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Messaggi del 21/05/2020

 

Il passato chiede aiuto (11 capitolo)

Post n°2605 pubblicato il 21 Maggio 2020 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi indaga sul presunto suicidio di un marito di una sua vecchia amica di gioventù. Fin dalle prime indagini Berardi evidenzia incongruenze e cose poche chiare come il referto stilato dal medico Merlo. Nel proseguo dell'indagine viene a sapere che la vittima iscritta al Circolo Sartori usava un nome falso, che una sua cliente oltre che essere l'ultima persona ad averlo visto vivo era anche l'amante. La donna è la moglie di un noto avvocato torinese. Il commissario capisce che c'è un legame tra i tre personaggi: il dottor Merlo e i coniugi Relli e crede che anche l'avvocato Pergola che difende dall'accusa di omicidio la moglie del Relli e il dottore sia implicato. La svolta arriva quando un agente della polizia segreta fascista( L'Ovra) domanda spiegazioni sul perchè indaga sulla morte di un loro agente: Fausto Calenda, lo stesso nome che la vittima usava al Circolo Sartori. I coniugi Merlo vengono arrestati alla frontiera e portati in carcere a Cuneo dove diversi giorni dopo confesseranno la loro partecipazione alla messa in scena del delitto, i Relli riescono a scappare e sembravano scomparsi dalla faccia della terra. L'avvocato Pergola viene arrestato e portato in questura.

 

 

L’uomo ha un mancamento, sbianca in volto e si mette la testa tra le mani, capisce che sta rischiando la galera. Aggiungo anche che l’Ovra  sta indagando sulla morte di Comi, a quel punto l’uomo inizia a piangere, sa bene che fine farà se la polizia segreta arriva a lui.

“La prego commissario, lei mi deve aiutare…non voglio morire per Relli, non voglio!!”.

“Forza Pergola, allora parli”.

“Si, è la cosa migliore che posso fare! Relli è anche lui un agente dell’Ovra, frequenta gli uffici qui a Torino…e con la moglie hanno messo in atto il furto dei soldi che entrano nella sede. Piccole somme, ma che sommate fanno una bella cifra”.

“L’impiegato non si è mai accorto di nulla?”.

“Credo che all’inizio non se ne sia accorto Relli falsificava il bilancio, ne aveva la possibilità di farlo, ma poi visto che hanno mandato Comi ipotizzo che abbia scoperto la truffa”.

“Come hanno fatto a sapere che Comi era un’agente della polizia segreta?”.

“Per puro caso, Relli ha intercettato per sbaglio una lettera destinata al responsabile della sezione, ha letto il nome di Fausto Calendo”.

“Quando l’agente si è presentato al circolo Sartori con quel nome ha decretato la sua fine”.

“Esatto, quando Relli ha saputo come si chiamava non ci ha messo molto a capire perché era li. L’ha fatto pedinare ed ha scoperto che il vero nome era Comi, avvocato pure lui”.

“La moglie cosa c’entra in questa faccenda?”.

“Relli voleva assolutamente sapere cosa avesse scoperto prima di decidere se ucciderlo, quindi decise con l’assenso della moglie di essere dapprima sua cliente e poi eventualmente amante, in modo da carpire informazioni”.

“Lei cosa c’entra in tutto questo?”.

“Io conoscevo Comi da anni, pur non sapendo che era un agente dell’Ovra, e Relli che sapeva che ero suo amico, mi chiese di presentarle sua moglie”.

“Immagino che anche lei avrà avuto un tornaconto in fatto di soldi!”.

“Si, altrimenti non sarei entrato nel loro giro!”.

“Chi ha ucciso Comi?”.

“La Felissi ha ingaggiato due balordi travestiti da poliziotti, non so come si chiamino ne dove li ha trovati. Poi il giorno dell’uccisione lei era nello studio di Comi. L’avvocato non sospettava nulla quando se li è trovati davanti”.

“Perché la donna era presente?”.

“Voleva accertarsi che non potessero esserci intoppi. Fu lei a chiamare il dottor  Merlo, avevano concordato il piano da tempo, la Felissi si sarebbe spacciata per la moglie della vittima, in modo che la segretaria di Merlo potesse eventualmente testimoniare di questa telefonata”.

“Comi non ebbe mai dubbi sulla sua amante?”.

“No, forse lui era veramente innamorato, non posso dirlo con certezza. Commissario ora che ho detto tutto, mi aiuterà? “.

 “Vedrò quello che posso fare, per ora lei andrà alla Nuove”.

Con Perino vado a Cuneo, il colloquio con il dottor Merlo e sua moglie dura poco, al solo sentire nominare l’Ovra diventano collaborativi e anche i coniugi chiedono di non essere consegnati a loro.

“Bravo Berardi, e ora che facciamo con l’agente venuto qui? Lei dovrebbe dirgli cosa ha scoperto, nel frattempo ha fatto pervenire i nomi di chi frequentava la sezione dell’Ovra ”.

Leggendo ho la conferma di ciò che Pergola ha detto: l’avvocato Relli era un’agente di quella sezione.

“Lo so signor questore, ma voglio prendermi un paio di giorni di tempo, se riesco a catturare i coniugi Relli potrebbe essere la loro salvezza altrimenti…”.

“Le concedo quarantotto ore di tempo, poi chiamo l’Ovra, è tutto quello che posso fare per lei”.

Verso sera arriva una chiamata dal commissariato di Susa, un auto era stata abbandonata in una stradina dalle parti di Chiomonte, targa e modello dell’auto sono quelle che aveva diramato Tirdi, ma della coppia nessuna traccia.

“Stanno tentando di passare la frontiera a piedi e rifugiarsi in Francia Tirdi dirama sia ai nostri colleghi che quelli francesi di bloccare i Relli alla frontiera, manda loro le fotografie dei fuggitivi”.

Purtroppo per loro non siamo riusciti ad arrestarli, i coniugi sembrano scomparsi dalla faccia della terra. Il termine è scaduto senza che avessi notizia dei fuggitivi.

“Bene Berardi, ha fatto un buon lavoro, ora ci pensiamo noi, vedrà che noi li troveremo. Per quanto riguarda gli altri loro complici è affare vostro, noi vogliamo i Relli”.

Con questa frase la sentenza di condanna a morte per i coniugi è effettiva, ovunque si siano nascosti è difficile che lo rimarranno per lungo tempo.

Esco dall’ufficio e vado a trovare Lucrezia, le racconto di come è finita l’indagine e del perché suo marito è stato ucciso.

“Ettore un’agente dell’Ovra?...Ma ne sei sicuro? Mi sembra impossibile”.

“Si, lo era, è venuto un suo collega in questura, tuo marito come copertura usava il nome di Fausto Calendo quando operava. Erano dubbiosi che si fosse suicidato e quando hanno saputo che stavo indagando non  hanno messo molto a capire che era stato ucciso”.

“I colpevoli li avete presi?” le mani della donna stringevano con forza il fazzoletto.

“ I complici tutti, solo i Relli sono scappati, ma a loro ci penserà L’Ovra”.

Lucrezia guarda il bambino che sta colorando un disegno e mi chiede se Ettore era l’amante di quella donna, i suoi occhi mi implorano di dirle di no.

“No credimi è la verità, la Felissi si è spacciata per una cliente, assidua sicuramente , ma non era l’amante di tuo marito”.

“Grazie Marco, grazie a nome anche di Giacomo…” si alza e mi bacia sulle labbra, poi si allontana piangendo.

Dopo un paio di settimane sulla Stampa compare un articolo dove si legge che una coppia di italiani è morta in un agguato su una strada fuori Chambery: “ Tommaso Ghirardi e la sua consorte sono stati uccisi sulla loro auto, la polizia ipotizza una rapina andata a male ” vi era anche la fotografia delle vittime: erano i Relli.

Pur essendo stati degli assassini e ladri non posso fare a meno nel dire che la Giustizia non è quella dell’Ovra, e sono sicuro che con il tempo arriveranno a prendere anche chi ha premuto il grilletto.

La notte è silenziosa mentre torno a casa riflettendo su un amore di gioventù, e di come il destino a volte si prenda gioco delle persone facendoli rincontrare come attori in una tragedia greca, dove il titolo avrebbe potuto essere: un passato che chiede aiuto.

                                             Fine

Grazie a tutti per aver seguito il commissario in questa sua nuova indagine.

L’Ovra è esistita realmente, ebbe vita dal 1927 al 1943, era la polizia segreta fascista, organo costituito a debellare con tutti i mezzi ogni forma di contestazione o sovversiva  verso il governo Mussolini.

Lucrezia, personaggio anch’essa esistito, era stata una “fiamma” di gioventù del sottoscritto( ovviamente il cognome è quello scritto in questa storia), quegli amori adolescenziali che rimangono nel cuore e nei ricordi per sempre. 

 
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