Creato da: paperino61to il 15/11/2008
commenti a caldo ...anche a freddo..

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2018 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Citazioni nei Blog Amici: 88
 

Ultime visite al Blog

paperino61torbx1dglg1b9elyravcassetta2QuartoProvvisorioDoNnA.SArianna1921nomadi50jezabel777zoppeangelogianbrainOPIUMPASSIONEilcorrierediroma
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi di Aprile 2018

 

L'intuizione di Maria (secondo capitolo)

Post n°2339 pubblicato il 06 Aprile 2018 da paperino61to

 

Riassunto: Una donna viene ritrovata morta sul greto di un fiume,il volto cancellato da una fucilata, non ha documenti, unico indizio una voglia sulla mano destra e il vestito che indossa. La proprietaria di un negozio di abbigliamento lo riconosce dauna fotografia pubblicata sul giornale e indica l'acquirente, una certa signora Trevisani, mentre per il secondo vestito venduto sa solo che l'ha comprato un uomo.

“ Tirdi che ne pensi di questa donna?”.

“ Non so commissario, ha qualcosa che non mi piace. Credo che la signora Orsini non menta nel dire che la Trevisani ha comprato quel vestito…allora perché negarlo? Non c’è nulla di male”.

“ Esatto, perché mentire? Andiamo dal marito”.

L’usciere ci indica il corridoio da prendere per andare nell’ufficio del dottor D’Ambrosi.

La luce fioca illumina i nostri passi, il silenzio è pressoché totale in questa ala dell’ospedale. In alcuni punti le pareti sono scrostate, su una panchina è seduta una coppia in attesa di una visita.

“ Ecco, ci siamo Tirdi, è questo l’ufficio, proviamo a bussare”.

Veniamo fatti entrare, il dottore ci rivolge a mala pena uno sguardo e con la mano indica le sedie.

“ Il dottor D’Ambrosi? Sono il commissario Berardi, dovrei porle alcune domande”.

Il dottore alza la testa, i suoi occhi lasciano intravedere la seccatura che gli stiamo portando.

“ Mi dica, cosa posso fare per lei e per il suo agente?”.

Porgo la fotografia del vestito, lui la prende e una smorfia compare sul suo volto.

“ Questo vestito era indossato da una donna uccisa sulle rive del Sangone. Sappiamo che è stato venduto a due persone, un uomo di cui per ora non conosciamo l’identità e l’altra persona è una donna…ed è sua moglie”.

L’uomo cambia espressione e modi di fare, diventa più affabile, domanda persino se vogliamo del caffè.

“ Non so se mia moglie ha un vestito così, sembra più adatto per essere indossato alle feste…non so se capisce”.

“ Vuol dire che lei e sua moglie fate vita poco mondana? Manco una festicciola ogni tanto a casa vostra o dei vostri amici?”.

“ Si, potrà sembrarle strano, ma la mia professione mi occupa tantissimo tempo. Quindi capisce che sono rare le volte che usciamo di casa”.

“ Capisco, un’ ultima domanda, lei è mai stato in un negozio di abbigliamento femminile?”.

“ No! E ora se non vi spiace avrei da fare.”

Il cielo sta diventando terso, nuvoloni sono in arrivo su Torino. Pranzando da mamma Gina cerco di riordinare le idee. Sono convinto che stanno mentendo entrambi, ma il motivo non mi è chiaro.

“ Commissario, tanti pensieri per la testa non ti fanno accorgere che sono qui?”.

E’ Maria. Mi scuso con lei e spiego il motivo del perché ero preso dai miei pensieri.

“ La Trevisani se può interessarti è venuta da noi. Era fuori di sé dalla rabbia, ha detto all’Orsini che non si deve più permettere di dire falsità, altrimenti l’avrebbe pagata cara”.

“ Come cliente è ben strana, se non avesse un motivo valido da nascondere non si comporterebbe così”.

“ Giusto Marco, qualcosa ha da nascondere. Del marito cosa ne pensi?”.

Rifletto un attimo e rispondo che Dio li fa poi li accoppia.

Maria si mette a ridere mentre mamma Gina arriva con le sue lasagne.

 Torno in questura dopo aver accompagnato Maria al negozio.

“ Dimmi Perino, hai novità? “.

“ No commissario nessuno ha sentito nulla quella sera, si può confermare che la donna è stata veramente uccisa da un’altra parte e portata li”.

“ I residenti sicuramente un rumore di un auto che si ferma e poi riparte si l’avrebbero sentito”.

“ In teoria si, ma poniamo che l’assassino si sia fermato lontano e abbia trasportato il cadavere fino alle rive del fiume. Dalle case è difficile vedere qualcuno passare”.

“ Stando al dottor Stresi, la vittima pesa circa cinquanta chili…cinquantadue per la precisione. Secondo te quindi l’assassino ha trasportato il suo cadavere fino alla riva del fiume con il rischio di caderci dentro?”.

“ La riva è scoscesa, certo che  se avesse avuto un complice il suo lavoro sarebbe stato facilitato, non trova commissario?”.

“ Ipotesi che non fa una piega Perino, dobbiamo trovare il complice. Per ora cerchiamo di sapere se D’Ambrosi e consorte hanno degli amici e se partecipano a feste o avvenimenti”.

Solo all’indomani mattina abbiamo la lista degli amici o parenti del dottore D’Ambrosi e consorte, una decina di conoscenti in tutto. Con Tirdi e Perino ci dividiamo le persone da interrogare.

A fine giornata ci ritroviamo e facciamo il punto della situazione.

“ Da come mi dite un filo lega le loro dichiarazioni:  la signora Trevisani è cambiata nel rapportarsi con gli altri, ma possibile che  solo il marito sembra non accorgersene?”.

“ Si commissario, da qualche settimana dicono che non sembra neanche più lei. Alcuni loro amici hanno deciso di tagliare i ponti, di non invitarli più ai loro incontri”.

  Ho parlato con il signor Latorre, è un collega di D’Ambrosi. Dice di non essersi accorto di questo cambiamento della Trevisani, mentre per contro trova che il marito sovente sta in disparte ed è molto guardingo verso le persone presenti a questi incontri o feste, specialmente quando parlano con la moglie”.

“ Ha una spiegazione in merito?” domanda Perino.

“ Non crede alla gelosia del marito, secondo il suo parere potrebbe essere  stress da lavoro, anche se sembra da voci riportate nell’ambiente ospedaliero, che D’Ambrosi abbia diramato di molto la sua presenza alle Molinette”.

“ Il motivo?”.

“ Non lo sa e non crede affatto alle dicerie di corridoio”.

“ Tutte queste persone però puntano il dito contro la Trevisani. Non capiscono come mai sia diventa ostile ed arrogante”.

Riferisco al questore che per il momento non abbiamo indizi contro questa coppia, in mano abbiamo solo il vestito della vittima venduto dalla Orsini.

“ Un po’ poco Berardi, come pensa di trovare l’assassino?”.

“ Non lo so, lo ammetto. Nessuno ha denunciato la scomparsa di una donna…non so come muovermi!”.

“ Lei è in gamba commissario, so che riuscirà a trovare il colpevole, mi tenga aggiornato”.

Stavolta credo di essere in un vicolo cieco, per quanto mi sforzi di pensare non trovo appigli. L’unica certezza che ho e che gli assassini erano in due.

“ Convochiamo in questura gli amici del D’Ambrosi, chissà che ponendo loro altre domande non salti fuori qualcosa”.

“ Quindi, commissario, lei crede che c’entri il dottore e consorte con la morte della misteriosa donna?”.

“ Il mio istinto direbbe di si, di certo però hanno qualcosa da nascondere, caro Tirdi”.

Il vento della notte ha fatto parecchi danni in città con alcune mansarde scoperchiate. La chiesa di via Bava ha accolto molte persone spaventate da questa tormenta.

Solo verso il mattino il vento ha lasciato spazio alla pioggia, un torrente d’acqua che sta creando molti problemi, il fiume si è ingrossato e parecchi agenti sono andati a dar manforte alle milizie e ai cittadini risedenti nella zona dei Murazzi.

“ Commissario, c’è l’avvocato Grandi”.

“ Prego avvocato, si segga pure. L’ho convocata, come potrà immaginare, per parlare della signora Trevisani  e consorte”.

“ Come ho detto ieri al suo agente, sono un amico di vecchia data della signora. L’ultima volta che ci siamo visti risale a una decina di giorni fa. Eravamo stati invitati dall’architetto Plani nella sua villa a Chieri”.

“ Ha notato qualcosa di diverso nella coppia dei suoi amici?”.

“ La conversazione è stata piacevole, ho notato però che la signora tendeva a stare in disparte, ho pensato non stesse bene, di solito Clara, la signora Trevisani era molto loquace, di compagnia, se così si può definire una persona”.

“ Non è la prima persona che mi dice che la signora è cambiata. Molte di queste persone usano l’aggettivo arrogante, lei che ne pensa?”.

“ Cosa posso dirle commissario? Quella sera non lo era affatto, era assente, come se non sapesse bene dove si trovasse…spaesata…ecco questo è il termine esatto, spaesata. Sembrava, ma è una mia opinione, che non riconoscesse nessuno degli ospiti”.

Prendo nota di questa sua frase e sottolineo: una decina di giorni fa.

“ Lo ha fatto notare al marito?”.

“ No, non mi è sembrato opportuno, ma credo che qualcuno degli ospiti lo abbia fatta, con il solo risultato che il dottore e signora siano poi andati via prima della fine della serata. Ma mi dica commissario, sono indagati per qualcosa?”.

“ Per il momento no, la ringrazio avvocato Grandi, se le viene in mente qualche particolare mi chiami pure”.

Per il resto della giornata le deposizioni degli amici della coppia sospettata del delitto erano pressoché identiche, tutti a confermare che Clara Trevisani non era più la stessa persona che avevano conosciuto e che in qualche modo sembrava che il marito faceva finta di non accorgersene.

Mostrai a loro anche la fotografia del vestito, diverse signore affermano con sicurezza che era stato indossato dalla Trevisani in diverse occasioni, l’ultima, quella che la vide alla villa di Chieri.

Eravamo sempre fermi allo stesso punto, la signora aveva mentito sul vestito, il motivo non si riusciva a capire, come non si capiva il perché del suo cambiamento. Cosa poteva avere scatenato in lei questo suo modo di fare?.

La pioggia nell’arco della giornata era diventata torrenziale, con Perino prendo un auto e vado al negozio della signora Orsini. Le due donne sono agitate, specialmente la signora Orsini.

“ Marco, meno male che sei venuto…volevo chiamarti…ma quei…quei…oddio che paura”.

La stringo a me dicendo di calmarsi, Perino si occupa della signora Orsini.

Chiedo cosa è successo, la titolare risponde:

“ Sono entrati due uomini, hanno chiesto della signora. Pensavamo fossero clienti e invece erano solo…dei delinquenti”.

“ L’hanno minacciata vero?”.

“ Si commissario, hanno anche detto che se non ritratta su quel dannato vestito, avrebbero bruciato il negozio…poi sarebbe toccato e me e a Maria…mio Dio!”.

“ Potete descriverli?”.

“ Erano alti come te, corporatura robusta, entrambi vestiti uguali, con cappotto grigio scuro, capello. Uno dei due indossava un paio di occhiali, l’altro aveva la barba. Solo uno dei due parlava…pizzicava la erre… il secondo sorrideva al pensiero di mettere in pratica la minaccia” rispose Maria.

“ Perché non ci avete chiamato subito?”.

“ Ecco il motivo commissario, hanno tagliato il filo del telefono”, Perino mi mostra il filo tagliato.

“ Hai idea di chi siano queste persone?”.

“ Credo di si Maria…ed è gente molto pericolosa. Bene, ora signore andiamo tutte da mamma Gina, una buon pasto caldo vi aiuterà a dimenticare questa brutta avventura, e lei signora Orsini non si preoccupi, faremo in modo che vengano a sapere che lei si è sbagliata sulla vendita del vestito”.

Nel pomeriggio nonostante la pioggia incensante, con Perino decido di passare nella betola di Alfio, un locale malfamato vicino a corso Giulio Cesare

“ Che onore la sua visita commissario, a cosa la dobbiamo?”.

“ L’onore è solo suo mi creda Alfio. Sono qui per due tuoi clienti…Aresi e Miccichè ”.

“ Vuole arrestarci commissario?” più che una domanda voleva essere una battuta, a dirla è Miccichè, la erre pizzicata è il suo marchio, con il suo inseparabile compagno Aresi.

“ Bei vestiti, molto di lusso, e tu Aresi la barba ti dona. Certo in carcere ti donerebbe meglio”.

Mi squadrano con occhi torvi.

“ Dica cosa vuole, non abbiamo tempo da perdere”.

“ Solo un paio di cose, la prossima volta che minacciate delle donne, ve la vedrete con me ( calco bene la voce su questa parola) sono stato chiaro? Aresi per favore non mentire, non ti è mai riuscito bene, vi do un consiglio: la prossima volta che accettate un lavoro fate molta attenzione a chi ve lo propone, il vostro committente è implicato in un omicidio. Arrivederci e meditate sulla mie parole ”.

Miccichè vuole venire verso di  me a muso duro, ma viene trattenuto dal titolare del locale.

“ Credo commissario, che i ragazzi volessero solo scherzare con le signore, e che porgono le loro scuse, vero signori…ho detto vero signori?”.

“ Si, chiediamo scusa commissario, volevamo solo scherzare”.

“ Scuse accettate signori, ma ricordatevi io al contrario di voi non scherzo…mai!”.

Usciti dalla betola sono ancora più convinto che D’Ambrosi e moglie sono coinvolti nell’omicidio della donna ritrovata sulle rive del Sangone.

“ Commissario che dice se mettiamo un paio di agenti a protezione delle due donne?”.

“ Ottima idea Perino, non credo che quei due cialtroni abbiamo il fegato di riprovarci però non si sa mai.”

“ Non sarebbe utile pedinare anche i coniugi D’Ambrosi?”.

“ Pensaci tu Perino, ma fallo con discrezione.

( Continua)

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

L'intuizione di Maria ( primo capitolo)

Post n°2338 pubblicato il 05 Aprile 2018 da paperino61to

 

 

La vita scorre tranquilla sulla città di Torino, da mesi non ci sono più delitti efferati; certo la malavita non è scomparsa. Chi specula e lucra nella borsa nera resta nel mirino della polizia come d’altronde i ladri d’appartamento.

Finito l’orario di lavoro, passo a prendere Maria Berti. Dopo la scomparsa tragica del fratello e dei genitori si è trasferita definitivamente in città. Alloggia da mamma Gina che si è dimostrata una donna di gran cuore accogliendola nella sua trattoria.

Maria ha persino trovato lavoro dalla signora Orsini, una vedova che gestisce un negozio di abbigliamento per donne a Porta Palazzo. L’unico figlio è partito a cercare fortuna in America, ed è stato un bene, altrimenti sarebbe stato chiamato alle armi con destinazione il fronte.

“ Ciao Maria, come è andata la giornata?” .

Lei mi scocca un bacio e poi risponde bene : “ Mi piace la signora Orsini, è una brava donna, mi parla sempre del suo povero marito e del figlio… sono mesi che non riceve le sue lettere”.

“ Vuoi che mi interessi? “ domando con un sorriso.

“ Potresti farlo?”.

“ Domani chiamo il Consolato a Roma e vediamo se può fare  una richiesta  di indagine in America, però dovresti dirmi in quale città risiede”.

“ La signora mi parlava di Boston…si esatto, Boston!”.

“ Bene, ora andiamo da mamma Gina”.

Le serrande dei negozi in via Po si stanno abbassando, la notte a breve avvolgerà la città. Qualcuno  ha una finestra aperta e si sente una musica provenire dalla radio e Maria accenna ad un passetto di danza. Adora lo swing e anche a me non dispiace come genere musicale.

Ci lasciamo dopo un paio di ore, lei dorme da mamma Gina aiutandola alla sera e al sabato con i clienti.

 

Faccio un salto ai Murazzi, un informatore ha chiesto di potermi parlare riguardo a un’indagine su soldi falsi messi in circolazione.

Sono le undici quando il rintocco della campana della chiesa adiacente mi vede rientrare a casa. Ho preso nota delle informazioni  e parlerò al questore di come dobbiamo agire, non ho dubbi che stavolta i falsificatori cadranno nella rete.

Passano un paio di mesi, quando una sera uscendo dal negozio noto che  il volto di Maria è perso nel vuoto, non dice una parola e quelle poche sono a monosillabe.

 “ Che succede?” domando  mentre è intenta a versarsi l’acqua nel bicchiere.

“ Scusami…non sono molto di compagnia vero? Non so come dire…non faccio altro che pensare a una cliente”.

La guardo perplesso.

“ Si chiama Trevisani, è sulla quarantina, una bella donna, ma soprattutto è sempre stata semplice…capisci cosa voglio dire?”.

“ Si!”.

“ Non era altezzosa e sprezzante, come lo sono alcune nostre clienti…ora invece da un paio di settimane lo è diventata; è assurdo, lo so da me, ma è come se fosse diventata un’altra persona”.

“ Le avete detto o fatto qualche sgarbo? Conoscendoti non credo, ma non posso essere sicuro della Orsini, non la conosco bene quanto te”.

“ No affatto, anche la signora è stupita del suo cambiamento…non sa capacitarsi di questo suo modo di fare…arrogante, non saluta mai e soprattutto non racconta più nulla, al contrario di prima che non la smetteva di parlare”.

“ Magari ha problemi personali”.

“ Non credo, so che è sposata con un medico che lavora al Mauriziano…è un primario di chirurgia”.

“ A volte la gente cambia più in fretta di quello che non sospettiamo, non ci fare caso. Ti va di andare al cinema ?”.

Finito il film, Maria ritorna pensosa sulla cliente, nulla da fare, quando una donna si mette in testa un pensiero non c’è verso di farla desistere.

Metto la chiave nella toppa e il telefona inizia a squillare, è Perino: “ Commissario, passo a prenderla, hanno ritrovato una donna sulle sponde del Sangone a Moncalieri, Tirdi si trova già sul posto”.

Una ventina di minuti dopo eravamo sul luogo del delitto, il corpo si trovava in un anfratto, l’acqua non è alta in quel tratto.

“ Ciao Tirdi, cosa è successo?”.

“ Buona sera commissario, un passante ha notato qualcosa nel fiume, quando ha capito che era un corpo ci ha chiamati”.

“ Hai preso nota di questo testimone? Ha visto qualcosa?”.

“ Si chiama Ettore Mulle, abita poco distante da qui. Il passante non ha visto ne sentito nulla”.

“ Proverò a fargli qualche domanda, chissà che non ricordi qualcosa…dove lo trovo?”.

Tirdi mi indica la persona che è appoggiata all’ambulanza.

“ Buonasera signor Mulle, sono il commissario Berardi, dovrei fargli qualche domanda se permette”.

La sua testimonianza conferma quella detta a Tirdi, il suo cane abbaiava in direzione del fiume, l’uomo è sceso dalla riva e ha notato la donna morta, non ha visto nessuno nei d’intorni o fuggire via.

“ Ecco il dottor Stresi, vieni Perino andiamo a sentire cosa può dirci”.

 Che piacere vedere il mio commissario preferito, venga Berardi anche stavolta il mio sogno di andare di passare una serata riposante è andato a farsi benedire”.

“ Non se la prenda dottore, prometto che gli pago una cena!”.

“ Per ora posso solo dirle che il volto è stato cancellato da un colpo o forse due   d’arma da fuoco…sicuramente sparato a bruciapelo. Ma come ben sa, devo fare prima l’autopsia, inoltre noto che la vittima ha una macchia sulla mano destra…sembra una voglia”.

Guardo il vestito che indossa la vittima, è di gran marca, noto anche che la donna non ha ne anelli ne indossa una collana.

I barellieri caricano il corpo sull’ambulanza, assieme a loro c’è anche il dottore.” Nessun documento?” domando.


“ Nulla commissario, abbiamo controllato nel raggio di un centinaio di metri, non abbiamo trovato nulla”.

“ Neanche una borsetta? Di solito una donna non esce di casa senza”.

“ Nulla di nulla…a meno che la vittima non sia stata uccisa da un’altra parte e poi portata qui”.

“ Spiegazione più che plausibile, per ora possiamo fare poco, aspettiamo il referto di Stresi e poi valuteremo il da farsi”.

 

Il referto del dottor Stresi arriva verso metà mattinata.  Le disposizioni di date non hanno portato a nulla. Nessuno delle persone che abitano in zona ha saputo dire qualcosa, nessuna ha visto o sentito un colpo d’arma.

Nel suo referto il dottore ha trovate tracce di veleno, belladonna precisamente.

“Il volto è stato cancellato da un colpo di fucile, non escluderei un fucile da caccia”.

Secondo il parere del dottore, chi ha voluto “ cancellare “ la faccia, l’ha fatto in modo scientifico per non permettere l’identificazione.

“ Posso azzardare che l’età della vittima è compreso tra i trenta cinque e i quarant’anni, la voglia di fragola è sulla mano destra, ed è l’unico dato certo in nostro possesso”.

Perfetto, una vittima senza movente, senza nome e cognome, età apparente ma non certa, insomma un vicolo cieco.

Chiamo la redazione della Stampa e chiedo se qualcuno ha pubblicato un inserzione per denunciare la donna scomparsa. Mi rispondono di no, almeno per ora nessuno lo ha fatto.

Chiedo di pubblicarla io e detto la frase : “ Non si preoccupi commissario, nell’edizione di stasera il suo annuncio sarà pubblicato…lo ripeteremo per un paio di giorni, stia tranquillo, se ci sono novità l’avvertiamo immediatamente”.

Purtroppo l’annuncio non ha nessun effetto, la donna uccisa sembra non avere identità. Tirdi mi suggerisce di pubblicare la foto del vestito indossato dalla vittima.

“ E’ un abito di lusso, commissario, chissà che in città non ci sia qualche persona che ne abbia uno identico, così potrà darci l’indicazione  di dove è stato comprato”.

“ Buona idea, fai fare la fotografia e poi portala al giornale…anzi fanne un paio di copie in più…manderò Perino e un paio dei nostri a domandare nei negozi di abbigliamento e negli atelier se hanno quel modello d’abito, chissà che non siamo fortunati”.

Due giorni dopo la pubblicazione della fotografia viene in ufficio  Maria accompagnata  dalla signora Orsini.

“ Ciao Marco, scusa se ti disturbo, questa è la signora Orsini, proprietaria del negozio di abbigliamento dove lavoro, vorrebbe parlarti”.

“Prego, accomodatevi”.

“ Sa che lei è un bel giovanotto? E anche fortunato…se la tenga stretta la sua Maria”.

Sorrido a queste sue affermazioni e domando perché voleva parlarmi.

“ Ho visto sulla Stampa la foto del vestito che indossava la poveretta uccisa…tempo fa, non ricordo quanto esattamente, ho venduto un paio di questi abiti”.

 “ Sa anche a chi ha venduto questi vestiti?”.

“ Una era della signora Trevisani, una nostra vecchia cliente…a proposito sa che è cambiata? Un’antipatica e boriosa di prima categoria…”.

“ E l’altra persona?”.

“ Di questo non sono sicura…si…ricordo… era un uomo…rimasi stupita, di solito sono solo donne che entrano nel mio negozio, al massimo vengono accompagnati dai mariti o fidanzati”.

“ Non conosce il suo nome?”.

“ No, ha solo detto che voleva fare un regalo a sua moglie…ha pagato in contanti”.

“ Lo può descrivere?”.

La donna ci pensa  parecchi minuti poi : “ Era alto come lei, come età credo fosse sui quaranta massimo cinquant’anni, ora che ci penso bene, sembrava voler nascondere il volto, portava una sciarpa sul volto. Trovai strana la cosa visto che la temperatura era calda”.

“ Possiamo dire che era verso i mesi estivi o primavera inoltrata?”.

“ Si, non ricordo con certezza che mese era, ma sicuramente non in inverno”.

“ Altre cose che ha notato?”.

 “ Parlava sotto voce, come non volesse che la sua voce fosse riconosciuta. Pensai che avesse problemi di mal di gola, vista anche la sciarpa che indossava”.

“ Si ricorda il colore della sciarpa?”.

“ No, mi spiace…non sono sicura…potrei dirle che era color panna…ma…”.

 “ Ha notato qualche altra cosa strana in questo signore?”.

“ No, a parte il volto coperto, la visiera del cappello era calata sugli occhi…si, aveva occhiali scuri. Ha pagato il conto ed è uscito dal negozio”.

“ Non l’ha più rivisto?”.

“ No! Nel negozio non è più venuto”.

Guardo Maria e le chiedo se per caso lei l’avesse visto. La Orsini risponde che Maria non lavorava ancora per lei.

 “ La ringrazio signora Orsini, è un piccolo passo avanti…dovesse venirle in mente altro mi chiami o lo dica a Maria”.

“ Commissario, immagino che andrà dalla Trevisani…stia attento non è più quella donna affabile e gentile di una volta…a lè grama come una bestia servaj (selvaggia)”.

Chiamo Tirdi e gli chiedo di cercarmi l’indirizzo della signora Trevisani.

Dopo un paio di telefonate Tirdi mi dice che la signora abita in via Stampatori al numero cinque, è  sposata con un medico, il primario di chirurgia D’Ambrosi…Giancarlo D’Ambrosi.

“ Prendiamo l’auto e andiamo dalla signora, tu vieni con me”.

Dopo una decina di minuti dopo eravamo davanti allo stabile della signora Trevisani. Una villetta a due piani in stile liberty. Suoniamo il campanello e viene una domestica ad aprire. Chiediamo di poter vedere la signora.

Veniamo accomodati nella sala degli ospiti, dopo mezz’ora di attesa si presenta la signora. Una donna di gran fascino, capelli lunghi color rosso sciolti sulle spalle. Il colore degli occhi nocciola con il naso alla francesina. Non passa inosservata con quel vestito stretto color fucsia.

“ Buongiorno signora Trevisani, sono il commissario Berardi, mi scuso se vengo a disturbarla, ma avrei bisogno di porle delle domande”.

Non mentivano la Orsini e Maria quando entrambe dicevano che era scontrosa e boriosa. Rispose in maniera secca che non aveva tempo da perdere e quindi di sbrigarmi a porle le domande.

“ Vede signora, non ho nessun problema a convocarla in questura,  se vuole possiamo parlare nel mio ufficio. Sono venuto solo per chiederle una semplice cosa, lei ha un vestito di questo tipo?”.

Le porsi la fotografia della vittima.

La guardò con superficialità e rispose di no…che non aveva abiti di quel genere.

Domandai se ne era sicura perché abbiamo avuto la conferma che lei ne ha comprato uno identico.

“ Chi glielo ha detto ha mentito! E ora se mi scusa ho da fare…arrivederci. Carmen, accompagna i signori all’uscita!”.

( Continua)

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Dopo Pasqua e Pasquetta

Post n°2337 pubblicato il 04 Aprile 2018 da paperino61to

Passato Pasqua e Pasquetta cosa abbiamo di bello ?

Piove governo ladro...ricordate questo detto? Qui per ora piove solo ma di governo ladro almeno per il momento non ne abbiamo visione. D'altronde perchè fare gli interessi del paese? Passata la festa gabbato il santo.

Il bello che tirano in ballo il Presidente "Silente" della Repubblica, ci pensa lui a partire da oggi con le consultazioni. Io, onestamente avrei preferito avesse aperto bocca in merito all'ennessimo morto sul lavoro, ma ahimè, non è notizia da prima pagina e meno ancora da programmi televisivi ( Vita in diretta e Pomeriggio 5), fossero stati personaggi televisivi noti allora si, avrebbero avuto anche 3/4 giorni di elogio, del raccontare la loro storia.

Dedico se mi scusate una postilla a tutti quelli che difendono una certa categoria con divisa: " Loro rischiano la vita". A leggere i dati l'unica cosa che rischia questa categoria è il decubito al lato B.

Su questo argomento i politici si accodano a mister Silente.

Notate che anche in fatto di immigrazione stanno zitti? I dati parlano chiaro un buon 75% in meno di sbarchi rispetto l'anno scorso, e l'assurdo è meno sbarchi più allarme terrorismo.

Qualcosa mi sfugge, anche perchè a questo punto l'equazione : + sbarchi + terroristi, tanto caro alla Lega è totalmente Falso.

Comunque non preoccupiamoci in Europa continuamo a contare zero, vedi i gendarmi francesi a Bardonecchia, tante parole ma nulla di concreto da parte del nostro Governo( attualmente in carina ne abbiamo ancora uno, che piaccia o no) o istituzioni locali, esempio vietare i loro  prodotti o espellere un paio di ambasciatori, tanto per fare capire che a casa nostra comandiamo noi e non i " flic".

Di buono i nostri " cuginetti" hanno che mettono da parte la loro fede politica e che i loro sindacati sono più seri dei nostri, basta vedere lo sciopero di ieri contro la Riforma del lavoro voluta dal sosia di Renzi alias Macron.

Volete scommettere che non si fermeranno? 

In ogni caso piove e il terreno cede, strade che si allagano, fiumi che esondano, lo specchio di un paese che sta franando sempre di più senza che loro e noi facciamo qualcosa.

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963