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caso Marcucci e Lorenzini ripubblicato articolo il Tirreno cronaca di Massa anche in cronaca Pisa e Pontedera
Post n°1494 pubblicato il 12 Agosto 2014 da laura561
Caso Marcucci, depositata la superperizia PISA Un faldone di centinaia di pagine e un dvd, che è una sorta di film dell'orrore, sono in possesso della Procura di Massa Carrara per essere analizzati e dare risposta all'interrogativo sulla morte di, Sandro Marcucci e Silvio Lorenzini, precipitati con il loro aereo a Campocecina, il 2 febbraio del 1992. Un incidente si disse all'epoca (secondo perizie, l'aereo finì a terra e si incendiò), un omicidio, invece, per i familiari delle vittime e per l'associazione antimafia Rita Atria. Si torna a parlare della strage di Ustica e dell'incidente aereo che coinvolse Sandro Marcucci, ex colonnello pilota di 47 anni, originario di Latina, ma residente a Pisa, e Silvio Lorenzini, avvistatore, 51 anni: l'inchiesta fu riaperta l'anno scorso con la riesumazione dei resti dei due, dopo che l'associazione Rita Atria sostenne, in un esposto ai magistrati, che «Marcucci era stato ucciso, forse da un ordigno al fosforo, perché in possesso di informazioni importanti sulla strage di Ustica». In pratica nell'esposto veniva contestata tutta la ricostruzione della caduta del velivolo e si parla tutt'oggi di uno «strano incidente che, verosimilmente, potrebbe essere attribuito a un attentato attuato con un ordigno al fosforo posto nel cruscotto del velivolo». Secondo l'esposto e nell'ambito della strage di Ustica, avvenuta il 27 giugno 1980, in cui persero la vita tutti 81 tra equipaggio e passeggeri e le cui cause non sono ancora state chiarite (si parlò di un coinvolgimento internazionale, in particolare francese, libico e statunitense), Marcucci avrebbe avuto notizie sul decollo di un Mig libico da un aeroporto italiano e avrebbe dovuto testimoniare a riguardo, ma non fece in tempo; il suo nome quindi sarebbe da inserire tra quelli delle persone morte dopo Ustica in circostanze non chiare. Oggi i professori della Medicina Legale La Sapienza di Roma incaricati dal magistrato, hanno terminato le loro indagini e racchiuso in una articolata perizia il risultato di quanto scoperto analizzando i resti ossei dei due piloti. C'è anche un dvd, che il sostituto procuratore Vito Bertoni dovrà guardare attentamente, che parte proprio dalle manovre di riesumazione e registra tutte le fasi dell'autopsia sui pochi resti rimasti. Una specie di film dell'orrore che potrebbe però far arrivare ad una svolta nell'inchiesta. Il fascicolo è arrivato a fine luglio sulla scrivania del procuratore capo Aldo Giubilaro che riaprì l'inchiesta sulla duplice morte e la Procura spera di riuscire per l'autunno a formulare un giudizio. Due gli scenari possibili: archiviare il tutto e dichiarare che si sia trattato di un incidente, oppure passare l'intero fascicolo all'Antimafia di Roma. È tutto da accertare, ci si muove però ipotizzando il reato di omicidio in un modo apparentemente semplice: se c'è stata un'esplosione nella cabina del Piper della società Transavio di Milano, allora dovrebbero ancora trovarsi tracce di fosforo nelle ossa. Non è così immediato, però, spiegano dalla Procura: la perizia non è facile da leggere, i risultati non saranno così palesi e bisognerà pesare attentamente ogni singolo dato. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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