Creato da sentierodisole il 01/10/2007
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« Nakahara Chuya.Il mercante di Venezia. »

Variazioni sul tema.

Post n°3 pubblicato il 22 Gennaio 2008 da sentierodisole
 

Seta di Baricco

Il protagonista si fa leggere da Madame Blanche una lettera scritta in giapponese che ha ricevuto qualche giorno prima:

- Mio signore amato
Disse
-Non aver paura, non muoverti, resta in silenzio, nessuno ci vedrà.
Rimani così, ti voglio guardare, io ti ho guardato tanto ma non eri per me, adesso sei per me, non avvicinarti, ti prego, resta come sei, abbiamo una notte per noi, e io voglio guardarti, non ti ho mai visto così, il tuo corpo per me, la tua pelle, chiudi gli occhi, e accarezzati, ti prego.
      disse Madame Blanche, Hervé Joncour ascoltava,
non aprire gli occhi se puoi, e accarezzati, sono così belle le tue mani, le ho sognate tante volte adesso le voglio vedere, mi piace vederle sulla tua pelle, così, ti prego continua, non aprire gli occhi, io sono qui, nessuno ci può vedere e io sono vicina a te, accarezzati signore amato mio, accarezza il tuo sesso, ti prego, piano,
      lei si fermò, Continuate, vi prego, lui disse,
è bella la tua mano sul tuo sesso, non smettere, a me piace guardarla e guardarti, signore amato mio, non aprire gli occhi, non ancora, non devi aver paura son vicina a te, mi senti? sono qui, ti posso sfiorare, è seta questa. la senti?, è la seta del mio vestito, non aprire gli occhi e avrai la mia pelle,
       lei disse, leggeva piano, con una voce da donna bambina,
avrai le mie labbra, quando ti toccherò per la prima volta sarà con le mie labbra, tu non saprai dove, a un certo punto sentirai il calore dalle mie labbra, addosso, non puoi sapere dove se non apri gli occhi, non aprirli, sentirai la mia bocca dove non sai, d'improvviso, 
       lui ascoltava immobile, dal taschino del completo grigio spuntava un fazzoletto bianco, candido,
forse sarà nei tuoi occhi, appoggerò la mia bocca sulle palpebre e le ciglia, sentirai il calore entrare nella tua testa, le mie labbra nei tuoi occhi, dentro, o forse sarà sul tuo sesso, appoggerò le mie labbra, laggiù, le schiuderò scendendo a poco a poco, 
    lei disse, aveva il capo piegato sui fogli, e una mano a sfiorarsi il collo, lentamente,
lascerò che il tuo sesso socchiuda la mia bocca, entrando tra le mie labbra, e spingendo la mia lingua, la mia saliva scenderà lungo la tua pelle fin nella tua mano, il mio bacio e la tua mano, uno dentro l'altra, sul tuo sesso,
     lui ascoltava, teneva lo sguardo fisso su una cornice d'argento, vuota appesa al muro,
finchè alla fine ti bacerò sul cuore, perchè ti voglio, morderò la pelle che batte sul tuo cuore, perchè ti voglio, e con il cuore tra le mie labbra tu sarai mio, davvero, con la mia bocca nel cuore tu sarai mio, per sempre, se non mi credi apri gli occhi signore amato mio e guardami, sono io, chi potrà mai cancellare questo istante che accade, e questo mio corpo senza più seta, le tue mani che lo toccano, i tuoi occhi che lo guardano,
     lei disse, si era chinata verso la lampada, la luce batteva sui fogli e passava attraverso la sua veste trasparente,
le tue dita sul mio sesso, la tua lingua sulle mie labbra, tu che scivoli sotto di me, prendi i miei fianchi, mi sollevi, mi lasci scivolare sul tuo sesso, piano, chi potrà cancellare questo, tu dentro di me a muoverti adagio, le tue mani sul mio volto, le due dita nella mia bocca, il piacere nei tuoi occhi, la tua voce, ti muovi adagio ma fino a farmi male, il mio piacere, la mia voce,
      lui ascoltava, a un certo punto si voltò a guardarla, la vide, voleva abbassare gli occhi ma non ci riuscì,
il mio corpo sul tuo, la tua schiena che mi solleva, le tue braccia che non mi lasciano andare, i colpi dentro di me, è violenza dolce, vedo i tuoi occhi cercare nei miei, vogliono sapere fino a dove farmi male, fino a dove vuoi, signore amato mio, non c'è fine, non finirà, lo vedi? nessuno potrà cancellare questo istante che accade, per sempre getterai la testa all'indietro, gridando, per sempre chiuderò gli occhi staccando le lacrime dalle mie ciglia, la mia voce dentro la tua, la tua violenza a tenermi stretta, non c'è più tempo per fuggire e forza per resistere, doveva essere questo istante, e questo istante è, credimi, signore amato mio, questo istante sarà, da adesso in poi, sarà, fino alla fine,
    lei disse, con un filo di voce, poi si fermò.
    Non c'erano altri segni, sul foglio che aveva in mano: l'ultimo. Ma quando lo girò per posarlo vide sul retro alcune righe ancora, ordinate, inchiostro nero sul centro della pagina bianca. Alzò lo sguardò su Hervè Joncour. I suoi occhi la fissavano, e lei capì che erano occhi bellissimi. Riabbassò lo sguardo sul foglio.
Noi non ci vedremo più, signore.
Disse.
Quel che era per noi, l'abbiamo fatto, e voi lo sapete. Credetemi: l'abbiamo fatto per sempre. Serbate la vostra vita al riparo da me. E non esitate un attimo, se sarà utile per la vostra felicità, a dimenticare questa donna che ora vi dice, senza rimpianto, addio.

Una esperienza personale di Oe Kenzaburo

Nella afosa oscurità della notte fonda, Tori-bird e Himiko fecero l'amore per un'ora, assumendo pigramente le posizioni che comportavano il minimo peso per l'altro. Lo facevano in assoluto silenzio come animali in copulazione. Alla fine, a intervalli brevi e poi dopo attese via via più lunghe, Himiko si librò verso l'orgasmo. E ogni volta Tori-Bird provava la sensazione di quando, nel cortile della scuola elementare della città di provincia, faceva volare al tramonto un modellino di aeroplano con il motore a benzina. Himiko volava nel cielo del suo orgasmo, circoscritto nel raggio che aveva come perno il corpo di Tori-bird, emettendo piccole grida e vibrando come un modellino di aeroplano, affatticato dal peso eccessivo del motore. E quando Himiko atterrava di nuovo dove si trovava Tori-bird, il ritmo del movimento silenzioso e paziente riprendeva. Nel loro rapporto sessuale era già radicata la sensazione di ordine e di quiete quotidiana e a Tori-bird pareva di aver fatto l'amore con Himiko per almeno un centinaio di anni. In quel momento, per Tori-bird la vagina di Himiko era qualcosa di semplice e concreto, che non nascondeva nemmeno il più piccolo germe di paura. Non "qualcosa di imperscrutabile", ma qualcosa di semplice come una morbida tasca di resina sintetica. Dalla quale non compariva alcun fantasma che lo potesse incalzare. Tori-bird era intimamente rassicurato. Perchè Himiko aveva limitato in modo drastico e chiaro il loro rapporto sessuale a qualcosa che mirava al solo piacere. Tori-bird pensò al rapporto sessuale con la moglie, che sentiva come un qualcosa di insicuro e reciprocamente pericoloso. Anche allora che erano passati alcuni anni dal matrimonio, ogni rapporto presentava tristi complicazioni psicologiche.
Tutte le volte che le braccia e le gambe troppo lunghe e impacciate di Tori-bird andavano a colpire da qualche parte il corpo della moglie, lei raccolta su se stessa e rigida quasi a voler vincere il proprio disgusto, sembrava credere di essere vittima di percosse. Si arrabbiava tanto da rimproverarlo e volerlo picchiare a sua volta. Alla fine si arrivava ad una piccola lite e Tori-bird, interrotto il rapporto, non poteva far altro che continuare fino a notte fonda la schermaglia che faceva brillare le antenne tese del desiderio non soddisfatto, oppure concludere tutto in modo affrettato, provando la triste sensazione di aver ricevuto una carità.  Tori-bird aveva affidato la speranza di una svolta nella loro vita sessuale a dopo la nascita del bambino...
Himiko, volteggiando nel cielo dell'orgasmo, premeva ripetutamente il pene di Tori-bird come una mano che munge il latte e Tori-bird poteva usare l'orgasmo spontaneo di Himiko come una opportunità per il proprio. Ma la paura della lunga notte dopo il rapporto lo faceva recedere. Sognò confusamente il più dolce dei sonni, generato all'interno di un orgasmo sempre più graduale.
Himiko atterrava dolcemente dai suoi ripetuti voli di orgasmo e si librava di nuovo, come un aquilone in preda ad una corrente ascendente. Sveglio e intento a controllare se stesso, Tori-bird sentì nell'oscurità lo squillo del telefono. Ma, quando fece per alzarsi, le sue spalle furono saldamente trattenute dalle braccia di Himiko, bagnate di sudore. (segue la telefonata del dottore dell'ospedale dove è ricoverato il figlio del protagonista, appena nato e con una malformazione cranica, che lo convoca per il giorno seguente). (la vicenda della nascita di un figlio handicappato è un elemento autobiografico e viene ripreso in quasi tutti i romanzi di Oe per essere analizzato da vari punti di vista; in questo romanzo in particolare il finale è positivo e alla insegna della "speranza"; "una esperienza personale è il romanzo che ha fatto conoscere l'autore in Italia e la conclusione finale è stata criticata da Yukio Mishima che la ritiene una forzatura).

 
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