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Dell'amore arabo ovvero "la collana della colomba"

Post n°18 pubblicato il 25 Novembre 2008 da sentierodisole
 
Tag: L'amore

Ibn Hazm era un musulmano vissuto in andalusia nel decimo secolo.
Essendo il padre visir del califfo al-Mansur, potè facilmente ricevere una elevata istruzione in numerose discipline dai più celebri maestri di Cordova e affermava inoltre di discendere da un persiano di nome Yazid.

Ibn Hazm è famoso per aver scritto un trattato d'amore intitolato "la collana della colomba" che contiene anche elementi della sua esperienza personale, come il racconto della sfortunato amore giovanile per la figlia adottiva dei suoi genitori, tenuto segreto fino a quel momento.

Dalla "storia della filosofia islamica"di Henry Corbin.
"Con il libro intitolato la Collana della Colomba, Ibn Hazm si colloca fra gli adepti di quel platonismo islamico, nel quale egli ha come illustre predecessore Mohammad ibn Dawud Ispahani , del quale abbiamo già ricordato il mirabile Kitab al-Zohra. E' probabile che nella biblioteca del castello di Xativa Ibn Hazm disponesse di una copia del libro di Ispahani. Egli fa esplicitamente riferimento al passo in cui Ibn Dawud accenna al mito platonico del Simposio: "alcuni seguaci della filosofia ritengono che Dio abbia creato ogni spirito dandogli forma sferica; poi egli lo avrebbe scisso in due parti, ponendo ognuna delle due metà in un corpo". Il segreto dell'amore sta nella riunione di queste due membra nella loro totalità iniziale. L'idea della preesistenza delle anime viene del resto esplicitamente affermata in un Hadith per Profeta. Ibn Hazm vi fa riferimento, ma preferisce interpretarla nel senso di una riunione che concerne l'elemento superiore delle anime isolate e disperse in questo mondo; si tratta di una affinità fra gli impulsi che le muovono e che sono nati nella loro preesistenza nel mondo superiore. L'amore è l'avvicinamento reciproco alla forma che li completa. Il simile cerca il suo simile. L'amore è una adesione spirituale, una fusione delle anime.
Quanto alla causa che il più delle volte fa nascere l'amore, l'analisi datane da Ibn Hazm presenta una chiara reminiscenza del Fedro di Platone. Questa causa "é una forma esteriormente (zahir) bella, poichè l'anima è bella  e desidera appassionatamente tutto ciò che è bello, e inclina verso le immagini perfette. Se essa vede una simile immagine, si fissa su di essa; e se poi vi scorge qualche cosa della propria natura, ne subisce l'irresistible attrazione, e si produce il vero amore. Ma se non scorge al di là dell'immagine qualcosa della propria natura, il suo affetto non va al di là della forma". E' importante mettere in evidenza una simile analisi di Ibn Hazm, che è uno Zahirista (vale a dire un essoterista in materia di diritto, attaccato al valore della lettera, dell'apparenza), accanto a riflessioni di questo tipo: "O perla celata sotto forma umana, ma se medito più a fondo, ecco mi appare come un corpo venuto dal mondo celeste delle Sfere". Sono pensieri che non stupirebbe di incontrare in esoteristi  come Ruzbehan di Shiraz o Ibn Arabi, sempre pronti a percepire un'apparenza come una "forma teofanica". Il limite tra gli uni e gli altri è dunque assai fluido; sia da una parte che dall'altra, l'apparenza diventa apparizione.(...)
Per il platonico Ibn Dawud, per Jahiz, per il teologo neo-hanbalita Ibn Qayyim, la via dell'amore non ha un punto d'arrivo divino; essa non emerge.
Per il platonismo dei sufi, per Ruzbehan di Shiraz come per Ibn 'Arabi, essa è precisamente questo emergere. La spiritualità dei sufi che li seguiranno assume una differente tonalità, rispetto a quella dei loro predecessori. L'amore 'odhrita non è semplicemente il modello dell'amore di Dio, poichè non si tratta di passare da un oggetto umano ad un oggetto che sarebbe un oggetto divino. Quella che si produce è invece una trasmutazione dell'amore umano stesso, poichè esso è "l'unico ponte che varca il confine del Tawhid" (Tawhid = fede nella unicità di Dio).

http://www.muslimphilosophy.com/hazm/dove/index.html
(testo "La collana della colomba" in inglese)
Il testo è molto interessante e lo consiglio a tutti.
E' curioso osservare come le cose a distanza di anni non è che siano poi così cambiate, per esempio l'autore fa riferimento all'amore e alla amicizia con persone che non si sono mai viste.
Per quanto riguarda l'amicizia:
 These conditions also obtain in the relations between friends and comrades, as I shall show in a personal reminiscence. There was once a strong bond of affection between myself and a member of a noble family; we corresponded frequently, but had never set eyes on one another. Then Allah granted me the boon of meeting him; and but a few days elapsed when a violent aversion and strong antipathy arose between us, that has continued uninterruptedly down to to the present day. I have put this incident into verse, and will quote a line or two.
Queste condizioni (innamoramento attraverso la semplice descrizione) posso capitare anche nelle relazioni tra amici o compagni, come mostrerò grazie ad una esperienza personale. Mi è capitato una volta di provare un forte sentimento di affetto verso un membro di una nobile famiglia; correspondevamo di frequente ma non ci eravamo mai visti. Poi Dio mi concesse la benedizione di incontrarlo e trascorsero pochi giorni che tra di noi nacque una violenta avversione e una forte antipatia , che è continuata ininterrottamente fino a oggi. 

The opposite transpired in the case of my relations with Abu `Amin Ibn Abi `Amin (God keep him in His mercy!). Once I truly detested him, and he fully reciprocated my feelings; this was before I had seen .him, and he me. The root of the matter was a slanderous report, which had been carried to each of us about the other, aggravated by an aversion existing between our respective fathers that sprung from their mutual rivalry in the race for preferment at Court and worldly promotion. Then Allah so ordained that we should come together; thereafter he became my dearest friend, and I his likewise, until the day that death parted us. The following verses were written by me to commemorate this friendship.
Appartiene invece al caso opposto la mia relazione di amicizia con Abu Amin Ibn Amin (Dio mantenga la sua grazia su di lui). Un tempo lo detestavo profondamente e lui reciprocava il mio stesso sentimento; questo prima di averlo visto e prima che lui vedesse me. La radice del problema era una maldicenza che ci aveva messo l'uno contro l'altro,  aggravata da una avversione esistente tra i nostri padri nata dalla loro mutua rivalità nella corsa per gli onori di corte e per la competizione mondana. Poi Allah fece in modo che ci incontrassimo e dopo il nostro incontro lui divenne il mio migliore amico e io altrettanto per lui fino al giorno che la morte ci divise.

Chi é interessato a Henri Corbin può vedere questo sito:
http://www.amiscorbin.com/
é particolarmente interessante l'intervista in cui parla del filosofia persiano Sohrawardi.

 
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