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introduzione caso sandro marcucci

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manifesto con cui diciamo che lo Stato è ogni cittadino e proseguiamo la nostra battaglia per le vittime del potere‏

Post n°315 pubblicato il 17 Maggio 2011 da laura561

“Finché il sangue dei figli degli altri varrà meno del sangue dei nostri figli, fin
quando il dolore degli altri per la morte dei loro figli, varrà meno del nostro dolore
per la morte dei nostri figli, ci sarà sempre qualcuno che potrà organizzare stragi

in piazze, banche o stazioni, su treni o su aerei, con bombe o missili, con la certezza di rimanere impunito.
 
 
Noi dobbiamo diventare “familiari” di ciascuna vittima, per poter sostenere la
ricerca di Verità e Giustizia per loro con la stessa determinazione dei loro parenti
naturali, ma con in più la nostra freddezza e competenza professionale che ci
impedirà di cadere nelle trappole che i responsabili costruiscono sulla scarsa
conoscenza dei familiari naturali delle metodiche e degli strumenti con cui si
realizzano le stragi.
Vedi, Mario, noi che diciamo di aver giurato di essere pronti a dare la vita per la
sicurezza di ogni Cittadino, e che abbiamo così tanto bisogno della retorica
dell’eroismo e della celebrazioni dei combattenti caduti in battaglia, senza mai
analizzare con che animo e con quali motivazioni e da che parte essi stessero
combattendo, e se fosse più o meno giusto ciò per cui combattevano, come
potremo essere ancora credibili in questa rivendicazione presuntuosa di coraggio e di eroismo se non siamo disponibili non dico a mettere in gioco la vita, ma neppure la sicurezza di un posto, una poltrona, un grado ed una carriera, o la stessa serenità delle nostre famiglie, di fronte alle criminali ingiustizie che si compiono davanti a noi con la pretesa dell’impunita’ e del nostro complice ed omertoso silenzio?
Certo, noi abbiamo dato molto e pagato già molto, ma è proprio per regalare ai
nostri figli almeno il senso della dignità di ciò che li abbiamo costretti a pagare a assieme a noi, quello che oggi può dare senso a quanto abbiamo messo in gioco
finora e che abbiamo perduto.
Forse abbiamo diritto di ritirarci, ma allora dobbiamo archiviare anche la nostra
presunzione di maggiore nobiltà rispetto ai nostri comandanti, ai funzionari di
apparato, ai politici ed ai pezzi delle istituzioni che collusero con la devianza, ai più pavidi tra i colleghi che ci lasciarono soli, ai cittadini che pur consapevoli del
rischio delle nostre battaglie non ci hanno mai pienamente accolto e riconosciuti.
Se ci ritiriamo ora non siamo migliori di loro, perché come ciascuno di loro
avremmo messo un limite ai prezzi che siamo disposti a pagare, ed allora quelle
affermazioni così orgogliose con cui dicevamo “costi quello che costi” non
avrebbero più senso.
Io ho solo bisogno di sapere, e di saperlo ora, se dovrò essere solo nella mia
ricerca o se saremo ancora insieme, anche se sono perfettamente cosciente che
quello che ti sto chiedendo e’ di dare un calcio ad una serenità faticosamente
riconquistata, forse, e di mettere in gioco la vita, e Dio non voglia, la sicurezza
anche dei nostri cari.
Sei libero di scegliere, ma non di tergiversare ancora, amico mio.
 
Mario Ciancarella riprese a lavorare con Sandro marcucci e terminarono la loro controinchiesta sulla strage di Ustica che sta al link:

http://www.strageustica.altervista.org/IMPOSSIBILE%20PENTIRSI%20ebook.pdf




Laura Picchi Associazione antimafie Rita Atria

 
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