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Messaggi del 20/01/2014

 

Visitare Torino : Piazza Carlo Felice e Piazza Castello

Post n°1593 pubblicato il 20 Gennaio 2014 da paperino61to

 

       

 

Piazza Carlo Felice è una piazza di Torino. Si trova alla congiunzione di Via Roma con Corso Vittorio Emanuele II proprio di fronte alla Stazione Porta Nuova.

Intitolata a Carlo Felice di Savoia re del Regno di Sardegna, fu realizzata nel 1861 dall'architetto francese Jean Pierre Barrilet Deschamps nel contesto dello sviluppo della città verso sud che aveva precedentemente portato alla realizzazione di Piazza San Carlo. È contornata da palazzi ottocenteschi con portici firmati da Giuseppe Leoni, Giuseppe Frizzi e Carlo Promis che, sul lato nord, ben si raccordano alla centrale Via Roma con un'esedra semicircolare.


   

Al centro della piazza c'è il Giardino Sambuy. Recintato e organizzato su pianta regolare, è movimentato con ondulazioni del terreno e con un percorso di vialetti in porfido che lo attraversa diagonalmente, offrendo vedute con diverse prospettive. È impreziosito da piante rare, da statue dedicate ad Edmondo De Amicis, a Massimo D'Azeglio e a Ernesto di Sambuy. Sempre all'interno del giardino è presente un orologio floreale dono della città di Ginevra.

Sulla piazza si affacciano molte storiche attività tra cui l'antica Cioccolateria Giordano e l'Hotel Roma, dove nel 1950 Cesare Pavese si tolse la vita.

Sotto la piazza è collocata la fermata della Linea 1 di metropolitana Porta Nuova e l'ampio sistema di parcheggi sotterranei comunicanti che si estende fino a Piazza Castello.

 

Piazza Castello

Progettata nel 1584 da Ascanio Vitozzi, la piazza s'estende su una superficie di circa 40.000 metri quadrati, facendone la seconda per estensione in città, dopo la Piazza Vittorio Veneto. Danneggiata durante la guerra civile che insanguinò Torino negli anni 1637-1640, la piazza fu ricostruita da Maria Cristina di Francia, madre di Carlo Emanuele II di Savoia, futuro duca di Savoia. Lei fece ammodernare il vecchio Palazzo di San Giovanni, il Palazzo Reale, e diede inizio ai lavori per Palazzo Madama tra il 1645 e il 1646.

           

La piazza si presentò, per tutto il Seicento e per buona parte del Settecento, divisa in tre settori distinti: la zona più antica, quella in cui confluiva Via Dora Grossa, oggi Via Garibaldi, l'altra zona era quella eretta a seguito dell'ampliamento della città verso il fiume Po, quindi verso Via Po, ed infine l'ultima area era quella della Piazzetta Reale, al tempo ancora divisa dal resto della piazza da un muraglione in cotto. Questa struttura, costituita da un lungo porticato, era usata dai Savoia come luogo da cui si affacciavano per le manifestazioni pubbliche come le ostensioni della Sacra Sindone. Tale architettura rimpiccioliva la piazza ma le conferiva un'aria maestosa, chiamata volgarmente Padiglione Reale o Terrazza di Piazza Castello e venne demolita nel 1811 da un incendio sviluppatosi durante i festeggiamenti per la nascita del Re di Roma. Fu poi per volere di Carlo Alberto che il padiglione venne sostituito da una cancellata in ferro fuso, progettato da Pelagio Palagi tra il 1835 e il 1842. Altra importante struttura, persa col tempo, era per la manica che univa la Reggia sabauda a Palazzo Madama, percorribile al suo interno dai Savoia, e usata come luogo ove erano collocate le collezioni artistiche. Questa galleria era realizzata in legno, voluta da Carlo Emanuele I nel 1606 e decorata da Federico Zuccari, Nicolò Ventura, Giovanni Crosio e Guglielmo Caccia detto Moncalvo. Distrutta a causa degli incendi del 1667 e del 1679 venne ricostruita su ordine di Carlo Emanuele II ma demolita, infine, dai francesi di Napoleone.

         


È proprio nel periodo napoleonico che gli edifici della piazza corsero il rischio di esser rasi al suolo: durante l'occupazione Napoleonica qualcuno suggerì agli ingegneri dell'Imperatore di distruggere Palazzo Reale e Palazzo Madama per destinare il luogo a Campo di Marte. Fortuna volle che Napoleone considerò folle il progetto e i monumenti furono preservati.

Già nei primi anni del Novecento la piazza era percorsa da tram e da automobili, fino al 2000, quando, grazie ad un ampio progetto di riqualificazione del centro cittadino, è stata nuovamente resa pedonale in una porzione consistente. Questa apprezzabile e radicale riorganizzazione della viabilità ha permesso alla piazza di ospitare alcune importanti manifestazioni: nel 2005, ha ospitato la prima tappa del Festivalbar, mentre per i XX Giochi olimpici invernali e i IX Giochi Paralimpici invernali è stato costruito il palco in cui sono stati premiati molti atleti; per quest'occasione la piazza venne rinominata Medals Plaza (la Piazza delle Medaglie). Dal 2010 ospita il concerto finale degli MTV Days.[1][2][3]

Edifici storici

Piazza Castello è il centro vitale di Torino e, nel periodo della permanenza in città della Corte sabauda, fu il luogo più importante dello Stato piemontese: in essa si trovano, dunque, gli edifici di maggiore importanza e di più grande valore artistico.

 


Sulla piazza, infatti, s'affacciano, oltre a Palazzo Reale e, al suo centro, Palazzo Madama, il Teatro Regio, il Palazzo della Giunta Regionale, l'Armeria Reale, il Palazzo del Governo (ora sede della Prefettura), la Biblioteca Reale, l'Archivio di Stato, la Chiesa di San Lorenzo, Palazzo Chiablese. Gli edifici, eretti nel corso dei secoli, offrono uno spaccato della storia torinese: un esempio per tutti è Palazzo Madama, il cui nome vero sarebbe Casaforte di Casa Acaia, il quale si erge sulle rovine dell'antica porta romana, trasformata poi in castello[4]. Palazzo Madama fu poi sede del Senato Subalpino.

Monumenti

Nella piazza, tutto intorno a Palazzo Madama, sono posizionati tre grandi monumenti:
il primo è, frontale a Via Garibaldi, la scultura dedicata all'Alfiere dell'Esercito Sardo, inaugurato nell'aprile 1859, opera di Vincenzo Vela.
Sul lato in direzione di Via Roma, vi è il monumento al Cavaliere d'Italia, opera di Pietro Canonica del 1923.
Infine, sul lato verso Via Po, vi è l'opera di Eugenio Baroni dedicata ad Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta.

I portici

Piazza Castello è circondata per tre lati su quattro da monumentali portici, costruiti in periodi differenti. Quelli adiacenti a Via Garibaldi, i più antichi, furono eretti su disegni del Vitozzi stesso; quelli sui lati di Via Po e il Giardino Reale risalgono invece al regno di Carlo Emanuele III di Savoia, ovvero alla metà del XVIII secolo. Solo al 1830 è da porre la prima lastricazione dei porticati e, quindi, della piazza, che prima era lasciata a ciottolato.
I portici di ponente furono denominati, fino almeno alla metà dell'Ottocento, con il nomignolo di Portici della Fiera: in questi luoghi, infatti, si tenevano due importanti fiere torinesi, una in occasione del carnevale, l'altra in prossimità dell'Ostensione del Sacro Lino. In occasione dei XX Giochi Olimpici Invernali i caratteristici gabbiotti posti all'interno delle arcate dei portici

 

 

 
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Loro si che sanno divertirsi

Post n°1592 pubblicato il 20 Gennaio 2014 da paperino61to

Bisogna ammetterlo, noi di “ sinistra “ non abbiamo il senso dell’umorismo. Ci manca il famoso “ sense of humor “ come dicono gli inglesi. Siamo noiosi, sempre invidiosi degli altri, tristi, ci fanno solo sorridere le disgrazie altrui, specialmente di una certa persona. Poi siamo sinceri, frequentiamo salotti snob, pretendiamo di parlare con la “ r “ moscia ( Vedi Bertinotti ). Indossiamo roba chic e firmata, in sintesi non ci godiamo la vita.

Prendete i “ Leghisti “ , loro si che sanno cosa sia il divertimento , la goliardia, e del come non frequentare salotti buoni.  Chi di noi di “ sinistra “ verrebbe in mente di vedere una donna “ negra “ e salutarla dicendogli : “ Ciao ORANGO “ magari regalandogli un “ casco di banane “. Loro lo fanno, con tanto di risate.

Siamo sinceri anche quando sperano che la  donna “ negra “ venga Stuprata , non lo fanno per razzismo, non sono capaci questo sentimento, lo fanno per incrementare le nascite, visto che noi italiani facciamo pochi figli.

Anche quando quel simpaticone di  Buonanno (parlamentare ) si dipinge la faccia di nero, lo fa mica perché è razzista , ma semplicemente perché  la frase di quella famosa canzone che dice : “ mi dipingevo la faccia di blu “ non le piace , il colore blu lo detesta , meglio il Nero.

Purtroppo noi di “ sinistra “ travisiamo  sempre male, quando i leghisti parlano di Ingratitudine noi capiamo “ NEGRITUDINE “ . Poi come non ammettere, e parlo delle donne della “ sinistra “ l’invidia che una “ negra “ ha la fortuna di non doversi truccare ? Per fortuna ci sono persone come la Santelli ( Forza Italia ) che ha il coraggio di dirle queste cose. Subito ci indigniamo , pensiamo subito male, ma questo non è affatto razzismo, anzi si chiama solidarietà Padana.

Anche quando dicevano che i Professori “ Terroni “ non dovevano venire al Nord per rubare il posto ai padani, era solo uno scherzo. Idem quando vanno dicendo che i “ Terroni “ non sanno manco parlare italiano anzi padano, e che dovrebbero sostenere un ‘esame di dialetto nordico se vogliono venire nella Grande Macro Regione del Nord.

Parlavo prima di salotti “ snob “ della sinistra, ma volete mettere frequentare gente come Marine Le Pen  , capo del Fronte nazionale Francese ? Mica micio micio bau bau. Una signora che  è sempre pronta al dialogo con i “ negri “ e gli extracomunitari. Non parliamo poi di quando i Leghisti incontrano alle feste della birra e piadina gente appartenente al “ PARTITO NAZIONALE SLOVACCO, I DEMOCRATICI SVEDESI, i bulgari dell’ATAKA, i belgi fiamminghi del VLAMMS BELANG, l’UDC SVIZZERO , che vuole cacciare i lavoratori italiani, i cosiddetti frontalieri ). Come vedete tutta  gente morigerata , pacata e pacifista.

Inoltre siamo invidiosissimi di come Borghezio ( espulso dalla Lega ma mai Rinnegato dai vertiti e base ) organizza convegni assieme al GRUPPO ALPHA ( formazione vicina a Lealtà e Azione, che a Milano vuol dire HAMMERSKIN, falange nata da una costola di quei simpaticoni del KU KLUX CLAN ).

Inoltre la sinistra si può sognare di avere contributi di gente del calibro come : Kovalenko, rappresentante del Movimento Eurasiatista Russo , amici degli Hammerskin.

Il valore per questi due popoli la fa da padrona : entrambi amano scherzare sui “ Negri , sugli handicappati, sugli omosessuali “ , il problema è che noi di sinistra non “ capiamo “ la loro goliardia. Prendete il KKK, mica sono razzisti, loro sono convinti che la frutta deve nascere dal terreno e non sulle piante, li è meglio appenderci i “ Negri “.

Per concludere la Lega Nord e i loro iscritti e amici non SONO AFFATTO RAZZISTI , XENOFOBI E OMOFOBI,  ma è gente da Premio Nobel per la Pace.

Concludo dicendo da Torinese doc e dop e da una Regione misteriosa chiamata padania :

                                 Vatta pjè tal c……caro leghista

 

 

 
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