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Tele Santana: Santana Natura, con il professor Ilov Disgáim.

Post n°401 pubblicato il 29 Novembre 2015 da Santajusta_Cultura

HO HO HO (saluto onomatopeico del professore)!

Vi presento, oggi, un mammifero antropomorfo, la cui recente diffusione nel territorio dell'Arcipelago ha interessato gli esperti di tutto il mondo, divisi tra l'allarme e un certo divertimento. Sto parlando del gibbone telecranico.

 

Come si è detto dell'Uomo di Neanderthal, lo incontriamo sulla metropolitana e non lo distinguiamo da un homo sapiens particolarmente sgraziato. I primi esemplari sono stati avvistati nella terra di mezzo tra le campagne e le borgate circostanti Breña alla fine degli anni settanta del secolo scorso; essi si distinguevano dagli esseri umani poiché non dotati di favella, ma capaci solo del loro caratteristico richiamo: "KanaleTchinkueeeee". Si è scoperto poi che il gibbone telecranico sa imitare vari suoni, naturali e non. Ma, insediandosi soprattutto negli agglomerati urbani, è attratto dalla luce bluastra dei televisori (di qui il nome scientifico Hylobates Berlusconeus) e, dalle immagini di ogni genere, mutua comportamenti e un rozzo linguaggio, il che ha consentito il sorgere di un'ipotesi da vagliare attentamente: si tratta di scimmie evolute o di esseri umani involuti?

 

A mio avviso, la ricerca non ha ancora raggiunto risultati tali da propendere per l'una o l'altra alternativa, e raccomando prudenza e rispetto, che dobbiamo a tutti gli esseri viventi. Purtroppo, il gibbone telecranico viene spesso catturato da mascalzoni bracconieri armati di schermi giganti, che lo rivende per servizio ed ornamento di magnati, industriali e, come negarlo, produttori televisivi.

 

È una catastrofe ecologica: il gibbone, grande imitatore, arriva a convincersi di essere come il suo padrone e ne mutua costumi e modi di fare. Lo spettacolo, da divertente, dopo un po' diventa esasperante, per tutti, tranne che per il padrone.

 

Nessuno, finora, ha studiato i Gibbone in branco; alcuni naturalisti hanno filmato raccapriccianti scene di competizione all'ultimo sangue e all'ultima nocciolina; ma non accumulano arachidi e altro cibo per nutrirsene, bensì per dimostrare agli altri esemplari di essere più forniti: di qui un argomento a favore dell'involuzione dell'homo sapiens e non dell'evoluzione della scimmia.

 

Oscuri sono anche i rituali di accoppiamento di questi nostri quasi simili. I naturalisti più arditi, che hanno osato incontrarli e filmarli nella vita sociale, non hanno avuto il coraggio di spingersi nelle loro grotte. I maschi, in branco, inscenano molto spesso prodezze, e le femmine, che restano sempre a distanza, apprezzano timidamente, forse per tema di rappresaglie. Ma si ignora se questi rituali viriloidi trovino compimento nel buio della notte.

 

Gli scienziati non disperano, vista la moltiplicazione dei gibboni negli ultimi quarant'anni: non passa giorno che, nelle nostre città, non si subiscano aggressioni da uno di loro, fortunatamente innocue, salva l'orticaria da contatto. Molti progressi si sono fatti e si faranno nei prossimi anni, anche nell'organizzazione di una civile convivenza; non certo quella auspicata dal governo, che, dopo il monopolio del gioco d'azzardo, ha rilasciato la licenza per l'apertura di uno zoosafari sull'intero territorio di Breña, che vanta le specie più interessanti e variate. Si illude così di assicurare entrate con la vendita dei biglietti ai turisti del mondo intero. Ma non gli è bastata l'esposizione universale?

 

Nella prossima puntata parleremo dell'osteolemo religioso, piccolo coccodrillo d'insolita vitalità e notevole invadenza. E ricordate: la vita è dura, fuori dalla natura! HO HO HO!

 

© 2015 Pavia Malandra

 

 
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