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Messaggi di Settembre 2018

 

Quando il rock parlava italiano

Post n°2395 pubblicato il 29 Settembre 2018 da paperino61to

Nel nostro paese una volta si cantava il rock'roll, compreso un certo Luigi Tenco...buon ascolto.

 

          

 

 

 

        

 

 

 

 

          

 

 

 

         

 

 

 

        

 

 

 

     

 
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La villa del mistero ( capitolo quinto)

Post n°2394 pubblicato il 28 Settembre 2018 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi e il suo collega Perino, vengono ospitati nella villa Gedina in attesa che la tormenta di neve che gli ha sorpresi sulla strada di Mondovì smetta. In quella villa si piange la morte della figlia suicida del proprietario e la scomparsa della domestica Betty, la quale era legata alla ragazza morta. Un biglietto anonimo giunto a Berardi da l'ìinizio delle indagini. Indagini che fin dall'inizio hanno dei punti non chiari e solamente un sospetto certo: il medico di famiglia, il dottor Fasotti. Berardi e Perino decidono di dare un'occhiata al capanno dove sicuramente la domestica ha incontrato una persona. Inoltre Berardi tiene d'occhio Umberto ( il domestico della villa) perchè sospetta che stia aiutando una persona misteriosa nascosta in qualche stanza segreta.

 

Notiamo che il capanno è pulito  non c’è traccia di polvere, strano perché di solito un posto come questo non si pulisce sovente, quindi  è come se qualcuno venisse sovente.

“ Un’ alcova commissario?”, domanda Perino anticipando di fatto la mia convinzione.

“Credo di si, non so dirti chi siano le persone che venivano qui, una sicuramente è la domestica scomparsa”.

Quando apro  la porta del capanno per uscire sento Perino spingermi tra la neve e buttarsi lui stesso, contemporaneamente sentiamo un paio di colpi sparati al nostro indirizzo.

Strisciando ritorniamo dentro al capanno.

“Chi è quel dannato che ci spara?”.

“Di sicuro uno che va a caccia di ficcanasi come noi due”.

“Lei crede commissario?”.

“Ne sono convinto! Ora provo a mettere fuori il cappello e vediamo che succede…prendi la rastrelliera…ecco ci metto il mio cappello”.

Apro la porta lentamente  e appena spunta la visiera del cappello si sente un colpo che scheggia la porta e fa saltare in aria il cappello.

“Sembra stia sparando con una doppietta”.

 “Probabile Perino, molto probabile”.

“Che si fa? Rispondiamo al fuoco oppure aspettiamo?”.

 “Vediamo il nostro amico quali intenzioni ha, se continua l’assedio oppure no”.

Passano una decina di minuti quando sentiamo un vociare provenire dal sentiero; e’ l’avvocato con il domestico.

Usciamo dal nostro riparo e andiamo loro incontro, sapendo bene che il nostro assalitore è scomparso.

 “Commissario ma cosa succede? Abbiamo sentito degli spari, subito non  abbiamo fatto caso, ma quando Umberto mi ha riferito che vi ha visti venire verso il capanno ho temuto che un cacciatore  scambiandovi per un’animale vi avesse ferito”.

“Diciamo avvocato che il cacciatore non ha sparato per sbaglio, sapeva bene a quale selvaggina stava sparando”.

I due uomini si guardano stupiti da questa frase :”Cosa vuole dire ?”.

“Che qualcuno voleva ucciderci, evidentemente ha paura che scopriamo qualcosa”.

“Pensa alla domestica scomparsa?”.

“Esatto!” e sottovoce aggiungo, e non solo.

“Torniamo alla villa, vi farò preparare un bagno caldo”.

“Grazie Gedina, ma non è il caso che si disturbi, ma mi dica, in casa avete dei fucili da caccia?”.

“Si certamente. Vede commissario, una volta mi piaceva andare a caccia, ma poi la mia salute non me lo ha più permesso. Se vuole andiamo a vedere dove tengo le armi”.

La stanza si  trova nell’ala est della villa; la porta è aperta.

Il domestico rimase interdetto quando l’avvocato domanda come mai non era chiusa.

“Signore è sempre stata chiusa, i suoi ordini sono sempre stati eseguiti”.

“Evidentemente qualcuno l’ha aperta“ aggiunge Perino.

Entriamo, una rastrelliera fa bella mostra di se con le armi.

C’è anche un fucile di precisione, l’avvocato mi spiega che l’aveva avuto in regalo da un suo cliente, che era dedito alla caccia in Africa nel tempo libero.

“Commissario, ecco un paio di doppiette” Perino me le indica.

Le tolgo dalla loro sede e ne annuso le canne, una di essa ha ancora l’odore acre della polvere. La passo a Perino che conferma la mia tesi.

“Avvocato, questa è l’arma con cui ci hanno sparato”.

Anche lui annusa la canna, mi domanda se ho dei sospetti su chi possa averla usata contro di noi.

“Purtroppo no…ma  è certo che a questa persona non manca il coraggio e la freddezza poiché  uccidere due poliziotti non è una cosa da poco”.

Perino chiede chi potrebbe fare uso di queste armi, l’avvocato risponde che  oltre lui c’è solo il giardiniere che sa usarle.

Lo faccio chiamare ma risponde che in quel momento lui era nella serra, e che quando va a caccia non usa i fucili dell’avvocato : “Non ho una doppietta, se vuole saperlo”.

L’unica persona che rimane è il dottore, ma mi viene detto che non è un amante delle armi, anzi ha paura perfino a tenerla in mano.

“Va bene signori, voglio solo chiedervi una cortesia, nessuno tranne voi, deve sapere di cosa è accaduto”.

La sera a cena ne l’avvocato ne noi proferiamo parola in merito a quanto successo al capanno. La moglie di Gedina parla poco e il dottore sembra starsene sulle sue.

“Dopo domani faremo il funerale di Adele, la seppelliamo nel cimitero di famiglia vicino al bosco. Inutile aspettare che il tempo smetta, questa maledetta neve continua a scendere!”.

Infatti la neve riprende a cadere con ancor più forza. Il medico mi domanda se sono riuscito a contattare i miei colleghi a Mondovì, rispondo di no :”Purtroppo se non rimettono in sesto la linea telefonica è un guaio, anche perché volevo denunciare la scomparsa della vostra domestica e il ritardo in merito a questa denuncia è notevole”.

“Ha ragione avrei dovuto andare io, ma poi  con la morte della povera Adele e la comparsa delle neve non ho potuto”.

Stiamo per metterci a letto quando sento dei passi nel corridoio, apro lentamente la porta, e vedo Umberto che  tiene in mano qualcosa che non riesco a vedere. Decido di seguirlo, lo vedo entrare nella stanza dov’era scomparso e lo seguo a ruota.

 

 “ Buonasera Umberto, che dice andiamo insieme dal suo ospite segreto?”.

L’uomo rimane di sasso, balbetta qualche cosa che non comprendo, poi mi fa segno di stare in silenzio e di seguirlo. Si avvicina al camino e tocca una pietra a lato di un pendolo posto sulla mensola in alto.

Si apre uno spiraglio ed entriamo.

 ( Continua)

 
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La villa del mistero( capitolo quarto)

Post n°2393 pubblicato il 26 Settembre 2018 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi e Perino vengono sorpresi dalla tempesta di neve. Trovano ospitalità in una villa non distante da Mondovì. In questa dimora si sono verificati due atti tragici: la morte della figlia del proprietario e la scomparsa di una domestica. Un biglietto anonimo mette in atto l'indagine da parte del commissario.Nella perquisizione della stanza della domestica, Berardi trova due lettere: uno è dell'ospedale di Alba, la ragazza era in stato interessante e l'altro reca l'orario di un presunto appuntamento. Inoltre non comprende il perchè non sia stata effettuata l'autopsia sulla figlia che si è suicidata. Anche qui il commissario ha seri dubbi, visto che una sola pasticca di barbiturici non porta di sicuro al decesso. 

 

 

Siamo sempre allo stesso punto di partenza, una ragazza morta e una scomparsa, peccato che la prima non può morire per una pastiglia sola di barbiturici e sulla seconda l’ipotesi è una sola: ha avuto paura di qualcuno.

Il paesaggio è immerso nel bianco, il cielo grigio presagisce altra neve.

Se non smette di nevicare sverniamo qui.

Rientrando nella stanza noto Umberto in un corridoio adiacente che si guarda attorno con circospezione, ha in mano un sacchetto di carta, aspetto giri l’angolo e decido di seguirlo.

Nel corridoio vi è solo una porta,  un paio di candelabri appesi ai muri fanno si che la luce sia tenue, entro anche io nella stanza e la trovo vuota.  Il domestico è scomparso! Controllo dietro a una libreria per un eventuale passaggio segreto ma non vedo nulla. Il camino è spento e il divano è intatto, nessuno si è seduto.

Racconto la cosa a Perino e dalla sua espressione capisco la sua incredulità.

“ Ho controllato e ricontrollato, non c’è nulla in quella stanza. Ma una persona non scompare in quella maniera, sicuramente ci deve essere un passaggio”.

“Provi a chiederlo al domestico”.

“ Non credo mi risponderebbe, anzi negherebbe di essere stato li…non so perché, ma ho la sensazione che nasconda qualcosa”.

“Cosa potrebbe nascondere?”.

“Non ho idea”.

Il manto bianco copre letteralmente il muro di cinta della villa, mentre in lontananza le montagne sono innevate in tutta la loro totalità.

La domestica più anziana mi domanda se gradisco una tazza di the ed io l’accetto volentieri.

La seguo in cucina dove trovo i dipendenti della villa. Ognuno sembra intento nel suo lavoro, ma credo che una domanda sulla scomparsa di Betty mi verrà posta.

“Commissario…” a parlare è la moglie del giardiniere.

“ Commissario… la scomparsa di Betty ci preoccupa…ecco, vorremmo sapere cosa ne pensa…se abbiamo il giusto timore che le sia successo qualcosa”.

Poso la tazza dopo aver sorseggiato il the, e rispondo che c’è qualcosa di anomalo: “Dalla mia esperienza posso dire che una persona che si allontana senza portare con sé nulla lo fa solo perché è in pericolo di vita”.

La cuoca si gira cercando di non far notare che sta piangendo. Umberto è sbiancato in volto. Domando se sanno qualcosa che possa aiutarmi nella ricerca, chiedo se hanno mai avuto sentore di un fidanzato.

La risposta è stata quasi unanime, un no secco, solo il giardiniere scuote la testa borbottando qualcosa  a denti stretti.

“Se sa qualcosa è meglio che lo dica!”.

L’uomo mi guarda con i suoi occhi sembrano due fessure. Poi si volta e se ne va sbattendo la porta della cucina.

“ Domando scusa commissario, mio marito vuole fare il burbero ma era legato come tutti noi a Betty”.

“Posso anche accertarle signora, ma suo marito deve capire che se sa qualcosa o visto qualcosa ha il dovere di parlare, solo mettendo insieme i pezzi potremmo trovare la vostra Betty e capire il perché sia scappata”.

La donna si toglie il grembiule ed esce dalla stanza per poi rientrare una decina di minuti con il marito. L’uomo a testa bassa chiede scusa e dice di aver visto la ragazza un paio di giorni  prima della scomparsa recarsi nel capanno situato a un paio di centinaia di metri dalla villa.

“ Era sola, ma si guardava intorno. Non so se lo faceva perché aveva paura di qualcuno o perché non voleva essere seguita”.

“ Lei l’ha seguita?”.

A questa domanda il suo sguardo diventa torvo e risponde con un secco no.

“Secondo lei aveva un appuntamento al capanno?”.

“Credo di si, ma non ne sono sicuro, posso dire che anche Adele, la figlia dell’avvocato si recava al capanno. Di solito lo faceva in compagnia della Betty”.

“Mettiamo che qualcuno aveva dato appuntamento alla Betty, quando è tornata com’era di umore? Avete notato qualcosa di strano?”.

“Io si!” a parlare era la cuoca. Racconta che quando la ragazza è entrata in cucina dal retro non l’ha salutata ed è scappata di corsa nella sua stanza.

“Sembrava piangesse, si teneva il volto tra le mani”.

“ Betty le ha mai parlato di questa cosa?”.

“No, ed io non le ho mai chiesto nulla. Solo ora mi pento, forse avrei dovuto …”.

“Signora, non si prenda colpe che non ha, non serve a nulla. Bene signori, se mi indicate dove si trova questo capanno io e il mio collega lo raggiungiamo”.

Quel pomeriggio ci fu un attimo di tregua per quanto riguarda la neve. Perino e io, seppur con fatica riusciamo a giungere al capanno. L’interno è buio, troviamo una candela e l’accendiamo.

C’è una brandina, un tavolo con sopra un paio di bicchieri e una bottiglia di vino, delle sedie e un armadio.

Appeso a una trave c’è un rastrello. Apro l’armadio ma non c’è nulla a parte una coperta e un paio di cuscini.

( Continua)

 

 
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Televisione libera? ...Sarà...

Post n°2392 pubblicato il 25 Settembre 2018 da paperino61to

“ Non è l’Arena torna per il secondo anno, grazie anche a una Televisione LIBERA!!” chiosa mister Giletti , presentatore di questo programma domenica sera.

Ovviamente come ospite non poteva mancare il Barabba Razzista meglio conosciuto come Matteo Salvini, di professione o almeno dovrebbe essere quello di Ministro dell’Interno.

Come sempre il Barabba fa sfoggio del suo “ repertorio”( sembra di sentire un certo tizio di Arcore che da 25 anni e più ripete sempre le solite litanie).

Mister Giletti, che di professione fa il giornalista, dovrebbe sapere che una televisione LIBERA è fatta da Uomini LIBERI, e se si concordano prima le domande, non si è tanto in regime di Libertà.

Mi sono sorbito le Favolette del Barabba, sperando che prima o poi la fatidica domanda sui 49 milioni RUBATI a noi ITALIANI ( qui si che il detto Prima agli italiani è stato messo in pratica) venisse posta, invece nulla, non disturbiamo il Ladrone mentre Ruba.

Altra domanda interessante sarebbe stata: Come mai lei che è Ministro del Viminale, il quale dovrebbe garantire la Sicurezza a tutti ( compreso a chi la contesta) va a cena con esponenti di Casa Puzzola( Casa Pound)?.

Per la cronaca chi non conoscesse chi siano i condomini di Casa Puzzola, sono quei Codardi che viaggiano in branco a picchiare chi la pensa diversamente da loro inneggiando al famoso “coniglio travestito ”( ultimo caso a Bari) , inoltre ad Ostia( Roma) viaggiano a braccetto con il clan Spada. Una famiglia mafiosa che taglieggia i negozianti della zona, venuti alla ribalta per l’aggressione a un giornalista immortalato da un video, inoltre sempre a una giornalista che ha portato alla luce questo clan vive sotto scorta da anni per minacce di morte da parte degli Spada.

Quindi ho seri dubbi che Barabba mi possa garantire la sicurezza con queste sue conoscenze, per non parlare a Rosarno che era seduto vicino ad " amici" di famiglie della n'drangheta.

Anche qui meglio glissare, per la serie non vorrei ritrovarmi a vendere pentole o girare per il cunesse a Tele Cupole( emittente piemontese).

Quindi caro Fazio, pardon Giletti, a proposito, sa qual è la differenza tra voi due? E’ che tifate per due squadre diverse…ma per essere Giornalisti VERI non basta questa piccola differenza!

Stendo un velo pietoso sul suo omaggio al Santo Bugiardo di casa FCA, anche perché in questo caso è in buona compagnia a partire dal Vescovo Nosiglia.

 

 

 
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La villa del mistero ( capitolo tre)

Post n°2391 pubblicato il 24 Settembre 2018 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi è il suo collega Perino vengono sorpresi da una tormenta di neve sulla strada che da Mondovì porta a Torino. Chiedono ospitalità in una villa. Il proprietario un ex avvocato di nome Gedina, è in lutto per la perdita della figlia, con il pensiero della scomparsa della domestica Betty. Beradi, grazie anche a Umberto( domestico della villa) riesce ad entrare nella stanza di Adela( la figlia suicida) è scopre che nel tubetto che conteneva barbiturici, manca solo una pastiglia. Quindi la domanda nei due poliziotti sorge spontanea: di cosa è morta veramente Adele? E dove è finita la domestica scomparsa?

 

Decisamente qualcosa stona in questa storia non convince  anche Perino, una persona che scompare all’improvviso senza portarsi dietro nulla non è normale, qualcosa o qualcuno l’ha fatta scappare.

Interroghiamo con discrezione il personale della villa, ma nessuno sa dire qualcosa, solo il giardiniere fa delle allusioni sul “ Don Giovanni “ della villa ( chiama così il dottore Fasotti).

“ A’ lè un bel tipo quello…avessi moglie e figlia starei con gli occhi bene aperti”.

Io e Perino usciamo a prendere una boccata d’aria nonostante alla neve si sia aggiunto anche il vento.

“ Commissario, che ne dice delle parole del giardiniere?”.

“ Bisogna sempre prendere con le molle certe affermazioni, certo è che il dottore è un bell’uomo agli occhi di una donna, affabile, gentile e sa come parlare al gentil sesso”.

“Potessimo andare al paese, potremmo farci un’idea più chiara su questo caso ma con questo tempaccio”.

“Non ci pensare neanche Perino, hai sentito che il ponte è crollato?”.

“Se diamo un’occhiata alla stanza della Betty? Magari troviamo qualche indizio”.

“ Buona idea, però non dobbiamo farci notare”.

Riusciamo a farci dire dove è la stanza della ragazza scomparsa e mentre Perino sta fuori dalla porta, io entro.

I vestiti sono tutti appesi nell’armadio, la valigia è sotto il letto vuota. Nei cassetti ci sono un paio di libri e una rivista femminile.

Prendo la sedia e guardo sopra l’armadio, ci sono dei giornali, probabilmente fanno si che la polvere si depositi li sopra. Un piccolo rialzo mi incuriosisce, sono due lettere in due buste differenti, una reca il simbolo dell’ospedale di Alba.

“ Trovato nulla commissario?”.

“ Due lettere, ma darò un’occhiata quando saremo nella nostra stanza”.

Passiamo il resto della mattinata a parlare con l’avvocato. E’di Saluzzo, aveva uno studio in quella città, poi per  salute si è trasferito qui. Accenna anche alla povera moglie, e a come sua figlia non abbia mai superato il trauma della scomparsa di chi l’ha messa al mondo.

Domando con discrezione come ha preso la figlia la notizia che si sarebbe risposato.

“ Dal principio non era molto contenta, ma poi ha fatto conoscenza con Elsa e ne era felice…o almeno lo è stato per diverso tempo, poi…”.

“Qualcosa è cambiato tra le due donne?”.

“Si! E non mi chieda il motivo, non lo so”.

“ Invece del dottor Fasotti che mi dice?”.

“ Lo conosco da quando mi sono trasferito qui…è un bravo medico. So che in paese lo definiscono un Don Giovanni, ma sinceramente qui si è comportato sempre bene in questi cinque anni”.

“ Anche con le domestiche ci comporta bene?”.

L’avvocato rimane stupito di questa domanda e balbetta chiedendomi il perché.

“ Non sarebbe la prima volta che una domestica venga circuita”.

“ Credo di si, a parte la domestica scomparsa che era giovane, la cuoca ha già una certa età, e l’altra cameriera è sposata con il giardiniere”.

“Domando perché è molto strano che una persona scompaia di punto in bianco, sembra quasi che sia scappata…aveva ricevuto minacce che lei sappia?”.

“Che io sappia no, ma Betty si confidava molto con la mia povera figlia…potete chiedere a Umberto, so che lo considerava come un padre”.

Purtroppo anche il domestico non ha saputo rispondere a questa domanda.

Quando rientriamo nella stanza, prendo le lettere che ho trovato nella stanza della domestica scomparsa. Una lettera indica un’ora, probabilmente un appuntamento; l’altra è dell’ospedale di Alba, sono esiti di esami, la ragazza era in cinta.

“ Leggi e dimmi che ne pensi!”.

“Commissario, una donna incinta che sparisce è perché ha avuto paura.”.

“ Esatto, lo credo anche io, peccato che sull’altra lettera non vi sia stato scritto il luogo dell’incontro”.

“Potrebbe trattarsi di un luogo vicino alla villa?”.

 “ Come ipotesi non è campata in aria, oppure nel paese, comunque un luogo alla ragazza noto e non distante, era pur sempre una dipendente, doveva farsi trovare se la chiamavano”.

Nel pomeriggio proviamo a parlare con l’avvocato Gedina di Betty, ma le cose che dice non portano lontano: ” Non sapevo se aveva un ragazzo, non parlava mai della sua vita privata, posso solo dire che lei era molto carina, espansiva…assomigliava alla madre…almeno credo”.

Perino domanda se ha notato il dottore ronzargli attorno. Risponde sdegnato, anche se nel suo sguardo un certo dubbio si sta insinuando.

“Non  metto la mano sul fuoco, ma credo che il dottor Fasotti abbia un suo codice etico e morale…non credo proprio…e poi Betty è una ragazzina in confronto a lui”.

La porta si apre è la moglie dell’avvocato; una smorfia appare sul suo volto appena ci vede. Fa per tornare sui suoi passi ma il marito la invita a sedersi con noi .

“Vieni cara, non essere scontrosa con questi nostri ospiti, non è certo colpa loro se hanno dovuto pernottare da noi”.

“Suo marito ha ragione signora, mi creda ne io ne il mio collega volevamo recarvi disturbo, se almeno fosse ripristinata la linea telefonica ci saremmo fatti venire a prendere”.

La donna ci squadra, poi accenna a un sorriso e domanda scusa per il suo modo di fare.

“Da quando è morta Adele il mio carattere è peggiorato. Poi come non bastasse la sparizione inspiegabile della cameriera e infine questo tempo orribile. Mi angoscia vedere tutto questo bianco…lo detesto”.

“Nessun problema signora, la capiamo perfettamente. Perdere una figlia deve essere una cosa tremenda”.

Pian piano la signora cambia atteggiamento, Perino non dice nulla, ma conoscendolo anche lui pensa che sia una finzione.

Parlando del più e del meno, domando da quanto tempo conosce il dottore. Risponde che saranno circa sei anni: “Ci siamo conosciuti in una sala da ballo a Mondovì dove sono andata con Carlo. Da allora, anche visto l’aggravarsi di mio marito, abbiamo deciso di farlo vivere sotto il nostro tetto”.

“ Capisco. Lei sa se per caso esercita la sua professione in paese? Ha uno studio medico?”.

“Si, due volte alla settimana apre lo studio, ora con questo tempaccio è chiuso”.

“Il referto sulla morte di vostra figlia l’ha stilato lui? Ha per caso effettuato un’autopsia per accertare la causa del decesso?”.

“ No, certo che no…nessuna autopsia, ci mancherebbe. È morta per suicidio, ho visto il tubetto di barbiturici…era vuoto. Per quando riguarda il referto di morte, certo che lo ha stilato lui, chi altro se no?”.

( Continua)

 
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