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Messaggi di Settembre 2015

 

I miti della letteratura " poliziesca " : Sherlock Holmes

Post n°1980 pubblicato il 22 Settembre 2015 da paperino61to

 

 Come sapete mi cimento nello scrivere, uno dei personaggi che ho creato è il commissario Berardi, poliziotto nella Torino anni 30’ e 40’.  Ammetto ,non sono un patito totale dei polizieschi o gialli  letterari, come magari qualcuno crederebbe, ma ho nel cuore un terzetto di Icone di questa letteratura. Incominciamo con il MITO per eccellenza ( avevo nove anni quando lessi le sue prime indagini):

Comparso in quattro romanzi e cinquantasei racconti, il personaggio è assurto al ruolo di icona della letteratura gialla, superando di gran lunga la fama del suo stesso creatore. Conan Doyle riversa nelle sue storie anche la sua passione per la letteratura dell’orrore e del mistero, come si deduce dalla lettura del romanzo Il mastino dei Baskerville o il racconto Il vampiro del Sussex

Le origini di Holmes non vengono rivelate da Doyle, che fa soltanto brevi accenni al passato dell'investigatore. Nel racconto L'ultimo saluto. Un epilogo, ambientato nel 1914 (racconto compreso nella raccolta L'ultimo saluto di Sherlock Holmes, si dice che Holmes ha circa 60 anni, quindi si deduce che sia nato nel 1854). Le avventure di Holmes sono raccontate, nella loro quasi totalità, dal suo amico e biografo, il dottor John Watson, che Holmes conosce nel 1881 quando cerca un coinquilino con cui dividere l'appartamento al 221B Baker Street. Watson è una sorta di alter ego dello stesso Conan Doyle.

 

“Ciò che rimane in una indagine svolta per esclusione può sembrare assurdo, se è l'unica spiegazione logica deve per forza di cose essere quella corretta e solo accurati controlli potranno verificare quanto dedotto”. È infatti con Holmes che le tecniche di abduzione, sempre chiamate nel canone  tecniche di deduzione, assurgono al livello di scienza, anche perché l'investigatore, che vive con l'amico in Baker Street, al numero 221B, è ricalcato sulla figura di Joseph Bell, un brillante medico che Doyle conobbe veramente e per il quale, come si può intuire leggendo i resoconti di Watson, provava grande ammirazione a causa delle sue eccezionali capacità deduttive. Doyle conobbe il dottor Bell durante gli studi universitari e ne fu anche assistente per circa un anno, prima di laurearsi. Bell aiutò effettivamente la polizia in alcuni casi (tra i quali quello di Jack lo squartatore )e diede il suo contributo alla nascita della medicina legale.

Altre caratteristiche salienti di Holmes sono la grande conoscenza del tessuto criminale londinese, al cui interno aveva numerosi informatori (in genere ragazzini), e le sue grandi doti trasformiste, che lo aiutano nella raccolta di molte prove per la risoluzione dei suoi complicati casi. Holmes possiede un cane segugio, che in certi racconti è utile alla soluzione del caso.

Holmes ha poi un difetto che, con il prosieguo della serie viene via via cancellato da Doyle: ogni volta che cade in uno stato di inattività, per combatterne la depressione e mantenere la sua mente in movimento, fa uso di cocaina e morfina, a seconda della crisi in cui si trova coinvolto.

 

Il personaggio e il suo successo segnarono profondamente la carriera di scrittore di Doyle, tanto che dopo avere narrato ne L’ultima avventura la morte di Holmes, nel corso di un duello con l'arcinemico Moriarty presso le cascate di Reichenbach, fu costretto prima a realizzare un nuovo romanzo Il mastino dei Baskerville, ambientato prima della sua morte, avvenuta nel 1891, quindi, grazie al fatto che il corpo del geniale investigatore non risultava mai ritrovato, lo fece ritornare vivo e vegeto in attività ne L'avventura della casa vuota, ambientata nel 1894: tre anni di buio in cui Holmes si tiene nascosto, aiutando in gran segreto il governo britannico.

Ritiro

Dopo una carriera lunga ben 23 anni, 17 dei quali in collaborazione con Watson, Holmes si ritira prima nel Sussex a studiare l’apicolutura quindi in una fattoria vicino a Eastbourne, dedicandosi alla filosofia e all’agricolutra non prima di aver aiutato il suo paesenel corso della Prima guerra mondiale , come agente del governo.

I raccontini meno noti di Sherlock Holmes sono La fiera per il campo (The field bazaar, 1896), Come Watson imparò il metodo (How Watson learned the trick) e l'incompiuto L'avventura dell'uomo alto (The adventure of the tall man). Le tre commedie teatrali sono Sherlock Holmes (1899), scritta con William Gillette, Il diamante della corona (The crown diamond, 1910) e The speckled band (La banda maculata, 1910).

 

 

Serie di film con Basil Rathbone( mio modesto parere il Miglior e Credibile Holmes su celluloide)

 

L'attore Basil Rathbone ha interpretato molte volte il detective ed è rimasto il volto più noto.

1.     Il mastino di Baskerville o Sherlock Holmes e il cane dei Baskervilles (The Hound of the Baskerville 1939) di Sidney Lanfield

2.     Le avventure di Sherlock Holmes (The Adventures of Sherlock Holmes, 1939) di Alfred L. Werker

3.     Sherlock Holmes e la voce del terrore (Sherlock Holmes and the Voice of Terror, 1942) di John Rawlins

4.     Sherlock Holmes e l'arma segreta (Sherlock Holmes and the Secret Weapon, 1942) di Roy William Neill

5.     Sherlock Holmes di fronte alla morte (Sherlock Holmes Faces Death, 1943) di Roy William Neill

6.     Sherlock Holmes a Washington (Sherlock Holmes in Washington, 1943) di Roy William Neill

7.     L'artiglio scarlatto (The Scarlet Claw, 1944) di Roy William Neill

8.     Sherlock Holmes e la perla della morte (The Pearl of Death, 1944) di Roy William Neill

9.     Sherlock Holmes e la donna ragno (The Spider Woman, 1944) di Roy William Neill

10.                       Sherlock Holmes e la donna in verde (The Woman in Green, 1945) di Roy William Neill

11.                       Sherlock Holmes e la casa del terrore (The House of Fear, 1945) di Roy William Neill

12.                       Destinazione Algeri (Pursuit to Algiers, 1945) di Roy William Neill

13.                       Il mistero del carillon, noto anche come Sherlock Holmes e il mistero del carillon e Vestito per uccidere (Dressed to Kill, 1945) di Roy William Neill

14.                       Terrore nella notte (Terror by Night, 1946) di Roy William Neill

Dal 25 ottobre 1968 sul Secondo Canale della RAI, venne trasmessa la miniserie televisiva Sherlock Holmes, composta da due avventure di tre puntate l'una: La valle della paura e Il mastino dei Baskerville. La miniserie è diretta da Guglielmo Morandi e interpretata da Nando Gazzolo, nei panni di Sherlock Holmes, e Gianni Bonagura, in quelli del Dottor Watson.

 

 
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Assemblee? Vade retro

Post n°1979 pubblicato il 21 Settembre 2015 da paperino61to

 

Oggi parliamo di Assemblee, immagino avrete saputo cosa è successo a Roma. Basta un’assemblea di un paio di ore che subito si scatena un putiferio della madonna. Certo una volta al Colosseo e ai Fori Imperiali, non sapevano manco cos’erano, venivano utilizzati per altri scopi.

Un certo “ Pinocchio “ da Firenze NON ELETTO dal popolino ( bisogna sempre specificarlo, un paio di anni addietro usavo la parola specificarlo, per un tizio che all’estero sarebbe parte integrante delle patrie galere), ha preso la palla al balzo facendo un DDL Urgente per limitare le ore di assemblee nei Musei o siti archeologi, equiparandoli a servizi indispensabili per l’utente.

Innanzitutto chiariamo che quando si presenta domanda di assemblea al Direttore, la si presenta diversi giorni prima. Per gli scioperi addirittura mesi prima ( pessima abitudine a mio modo di vedere), quindi il Direttore FIRMA la richiesta. Ora mi dovrebbero spiegare i solerti governati e buona parte dell’opinione pubblica perché il signore che ha firmato è immune da critiche?

Altra considerazione che è passata sotto banco, sapete il motivo per cui hanno indetto l’Assemblea( non era uno sciopero, anche alcuni giornalisti hanno volutamente usato questa parola)? Perché  i lavoratori da MESI NON percepivano gli straordinari, le festività non venivano pagate ecc.

Caso strano però dopo che è scoppiato il casino, ecco che il caro Pinocchio sblocca i soldi per pagare gli straordinari. Fenomenale, un vero paraculo di eccellenza. Il male dei musei e dei siti archeologici in questo paese, non sono i dipendenti che fanno le assemblee o gli scioperi ( anche all’estero hanno questa usanza, ma meglio non farlo sapere al popolino), il Vero Male sono i TAGLI che ogni Governo fa alla Cultura, la mancata Assunzione di dipendenti , in modo da farli ruotare e non gravare con straordinari assurdi. A Torino, il Museo Egizio chiude prima perché altrimenti con i suoi Pochi dipendenti non riesce a fare la manutenzione delle sale !

Purtroppo però come accade sovente in questo paese, meglio scaricare la colpa sui lavoratori ( pubblici o privati che siano),non su chi dirige la baracca con Incapacità evidente.

Sta di fatto che ora in avanti il caro Pinocchio farà di tutto per limitare assemblee e scioperi, anche perché avendo a fianco un Barbagallo ( UIL) che dichiara:” i lavoratori potrebbero fare come in Giappone, una fascia che segnala che loro sono in sciopero, ma contemporaneamente lavorano.  Il datore di lavoro istituisce un fondo dove i soldi persi della giornata confluiscono lì dentro”. Per la serie “ Sono caduto nel pentolone della marijuana appena nato “.

Concludo, sperando in una risposta del Presidente del Consiglio: “ questo DDL di urgenza( giustamente nel nostro paese non ci sono altre emergenze) vale anche per quelle condominiali?

 

 
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The Boppers

Post n°1978 pubblicato il 19 Settembre 2015 da paperino61to

Ritorniamo agli anni 50' Questa sera vi voglio presentare  il gruppo dei  The Boppers...wowwwww sentite che ritmooooo.....quindi cosa aspettate a scatenarvi ?

 

 

         

 

 

 

 

          

 

 

 

    

        

 

 

 

 

 

 

         

 

 

 

 

    

 
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Io,giudice( ottavo capitolo)

Post n°1977 pubblicato il 18 Settembre 2015 da paperino61to

 

            

Nel frattempo la Azzati  dopo essersi rivestita, dice di avere riconosciuto il De Martini in un bar vicino a Porta Susa. Nella borsetta aveva una pistola che intendeva usare per vendicare i suoi parenti. Lui invece pareva non la conoscesse: “ Solo quando siamo entrati  in questa casa, ha svelato le sue carte”.

“ Sei la sorella di Azzati vero? Ti ho visto in una fotografia che il tuo defunto fratello portava sempre con sé. A proposito sai come è morto?”.

La donna china la testa e piange a dirotto, sa che se non fossimo intervenuti in tempo anche lei avrebbe fatto una brutta fine.

Guardo il De Martini e gli dico: “ Scordati Repetto, è in carcere arrestato dalla Buoncostume…Tu adescavi i ragazzini e li portavi a lui dietro compenso”.

“ Che male c’è ? Dovevo  pur vivere no?”. Non faccio in tempo a fermare Perino che gli molla un pugno.

“ De Martini, che fai cadi per una carezza?...Ragazzi, mettiamolo in auto e portiamolo in Questura. Poi mi rivolgo alla donna chiedendo se si sentiva di denunciarlo, lei risponde di si.

“ Deve marcire in galera per quello che ha fatto”.

“ Lo credi puttana comunista? Sarò fuori in men che non si dica e poi …continueremo il nostro giochetto…ti piaceva vero?”. Stavolta sono io che non  mi trattengo, il pugno che colpisce il De Martini porta la mia firma.

Mentre ritorniamo in Questura, la Azzati domanda se è vero che sarebbe uscito presto di prigione. Volevo mentirle, ma so bene che il suo amico gerarca è un pezzo grosso nel giro dei fascisti anche a Torino. Non sapendo cosa dirle sto zitto.

Arrivati all’incrocio con via Cigna veniamo fermati da un auto messa di traverso. Inutile anche fare retromarcia,  anche l’auto che ci seguiva ci precludeva la fuga bloccandoci. Delle persone escono dalle auto chiedendoci di scendere.

La Azzati corse verso quello che doveva essere il capo.

“ Commissario, grazie per aver salvato Livia…gli sarò sempre debitore, ma lui( ed indica il De Martini ) viene con noi, deve pagare  per il male che ha fatto ai nostri compagni, a Luigi e a Livia”.

“ Lo sai vero, che diventate degli assassini e dovrò darvi la caccia? Io non posso fare finta di nulla”.

“ Cosa fa commissario ha paura di questa feccia rossa?  Andiamo in Questura che devo parlare con quel mio amico…e tu Livia…preparati…vedrai che il seguito sarà ancora meglio...” urla De Martini dal sedile posteriore della macchina.

 

De Martini è conscio che nulla poteva scalfirlo. Si sente invincibile, sciorinò altri nomi  grossi del giro fascista. Tutta gente che è  meglio stare alla larga. Guardo gli uomini che lo vogliono prelevare, una parte di me voleva lasciarlo andare con loro, ma l’altra no, era ligia al dovere di poliziotto.

Tirdi viene verso di me e mi fa notare l’arrivo di una camionetta; è quella della milizia fascista. Il fato sta per entrare in gioco sparigliando le carte sul tavolo.

Vado verso la Azzati : “ Ora se volete salvarvi, fate come vi dico senza storie. Lei entri in auto, le manette che il mio collega le mette non saranno chiuse, chiaro? Il De Martini sarà accanto a lei ma niente paura ..e tu ( rivolto a quello che era il loro capo) non aprire bocca, lascia parlare me”.

Perino e Tirdi prelevano l’assassino e lo mettono sull’altra vettura con la Azzati. Un componente del gruppo sale in mezzo a loro e punta alla pancia del De Martini una pistola. Non capendo bene cosa succedeva sorrideva come sorride una iena pregustando il banchetto.

“ Se apre bocca sparagli! “ ordino all’uomo. Gli altri componenti della banda salgono sulle auto, solo il loro capo è accanto a me.

“ Cosa succede qui?” esclamò l’ufficiale mentre scende dalla camionetta.

“ Buongiorno camerata ( ovviamente il saluto romano è d’obbligo) stiamo consegnano due pericolosi anarchici ai miei uomini. Li abbiamo trovati mentre stavano pianificando un attentano al nostro podestà”.

L’ufficiale va verso l’auto. La mia schiena prova un brivido, se si accorge della messa in scena siamo tutti nei guai. Il De Martini tenta di aprire bocca ma quando sente la canna della pistola contro le sue costole la chiude immediatamente. La Azzati a capo chino piangeva ( ammetto che era ottima come attrice).

“ Dove li portate?”.

“ Alle Nuove, sono troppo pericolosi!”.

L’ufficiale  ci squadra uno per uno. E’ dubbioso. Faccio vedere il tesserino della polizia,  idem Perino e Tirdi, solo allora sul volto  del miliziano compare un sorriso.

“ Bene camerata, vai pure. A noi ! “. Sale sulla camionetta e ripartono svoltando verso il Rondone della Forca.

Rispondo al saluto e mi avvio alla vettura, sussurro una frase all’orecchio dell’assassino e  faccio segno  agli altri di andare.Il De Martini mi guarda con occhi sbarrati, in quell’attimo ha capito che è arrivato al capolinea della sua vita.

Il capo di quegli uomini mi stringe la mano e ringrazia anche Tirdi e Perino: “ Siete delle brave persone, la Azzati su di lei non si era sbagliata commissario, grazie, e se avete bisogno, si ricordi noi ci saremo sempre per voi, il mio nome è Carlo Pautino…se lo ricordi…addio…”.

Tirdi mi domandò cosa avessi detto al De Martini, risposi: “ Io, giudice… , spero solo di aver fatto la cosa giusta caro Tirdi”.

“ Lo ha fatto commissario, mi creda, parlo anche a nome di Perino…lo ha fatto “.

 

                   

Nelle settimane seguenti, arrivano notizie della Azzati; si era trasferita da sua madre fuori città. Ne sono felice, ha patito troppe sofferenze e  sicuramente rischiava una brutta fine se fosse capitata in mano ai fascisti.

 Vado a trovare la moglie del De Martini per dirle che le tracce di suo marito si sono perse a Chambery, in Alta Savoia. Una piccola bugia ,non mi sono sentito di dirle la verità, che suo marito aveva commesso crimini immondi, meglio se lo ricordi come lo aveva conosciuto e amato.

La Lulli invece si risposò dopo qualche mese. Repetto  fu condannato a dieci anni di carcere per adescamento minorile, istigazione alla prostituzione e violenza minorile  , atti osceni in luogo pubblico ( l’avevano beccato in auto dietro allo stabilimento del Lingotto), per lui però il carcere fu fatale, dopo due anni morì di tisi.

Infine vado a trovare anche Beruatto, il responsabile del Lingotto. Mi accoglie nel suo ufficio, aveva saputo della condanna del Repetto.

“ Non avrei mai immaginato…se solo avessi saputo…”.

“ Caro signore, il mio parere conta poco, ma se vuole posso darle un consiglio”.

“ Prego dica pure, commissario”.

“ La prossima volta scelga meglio i suoi collaboratori, e se proprio volete, aprite dei fascicoli anche sulla loro vita, non fatelo solo con gli operai…perché il marcio esiste anche ai piani alti “.

Beruatto diventa paonazzo, credo  stesse per soffocare da un momento all’altro,  chiamo la segretaria per fare portare un bicchiere d’acqua, mentre mi avvio all’uscita.

Quando esco dallo stabilimento, l’aria mi sembra più respirabile. Dall’altra parte della strada un uomo mi saluta con un cenno della mano, è Pautino. Rispondoi al saluto e mi avvio a piedi verso il mio ufficio, ma prima volgo lo sguardo al cielo, ed esclamo: “ Io, giudice, è un ruolo che non voglio fare più, hai capito Dio? Mai più…”.

                              Fine  


Un Grazie a tutti voi che avete seguito questo racconto e un Grazie all'amico Angelo ( Nomadi 50 ) che mi ha mandato l'input per iniziare questo racconto.

                                               

 

 

 

 

 

 
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Sorcio Renato

Post n°1976 pubblicato il 17 Settembre 2015 da paperino61to

“Renato, Renato, Renato, la multa tu hai preso. Renato, Renato, Renato, fai il cittadino e non il sorcio”.

Non so amici/che se avete letto o sentito la notizia che il Renato Zero ( nome d’arte e di fatto ) ha preso la multa dai vigili urbani della sua città.

Per la precisione i solerti vigili hanno messo le ganasce alla sua auto, che era posteggiata in zona ZTL. In qualsiasi città nel paese delle banane, si sa bene che posteggiarla in quella zona sei a rischio multa o ganasce.

Il povero sorcino anzi sorcio, ha subito chiamato la troupe televisiva di Canale 5 della sempre più simpatica ( eufemismo alla totale potenza) amica Barbara “ con il cuore “ D’Urso.

Ma una volta cara Renatino, non cantavi “ Viva la Rai?”. Ebbene, davanti a telecamera e microfono si è lamentato a squarciagola.

“ E’ una violenza inaudita, ai cittadini di Roma dovrebbero dare rispetto. Io non meritavo una cosa del genere, Io che ho fatto tanto per questa città”. Poi prendendo fiato ha continuato la sua litania : “ Io, pago al Comune ben 1500 euro di tasse, perché vivo in centro, non è giusto ! “.

Caro Sorcio, forse se calassi dal tuo piedistallo dove ti hanno messo sarebbe meglio non credi? Parli tanto di uguaglianza, di povertà, di diritti negati agli abbietti e poi che combini? Ti lamenti che paghi tanto per la casa? Scusa, ma vai ad abitare in periferia, qual è il problema? Al massimo farai meno fotografie o autografi ai turisti.

Inoltre sai bene che se infrangi il codice stradale devi pagare la multa, certo Tu fai parte della Casta artisti dove tutto è dovuto, dove tutti si devono inchinare, ma a volte succede che anche un corpo come quello dei vigili urbani faccia il suo dovere senza guardare il tizio che ha davanti.

Mica solo noi mortali dobbiamo sempre pagare, quindi caro Sorcio ( perché questo sei ) la figura di cacca l’hai fatto ed hai dimostrato quello che sei veramente,  “ dietro a una Maschera, non c’è un uomo vero ma un grosso enorme Sorcio arrogante “.

 
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