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L'autunno del generale*

Post n°159 pubblicato il 04 Dicembre 2006 da santaguero
 

"Se visitate il Cementerio General di Santiago, in Cile, vi troverete un ampio monumento di granito che ne cinge su un lato la periferia: si tratta di un muro della Memoria, eretto nel febbraio del 1994, pochi anni dopo il ritorno della democrazia nel mio paese. La superficie di pietra reca incisi tantissimi nomi, oltre 4000: tutte quelle persone sono morte per mano delle forze di sicurezza del generale Augusto Pinochet, sotto la sua dittatura che si protratta dall'11 settembre 1973 all'11 marzo 1990. Accanto ai nomi di 1002 uomini e donne manca la data di morte: quelli sono i desaparecidos, gli scomparsi a cui i familiari non hanno potuto dare sepoltura.
Le iscrizioni non occupano tutta la superficie del muro: su un lato gli scalplellini e gli architetti hanno lasciato un'enorme lastra di pietra, prevedendo che quello spazio sarebbe risultato necessario per incidervi i nomi delle altre vittime( ... )
Il monumento cileno non comprende i nomi di coloro che hanno perso il posto di lavoro, la casa, la previdenza sociale e la pensione in seguito al colpo di stato del 1973: si stima che oltre un milione di persone abbia conosciuto questa sorte: Né comprende gli abitanti delle baraccopoli che, notte dopo notte, sono stati rastrellati da pattuglie, picchiati, costretti a rimanere sull'attenti, nudi, in un campo di calcio mentre, al di là delle luci abbaglianti, le loro mogli e madri e i loro bambini erano costretti  ad assistere alla scena.
Non vi compaiono nemmeno i nomi degli esuli e degli emigranti, quasi un milione di persone, vale a dire all'incirca un decimo della popolazione cilena, che hanno lasciato il paese all'epoca del golpe dei militari ( ... )
No quel muro non accoglie i nomi delle centinaia di migliaia di persone torturate e poi sopravvissute, e non riporta nemmeno i loro ricordi".

* di Ariel Dorfman

Sono 33 anni che attendo... ora mi dispiace solo che all'inferno ci arrivi dal suo letto

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Commenti al Post:
VegaLyrae
VegaLyrae il 04/12/06 alle 21:26 via WEB
Fu un altro 11 settembre, certamente meno urlato alla ribalta delle cronache dei paesi occidentali.
Ricambio la visita e il bacio :o)
 
 
santaguero
santaguero il 04/12/06 alle 22:17 via WEB
lo ricordo ancora... avevo tredici anni ed era il mio primo anno alle superiori...quell'11 settembre non fa testo perchè fu portato a compimento dai cosìdetti esportatori mondiali di democrazia...un bacio
 
magdalene57
magdalene57 il 04/12/06 alle 21:33 via WEB
mi ricorda un monumento simile innalzato nella mia città, dedicato ai partigiani morti., su pareti di pietra sono scolpiti dei nomi di uomini e donne. ma alcune pareti sono liscie. andrebbero aggiornate, se non si avesse paura di chianare le cose con il loro nome.
 
 
santaguero
santaguero il 04/12/06 alle 22:20 via WEB
A Santiago i familiari delle vittime della dittatura (una delle più feroci dell'america latina) hanno ancora (e comprensibilmente) paura delle eventuali ritorsioni da parte dei militari, per questo non scrivono i nomi dei loro cari... un abbraccio viandante tosta
 
amoildeserto
amoildeserto il 04/12/06 alle 21:39 via WEB
Festeggiare è giustizia! Mi è capitato di leggere il pentimento scritto lo scorso anno dalla giornalista cilena Maria Angelica de Luigi, una delle firme più note ... una pesante autocritica, che non ridarà la vita a nessuno, ma che da poche altre parti è giunta: «Sognavo cose semplici: tenerezza, un po' di erotismo, una casetta, un buon collegio per mio figlio... I miei desideri: scrivere bene, fare domande intelligenti, mettere in imbarazzo i miei interlocutori... Qualcuno, dentro El Mercurio, ha forse pensato di fare un reportage nei centri di tortura della Dina? Nessuno, nemmeno io. Non posso accusare nessuno. Non sono mai stata censurata: Ero un cane fedele. E durante quel periodo c'erano cilene a cui veniva sfondata la vagina con animali, bottiglie, elettricità, pugni; e venivano ammazzati bambini e genitori. Nello stesso momento, io leggevo le favole a mio figlio, avevo una relazione, andavo in spiaggia con i miei amici giornalisti. Chiedere perdono a tutti, a nessuno? Preferisco personificare: io chiedo perdono a te Olivia Mora, alla giornalista che portava la bandiera di Allende, a te, la donna di sinistra che si è giocata la vita per la causa senza cadere nei settarismi. Tu non hai mai pensato di uccidere qualcuno, ma volevi realizzare la giustizia sociale... Olivia, perdonami, perché non ho fatto niente per rompere quella catena di orrore che ha portato via uno dei tuoi figli».
 
 
santaguero
santaguero il 04/12/06 alle 22:23 via WEB
a volte veramente (ed è questo il caso) l'orrore reale supera di gran lunga quello finto...un abbraccio forte
 
XafterglowX
XafterglowX il 06/12/06 alle 10:46 via WEB
grazie... :)
 
 
santaguero
santaguero il 06/12/06 alle 11:14 via WEB
e de che...
 
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