Creato da: paperino61to il 15/11/2008
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Messaggi di Marzo 2021

 

Serata Ricky Nelson

Post n°2733 pubblicato il 27 Marzo 2021 da paperino61to

Altro giro altro artista quest'oggi al rockcafè. E che artista, uno dei miei preferiti: Ricky Nelson. Buon fine settimana a voi e come sempre buon ascolto.

 

 

           

 

 

 

           

 

 

 

 

             

 

 

 

 

             

 

 

 

 

             

 

 

 

 

 

              

 

 

 

 

 

         

 
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Mazzette a sua "Insaputa"

Post n°2732 pubblicato il 26 Marzo 2021 da paperino61to

Ieri è iniziato il processo ad Alberto Rosso, politico di FdI ed ex di FI ( non avrebbe potuto essere diverso, lo hanno nel loro Dna delinquere).

E' accusato di scambio di voti in cambio di mazzette con esponenti della n'dranghetà.

Il suddetto personaggio si è candidato diverse volte alla carica di sindaco rimediando memorabili trombate in fronte. Al suo primo punto del programma, se veniva eletto era cambiare il nome di Corso Unione Sovietica, noi cittadini ne sentivamo l'esigenza di un cambio di nome, magari lo voleva cambiare in Corso Codardo, ma per fortuna noi torinesi l'abbiamo sfangata. 

Ora il Rosso è accusato di aver dato 8 mila euro circa ad esponenti malavitosi, ma la tesi difensiva è che il soggetto in questione non sapeva che erano mafiosi, non li conosceva, eppure le fotografie scattate lo riprendeno in compagnia di queste persone, che passava di lì per caso e proprio in quell'attimo il poliziotto fotografo scattava? Chissà, fosse così, sarebbe meglio se vai a Lourdes. 

Però un acosa dovresti farmi capire caro Rosso,tu "regali" 8 mila euro al primo che incontri e lo fai a tua "Insaputa"? Dopo Scajola e le sue case ora arrivi te, certo che nella destra non vi fate mancare proprio nulla.

Poi è pure jellato, la sua capa, la pantegana di Roma, appena saputo la notiza l'ha sbattuto fuori dal partito, caro Alberto non avevi i santi giusti nel partito al contrario di altri tuoi colleghi indagati e finiti a processo, ma anzi difesi  dalla pantegana a spada tratta.

Ovviamente siamo ai primi dibattimenti e visto la lunghezza dei processi in Italia chissà se riusciremo a sapere come andrà a finire.

Certo che se dovessi avere di nuovo la smania di dare soldi a tua "Insaputa" fammi un fischio, mi ci faccio trovare.

Ps. un consiglio, se vuoi saltare qualche udienza fai come il tuo ex capo( quello dell'altro partito), lui è esperto in materia: un bel ricovero in day hospital con tanti di certificazione medica e la seduta in trubunale salta, unica accortezza che quando esci non farti riprendere dalle telecamere che salti come un grillo tutto felice e contento.

 

 
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Ai Confini della Paura: La nebbia della vendetta

Post n°2731 pubblicato il 23 Marzo 2021 da paperino61to

La nebbia sta lentamente avanzando, la vediamo salire da dietro la collina, sentiamo lo scorrere incensante del torrente. La porta di casa è sprangata come lo sono tutte le finestre, abbiamo lasciato solo delle fessure per far passare la canna del fucile.

“Aldo, non possiamo restare qui dobbiamo scappare!” esclama il Beppe, ex reduce della campagna di Russia.

“Dove vorresti andare? Domani alla luce del sole ce ne andremo.

Beppe mi guarda perplesso, anche lui sa che uscire ora vorrebbe dire consegnarsi a quei maledetti, e la morte orribile che ci aspetta sarebbe certa.

“Beppe, in Russia hai mai avuto a che fare con quei…?”.

A parlare è Gino, il più giovane in quella casa, minuto, con i capelli rossi e la sigaretta pendente dalle labbra anche se spenta.

“No, i nostri nemici erano il gelo e i russi, e non …”.

Non riesce a completare la frase, un brivido le sale lungo la schiena.

“E tu Aldo?”.

Guardo Gino e scuoto la testa, a quei tempi avevamo i fascisti ma non questi esseri arrivati chissà da quale inferno.

“Io credo che siano qui per vendicarsi” sussurra Gino.

Il suo sguardo è assente, ha paura, non l’avevo mai visto in questo stato.

“Non dire sciocchezze, i morti non escono dalla tomba!”.

“Allora chi cazzo sono quelli che stanno venendo qui? Amici tuoi o del Beppe?”.

“Non lo so chi siano…”.

Tutto ha inizio un paio di settimane prima, era notte fonda quando abbiamo sentito dei rumori provenire dalla stalla. Mi sono alzato e sono uscito per andare a vedere, pensavo a un lupo oppure un vagabondo che si era intrufolato in cerca di caldo. La lanterna illuminava l’interno della stalla, c’era un silenzio di morte. A terra con la gola squarciata c’erano due mucche, e loro il sangue era ancora caldo. La terza mucca era come impazzita, volto la lanterna verso il fondo della stalla, e vedo un apertura e noto che il maledetto aveva sfondato la parete di legno. Mi precipito all’inseguimento, arrivo fino all’inizio della collina poi ci rinuncio la nebbia stava salendo.

Da quella sera, sentiamo che fuori dalla casa c’è qualcuno che si aggira. Assieme a Beppe e Gino seguiamo quel misterioso essere, ma arrivati alla collina la nebbia ci fa desistere dal continuare. Decidiamo di salire sulla collina di giorno, per terra ci sono delle impronte, con l’umidità della notte il terreno è bagnato. Calcoliamo che saranno almeno una decina di persone. Ma dove possono nascondersi? Non vi erano grotte o case abbandonate nei d’intorni.

“Se arrivassero dal cimitero?” esclama Gino.

Io e Beppe lo guardiamo, poi una risata esce dalle nostre bocche.

“Ragazzo, se non la smetti di fumare quelle schifezze, potrai solo dire cazzate”.

Gino non dice nulla, ma lo sguardo è diretto verso il piccolo cimitero a mezzo chilometro da noi.

“Se provassimo ad andare dai Cianu?”.

Ci incamminiamo verso quella cascina, che distava un paio di chilometri da noi. Nell’avvicinarsi ci accorgiamo che c’è qualcosa di strano, non si sente nessun rumore, nessun vociare. Impossibile che sono tutti nei campi o al mercato.

Chiamiamo ad alta voce, ma nessuno ci risponde.

“Non mi piace Aldo, non mi piace per niente questo silenzio!”,

Entriamo in casa, non c’è nessuno, solo tavoli e sedie buttati a terra, piatti e bicchieri rotti. Sulle pareti e per terra del sangue, tanto sangue, in un angolo troviamo la fascia della piccola Clara.

Beppe ci chiama dall’esterno, è vicino al pozzo. Il suo volto è pallido, con un dito ci indica per terra.

Mi avvicino, è un braccio.

“Cosa è successo qui?” domando ad alta voce.

“Andiamo via” urla a più riprese Gino

“Dobbiamo andare dalla polizia a denunciare quello che è accaduto qui”.

“E finire noi nei guai?” Beppe non ha tutti i torti, in paese sanno che tra noi e i Cianu ci sono state delle divergenze anche piuttosto accese con tanto di relative minacce.

“Non possiamo fare finta di nulla, se qualcuno ci avesse visto entrare qui?”.

“Non c’è anima viva Aldo, chi vuoi che ci abbia visto? Incominciamo ad andare via…prima però buttiamo nel pozzo quel braccio”.

Torniamo alla nostra casa senza dire una parola, ci guardiamo intorno per vedere se c’è qualcuno che può vederci, ma gli unici esseri viventi siamo noi.

Penso alle bestie nella stalla, che sono morte non solo di spavento. Le gole come i fianchi squarciati presi a morsi, ma i morsi che avevo visto non erano quelli dei lupi. Non dico nulla a Gino e a Beppe per non spaventarli, ma dentro di me ho paura. Arriva la notte, la luna illumina tutta la zona circonstante alla nostra casa. Ognuno di noi ha un fucile in mano, con gli occhi scrutiamo il più lontano possibile. Le orecchie cercano di sentire il minimo rumore possibile, ma a parte il rumore dei grilli e qualche gufo non c’è nient’altro.

Poi all’improvviso notiamo qualcosa.

“Guardate…laggiù verso destra…” esclama Gino.

Non riusciamo a vedere nulla, evidentemente i nervi del nostro amico gli stanno giocando un brutto scherzo.

“Gli avete visti vero?”.

Non c’è risposta da parte mia e di Beppe, e si incazza:” Non è possibile che non gli avete visti! Mi state prendendo in giro”.

Beppe torna a guardare dalla finestra ma non vede nessuno, ma dentro di se sa che qualcuno o qualcosa si sta muovendo fuori dalla casa.

“Gino stai calmo non ti agitare, non serve a nulla, probabilmente hai visto un animale…”.

“Aldo, quello è un animale a due gambe! Non è da solo, ho visto diverse sagome, ti sto dicendo la verità…credimi!”.

Gino non mente, avrà avuto tanti difetti ma non quello di mentire.

“Beppe che facciamo? Usciamo a vedere? In fondo siamo armati”.

Mi guarda come se avessi fatto una domanda assurda, scuote la testa in segno di diniego.

“Io fuori non ci vado, non so cosa ci sia, quello che so di sicuro è che laggiù non c’è un animale”.

“Per Dio Beppe chi cazzo vuoi che ci sia? Almeno tu ragiona, non farti prendere dal panico!”.

I nervi ci stanno cedendo e una paura irrazionale ci abbraccia.

“Aldo tu fai come vuoi, ma io fuori non esco, qui siamo al sicuro! Controlliamo se la porta è sprangata per bene, controlliamo anche le finestre, meglio essere sicuri”.

 Un vento forte si è alzato, le fronde degli alberi si piegavano quasi a toccare terra. La luna ha un che di sinistro. Dapprima sento un lamento flebile o almeno così sembra, poi capisco che è un qualcosa simile a un vociare o almeno così mi sembra.

“Guardate!”.

Gino e Beppe corrono verso la finestra, in lontananza vediamo delle sagome muoversi lentamente e stanno venendo verso di noi.

“Ma chi cazzo sono?” la voce di Beppe risuona forte nella stanza”.

“Se andiamo al piano di sopra non è più sicuro?” propose Gino.

“Vedremo se è il caso, meglio per ora rimanere qui. Tenete pronti i vostri fucili!”.

I nervi come i sensi sono tesi al massimo, quegli strani esseri chiunque cosa fossero si erano fermati, sembravano indecisi sul da farsi. Gino sale al piano di sopra, ma ritorna quasi subito da basso.

“Non si vede nulla, questa maledetta nebbia sta salendo sempre di più”.

“Brutto affare” dice Beppe.

“Che facciamo?” domando.

“Nulla, aspettiamo e preghiamo”.

“Tu, un comunista che prega? Questa sì che è bella, se avrò dei figli dovrò raccontargliela”.

“Aldo, fottiti!”.

Non è da Beppe rispondere in quella maniera, e credo che il suo pregare derivi dalla paura dell’inconscio, il non sapere cosa ci sia dall’altra parte della porta di casa.

“Io non resisto, sto impazzendo…ora esco!”.

“Gino, non fare lo scemo, qui almeno siamo al sicuro. Qualunque cosa ci sia fuori non potrà entrare!”.

“Ne sei sicuro Aldo? Me lo puoi giurare? Certo che non puoi giurarlo…io esco e non provate a fermarmi”.

Il volto di Gino non ammette replica, è deciso ad uscire. Lo aiutiamo a spostare il mobile per poter aprire la porta.

“Mi raccomando non andare lontano, stai dove ti possiamo vedere e se vedi qualcosa torna subito di corsa”.

Non risponde, prende il fucile, toglie la sicura ed esce dalla casa. Lo vediamo avanzare guardingo, i suoi occhi scrutano eventuali presenze, si ferma e voltandosi verso di noi fa segno che è tutto a posto. Continua ad avanzare ancora, aveva superato la stalla, Beppe esclama una imprecazione.

Gino torna a farsi vedere, si volta verso di noi, facendo segno di uscire anche noi.

“Non c’è nessuno, uscite!”.

Poi all’improvviso vediamo ciò che non avremmo mai voluto vedere.

Tre o quattro sagome sbucano all’improvviso, prendendo Gino e trascinandolo con loro. Il fucile cade a terra, non ha avuto il tempo di sparare, lo sentiamo urlare e chiedere aiuto.

I grugniti o quello che sono di quegli esseri ci penetrano nelle orecchie, Beppe fa il gesto per uscire e correre in aiuto di Gino ma poi si blocca. Trema, balbetta frasi senza senso, poi si piega in ginocchio ed inizia a piangere.

Lo aiutai ad alzarsi e lo abbraccio: “Dai Beppe, vedrai che il nostro amico si sarà salvato. Non manca molto all’alba…”.

Lui mi guarda dritto negli occhi, sa che sto mentendo su Gino, non lo avremmo più rivisto.

Guardo fuori dalla finestra, quegli esseri stanno avanzando verso di noi, noto che camminano lentamente, i loro movimenti sono sgraziati. Mi sembra di sentire un coro, un coro stonato con parole incomprensibili.

La luna che per un attimo è stata coperta da una nuvola, torna ad illuminare la zona, ed allora quegli esseri compaiono alla nostra vista.

“Non è possibile…dimmi che non è vero Aldo!”.

Non dico nulla, prendo il fucile ed inizio a sparare furiosamente.

Quegli esseri sono sempre più vicini, ora possiamo vederli meglio. Vediamo i Cialu, o quello che ne rimaneva, la moglie, i suoi uomini, la piccola Clara. Beppe mi indica i Zerbi, sono stati fucilati con l’accusa di collaborazionisti del regime.

“Non può essere…non può essere…”.

Ad occhio nudo sono una cinquantina, tra loro notiamo anche i Presutti, che sono stati uccisi da me e Beppe solo perché sospettati di essere simpatizzanti fascisti.

“Beppe, sono tornati per vendicarsi!”.

Non dico nulla, ma vedo il mio amico posare il fucile ed aprire la porta, iniziando a camminare verso di loro.

Gli urlo di tornare indietro, ma non mi ascoltava più.

Le mani protese di quegli esseri lo ghermiscono, e si avventano su di lui, aprendo le loro bocche fameliche. Beppe volge il suo ultimo sguardo verso di me. So che non avrei avuto scampo se rimanevo in quella casa, con lo sguardo cerco una via di fuga, ne ho una sola, uscire di corsa e correre veloce più che potevo. Ho notato che quegli esseri immondi sono lenti, così esco mentre loro bacchettano con il corpo del povero Beppe.

Incomincio a correre, se riesco ad arrivare al torrente sono salvo, la corrente mi avrebbe portato lontano da questo posto. Un paio di loro mi vedono e incominciano a venirmi dietro, non ho più fiato, mentre loro non sentono la fatica. Noto un paio di alberi, dove posso con calma prendere la mira e tentare di ucciderli, come se si può uccidere chi è già morto.

Nascosto da dietro un albero inizio a sparare ma loro continuano ad avanzare senza sosta, barcollanti.

Miro alla testa di uno di loro e lo vedo cadere, esulto come un bambino che ha vinto un premio. Capisco subito che devo sparare alla testa se voglio fermarli, prendo di nuovo la mira e sparo, anche quel dannato cade.

I rimanenti del gruppo stanno arrivando, sono troppi per me, non posso rimandarli all’inferno. Conto i colpi che mi sono rimasti, troppo pochi. Impreco per aver lasciato le scatole di munizioni in casa. Decio di sparare ancora un paio di fucilate per rallentarli e poi scappare di corsa verso il torrente.

Dopo un centinaio di metri, cado per terra urlando, non ho visto una buca. La caviglia mi fa un male cane, se non è rotta sicuramente è slogata.

A fatica mi alzo, ed inizio a camminare, di correre non se ne parla, provo dolore ma se mi fermo sono morto…un morto che cammina. Ricado di nuovo, in qualche modo cerco di rimettermi in piedi, ma inutilmente. Il mio volto esprime il terrore che mi ha avvolto, vedo quegli esseri avvicinarsi sempre più, in alcuni di loro posso notare o almeno così credo, di vedere un sorriso beffardo.

Davanti a loro vedo Gino, e nella fila dietro Beppe, volto la testa per non vedere cosa sono diventati. Mi rimane solo una scelta per non fare la fine loro, prendo la canna del fucile e me la metto in bocca, poi chiudo gli occhi.

“Maresciallo, venga a vedere”.

“Dimmi Pasquale…” Il maresciallo Grossi della caserma di Ferrara è entrato nella stalla dei tre amici.

“Guardi le vacche, hanno fatto la stessa fine di quelli della fattoria”.

Il ronzio delle mosche e il fetore dei loro corpi putrefatti impregna l’aria.

“Usciamo di qui”.

“Pasquale, tu che ne pensi? Io non so cosa pensare”.

“Che vuole che le dica? Bestie sbranate e tutte le persone sparite e come non bastasse in un pozzo abbiamo trovano un braccio”.

“Dopo la collina cosa c’è?” domanda il maresciallo.

“Il cimitero, vuole andare a dare un’occhiata?”.

“Si andiamoci!”.

Il silenzio aleggia in quel piccolo cimitero, un cancello di ferro è a terra, probabilmente fatto cadere a terra dal vento.

I due uomini entrano, le croci di marmo campeggiano sulle tombe.

“Pasquale guarda, che ti sembra?”.

L’agente si inginocchia, poi guarda il maresciallo.

“Sembra che questo cumulo sia stato smosso, e non solo questo, guardi anche le altre tombe maresciallo, ma da chi? Qui ci sono solo morti”.

“Anche la cripta sembra a posto, a parte delle tavole di marmo cadute a terra”.

“Maresciallo lei crede ai morti viventi?”.

“Pasquale non dire fesserie! Qui non ci sono morti che vanno a spasso ad ammazzare la gente”.

“E allora dove sono andati i Cianu e i suoi operai e i tre di quella casa?”.

“Avranno mollato tutto e si saranno trasferiti da qualche altra parte senza dire nulla a nessuno. D’altronde non abbiamo trovato i corpi, quindi come possiamo dire che sono stati uccisi?”.

“Già…e se fosse stato un regolamento di conti? Lei conosce le voci che girano sulla fine della guerra”.

“Sono passati anni, sarebbe assurdo che qualcuno cerchi ancora la vendetta”.

“Forse ha ragione lei maresciallo, che si fa ora?”.

“Andiamo in caserma, stilerò il rapporto dicendo che le persone si sono trasferite in località ignota”.

I due uomini escono dal cimitero mentre dietro di loro la nebbia si sta alzando.                                  

 

                                                Fine 

 

NdR: questo racconto avrebbe dovuto partecipare a un concorso letterario dove il tema erano gli Zombie. Da buon grullo, non ho segnato nè il link nè chi  lo organizzava, e da quel social dove l'avevo visto non sono più riuscito a trovarlo.

 
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Serata Bennato

Post n°2730 pubblicato il 20 Marzo 2021 da paperino61to

Si torna a ballare e ad ascoltare buona musica. Chi mi segue da anni sa che il mio dna è rock'roll, e che nel nostro paese questa parola è stra abusa dai giornalisti(??) musicali. Ma con questo Grandissimo cantante e cantautore NON ci possono essere dubbi, Lui è il rock'roll: Edoardo Bennato.

 

 

         

 

 

 

 

 

         

 

 

 

 

          

 

 

 

 

 

         

 

 

 

 

           

 

 

 

 

       

 

 
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RaiPlay una rosa in un deserto di programmi televesivi

Post n°2729 pubblicato il 16 Marzo 2021 da paperino61to

Oggi parlo dell'unico canale che merita vedere della televisione in generale, è quello di RaiPlay, unico neo è bisogna avere una smart tv ed essere connessi a internet.

Certo in un paese dove la famosa banda larga non esiste questo può essere un problema, come il fatto di dover pagare internet a qualsiasi gestore, ma a parte questo, merita la pena.

Ci sono centinaia e centinaia di film d qualsiasi genere, sceneggiati, voi lo sapete che adoro quelli di quando la Rai era la Rai, tipo il tenente Sheridan, la Freccia Nera, Philo Vance, la Cittadella, famoso e primo sceneggiato andato in onda con A.Lupo e altri ancora. Sceneggiati degli anni 70/80: Ritratto di donna velata, A come Andromeda, il famoso Ulisse. 

Le fiction da Montalbano a Nero a metà, Non uccidere ( molto bello e girato a Torino e intorni, e finalmente con riprese non della solita via Po, Piazza Vittorio con sfondo la Gran Madre,stile Provaci ancora Prof, ma di vie di quartiere, nomi di strade in periferia o in collina), Rocco Schiavone( le prime tre serie).

Documentari di storia, di personaggi famosi, programmi di intrattenimento anche di vecchio stampo ( Mille luci con Mina e la Carrà), un programma con mattatore Walter Chiari, ecc.

Teatro, lirica e una serie intitolata Rock Legends( il nome è già tutto un programma).

Insomma una vasta seria in un piattume televisivo che salvo rare eccezzioni offre qualcosa che merita stare alzato fino a tarda sera.

Inoltre il bello di RaiPlay è che la vedi all'orario che vuoi te e la blocchi quando ti stufi. Siamo in tanti a lamentarci dell'inizio dei programmi rai (21,30 e a volta anche 21,45) per poi andare a letto verso mezzanotte o poco prima...assurdo per le persone che lavorano e non solo.

Ammetto che ero titubante a comprare una smart tv, ma devo dire che ora ne son contento e grazie a chi ha inventato Raiplay. 

 
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