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Il pm Bertoni rilascia dichiarazioni sul caso Marcucci e Lorenzini ai giornalisti de la Nazione
Post n°1512 pubblicato il 17 Settembre 2014 da laura561
In riferimento all'articolo apparso sulla Nazione in data odierna, non intendiamo rilasciare alcuna dichiarazione rinnovando la nostra fiducia alla magistratura della Procura di Massa. Il Direttivo Ass.Antimafie "Rita Atria"
Il pm Bertoni rilascia dichiarazioni sul caso Marcucci e Lorenzini ai giornalisti de la Nazione. Eccovi l'articolo: http://www.lanazione.it/massa-carrara/campocecina-inchiesta-1.217361 Carrara, 17 settembre 2014 - “CI SONO spunti investigativi interessanti nella perizia sui corpi di Marcucci e Lorenzini morti dopo essere precipitati con un aereo antincendio a Campocecina nel 1992, per cui l’inchiesta va avanti”: il pm Vito Bertoni non aggiunge altro sul delicato caso che ha sempre lasciato un alone fitto di mistero. “Non ci sono indagati — ha precisato il magistrato che sta vagliando attentamente la perizia — ma c’è la necessità di ulteriori approfondimenti”. Da quanto si capisce, il magistrato non ha certo accantonato l’ipotesi dell’attentato, dell’ordigno al fosforo che secondo, alcune ipotesi, sarebbe stato piazzato nel cruscotto del Piper poi esploso in volo e precipitato senza lasciare scampo al pilota Alessandro Marcucci, morto sul colpo e all’avvistatore Silvio Lorenzini che spirò qualche tempo dopo all’ospedale di Genova. La perizia è stata depositata circa un mese fa e ha preso in esame i resti dei due piloti. Per l’associazione Antimafia “Rita Atria”, che ha fatto riaprire le indagini con un esposto, non si trattò di un incidente, ma di un duplice omicidio legato alla strage di Ustica. Il 2 febbraio 1992 i piloti Alessandro Marcucci e Silvio Lorenzini a bordo di un velivolo anti-incendio si schiantarono in condizioni di ottima visibilità sulle montagne di Carrara dopo essere decollati dall’aeroporto del Cinquale a Montignoso. Alcune ipotesi investigative affermano ora che all’interno del cruscotto dell’aereo fosse presente una bomba e quindi l’aereo non fosse caduto a causa di una manovra azzardata, come invece archiviato nella prima inchiesta. Da marzo del 2013 la procura di Massa ha riaperto il caso con l’ipotesi di reato di omicidio contro ignoti, grazie alle pressioni di associazioni antimafia. Un elemento che fa propendere per l’ipotesi dolosa è che Alessandro Marcucci era un ex pilota dell’aeronautica militare coinvolto come testimone nell’inchiesta per la strage di Ustica.
di Guido Baccicalupi
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