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Post n°342 pubblicato il 25 Ottobre 2012 da senor11
Autore: Pino Daniele Video a cura di: Eufrasio Burzi Il ricordo di un amore |
Post n°341 pubblicato il 21 Settembre 2012 da senor11
Bella,
Testo e musica: Ivano Fossati Video a cura di: Eufrasio Burzi
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Post n°340 pubblicato il 14 Agosto 2012 da senor11
I tuoi occhi che belli i tuoi occhi! E chissà quanta vita, quali segreti si celano dietro quel tuo sguardo misterioso… Chi sei, quale amara beffa del destino ti ha condotta fin qui, in questa terra di nessuno? Quale peccato, quale sacrilegio hai commesso per essere condannata ad errare senza meta in queste gelide lande spoglie di vita?
I tuoi occhi che meraviglia i tuoi occhi! Pure in questa eterna penombra ne subisco tutta la magia, l’incanto. Ah, se potessi, giuro te li ruberei e li appenderei a questo cielo plumbeo. Due piccole stelle ad inventare una notte due lontane fiammelle nell’infinito per respirare un attimo d’eternità.
In un altro luogo, in un altro tempo forse avrei trovato il coraggio di essere onda del mare e dalle correnti del fato lasciarmi trascinare. In un altro spazio o in un’altro momento avrei colto quell’attimo in cui bisognava osare e non sarei fuggito dalla mia paura d’amare… perché certi treni non aspettano i cuori esitanti ed io allora non ebbi la forza di farmi avanti di aggrapparmi a quell’ultima grande occasione
Questa è terra di esilio, di espiazione, di libera perdizione priva di emozione. Né risa né pianto, né inferno né paradiso. Una sopravvivenza squallida, senza clamore. Su mille porte ho lasciato i graffi del mio dolore, ma adesso non ricordo più nemmeno il mio nome… Ed una identità dimenticata è una porta che non s’apre. Vago nel nulla disancorato dalla mia anima che immobile, precipita nel vuoto senza atmosfera.
I tuoi occhi che spettacolo i tuoi occhi! Due comete precipitate come per magia sulle macerie di chi ha perduto tutto persino il diritto di chiamarsi “uomo”! Chi sei, immagine silente e impenetrabile? Forse un angelo ribelle caduto in disgrazia stanco di essere vile messaggero di un verbo, padre nostro di tutte le menzogne e gli inganni?
(Uno speciale e sentito ringraziamento a Buiosudime per la sua fattiva collaborazione ai fini della realizzazione di questa poesia).
Eufrasio Burzi |
Post n°336 pubblicato il 30 Luglio 2012 da senor11
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Post n°332 pubblicato il 03 Luglio 2012 da senor11
Oh Edward, Edward mio caro ti prego, non pensare male di me. In tutti questi anni, estate o inverno non v’è stato un solo attimo, un solo giorno che io non abbia pensato a te. Dicono che il tuo corpo sia sepolto sotto qualche anonimo lembo di terra ma io lo sento, so che sei ancora vivo e mi sembra quasi di vederti in quel tuo vecchio, enorme castello immenso come la tua solitudine alle prese con le tue stupende sculture! Perché se le tue grandi mani di forbice erano così goffe e buffe nella normalità le tue opere sapevano accarezzarti l’anima con estrema dolcezza, delicata tenerezza! Quando ti strapparono dal tuo castello per trasformarti in un fenomeno da baraccone ancora non conoscevi la cattiveria umana. Eri così ingenuo, così puro e pulito che certo non potevi immaginare quanta ipocrisia, quanta falsità, quale ferocia, travestita da perbenismo albergasse nella mente della gente! Oh Edward, amore mio caro che brividi sapevano regalarmi quei tuoi occhi innocenti e tristi quel tuo sguardo profondo e taciturno. Vi fu un solo un timido bacio tra noi ma delle tue labbra conservo ancora il loro dolce e malinconico sapore. Stretta fra le tue braccia, abbandonata a te sentivo sciogliermi al calore del tuo corpo! Quale donna non amerebbe un uomo così? Ho lasciato credere a tutti che fossi morto perché ritornassi a vivere nel tuo castello perché quella era la tua casa, il tuo mondo. Fuori ti avrebbero sbranato, ridotto a pezzi ed io questo non lo potevo permettere! Quante volte ho pensato di venire da te Oh, amore mio, tu non sai quante! Ma non l’ho mai fatto e non lo farò adesso che sono vecchia e malferma sulla gambe ora che della mia antica bellezza nulla è restato! Forse non mi riconosceresti nemmeno Forse ti farei persino pena oppure orrore! Perché io so con assoluta certezza che tu sei rimasto quello di allora L’arte è come un bambino che non invecchia mai, sopravvive a sé stessa e al tempo che muore. Arriverà un altro Natale e la tua neve verrà giù quasi danzando, come tanti bianchi petali di rosa. Ed io, come allora, vorrei volteggiare leggera tra meraviglia e fiabesco stupore sul pavimento del tuo folle, grande amore… ma non ne ho più la forza né l’agilità! Perdonami Edward, amore mio amaro!
Eufrasio Burzi |
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