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Incontro con il segretario nazionale di Democrazia Atea.

Se vuoi partecipare attivamente alle iniziative di Democrazia Atea, questo evento ti riguarda.
Se abiti in provincia di Venezia, o se comunque abiti in una zona dalla quale puoi raggiungere Venezia in tempi ragionevolmente brevi, partecipa all'incontro con Carla Corsetti, Segretario Nazionale di Democrazia Atea www.democrazia-atea.it . Contatta i tuoi amici, i tuoi colleghi di studio e di lavoro e tutte le persone che sono interessate a conoscere il Programma Politico. Non aspettare, il Paese è già in ritardo e il tuo contributo è importante!

 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

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CROCIFISSO:ISTRUZIONI ELETTORALI

Post n°128 pubblicato il 26 Marzo 2010 da maggiedeiconsorti
 
Foto di maggiedeiconsorti

Durante le consultazioni il simbolo della confessione cattolica sarà presente in molti seggi elettorali. Tale presenza incompatibile con il supremo principio costituzionale della laicità dello Stato, ci spinge batterci in sede legale perché questo principio trovi finalmente un’applicazione concreta. Il punto più alto di questo impegno è stata ovviamente la sentenza con cui la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, pronunciandosi su in ricorso presentato da una socia UAAR, ha espresso contrarietà alla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche: contro tale sentenza il governo italiano ha presentato a sua volta ricorso alla Grande Camera, e si è in attesa della sentenza definitiva.

Al fine di far rimuovere il crocefisso dalla parete del seggio elettorale suggeriamo la seguente prassi:

Prima di aver votato, chiedere educatamente al proprio presidente di seggio un colloquio riservato.
Far presente al presidente di seggio che il crocifisso è il simbolo di una religione specifica (non più di Stato dal 1984) e che, pertanto, la sua presenza vìola il supremo principio costituzionale della laicità dello Stato.
Informare il presidente di seggio del suddetto pronunciamento della Corte di Appello di Perugia del 10 aprile 2006, in particolare del passaggio in cui si sostiene «l’opportunità che la sala destinata alle elezioni sia uno spazio assolutamente neutrale, privo quindi di simboli che possano, in qualsiasi modo, anche indirettamente e/o involontariamente, creare suggestioni o influenzare l’elettore».
Nel caso si rifiutasse di togliere il crocifisso argomentando a suo modo il rifiuto, si consiglia di pretendere che il presidente di seggio metta a verbale la seguente dichiarazione:

DICHIARAZIONE DA FAR METTERE A VERBALE

Data: __________________________

Io, sottoscritto (cognome e nome), ho constatato la presenza di un crocifisso appeso a una parete all’interno del seggio elettorale ubicato in (indicare numero del seggio e indirizzo dello stesso).
Ritengo che la presenza, all’interno di un seggio elettorale, di un simbolo religioso di una specifica confessione, privo quindi di valore laico e universale, sia in palese contrasto con il supremo principio costituzionale della laicità dello Stato, sancito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 203/1989 e successive, e confermato, nel caso specifico, dalla sentenza della Suprema Corte di Cassazione n. 439/2000.
La presenza del simbolo religioso è altresì in contrasto con il pronunciamento della Corte di Appello di Perugia dello scorso 10 aprile 2006, in particolare con il passaggio in cui si sostiene «l’opportunità che la sala destinata alle elezioni sia uno spazio assolutamente neutrale, privo quindi di simboli che possano, in qualsiasi modo, anche indirettamente e/o involontariamente, creare suggestioni o influenzare l’elettore».
Alla mia richiesta di rimozione del crocifisso il presidente di seggio, Sig. (cognome e nome), ha opposto un netto rifiuto.

Il Cittadino (firma per esteso)

Si consiglia di far verbalizzare, in calce all’istanza di rimozione del crocifisso, anche la seguente formula di diffida:
Poiché in seguito alla qui sopra verbalizzata richiesta il Presidente del seggio non ha tuttora provveduto a rimuovere il crocifisso dall’aula in cui si svolgono le operazioni elettorali, il sottoscritto elettore diffida formalmente il medesimo Presidente del seggio a provvedere nel senso richiesto, avvertendolo che in caso contrario agirà giudizialmente o in sede amministrativa per far accertare l’illegittimità del rifiuto di provvedere.

Il presidente di seggio non è obbligato a far sottoscrivere la verbalizzazione anche all’elettore.

Nel caso il presidente di seggio si rifiutasse perfino di far mettere a verbale la dichiarazione, gli si deve ricordare che la norma di cui all’art. 104, comma 5, del d.P.R. n. 361/1957, punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa sino a lire 4.000.000 il segretario dell’ufficio elettorale che rifiuta di inserire nel processo verbale o di allegarvi proteste o reclami di elettori.

Se nonostante ciò il presidente di seggio persistesse nel non voler verbalizzare la dichiarazione, sarà possibile presentare un esposto nei suoi confronti.

 
 
 
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