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Post n°468 pubblicato il 10 Settembre 2015 da meninasallospecchio
Il centro di Trapani è una piccola penisola con il porto da una parte e un lungomare con una spiaggia dall'altra. L'idea che si possa fare il bagno in città la trovo fantastica: magari non saranno spiagge da sogno, ma l'acqua è misteriosamente pulita. Per contro questo fatto di avere il mare da due lati mi destabilizza e mi fa perdere l'orientamento. Che è 'sta cosa? Il mare deve stare in un posto ben preciso dove si possa essere sicuri di trovarlo: questo mare che sta un po' di qua e un po' di là fa una gran confusione. A Trapani non c'è moltissimo da vedere, anche se la città è gradevole e le vie del centro inaspettatamente eleganti. La cosa più interessante è una chiesa in cui ci sono delle sculture di legno, i cosiddetti Misteri, che rappresentano immagini della Passione e che vengono portate in processione fra il venerdì e il sabato santo. Credo che questa processione meriti proprio di essere vista. Per il resto la cosa notevole di Trapani è la movida notturna. Sono solo tre vie del centro, ma c'è un'animazione pazzesca. All'una di notte stavano ancora tutti in giro, vie e piazze completamente piene, bar affollati, ristoranti con gente che mangia a tutte le ore. Vabbé che era Ferragosto, ma mi dicono che è sempre così. A Trapani si mangia il cous cous di pesce, che è una gran bella invenzione. E a pranzo si può fare uno spuntino (si fa per dire, perché le dosi sono sempre abbondanti) con il pani cunzatu, un panino con olio, pomodoro e acciughe. Con la funicolare si sale a Erice, sulla collina che sovrasta la città. Erice è carina, anche se le sue vie affollate di turisti e souvenir ne fanno un po' un ciapa ciapa. Ma basta poco per allontanarsi dalla pazza folla: il piccolo e interessante museo è quasi deserto e anche il castello è piuttosto tranquillo, forse perché le tariffe dei biglietti non sono incoraggianti. Se ci si avventura fino al Quartiere Spagnolo non si trova più nessuno. Un'insolita fortuna ha accompagnato la mia vacanza, per cui ho visto Erice con il sole e, mentre stavo per andarmene, è salita la nebbia, che pare sia una caratteristica quasi perenne del luogo e, per certi versi, ne alimenta il fascino. A sud di Trapani si estendono le saline, con un bel paesaggio e un interessante piccolo museo privato, dove un attraente giovanotto racconta con passione e umorismo tecnica e tradizione dell'estrazione del sale. Poco oltre ci sono le barche per l'isola di Mozia e continuando ancora si giunge a Marsala. Non avevo tempo per tutto, così ho finito per seguire il consiglio di un amico che suggeriva di lasciar perdere Marsala e vedere Mozia. Si è rivelata un'ottima scelta. Non soltanto ho saputo in seguito che tutto il visitabile a Marsala era chiuso per il 15 agosto (compresa la distilleria Florio, sic), ma Mozia è decisamente suggestiva. Niente di balneare: sta in mezzo a una laguna, dove l'acqua arriva sì e no alle cosce, per cui al più ci si può pucciare nel vano tentativo di darsi una rinfrescata. Ma il museo custodisce una famosa statua greca, denominata per l'appunto "giovane di Mozia", che, detto fra noi, ha proprio un bel culo. E tutta l'isola, che è piuttosto piccola e percorribile a piedi, è costellata di ruderi fenici. Già, perché qui si erano insediati i Cartaginesi prima di essere sconfitti nella prima guerra punica, in una battaglia navale a Levanzo, una delle isole Egadi. E di ruderi fenici non è che se ne vedano tanti in giro per il mondo. Per carità, non che a Mozia ci sia chissà cosa, però insieme al paesaggio e al fatto che il giorno di Ferragosto i sentieri erano quasi deserti, non era affatto male. Forse anche perché era l'una di pomeriggio e a quell'ora a girare per ruderi sotto al sole ci sono soltanto io.
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