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Un blog creato da vitosideb il 18/05/2009

Salus Vitae

Stare e volersi bene: gocce di salute e benessere per accrescere in noi la coscienza del saper vivere in armonia con noi stessi e con la natura attraverso l'instaurazione di corretti stili di vita

 
 

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Considerazioni e detti simbolico/affettivi sul cibo

Foto di vitosideb

Come aggiunta al mio precedente articolo "Alimentazione e vita emotiva: iniziamo dai neonati" pubblico queste nuove considerazioni:

durante la crescita  sin da bambino l’individuo assegna al cibo significati e valori differenti condizionati e influenzati anche dall’ambiente in cui si vive, atteggiamenti e comportamenti verso i cibi e l’alimentazione che poi si ripercuotono e si stabilizzano nell’età adulta influendo sulle scelte alimentari e sul modo di vivere dell’individuo in questione, dando luogo spesso a compensazioni non proprio salutari.
Fattori influenzanti, oltre a quelli ambientali come condizionamenti dovuti a pratiche religiose, a tradizioni proprie di quei luoghi in cui si vive, alla disponibilità dei cibi geograficamente intesa, alla pubblicità e alle mode stesse e all’ambiente ed educazione scolastica e familiare impartita, sono anche valori che individualmente attribuiamo ai cibi attraverso propri nostri gusti personali, il proprio vissuto e le proprie esperienze.
Ciascun individuo ha come propria consapevolezza che il cibo possiede la qualità intrinseca di placare la fame, o meglio l’appetito, ma il più delle volte egli non sa che tale specifico cibo nella vita ha la capacità di rivelare anche i suoi più intimi bisogni psicologici e le risposte agli stress della  propria vita: in alcune situazioni di tensione, di ansietà,  emergono desideri e golosità varie come tentativo di riempire quella sensazione di vuoto che l’ansietà stessa ci causa e ci produce.
Molte volte rispondiamo a un’emozione a una situazione di vita mangiando quel determinato cibo che “pensiamo” o sentiamo adatto a quel momento, oppure al contrario manifestiamo un’avversione verso un cibo che invece usualmente consumiamo e ci piace.
Nell’essere umano, a differenza di tutte le altre specie di animali si concretizza dunque una speciale neofobia e neofilia nell’alimentazione che a volte ci rende difficile il compito di gestire le scelte per la nostra alimentazione specie se inserito in un più ampio quadro di riferimento: il cosiddetto “dilemma dell’onnivoro” descritto da Rozin e Pollan.
Aldilà delle scelte più o meno razionalistiche che poi ogni individuo compie rispetto alla propria alimentazione, alcuni studiosi hanno cercato di fare una classificazione emotiva tra i vari cibi e li hanno distinti in categorie che grossolanamente cito e che comunque riguardano più che altro il mondo Occidentale:
·    Cibi che provocano effetti di sicurezza e rassicurazione emotiva: soprattutto il latte, i suoi derivati e pane e cereali;
·    Cibi che danno sensazioni di potere, di forza, di vigore, energizzanti e con ancestrali virtù magico-feticistiche: soprattutto carne cruda o cotta al sangue come bistecche e cacciagione;
·    Cibi collegati a sensazioni di ricompensa e/o di svago: cioccolata, caramelle e dolciumi in genere, ma anche stuzzichini e patatine;
·    Cibi associati a rituali e convivialità: caffè, the, ma anche il bere assieme vino e liquori;
·    Cibi dotati di qualità di status symbol, esibizionistici: caviale, tartufi, ostriche e preparazioni esotiche e ricercate;
·    Cibi a cui specie da bambini si iniziano a dare significati di disgusto e/o di non piacevolezza e comodità nell’assunzione: verdure, insalata, ma anche la pellicola del latte, le carote,  il pesce per la difficoltà e la paura degli “spini” o l’odore;
·    Cibi che vengono intesi come purificanti, non di uso comune: quelli di gusto amaro in generale e tisane varie.
 Per concludere questo approfondimento sulle proprietà che psicologicamente vengono attribuite al cibo e attraverso il cibo a situazioni tipiche di vita, o anche a qualità riscontrabili empiricamente nei vari cibi, riporterò ora alcune frasi di uso comune e popolare che son simbolicamente attinenti al cibo ed al rapporto con esso, invitando i lettori di questo articolo ad aggiungerne altre di loro conoscenza e/o a commentare quelle qui menzionate:
buono come il pane; non mi va giù; avere sale in zucca; è il sale della vita; poca carne e molti frutti mandan via malanni e lutti; riso e fagioli fan crescere i figlioli; dolce come il miele; mi resta sullo stomaco; è una peperina; una mela al giorno toglie il medico di torno( anche la mela di Biancaneve…!); ti mangerei di baci; latte e datteri fan cibo completo; un uovo appena nato vale un ducato; è  una notizia ghiotta; tutto fa brodo; il vino fa buon sangue; salvare capre e cavoli; c’entra come il cavolo a merenda; mangia aglio che non è uno sbaglio; le arance al mattino son oro in bocca, argento a mezzogiorno e piombo la sera; mangiare di mattino facilita il cammino; mangia come un re al mattino e come un mendicante la sera; gallina vecchia fa buon brodo; se non è zuppa è pan bagnato; omo de panza, omo de sostanza; tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino; l’appetito vien mangiando;…e per  finire…… defecatio matutina bona tamquam medicina; defecatio meridiana neque bona neque sana; defecatio vespertina ducit hominem ad ruinam; ma io dico: defecatio matutina bona est quam serotina soprattutto se agognata…!

 
 
 

Preparazione di una pasta e fagioli: video completo

Un ottimo piatto Italiano, completo, ricco di verdure,nutriente e gustoso, tipico della cucina Mediterranea con prodotti di originebiologica e cereali integrali; cereali e legumi assieme, e quindi pasta efagioli, possono benissimo sostituire la carne nel senso che tutti i principinutritivi e gli aminoacidi essenziali sono ivi presenti e biodisponibili.Comunque non si consiglia di evitare completamente la carne, ma di ridurne ilconsumo, massimo una volta la settimana. Quando una persona mangia cereali elegumi ha tutte le proteine di cui ha bisogno. I cereali sono carenti di unaminoacido, la lisina, che è invece contenuta nei legumi; i legumi sono inveceincompleti di aminoacidi solforati (come arginina): se li mettiamo insiemeabbiamo tutto il necessario, senza andare all'eccesso e soprattutto con menocolestrerolo e tante fibre. L’alimentazione troppo abbondante di proteineanimali provoca acidificazione nell'organismo. Nutrirsi di troppa carne, ditroppo formaggio, latticini o latte, specie vaccino, è una delle causedell’osteoporosi, perché l’ambiente acido fa restare prive di calcio le ossa.vedi:  www.vitosideb.wordpress.com o http://salusvitae.blogspot.com


 
 
 

Alimentazione e vita emotiva: iniziamo dai neonati

Foto di vitosideb

Considero questo un approfondimento ad un mio precedente articolo sul diet coaching: http://vitosideb.wordpress.com/pubblicazione-da-scaricare-gratuitamente-considerazioni-naturopatiche-su-dieta-mediterranea-come-esempio-di-alimentazione-sana-piacevole-e-gustosa/diet-coaching/

Ultimamente vi sono stati notevoli studipsicologici sull’interrelazione tra cibo e vita psico-emotiva che hanno condotto a delle risultanti che inqualche modo modificano alcune concezioni sull’alimentazione in genere, ed inparticolare sulla condotta dietetica nel genere umano sia in alcuni malati e sia sull’interpretazione dei loro disturbi.

Lungi dall’addentrarmi in manieraspecifica su tali disturbi e sulle malattie definite anche dai vari DSM (ManualeDiagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) dei disturbi alimentari conclamati come anoressia, bulimia etc. etc.,visti anche i miei precedenti studi ed esami sostenuti in Psicologia dell’etàevolutiva, mi interessa farne un resoconto per avere una panoramica generica ediniziale sulle relazioni tra cibo ed essere umano che partono dalle primeesperienze che fa un neonato e che sono sostanzialmente due ovvero il mangiareed il dormire.

E’ senz’altro l’esperienza del mangiaree del significato che assume in un essere neonato, che penso sia qui importantefocalizzare l’attenzione, in quanto attraverso di essa il neonato non solosoddisfa il bisogno sostanziale ancora indifferenziato che per vivere ecrescere bisogna nutrirsi, ma anche attraverso questa esperienza e di come e con quali modalitàsarà soddisfatto il suo io egocentrico ed ancora indistinto, ricaverà quella sensazione di sicurezza dalla quale dipenderà se, per tutto il resto dellasua vita, assocerà un senso di piacere al soddisfacimento dei suoi bisognialimentari.

L’allattamento è un momentofondamentale, il primo incontro con la madre, primo persona importante esignificativa della sua vita, e con questo allattamento iniziano anche le primesensazioni ed esperienze emotive importanti della sua vita ovvero desiderio,voglia, gradimento, piacere oppure sofferenza, inquietudine, ostilità, rabbia,angoscia, frustrazione, insomma tuttequelle emozioni che poi si rifletteranno ed avranno ripercussioni nel futuro.

Nella madre che offre con amore epremura il nutrimento il neonato identificherà l’”oggetto buono”, quel“tramite” che costruirà nel suo io quel senso di fiducia, di sicurezza e quellasensazione di sentirsi desiderato e amato, mentre alla madre che già aveva malaccettato il suo stato di gravidanza o che per altri motivi contingenti o statid’animo negativi si accinge con malavoglia all’atto dell’allattamento abbineràviceversa l’”oggetto cattivo” che potrà suscitare nel neonato un senso diabbandono, di antipatia e di frustrazione: ne consegue che l’essere alimentatoe l’essere amato costituiscono forse la più intima congiunzione nella sferadell’esperienza, e tale identificazione simbolica tra cibo e affetto avrà lasua prima e più importante espressione sin dalla più tenera età.

C’è da dire che il neonato fino quasi aidue anni di vita ancora non distingue il suo io, se stesso, dall’altro, ovverodalla madre, per cui quasi pretende che i suoi bisogni alimentari siano soddisfattiquando appena inizino a manifestarsi, vi è quindi una forma di egocentrismoarcaico che è opportuno tener presente per la successiva fase di strutturazionedi un io indipendente e socializzante.

 L’allattamento attraverso la suzione dà luogo ad un incorporamentoche già da se placa l’ansia e l’inquietudine di un neonato, e questo è unfenomeno estremamente evidente di cui tutti noi genitori siamo stati spettatorie gestori in più di qualche occasione: la fame è la prima tensione emotiva cheprova un neonato e questa ovviamenteviene placata con l’assunzione del cibo che diventa la sua prima conquista, ilsuo primo possesso, anche qui da saper gestire da parte della mamma e deigenitori in genere: il mio personale consiglio è di, ovviamente con gradualitànel tempo, non cedere immediatamente alle prime avvisaglie e richieste delbambino, ma di lasciar sempre intercorrere qualche minuto, e dico minuto, nonore; è il primo atto educativo verso il riconoscimento dell’altro, lacomprensione delle esigenze altrui, che fra l’altro può essere di stimolo ad uncercare di variare i comportamenti di richiesta da parte del neonato, con ovvieripercussioni sul suo ulteriore sviluppo cognitivo differenziato!

Queste prime percezioni ed impressionipsichiche potranno maturare nell’infanzia dando luogo ai comportamenti ed agliatteggiamenti del bambino verso il cibo e non solo, in quanto la libidoche da neonato mira a soddisfare pulsioni parziali e irruente di base, come ilnutrimento, poi mirerà a soddisfare la pulsione sessuale dell'individuo, lepulsioni per la sopravvivenza e anche altre più evolute e integrateemotivamente a seconda dell’ambiente in cui si svilupperà l’individuo.

Quindi man mano che l’infante cresce si svilupperà anche la sua personalitàpiù o meno indipendente e qui il ruolo dei genitori se sarà costrittivo nelcibo, tipo “devi mangiare questo che ti fa bene” oppure “devi mangiare tuttoche sennò non cresci” etc. etc. potrà provocare nell’individuo sia un senso didubbio verso l’amore dei genitori, sia un senso d’insicurezza che poi si potràtradurre con l’associare al cibo ricordi più o meno sgradevoli: a questo puntoai vari cibi in questione potranno venire assegnati o significati di sostanzabenefica e piacevole o saranno assimilati a elementi di repulsione e diprotesta, con conseguenze che potranno essere drammaticamente vissutedall’individuo, con gravi ricadute sulla salute fisica e mentale stessa.

Per il momento con queste considerazioni chiudo qui ripromettendomi diapprofondire ulteriormente il lato delle interconnessioni tra ambiente in cuisi vive e psicologia e simbolismo del cibo.

 
 
 

Un piatto ben augurante e sano: zuppa di lenticchie

Post n°26 pubblicato il 28 Dicembre 2011 da vitosideb
 
Foto di vitosideb

Le lenticchie sono uno degli alimenti principali utilizzati nella cucina MedioOrientale e Indiana  (il tipico dal piatto nazionale Indiano a base di lenticchie) con cui si può preparare una densa, consistente e saporita zuppa. Queste leguminose sono state coltivate e consumate anche nel bacino del Mediterraneo sin dall’antichità, provenendo comunque la pianta dal vicino Oriente. Erano già tanto apprezzate che secondo le Sacre Scritture Esaù vendette la sua primogenitura a Giacobbe per un piatto di lenticchie! Si dice che le lenticchie mangiate nell’ultimo giorno dell’anno portino guadagno nell’anno che viene, in ogni caso costituiscono un ottimo piatto proteico alternativo a carne ed insaccati da consumarsi possibilmente con regolarità durante tutto l’anno. Questi legumi sono anche un’ottima fonte  di fibre e magnesio (oltre a ferro, potassio, calcio e fosforo)  e sono anche  i legumi più veloci da cuocere. Se poi accompagniamo questa zuppa con del pane o del riso e un’insalata, questo insieme diventa anche un pasto veramente completo. In una tipica giornata invernale fredda e umida, una zuppa come questa che mi accingo ad illustrare è un perfetto nutrimento per scaldare il corpo senza appesantirlo e sostentare l’anima nell’allegria delle feste Natalizie.
Le fibre solubili, trovate in grande quantità nelle lenticchie, formano come una specie di gel nel tratto intestinale che ingloba la bile contenente colesterolo che poi trascina fuori dal corpo; mentre le fibre insolubili, pur esse ottimamente presenti in questi legumi,  provvedono alla formazione e all’ammassamento fecale aiutando a prevenire eventuali costipazioni. Proprio poco meno di una dose di 250 grammi di lenticchie ben cotte contiene più di 15 grammi di fibra alimentare e circa 230 calorie! Le lenticchie sono anche un’eccellente fonte del raro molibdeno (che si trova principalmente  nelle cellule epatiche e favorisce il metabolismo di grassi e di zuccheri) e di folati (acido folico ovvero  vitamina B9, essenziale per la crescita e lo sviluppo umano specie del sistema nervoso centrale, dei nervi del cervello che la B9 aiuta sia nella crescita sia nel suo regolare funzionamento. Sembra anche provato scientificamente che l’acido folico anche aiuti e protegge nel prevenire alcuni tumori come quello dei polmoni, del colon e della cervice uterina e soprattutto aiuti a contrastare il lento declino della memoria associato all’avanzamento dell’età. Questa zuppa che vi presento e vi consiglio, seppur modificabile secondo i vostri gusti, è ricca di vegetali  quali carote, sedano, cipolle e pomodori, e  un utilizzo continuo di tali verdure ricche di antiossidanti associate a queste proteine delle lenticchie  aiuta anche ad evitare rischi cardiologici e cardiopatici.

Ingredienti per 5/6 persone:

Circa ½ kilo di lenticchie
3 carote
2  o 3 coste di sedano
1 bella cipolla grande
1 foglia d’alloro e del rosmarino
circa ½  kilo di pomodori freschi o pelati

2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
Sale e pepe q.b.
Aceto di vostra preferenza opzionale

 

Istruzioni:

1. lavare e mettere a bagno le lenticchie per almeno 3 ore ben coperte in acqua fredda con una foglia d’alloro. 

2. Mettere a cuocere le lenticchie in acqua fresca a fuoco medio/basso per circa 25 minuti finchè le lenticchie non diventino “al dente”.

3. Aggiungete le carote, il sedano e la cipolla e cuocete per altri 20 minuti circa parzialmente coperta finchè le carote non si siano intenerite.

4. Finalmente incorporate i pomodori pelati (o freschi ma prima schiacciati), l’olio d’oliva extra vergine, sale, pepe e un po’ di rosmarino e cuocete mescolando di tanto in tanto sempre a fuoco basso finchè non si formi una zuppa densa, cremosa e soffice: se necessario aggiungete acqua bollente per evitare che il contenuto si attacchi alla pentola. 

5. Se vi piace addizionate un po’di aceto balsamico prima di servire.


Nutrienti approssimativi per porzione
:
Calorie: 175.9
Proteine: 8.1 grammi
Lipidi: 5.8 grammi di cui 0,8 saturi, 3,8 monoinsaturi e 0,8 polinsaturi
Carboidrati: 25.2 grammi
Fibre: 8.7 grammi
 Calcio: 61.9 mg
Magnesio: 44.2 mg

Poi Vitamine A, B9, C ed E

Ma soprattutto 0 (dico zero!!!) colesterolo!

 

Auguri per un salutare e sereno 2012!

 
 
 

Buon Natale e Felicissimo Anno Nuovo 2012

Post n°25 pubblicato il 23 Dicembre 2011 da vitosideb
 
Foto di vitosideb

Tantissimi auguri a tutti, sperando che questo prossimo anno sia ricco di prosperità e salute!

 
 
 
 

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