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« UN VENTO NUOVO STA SOFFI...A Reggio Emilia, le lepr... »

GLI ATC DI REGGIO EMILIA VANNO RIDOTTI A DUE.

Post n°27 pubblicato il 26 Ottobre 2012 da sergiococchi

A Reggio Emilia,abbiamo quattro atc,che dividono in quattro il territorio: est ,ovest, collina e montagna. I costi sono ovviemente onerosi,proprio per i costi di gestione di apparati,che paiono essere quattro republicxhe dentro ad una provinvia.

capita di vedere dei calendari diversi.si può andare in addestramento con i cani al di spra della via emilia,al di sotto sarà consentito otto giorni dopo.Un esempio per dire che vi è una visione molto locale della gestione della materia. Altro esempio. le zone di ripopolamento di pianura,sono ricche di lepri,così che è convinzione di molti pensare che le lepri prodotte debbano essere liberate nei territori di pertinenza degli atc che le hanno prodotte. Quasi che i cacciatori le allevassero con il biberon..... Questa è comunque una vecchia mentalità che si perpetra da anni. Anche la Provincia ha sempre accettato questa mentalità,così si continua a liberare le lepri,dove di fatto,non andrebbero liberate,cioè nelle zone ormai eccessivamente urbanizzate. Le lamentele dei cittadini,nei confronti dei cacciatori che si avvicinano alle case,non si contano,mentre,anche per questo la nostra immgine è sempre più negativa e fuori dai tempi. Delle lepri di quei territori,viene fatto scempio,nei primi giorni da caccia,cacciate nel modo peggiore possibile,senza ne etica che tecnica. Si sa di squadre,che si vantano al bar della loro demenza:orgogliuosi di avere abbattuto ben 14 lepri nella sola prima giornata.

Alla montagna,dove i terreni sono avocati per la caccia,viene assegnata una percentuale minima,quasi miserevole. Ma perchè mi chiedo,dobbiamo essere così ottusi,a non capire,che è in collina e in montagna che deve essere orientata e potenziata l'attività venatoria,proprio per gli spazi disponibili.

Occore a mio avviso arrivare alla costituzione di due soli ATC,che vadano dal fiume Pò,al crinale,divisi per territori,dalla statale 63. Bisogna ritornare ad avere una visione provinciale dell'amministrazione della caccia. Solo così si potrà dare un volto nuovo a questo cacciatore,così tanto povero nella sua espressione.

Poi.basta liberare tutti questi poveri pennuti,ellevati dentro a voliere di ambientamento,con costi pazzeschi,animali indifesi,incapaci di organizzare la minima difesa e quindi soddisfazione per chi li caccia.   

 
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