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Post n°13 pubblicato il 11 Febbraio 2009 da ecoleo64

 


 


                                                                  Prima di tutto


 


Conviene, prima di tutto, tracciare un percorso, una linea che in un certo qual modo spieghi le ragioni di questo lavoro, le motivazioni profonde, i limiti e le idee conduttrici.


Non penso che la scienza debba essere di esclusivo appannaggio di un' elite e che il resto del mondo si debba accontentare di qualche fugace spiegazione.


Mi rendo conto che purtroppo la difficoltà di certi argomenti in un certo qual modo non è adatta ad una diffusione di massa, anzi, restringe ancora di più il campo.


Mi sono posto il problema di rendere quanto più accessibile l'argomento, limitando al massimo i termini tecnici, cercando di spiegare con parole chiare ed esempi molto semplici le varie teorie, comprese le mie, per dare una risposta a tutte le domande che in ogni caso albergano nella testa di chiunque, dal semplice appassionato allo scienziato.


Come tutti, non possiedo la verità assoluta, anzi, sono convinto che gli errori in un certo qual modo sono necessari più  delle verità nella ricerca scientifica, se non altro a limitare il campo, a concentrare le risorse.


Del resto, non è la prima volta che accade che, alcune verità vengano sovvertite, ovvero che con il tempo diventino parziali o totalmente sbagliate, è il prezzo che gli scienziati pagano personalmente per le loro scoperte, ma questo non giustifica nessuno a puntare il dito, nè esime nessuno dall'essersi astenuto da un confronto dialettico, che in ogni caso dà sempre un risultato, positivo o negativo che sia.


Dal mio punto di vista, la scienza è qualcosa che và oltre il semplice calcolo numerico, un numero non significa assolutamente nulla, in un altro mondo, in un altro universo il nostro metodo di calcolo potrebbe anche non esistere, mentre non potrebbe non esistere il logos in se stesso, il ragionamento, che se anche completamente diverso dal nostro, non potrebbe sfuggire alla semplice regola: problema-soluzione.


La prima parte del libro prende in esame una serie di problematiche riguardanti la nascita della vita nell'universo, l'evoluzione della terra, dell'uomo, terminando pressappoco intorno al 540 d.C. sotto il regno dell'imperatore Giustiniano, all'origine del medio evo, visto come la conseguenza di una catastrofe planetaria piuttosto che come un rivolgimento socio-politico.


Ho tenuto ben conto degli studi di Hoyle e Wickramasinghe, mi sono imbattuto in Darwin e in tutta una serie di teorie che in un certo qual modo non mi hanno convinto, ovvero mi apparivano come scatole su uno scaffale, non come libri, uno stretto all'altro, ma come vere e proprie scatole chiuse, dove i geologi dicevano la loro senza tener conto degli astronomi, dove i paleontologi dicevano la loro senza tener conto degli archeologi e via dicendo, in una continua declamazione di verità scoperte, assolute, ma che in realtà rispettavano una sola legge: la Relatività di Einstein, secondo il punto di osservazione.


Ho potuto gustare errori madornali, teorie fuori da ogni logica, e ammetto di averci giocato un pò con piacere, ma, ciò è dovuto all'atteggiamento dei loro autori, alcuni conosciuti personalmente, la cultura dovrebbe insegnare l'umiltà, anche perché chi ha grande cultura, si rende facilmente conto di essere completamente ignorante, che non sà nulla, confronto alle miglia di miliardi di informazioni di questo mondo, che non conosce, e che addirittura non sospetta nemmeno l'esistenza; così questi eminenti autori, avendo scoperto il fuoco come fonte di calore ignorano che ammoniaca e acqua ossigenata sviluppano calore, e addirittura il fuoco lo spengono.


La seconda parte del libro è un pò più tecnica, ho cercato di limitare i termini scientifici per quanto è stato possibile, per rendere più facile la comprensione delle tematiche, i grandi quesiti, soprattutto ai non addetti ai lavori.


Ne è scaturito un lavoro particolare, soprattutto perché mano mano che mi addentravo negli argomenti, mi rendevo conto che tutto era difficile, compreso il pensiero di Einstein circa lo stile  dell'esposizione: “l'eleganza è per i sarti e i calzolai”, se da un lato favoriva i dotti, sicuramente non agevolava la lettura ai sarti e ai calzolai, cioè risultava difficilmente comprensibile alla gente comune, che volendo o non volendo, si trova davanti termini come:  quark, protoni, quanti, ecc. ormai quotidianamente, sia sui giornali che in televisione.


Ho cercato di fare una trattazione lineare, sottolineando le date di nascita e di morte dei vari scienziati con il preciso scopo di tracciare una sorta di calendario delle varie teorie e rendere facilmente intuibili i salti temporali nella ricerca dei vari argomenti trattati.


Una particolarità è la forma da me utilizzata nell'esposizione, spesso ho usato il plurale, ma non per dare un tono alla prosa, solamente perché mi incoraggiava, mi faceva sentire meno solo nel lungo tempo di redazione di questo lavoro.


Alcune interpretazioni possono sembrare quanto mai azzardate, forse ho sbagliato tutto o forse non ho sbagliato, tuttavia ho cercato di fornire delle teorie nuove a vecchi problemi, soprattutto ho cercato di colmare delle lacune lasciate aperte da chi prima di me e meglio di me, ha potuto studiare con altri mezzi a disposizioni questi argomenti, ma da un punto di vista meramente sperimentale, tralasciando la dialettica e la filosofia che è e rimane uno dei migliori mezzi di supposizione e di indagine della fisica.


Voglio semplicemente dire che, quando è impossibile indagare con apparecchiature specifiche determinate cose, per impossibilità tecnica, soprattutto nel micromondo, allora l'unico mezzo è l'indagine dialettica, la filosofia, con tutti i pregi e i difetti che la caratterizzano.


Un ringraziamento particolare và a tutti i nostri moderni scienziati, Zichichi, Rubia, Hack, ecc, e a tutti quelli che sacrificano la loro vita per amore della scienza, sapendo che il prezzo da pagare è molto alto, ma che in ogni caso vale sempre la pena.


L.M.L.


 


 


 

 
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