un altro naufragio.

Le misure riguardano un sistema di monitoraggio per seguire da terra in tempo reale la rotta delle navi (High Tech Safety Monitoring System), l’addestramento dei passeggeri prima della partenza e quello degli ufficiali.

Si è ritenuto necessaria una gestione più collegiale del ponte di comando, senza ovviamente  stravolgere l’autorità del comandante, ma semmai allargare la responsabilità del comando ad una valutazione più collegiale delle decisioni da prendere, durante le fasi delle emergenze, dell’arrivo ai porti e dei passaggi negli stretti e/o vicino le coste.

 I passeggeri, nei giorni seguenti il naufragio,  hanno anche detto che il Comandante ha ritardato l'allarme di evacuazione,  dopo che la nave si era avvicinata alla costa; anche se tutto ciò è da verificare nell’ottica della gestione di un’emergenza, in  riferimento alle  procedure scritte sul supporto decisionale in caso di falla, i manager della Costa Crociere  hanno formulato  nuove procedure che prevedono che il Comandante non sarà l'unico che rilascia ordini.

I membri della sua squadra dovranno anche partecipare al processo decisionale, in particolare durante le procedure di navigazione particolari come l’avvicinamento nei porti o nel passaggio degli stretti .

Per questo tutti gli ufficiali Costa dovranno frequentare in Olanda  un addestramento speciale per la gestione collegiale del ponte di comando  in modo tale che il Comandante non sarà più in grado di prendere decisioni come quelle che hanno portato all’incidente della Concordia.

L’accesso al ponte di comando, poi, sarà regolamentato in modo più stringente, e nessuno su una nave Costa potrà più accedervi con il solo consenso del comandante, come avvenuto finora, ma servirà l’autorizzazione anche dall’armatore a terra.

La consegna della Costa  Fascinosa  è stato un passo importante nel recupero della società dal disastro Concordia e dalla globale crisi economica. Nonostante questi problemi, la Costa Crociere S.p.A.  si è ripresa quei volumi di prenotazione che sono tornati agli stessi livelli registrati l'anno scorso, contro tutte  le nefaste  previsioni.

Nino URSINO

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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LETTERA APERTA AL SIGNOR SINDACO DI FAVIGNANA

Post n°20 pubblicato il 06 Maggio 2012 da saltwater57
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Trasporti, disagi nelle isole Egadi: sindaco di Favignana contro la Siremar  -  5 maggio 2012 - 

(pubblicato su Blog Sicilia da Markez)

Il sindaco di Favignana, Lucio Antinoro, ha inviato un telegramma al Ministro dei Trasporti, al Prefetto di Trapani e al Presidente della Regione Siciliana per denunciare l’ennesimo disagio vissuto dagli isolani, a causa della Siremar, e chiedere l’intervento delle istituzioni.

“Le isole Egadi – scrive il primo cittadino – sono ancora penalizzate dal trasferimento dell’aliscafo Mantegna della Siremar alle isole Eolie. La Siremar fomenta la guerra tra i poveri mettendo le isole della Sicilia l’una contro l’altra. È una situazione insostenibile, gestita irresponsabilmente e senza competenza, con conseguente danno alle popolazioni delle isole minori siciliane ed enorme danno all’economia e al pubblico erario. Occorre immediatamente azzerare tutti i vertici di questo inutile carrozzone”.

Antinoro ha chiesto, pertanto, l’immediato intervento del Ministro dei Traporti, del Presidente della Regione Sicilia, del Prefetto di Trapani, per garantire diritto alla mobilità della popolazione delle Egadi e certezze per la stagione turistica già avviata.

                                   ………………………………….

 

Egr. Sig. Sindaco di Favignana,

mi spiace dissentire dal termine “inutile carrozzone” coniato nella sua lettera di protesta.

Desidererei , tra l’altro, ricordarLe qualche passo storico:  nel 1975 la gestione dei servizi per i collegamenti alle isole minori passò dal privato agli enti regionali. Vennero fondate tre nuove divisioni controllate da Tirrenia con il 51% del capitale e nel 1976 nacque così la Siremar S.p.A.

Non si può dimenticare che i precedenti concessionari privati SIRENA e NAVISARMA, che badavano essenzialmente agli interessi di cassa, non furono in condizioni di rinnovarsi per le esigenze delle Isole Minori.

Il costo politico dei biglietti praticato da Siremar, sia per residenti che per i turisti, fa da calmiere per gli altri vettori, con notevoli benefici per gli abitanti delle isole minori.

Ritengo che sia fuorviante e denigratorio l'attacco alla Siremar, quando è ben noto che la Regione Sicilia ha ridotto di ben 19 milioni di euro le sovvenzioni per il comparto trasporti.

In merito alla situazione insostenibile, gestita irresponsabilmente e senza competenza, ritengo che  i costi di gestione di Siremar il Governo Regionale può assumerli dai bilanci che le aziende regolarmente rendono pubblici : ci si legge tutto, dal costo delle manutenzioni a quello del bunkeraggio, da quello dell’operatività commerciale,  a quello del personale.

L’inutile carrozzone, da Lei definita, opera da 40 anni per il sacrosanto collegamento delle Isole Minori con la terraferma e, nonostante questo periodo  di  difficoltà economica generalizzata in  molteplici aziende dello Stato Italiano,  la Siremar SpA, in amministrazione controllata, con i suoi traghetti di vecchia generazione, ma decorosi ed efficienti, continua a dare il suo contributo per lo sviluppo delle Isole Minori e la loro continuità territoriale.

Quindi tale problema non può essere argomentato; occorre solo avere buona volontà  nell’accettare le scelte aziendali, atte a contenere il bilancio,  per evitare un disastro occupazionale nel comparto e nell’indotto.

Comandante Navi Traghetto Siremar

C.L.C.  URSINO  Antonino

 

 
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L'AFFATICAMENTO: UNA DELLE MAGGIORI CAUSE DI DISASTRI MARITTIMI

Post n°19 pubblicato il 06 Maggio 2012 da saltwater57

 La corretta definizione di affaticamento mentale e/o fisico è l'inabilità di continuare le normali funzioni della persona.

 L'affaticamento mentale che può mostrarsi senza che si manifesti la forma fisica, è caratterizzato da sonnolenza e dalla  diminuzione dei riflessi, e può risultare molto pericoloso quando occorre una costante concentrazione del soggetto come nel caso di guida di mezzi di trasporto, diventando una possibile causa di incidenti marittimi.

Sentirsi stanchi non significa necessariamente avere una qualche patologia. I cambi stagionali, ad esempio, con i loro mutamenti di temperatura e di quantità di ore di luce quotidiani, possono portare nell'individuo una elevata stanchezza, prolungata per alcuni giorni. 

Un recente studio , effettuato a terra con  uso  di  simulatori , su marittimi esperti,  ha dimostrato che la suddivisione dei turni di guardia in 6 ore on 6 ore off , comporta un maggior rischio che l’operatore si addormenti e che comunque riesca a dormire meno durante il periodo di riposo di chi fa 4 ore on 8 ore off.

Il  45%  dei  marittimi  che  presta servizio sulle navi da carico, con equipaggi ridotti al lumicino, con  periodi giornalieri  di  lavoro  di  oltre  quattordici ore per cinque o sei mesi continuativi, si addormenta , durante la guardia in plancia o in SCP, a volte per 30 secondi , ma a volte anche di piu’.


I maggiori disastri marittimi in tempi recenti hanno spesso avuto come causa l’affaticamento , basti pensare a disastro dell’ EXXON VALDEZ (il maggior caso di inquinamento in Alaska nel 89) e all’incaglio della Shen Neng 1 sulla grande barriere in Aprile 2010.
 

Per quanto detto sopra, in relazione ai lunghi periodi di lavoro ai quali il lavoratore marittimo è esposto,  il provare affaticamento psico-fisico continuo è un qualcosa di nettamente differente dall'essere afflitti da una, seppur intensa, momentanea stanchezza; solitamente risolvibile con del riposo. 

Quando l'affaticamento è prolungato nel tempo, assume nella persona la forma di una vera e propria patologia definita "Sindrome da affaticamento cronico" e può essere imputabile ad un disagio psicologico ; solitamente tale sindrome è caratterizzata da sintomi psichici scatenati da fattori fisici e da sintomi psichici indipendenti dallo stato fisiologico generale, con una durata di parecchi mesi.

La sintomatologia è rappresentata allora sia da problemi fisici, che da disturbi psichici. Quelli fisici possono essere tensione, debolezza, e/o dolore muscolare, febbre bassa, ma continua, cefalea, torpore, stordimento, dolore articolare (alcune volte indotti da disturbi psicosomatici), intolleranza alla luce (Fotofobia), difficoltà di memoria e di concentrazione. 

Quelli psicologici possono invece essere oscillazione dell'umore, irritabilità, sonno disturbato, difficoltà cognitive, diffusione di ansia e forte stress.  Oltre il perdurare dei sintomi, spesso vi è la loro fluttuazione nel tempo con l'alternanza di periodi più o meno lunghi di regressione dei disagi psico-fisici, a periodi di intenso affaticamento. 

E' ovvio che se il lavoratore trovasi sulla terra ferma, questa patologia è facilmente curabile con periodi di riposo, allontanando lo stesso dall'ambiente di lavoro; nel caso specifico del lavoratore marittimo tutto quanto descritto sopra viene accentuato dalla tipologia dell'ambiente di lavoro che non consente "un benefico allontanamento" , in considerazione del periodo lavorativo di circa cinque/sei mesi continuativi, effettuato a bordo delle petroliere, sulle enormi porta containers o sulle navi da carico in genere. 

L'ultima conferma l'abbiamo avuta dalla nave mercantile "Hc Rubina", incagliatasi a Ganzirri, qualche settimana fa, a poche decine di metri dalle case degli abitanti del borgo marinaro

 

Nave incagliata a Messina il comandante ammette: dormivo

 

 Il comandante ucraino Sery Kryvodud, dell'età di 41 anni, indagato dalla Procura della Repubblica per naufragio colposo e violazione del codice della navigazione, avrebbe ammesso che al momento dell'incidente stava dormendo e che la nave era governata dal pilota automatico.

Mentre stava navigando nella direzione Sud-Nord costeggiando la costa calabra, così come previsto dallo schema di separazione del traffico,  avrebbe spiegato con il cosiddetto "colpo di sonno"  i motivi per cui improvvisamente il cargo ha deviato dalla sua rotta,  per dirigersi dritto contro il litorale nord di Messina.

Proprio perchè addormentato, e da solo in plancia, il comandante non avrebbe risposto alle continue chiamate da parte degli operatori del Vessel Traffic system,  il sistema di controllo del traffico marittimo nello Stretto, fino a poco prima dell'impatto sugli scogli di Ganzirri, in una zona di mare notevolmente trafficata da barche da pesca e natanti di ogni genere.

Il codice della navigazione tra l'altro  prescrive che in acque particolarmente congestionate da natanti, come quelle dello Stretto di Messina, in plancia siano presenti almeno due persone dell'equipaggio, ma sappiamo bene che poi, nella pratica, tutto questo non può avvenire se la tendenza degli armatori è quella di ridurre sempre più il numero dei componenti dell'equipaggio, a discapito della sicurezza in mare.

A bordo delle navi da carico  i cambiamenti climatici e fattori esterni ed interni come il servizio di guardia di sei ore sul Ponte di comando o in Centrale propulsione, durante  un lungo viaggio per mare , possono portare forte affaticamento scompensando gli equilibri psico-fisici caratteristici di ogni persona, con gravi conseguenze sulla sfera sociale, lavorativa, familiare e  relazionale proprio per il suo effetto disabilitante anche nelle più elementari mansioni e semplici rapporti di tutti i giorni.

LAVORO  USURANTE ???      

  Nino Ursino

 

 
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TORRE FARO IN FESTA !!!

Post n°18 pubblicato il 23 Aprile 2012 da saltwater57
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CHI INVOCA IL NOME DEL SIGNORE SARA' SALVO

 IL PICCOLO BORGO MARINARO NELLA ZONA NORD DI MESSINA E' IN FESTA. FINALMENTE DOPO QUATTRO MESI I SEI MARITTIMI SEQUESTRATI IN SOMALIA RITORNANO A CASA E VALENTINO POTRA' CORONARE IL SUO SOGNO D'AMORE SPOSANDOSI, COSI' COME PROGRAMMATO, IL 21 LUGLIO.

                                

Pirati, liberata la Enrico Ievoli: finisce l'incubo per i sei italiani: "Stiamo bene"        Roma - (Adnkronos/Ign) - La petroliera era stata sequestrata il 27 dicembre 2011 al largo delle coste dell'Oman. La notizia confermata dalla Farnesina.  

Il Ministro degli Esteri Giulio Terzi, oggi in Indonesia per una missione nelle capitali asiatiche che lo portera' anche in Myanmar e nel Brunei, ne ha dato notizia alla stampa dopo avere informato, attraverso l'Unita' di Crisi, i familiari dei 6 italiani membri dell'equipaggio, in ostaggio dal 27 dicembre scorso quando la nave italiana venne presa d'assalto dai pirati al largo delle coste dell'Oman. Terzi, che in queste ultime ore da Jakarta ha seguito direttamente l'ultima fase della liberazione, ha espresso "grande soddisfazione per un esito positivo perseguito con tenacia, determinazione, e altissima professionalita' da tutti i soggetti istituzionali coinvolti, ai quali va la mia piu' sentita riconoscenza". In queste settimane la Farnesina, attraverso l' Unita' di Crisi, si e' mantenuta in costante contatto con i familiari dei sei connazionali.

La vicenda della Enrico Ievoli, ha sottolineato il titolare della Farnesina, e' stata in questi mesi al centro di un' ampia azione diplomatica svolta anche nei confronti delle Autorita' somale, alle quali e' stato da parte italiana richiesto il massimo impegno affinche' i nostri connazionali potessero tornare sani e salvi a casa. Questo caso - ha aggiunto Terzi - conferma ulteriormente la gravita' della minaccia alla sicurezza rappresentata dal fenomeno della pirateria su cui l'Italia e' impegnata per favorire la massima attenzione ed un sempre maggiore coordinamento nell'azione di contrasto da parte della comunita' internazionale, sia sul piano bilaterale che attraverso i principali fori multilaterali, come avvenuto piu' di recente anche in ambito G8 e nel Consiglio NATO-Russia dove proprio l'Italia ha posto con enfasi la questione nell'agenda delle consultazioni tra gli alleati.

 

Un caloroso abbraccio al nostro "paesano" Valentino LONGO

Nino URSINO  

 
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UN GRAZIE AL MIO EQUIPAGGIO

Post n°17 pubblicato il 22 Aprile 2012 da saltwater57
Foto di saltwater57

 

home - Cronaca - La nave Lippi recupera due naufraghi

Data notizia: 22/04/2012  a cura di Peppe Paino

Lipari- Un'onda avrebbe capovolto una barchetta, con a bordo due ragazzi al largo di Acquacalda. I due naufraghi stanno bene e sono stati recuperati dalla motonave Filippo Lippi, dirottata in zona dalla Guardia costiera di Lipari. Da terra l'accaduto non è sfuggito a chi stava godendosi il sole di una giornata tipicamente estiva il quale ha allertato i soccorsi attraverso il 113. E' stata quindi avvisata la Guardia costiera di Lipari diretta dal comandante Cosimo Bonaccorso, il quale ha subito disposto il dirottamento in zona della nave della Siremar, inviando contemporaneamente una motovedetta. Dalla nave è stata gettata in mare una scialuppa per il recupero dei due giovani che stanno comunque bene.

 Nino URSINO

Comandante nave traghetto Siremar "M/T FILIPPO LIPPI"

 

 
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