Creato da santaguero il 19/10/2004

Viandando

il cammino si fa camminando

 

 

Quante volte si muore?

Post n°144 pubblicato il 06 Ottobre 2006 da santaguero
 
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Dottore quante volte si muore in una vita?
Una sola volta ovviamente
E lei perchè vuole farmi morire tutti i giorni?
Angela è dritta come un fuso a dispetto delle sue ottantaquattro lune. E dagli occhi color del cielo saetta domande che colpiscono in pieno lo spaesato uomo di mezz'età compunto nel suo camice bianco. Per troppo tempo ha vissuto cucendo abiti su misura per mogli di filosofi. Non lavora più da anni, ma ora sa confezionare parole con certosina maestria. Le misura, le pesa e le cuce in frasi a cui è difficile trovare alternative.
Va bene le metterò a posto il suo cuore ballerino e le sue arterie chiuse al traffico, dice con un sorriso di ammirazione il camice bianco.
Angela ha gli occhi umidi dall'emozione. Sa benissimo che si muore una sola volta. Ma che questa volta non toccherà  a lei. Almeno per il momento. Si guarda allo specchio. Si prepara. Si fa bella per il gran giorno in cui rinascerà. Ancora una volta.

Oggi è giusto un mese che sono stato partorito nuovamente. Questa volta da una macchina che mi ha covato per otto lunghe ore. Come Angela (che ha rischiato molto più di me) sono ancora qui. Forse solo perchè la data di scadenza mi ha concesso ancora del tempo... Ad Angela e alle donne che non si arrendono mai, va da allora il mio pensiero di piccolo uomo e la gratitudine per avermi inconsapevolmente insegnato tante cose.

 
 
 

Un' ombra in cammino

Post n°143 pubblicato il 02 Ottobre 2006 da santaguero
 
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Son tornato con la mia nuova meccanica di precisione. Problemi di cuore matto? Zac, zac, stump, apri, scuci, cambia, cuci cuci. Due giorni di rianimazione. I piedi malfermi che cercano la terra e forse la certezza del passato. L'aria frizzante delle albe rubate al sonno. Un mese di attenzione e poi... E'  già passato quasi, mancano appena 4 giorni. Già quattrogiorni per ritornare al passato, ma questa volta con tanto di forbici e piedi ballerini. Talvolta gli spartiacque servono a carpire i sensi del cammino e soprattutto i compagni di viaggio per le nuove avventure.

 
 
 

Hasta luego

Post n°142 pubblicato il 02 Settembre 2006 da santaguero
 
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Giusto sette giorni di pausa. Domani di buon mattino riparto. Questa volta, a differenza degli altri viaggi, era già stato programmato da oltre 50 giorni. Ad attendermi (un'altra novità), tra il mare ed i primi contrafforti prealpini,  ci sarà un amico che ama vestirsi di bianco. Sarà la mia guida a cui il destino, probabilmente scritto da mano anonima 29 anni fa, ha affidato il mio programma di viaggio. 
A tutti coloro che sono passati di qui con affetto e con passo lieve lascio un abbraccio, un bacio, un arrivederci e una poesia di Jacques Prévert. Non la conoscevo, mi è capitata per caso tra le mani e, come tutte le cose belle, credo che sia giusto goderne insieme...

Su una spiaggia deserta
una tartaruga capovolta
accanto una glessidra
Nessuno che li possa rovesciare

Tartaruga
la tua ultima ora
nessuno la conterà.

A presto...

  

 
 
 

A vele spiegate

Post n°141 pubblicato il 28 Agosto 2006 da santaguero
 
Foto di santaguero

I capelli  arsi dalla salsedine sono scompigliati dal vento di tramontana. Il sorriso è spiegato e lo sguardo fa capolino dagli occhiali neri. Un corpo esile avanza a passo macilento tra i pontili galleggianti del porticciolo di Palau. Si ferma a qualche passo dall'uomo in pantaloncini ed indica una barca a vela azzurra. Le mani si stringono per suggellare il patto e le riserve dell'uomo inspiegabilmente si vaporizzano come la nebbia al primo sole.
Tiziana noleggia la sua perizia di navigante per pagare il suo sogno di libertà. A volte la vita si può confinarla anche in poco più di 12 metri di lunghezza, ma poi la porti a spasso tra i sette mari con la leggerezza della brezza marina.
Tiziana sorride anche quando due ospiti le danno buca per il timore, mai confessato, di affidare le loro preziose esistenze ad una donna.
Perdona loro che non sanno quello che si perdono.
Con i suoi occhi vispi racconta di quando ha lasciato casa e certezze per andare a vivere su di un barcone ancorato sul Tevere. Di quando, a Palau, ha incocciato il suo sguardo su di un marinero argentino che si è impossessato del suo cuore. Per un anno ha solcato i mari, con la nostalgia di un amore mai vissuto, alla ricerca di un porto da cui ripartire. Via con il vento, che, quando meno te lo aspetti, ti riporta  tra i piedi ballerini la passione. La vivi senza rete, ma in giro per Brasile, Venezuela ed Argentina. Ha il sapore del mare ed il colore del cielo. Poi finisce e si trasforma perchè nulla in questa vita è eterno.
Tiziana ha gli occhi neri e lo sguardo allegro. Solca i mari con la leggerezza dei sogni di primo mattino. Come le stelle, se la segui, ti aiuta a vedere il mondo attraverso lo specchio dell'anima bambina. 

 
 
 

Viandare pallido ed assorto

Post n°140 pubblicato il 19 Agosto 2006 da santaguero
 
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Un'amica  mi ha rapito e mi ha condotto in Sardegna per un bel po', giusto il tempo necessario per riassaporare di traverso il gusto del viandare. Le sono grato per avere ospitato anche l' appucundria che mi porto appresso come compagna.
Un serioso signore vestito di bianco si raccomandò più di un mese fa di non stancarmi troppo. Spesso non l'ho ascoltato. E  ne sono felice. Tra qualche ora parto per Minorca. Mi tocca una vacanza di tutto riposo. Almeno nelle intenzioni. Al ritorno mi piacerebbe scrivere di Tiziana che solca i mari con la leggerezza con cui viaggia dentro la sua anima fatta di sogni di bambina. Gli aborigeni credono che ogni umano conservi dentro di sè una parte dell'universo. Nel viandare senza meta,  può capitare di incrociare i passi e, attraverso il canto,  raccontarsi a vicenda pezzi della storia del mondo. A chi è in viaggio, a chi resta e passa per questa modesta locanda, un abbraccio ed un arrivederci a presto... 

 
 
 

Borges, ti voglio bene

Post n°139 pubblicato il 20 Luglio 2006 da santaguero
 
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Arrivare tardi è un gesto di cortesia, perchè se tutti si comportano così è più comodo e nessuno mette fretta agli altri. L'elogio dell'intalliamento viene da Jorge Luis Borges, uno dei più grandi conservatori che giocava con le rivoluzioni. Lo straordinario mago delle parole (e non come credeva il preside della mia facoltà pronto ad identificarlo con un tennista svedese) riabilita dall'aldilà la mia inconsapevole e proverbiale arte del ritardo ingiustificato. Ed è così che anni di pietose scuse e di tremendi cazziatoni sono stati finalmente riscattati da un punto di vista anche teoretico.
Sono un viandante estremamente cortese. Il problema sarà convincere le mie innumerevoli vittime passate. presenti e future che solitamente vantano nei miei confronti crediti temporali da brivido. A loro dire se li riscuotessero avrebbero da vivere abbondantemente una nuova adolescenza da spendere in un'auspicabile ennesima esistenza. Comunque sia, a loro va il mio incondizionato perdono ed affetto. Ovviamente cortese.

 
 
 

Chi vuol essere lieto sia del domani non v'è certezza

Post n°138 pubblicato il 18 Luglio 2006 da santaguero
 
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Tenera è la notte. Da qualche minuto il colore rosso si è avvizzito tra i  silenzi dell'azzurro scuro fino a miscelarsi, senza alcun dolore, in un blu cobalto dalle venature sgargianti. Non siamo ai Tropici, ma lo sguardo comunque si abbandona verso l'orizzonte nonostante il frenetico traccheggiare dei motorini e le moine esagerate dei passanti. Ore 21 circa, con i piedi appapagnati sulla sedia rincorro i dubbi sul futuro. Passano appena 10 minuti e con la consueta vena di sana follia mi dico: "dopodomani parto per Palmarola"... della serie il lupo perde il pelo, ma non il vizio!!!

 
 
 

Viandando ancora

Post n°137 pubblicato il 09 Luglio 2006 da santaguero
 
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Ho preso il passaporto, controllato i biglietti e preparato la valigia. Tutto a posto. Già tutto a posto. Almeno fino ad ora. Domani parto, ma non per viandare. Mi fermo presto. Appena nel profondo nord, a metà strada tra il mare e i contrafforti alpini. Dicono che al mio cuore essiccato bisogna fare un po' di manutenzione perchè ha vissuto troppe cose, belle e brutte. E' il prezzo che ogni viandante talvolta deve pagare. Un ritocco qui, un'inezione di linfa vitale lì, qualche ammaccatura da riparare e una controllatina al sistema di alimentazione. Ecco tutto. Meccanici, carrozzieri e carburatoristi lo rimetteranno a nuovo in vista delle future frontiere da attraversare. Perchè al viandante non si può chiedere mai di fermarsi, morirebbe...
Un abbraccio vigoroso agli irriducibili ospiti di questa modesta locanda, a chi resta e a coloro che sono già partiti per terre assai lontane...

 
 
 

La maledizione del viandante

Post n°136 pubblicato il 06 Luglio 2006 da santaguero
 
Foto di santaguero

Un' incredibile coperta di stelle veglia sugli ultimi vagiti di un falò. D'inverno, nel cielo d'Africa a riscaldare i cuori solitari ci pensa una luminescente nube di Magellano che si spalma tra i miliardi di puntini intermittenti. Alle notti senza luna a sud del Tropico del Capricorno è difficile rinunciare. Si resta attoniti a rimirare l'estrema bellezza del caos. Le costellazioni si destreggiano tra infinite luci tremebonde, mentre il ruggito del leone insegue il silenzio della savana. Tra le mani la tazza piena di caffè tarda a svuotarsi ed i pensieri si rincorrono disordinatamente senza soffermarsi. La brace di una sigaretta appena accesa illumina i volti impolverati. Gli occhi si fanno piccoli per scrutare nell'oscurità. Il cuore si ammansisce al cospetto dell'immensità. Una strana calma si impadronisce dell'animo irrequieto. Maledette siano le notti a sud del Tropico del Capricorno, una volta vissute non ti fanno mai tornare a casa anche quando ci sei. Da tanto. Da troppo tempo. 

 
 
 

La frontiera scomparsa

Post n°135 pubblicato il 27 Giugno 2006 da santaguero
 
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E' triste ammettere che forse si dovranno appendere zaini e valigie al chiodo. Forse per lungo tempo. Forse per sempre...
E'  giunto il tempo di mettere la sordina all'artretica e di legare le ali dei piedi...
Non riesco ad immaginarlo, ma so già che avverrà e non sarà facile...

 
 
 

Il futuro viene dal passato

Post n°133 pubblicato il 18 Giugno 2006 da santaguero
 
Tag: asia
Foto di santaguero

Dieci tavoli in un giardino al sapore di gelsomino. Disperso tra le viuzze di Jogjakarta un warung illuminato da fioche luci bianco latte annunciò la sua presenza a cinque stranieri venuti da lontano. In un angolo più appartato, con lo sguardo perso nei ricordi, una giovane viandante sedeva con le gambe accavallate. Con fare dirompente narrava alla moleskine i suoi incontri. Passai la sera in silenzio osservandola. Non era bella, ma inquietante. Mostrava il futuro di lupo solitario ad un viandante ignaro.

 
 
 

La mia prima volta

Post n°132 pubblicato il 15 Giugno 2006 da santaguero
 
Tag: asia
Foto di santaguero

La luna fende i marosi con la sua spada d'argento. In lontananza il baluginare delle onde si infrange sull'immobile barriera corallina. Le notti a Bali sanno essere dolci come gli umani che la vivono da millenni. Il vento di ponente agita i drappi delle bandiere. Ed il suono delle canne di bambù colora la cantilena dei pescatori al lavoro. A volte la felicità si presenta come un brivido di piacere che attraversa la schiena del viandante alle prese con una sigaretta da accostare alla fiammella di un accendino esausto...

 
 
 

La misura del mondo

Post n°131 pubblicato il 13 Giugno 2006 da santaguero
 
Foto di santaguero

Forster era circondato da un alone di malinconia simile ad una nebbia sottile. Disse di aver visto troppo. Di questo parla anche l'allegoria di Ulisse e le sirene. Non serve a niente farsi legare all'albero maestro. Anche chi torna indietro non si riprende mai dalla vicinanza dell'estraneo.
Humboldt disse che anche lui voleva viaggiare.
Forster annuì. E' un desiderio che provano in tanti, disse.
E tutti se ne pentono.
Perchè?
Perchè non si ritorna mai.

(Daniel Kehlmann, La misura del mondo)

 
 
 

Il safari del viandante

Post n°130 pubblicato il 27 Aprile 2006 da santaguero
 
Tag: africa
Foto di santaguero

Safari in Swahili significa essere in viaggio, non essere presenti a se stessi, ma alla ricerca di una propria identità. Per i popoli nomadi di mare e di terra dell'Africa Orientale era il sale dell'esistenza. Per gli occidentali significa solo vivere un'avventura a contatto con la natura aspra e selvaggia della savana. Una riduzione di senso combattuta spesso a colpi di fucile con il solo scopo di conservare nel salotto di casa un macabro trofeo.
Mi sento da una vita un Africano... forse troppo...

 
 
 

La macchina della verità

Post n°129 pubblicato il 14 Aprile 2006 da santaguero
 
Foto di santaguero

Lei biondina, capelli a caschetto ed un nome da romanzo russo. Lidia si ferma al riparo dalla pioggia a pochi passi dalla battigia di Mondello. Chiama a raccolta i suoi colleghi di lavoro con poche parole, questa volta stranamente dolci. Di fronte a lei c'è una di quelle assurde macchinine che misurano la sessualità dei gonzi. L'invito a giocare non ammette repliche.
Inizia Luciano, prestante prof di educazione fisica con propensione al villaggio-vacanze-tutto-compreso. "Pesce lesso", è il responso accolto con molto dispiacere.
Tocca a Santaguero, prof di geo con l'attitudine a falso magro. Ed ecco che dalla macchinetta infernale spunta, tra le risate generali la scritta "frigido".
Le mani sull'incavo della versione moderna della Sibilla cumana si susseguono. Antonio, esile ed emaciato, è "bomba sexy"; Giannino, che di bomba ha solo la statura, "sexy"; Marilena; carina e simpatica, è "tiepida".
Lidia si guarda intorno con circospezione, appoggia la sua mano sinistra sulla plastica del quadrante. Pigia forte. La macchina diventa rossa. E dopo uno sfavillio di luci ad intermittenza emette il suo verdetto: "arrapatona".
"Mi è duro ammetterlo, ma questo strumento del demonio dice la verità", sentenzia con voce sommessa Luciano. Il suo viso è rosso, ma dallo sforzo di affogare una risata a crepapelle. Lidia lo guarda. Con dolcezza. Intorno si fa il vuoto. Resta solo l'eterno gioco degli opposti.

 
 
 

I trombati ed i salvati

Post n°128 pubblicato il 13 Aprile 2006 da santaguero
 
Foto di santaguero

Solo il grande Dumas poteva permettersi il lusso di riprendere le sue storie vent'anni dopo con la freschezza del giorno prima. Il viandante certo che no.
Giusto un mese. Trenta giorni passati in fretta, ma non inutili. Venti milioni di coglioni hanno fatto rotolare via il presidente-magliaro e non è poco. I simboli si sa sono sostanza. E se la Pasqua è l'icona perfetta della resurrezione, questa volta destinati ad un nuova vita sono gli Italiani per anni inchiodati alla croce. Auguri!!!

 
 
 

Le intermittenze

Post n°127 pubblicato il 13 Marzo 2006 da santaguero
 
Tag: europa
Foto di santaguero

Non c'è nulla da fare.  La puoi dimenticare, ma lei è lì a ricordarti che esiste e che non la puoi cancellare. Sarà forse che è stata la prima ad essere vittima della mia emozione.  Cambiano le situazioni e le compagnie, ma mi accoglie sempre con lo stesso fascino. In qualunque stagione della mia vita. Bella, scintillante, misantropa, soggiogante, lasciva o riservata, come un' amante, dà il meglio di sè quando non la frequenti da tempo.  E di lei ogni volta che la ritrovo mi piacciono sempre le stesse cose. Mi perdo e ci ritorno. Di lei amo soprattutto le sensazioni forti che mi offre. Come se fossi vissuto con il solo scopo di frequentarla.
A Parigi non c'è tempo che tenga. Passeggio in compagnia di Renoir o di Matisse. Mi nutro delle visioni dionisiache di Verlaine e parlo con Sarte ai tavolini del caffè Deux Magots. A Parigi non sono andato mai da solo. Ma a nessuno ho rivelato che tra San Germain de Pres e il pont des Art e tra le viuzze del Marais, il cuore corre come un puledro imbizzarrito. Da vent'anni faccio finta che sia un problema di allergia da paretaria.

 
 
 

Prove tecniche di evasione

Post n°125 pubblicato il 22 Febbraio 2006 da santaguero
 
Foto di santaguero

Sette giorni...e poi ritorno!!!

Questa volta viando per lavoro, ma comunque ammazzo l'artretica...

Un abbraccio a chi resta...

 
 
 

La piazza perduta

Post n°124 pubblicato il 16 Febbraio 2006 da santaguero
 
Foto di santaguero

Le luci al neon, i giardini spelacchiati ed una vasca senza pesciolini rossi che tracima acqua. Un silenzio irreale appena interrotto dai singhiozzi del fiume di liquido melmoso che si aggrega lungo le stradine laterali. Un tempo era un luogo in cui si raccontavano i sogni. I nostri sogni. Quelli che nascondevano una realtà fatta di sconfitte e di noie quotidiane. All'ombra dei pini fremevano i preparativi per i viaggi. Niente fermava la macchina degli incontri. Freddo, pioggia, caldo ed umidità ne facevano comunque l'ombelico sordido del nostro piccolo mondo. Scendevi da casa e sapevi di trovare qualcuno con cui viandare. A volte erano rapidi passaggi. Altre volte lunghe soste per non decidere nulla. La amavamo con odio viscerale, ma era il nostro unico agorà. Da anni è deserta. Della scalcinata combriccola non è rimasto più nessuno. A riportarla in vita ogni tanto è il freddo trillo di un gsm.

 
 
 

Viandando

Post n°123 pubblicato il 15 Febbraio 2006 da santaguero
 
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Viaggiare non vuol dire soltanto andare dall'altra parte della frontiera, ma anche scoprire di essere sempre pure dall'altra parte.

(Claudio Magris)

 
 
 

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Muriel Barbery, L'eleganza del riccio, Eizioni E/O

Gabriel Garcia Marquez, L'Amore ai tempi del colera, Mondadori

Lucia Annunziata, 1977, Einaudi

Ryszard Kapuscinski, L'altro, Feltrinelli

Khaled Hosseini, il Cacciatore di aquiloni, Piemme

Giovanni Moro, Anni Settanta, Einaudi

Bruno Arpaia, Per una sinistra reazionaria, Guanda

Alberto Filippi e Paolo Collo (a cura di), Guevariana, Einaudi

Juan Rulfo, Pedro Pàramo, Einaudi

Marco De Marco, L'altra metà della storia, Guida

Umberto Galimberti, L'ospite inquietante, Feltrinelli

 

LO SCASSINATORE DELLE PAROLE

E' difficile scrivere?                                                                    immagine

No niente affatto.

Tutto quello che occorre è un perfetto orecchio,  

un'intensità assoluta,

una devozione al proprio lavoro simile a quella di un prete per il suo Dio,

il fegato di uno scassinatore

e nessuna coscienza

tranne in quello che si scrive:

poi è fatta!

(Ernest Hemingway)

 

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