Creato da miriam1mt il 28/11/2011

LA VITA COS'E'???

Una felicità che finora l'uomo non ha mai conosciuto: la felicità di un dio colmo di potenza e d'amore, di lacrime e di riso, una felicità che, come il sole alla sera, non si stanca di effondere doni della sua ricchezza inestinguibile e li sparge nel mare, e come il sole, soltanto allora si sente assolutamente ricca, quando anche il più povero pescatore rema con un remo d'oro! Questo sentimento divino si chiamerebbe, allora -umanità!

 

Milano, morta la terza vittima di Kabobo

Post n°3170 pubblicato il 14 Maggio 2013 da miriam1mt

Milano, morta la terza vittima di Kabobo

 

E' morto anche Ermanno Masini, 64 anni, il pensionato preso a picconate per strada a Milano da Mada Kabobo. Salgono così a tre le vittime del ghanese. Masini era ricoverato al Policlinico di Milano in stato di coma per le lesioni riportate nell’aggressione avvenuta sabato all'alba nel capoluogo lombardo.

Il pensionato era stato operato due giorni fa. Dopo un primo miglioramento delle sue condizioni, il sopraggiungere di un'infezione ha peggiorato nuovamente il quadro clinico. Masini, vedovo, era assistito in ospedale dal figlio.

Il figlio: "Ho perso i genitori in poco tempo,non ho più niente" - "Non mi rimane più niente". E' questo il laconico commento di Andrea Masini, il figlio del pensionato di 64 anni morto al Policlinico di Milano. Il giovane, infatti, che con la moglie vive nel Milanese e lavora per un'azienda che si occupa di forniture di gas, ha perso a breve distanza di tempo sia la madre che il padre.

 

 

 

 

 

 
 
 

Si dà fuoco con moglie e figlia per salvare la casa messa all'asta

Post n°3169 pubblicato il 14 Maggio 2013 da miriam1mt

 

Tragedia a Vittoria, in provincia di Ragusa, per un debito di 10mila euro con una banca. Le fiamme hanno raggiunto anche due agenti che volevano calmare il proprietario. Tutti ricoverati in ospedale in gravi condizioni

VITTORIA  (Ragusa) -  Una tragedia che ha coinvolto un'intera famiglia. La disperazione di un uomo, Giovanni Guarascio, 64 anni, che per difendere la propria casa, messa all'asta per 26 mila euro a causa di un debito di 10 mila euro che l'uomo aveva con una banca, si è dato fuoco, coinvolgendo nel rogo la moglie, la figlia e due agenti di polizia. Oggi era previsto l'incontro tra gli avvocati delle due parti: la famiglia proprietaria della casa e il nuovo acquirente. Lo sfratto era stato definito come "difficile" dall'ufficiale giudiziario Anna Cavallaro, che se ne occupa e che aveva chiesto l'aiuto della polizia.

 

 

 

 
 
 

Cleveland, test del Dna sulla bambina:"E' figlia del sequestratore Ariel Castro"

Post n°3168 pubblicato il 11 Maggio 2013 da miriam1mt

 

La notizia data dall'ufficio del procuratore generale dell'Ohio, Mike DeWine. La mamma è Amanda Berry, una delle tre donne tenute prigioniere per dieci anni

NEW YORK - Il test del Dna ha confermato che Ariel Castro, il sequestratore di Cleveland, è il padre della bimba di sei anni trovata nella sua casa insieme a tre ragazze rapite dieci anni prima. Lo rende noto l'ufficio del procuratore generale dell'Ohio, Mike DeWine. La bimba è la figlia di Amanda Berry, tenuta prigioniera assieme a Gina Dejesus e Michelle Knight. Castro è in carcere dopo che è stata fissata una cauzione da otto milioni di dollari, incriminato per rapimento e stupro. E il procuratore intende chiedere che sia condannato a morte.

 
 
 

Bangladesh, viva tra le macerie dopo 17 giorni

Post n°3167 pubblicato il 11 Maggio 2013 da miriam1mt

Bangladesh, viva tra le macerie dopo 17 giorni

La donna, di nome Named Reshmi, è sopravvissuta per più di due settimane tra le macerie del Rana Plaza di Dacca,  in cui avevano sede diverse fabbriche tessili, crollato il 24 aprile. Più di mille i morti accertati

DACCA (Bangladesh) - Dopo 17 giorni i soccorritori hanno individuato una donna ancora viva tra le macerie del Rana Plaza di Dacca, in Bangladesh, l'edificio in cui avevano sede diverse fabbriche tessili crollato il 24 aprile scorso. Il bilancio delle vittime continua intanto ad aggravarsi: l'ultimo è di 1.038 morti accertati. "E' stata localizzata in uno spazio tra una colonna e una trave", ha spiegato uno dei soccorritori, "il suo nome è Named Reshmi. Forse aveva delle riserve d'acqua oppure ha potuto bere quella che noi abbiamo pompato dentro l'edificio crollato".

 

 
 
 

la tragedia di Genova

Post n°3166 pubblicato il 08 Maggio 2013 da miriam1mt

 

 

Prima la notizia, arrivata in piena notte a pressocchè tutti i piloti.

Poi lo sconcerto: "Qullo che è successo è incredibile, impensabile, inspiegabile.

Stiamo ancora cercando di capire come possa essere accaduto". Sono sotto shock i piloti, non solo quelli di Genova che sono riusciti a salvarsi e si sentono mircolati.

Tutti oggi si interrogano, tutti coloro che ogni giorno, in ogni porto d'Italia,

si occupano delle difficili e spesso delicate manovre di ingresso e uscita,

con colossi come la Jolly Nero, la portacontainer che ieri sera poco dopo le 23

 ha urtato contro la palazzina piloti del porto di Genova, causandone il crollo.

Il bilancio provvisorio parla di 7 vittime, 4 i feriti (due dei quali gravi), mentre si cercano ancora 3 dispersi.

 Al lavoro le squadre "Sar" (Search and Rescue) della Capitaneria di Porto e dei Vigili del Fuoco, a cui si sono aggiunti i palombari del Gos,

 il gruppo operativo subaquei , della Marina Militare, partiti dalla Spezia.

 La Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo plurimo.

Ma cosa puo' essere accaduto? Perchè la nave, invece che uscire dal porto, di fatto ci è "entrata"?

"Ce lo chiediamo tutti - racconta a Panorama.it un pilota, che chiede di restare anonimo –

Certo, è molto probabile che ci sia stato un blocco dei motori, anche perchè la portacontainer aveva la poppa in uscita ed era assistita, nella manovra dai rimorchiatori".

 "La prima cosa che abbiamo fatto - racconta ancora il pilota - è stato chiamare al cellulare i nostri colleghi: io stesso, pur non lavorando a Genova, ho telefonato. Per fortuna due di quelli che conosco meglio erano a casa".

Non ce l'ha fatta, invece, Michele Robazza, 47 anni, originario di Livorno. Con lui sono morti anche due militari della Capitaneria di Porto, Davide Morella, 33 anni di Bisceglie, e Daniele Frantantonio, 30 anni, di Rapallo, in provincia di Genova.

I piloti di Genova, i "sopravvissuti", non parlano perchè sconvolti.

 Le linee telefoniche sono interrotte anche nella sede distaccata della Capitaneria di Porto del capoluogo ligure.

Ma negli altri porti italiani si continua a lavorare oggi, in silenzio: tutti pensano a quanto accaduto a Genova.

Lo pensano anche a Ravenna e Savona, così come a Livorno e Civitavecchia, e non solo.

Ma pochi vogliono parlare. Tutti si interrogano: "Abbiamo controllato anche noi i tracciati col radar: la Jolly Nero procedeva ad una velocita' bassissima.

Quello che è successo è incredibile, una tragica fatalità" commentano da Ancona.

 

 
 
 
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Anche  le  donne  possono  commettere

questo  reato  penale

con la  scusa di  essere  sincere

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perseguitano  insultano

giudicano e condannano

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