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« Quale italiano parliamo?Quale italiano parliamo? - 3 »

Quale italiano parliamo? - 2

Post n°479 pubblicato il 14 Ottobre 2015 da meninasallospecchio

La lingua letteraria, anche la più colloquiale, è comunque qualcosa di diverso dal parlato. La lingua vera è quella che insegneresti a uno straniero che debba parlare italiano. Che cosa dovremmo dire dunque a questo ipotetico straniero?

Premetto che non sono una di quei tromboni che difendono una presunta purezza della lingua. Una lingua è tanto più importante, efficace, e persino bella, quanto più è viva, capace di modificarsi, di assorbire termini stranieri, di creare neologismi e anche di semplificarsi. E questa è sempre stata la ricchezza dell'inglese, e lo è ancora. Anche grazie al fatto di essere parlato in tanti posti nel mondo, da tante persone non madrelingua, continua a generare nuove parole, a modificare i costrutti.

Senza cadere nell'eccesso, ma le parole straniere nell'italiano sono un arricchimento. Per esempio i termini tecnici che abbiamo acquisito dall'inglese hanno esteso il nostro vocabolario introducendo nuovi concetti. "File" in inglese significa archivio, ma è un bene che non sia mai stato tradotto: così oggi per noi un archivio è un archivio e un file è un file, due parole diverse per due oggetti diversi. Scioccamente il francese si è chiuso nello sciovinismo linguistico (e non solo), generando un linguaggio tecnico impreciso e ridicolo. Come in tutte le cose, anche nella lingua, la diversità è un arricchimento. Quanta politica, persino nella grammatica.

Ma, a parte l'uso di parole straniere o di neologismi da esse derivati, l'evoluzione dell'italiano va anche nella direzione della semplificazione. Non sarebbe male, prima o poi, mettere mano anche all'ortografia. L'inglese americano ha modificato la grafia di alcune parole per allinearle alla pronuncia, non potremmo farlo anche noi? Che senso ha tenersi tutta quelle faccenda di q, cq, cu, qq? Serve? Per non parlare di ciliegie e ciliege. Le regole sugli accenti non le sa più nessuno. Con i cellulari tutti scrivono "po" o "pò" invece di "po'" apostrofato. E allora? Genera davvero qualche confusione semantica? Non sarebbe meglio dividere i buoni dai cattivi in base, non dico soltanto ai contenuti, ma alla ricchezza lessicale, alla punteggiatura, alla scorrevolezza del discorso, piuttosto che insistere su regolette vetuste e francamente inutili?

Vabbé, mi sto allontanando dal mio tema, che riguardava la lingua parlata e non quella scritta. Perché anche nel parlato sono in atto delle semplificazioni. Per esempio il Lei sta andando in disuso. E' un cambiamento al tempo stesso linguistico e di costume. Linguistico perché il Lei è oggettivamente troppo complicato per essere utilizzato dagli stranieri: abbiamo cominciato a non insegnarlo ai bambini, che si rivolgono con il tu alla maestra e a tutti i nostri amici; diventa difficile assimilarlo da grandi. Di costume, perché visto che siamo tutti "ragazzi" anche a 50, 60, 70 anni, nessuno dà più del Lei agli estranei. Nei negozi ti dicono "ciao"; diamo del tu a tutti quelli più giovani di noi e ci diamo del tu fra coetanei di tutte le età. Man mano che invecchiamo portiamo con noi questo "tu" estendendolo a tutte le generazioni. Per carità, il Lei non è ancora morto, ma sono pronta a scommettere che scomparirà nei prossimi 30 anni. E su questo non ci sono differenze fra le varie parti d'Italia. Se al centro è stata una certa tendenza alle relazioni informali a far sparire il Lei, al nord è la presenza degli stranieri ad aver reso necessario semplificare il dialogo.

Dove invece si combatte la battaglia fra nord e centro è su passato remoto e congiuntivo.

 

(continua)

 
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Commenti al Post:
sagredo58
sagredo58 il 14/10/15 alle 18:59 via WEB
Il Voi agonizza più del Lei
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 14/10/15 alle 23:07 via WEB
Veramente il Voi è quasi scomparso già dall'800, poi riesumato dal fascismo, ma gli italiani, fuori dalle occasioni ufficiali, continuavano a usare il Lei anche nel ventennio. Oggi il Voi si usa solo a Napoli, per quanto ne so.
(Rispondi)
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
zerorez il 15/10/15 alle 10:47 via WEB
No si è usato anche fino agli anni '60 del XX secolo. Mia madre dava il voi a sua nonna. E anche un mio compagno delle elementari dava del voi alla nonna negli anni '70, e così parecchi altri. L'ultima volta che l'ho sentito è stato nel 1997 a Lucera (FG), dove un ragazzo si è rivolto a me dandomi del voi; è caruccio il voi.
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 15/10/15 alle 12:44 via WEB
Uhm... in Piemonte? So che i vecchi usavano il voi in Toscana, ma qui non l'ho mai sentito. A Torino avevo un panettiere napoletano che mi dava del voi, e sì, anch'io lo trovavo molto pittoresco. Ma quelle sono davvero vestigia del passato o forme dialettali.
(Rispondi) (Vedi gli altri 6 commenti )
 
 
 
 
zerorez
zerorez il 15/10/15 alle 13:35 via WEB
Pare che il lei sia di derivazione spagnola, il voi è sempre stato usato da prima. L’inventore (incolpevole) della “riscoperta” del voi in epoca fascista è stato Bruno Cicognani (Corriere della Sera, intorno al 1930) e, nota bene, mai smentito da nessun esperto. Penso come te che fosse legato alle forme dialettali. Io ne ho constatato l’uso in Emilia e in Piemonte (il vùi, si proprio in Piemonte :-)) fino a metà del XX secolo, direttamente tramite intervista. Sebbene non risultasse predominante era però ben presente, riservato alle persone anziane o agli ecclesiasti (lo dice anche wikipedia, lo scopro ora che mi fai venire i dubbi!). Tra l’altro non risultava neppure corrispondenza tra fede politica e uso dei voi in epoca fascista. Per cui mi rimetto alla teoria di Cicognani.
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 15/10/15 alle 14:32 via WEB
Mi inchino alla tua ricerca. Credo di avere in mente qualche episodio di film in cui un personaggio antifascista non si adatta ad usare il voi. Una giornata particolare?
(Rispondi)
 
 
 
 
zerorez
zerorez il 15/10/15 alle 15:47 via WEB
Può essere, sembra pure a me. In fin dei conti del voi e del lei non è mai fregato niente a nessuno, tranne a qualche esaltato. Pensa che del dopoguerra volevano epurare Cicognani.. L’ideologo del voi! Poi per fortuna non l’hanno fatto. Il troppo rigore porta il fegato alla rovina. Che già deve sopportare altri stress, poverino
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 15/10/15 alle 17:00 via WEB
Nel dopoguerra, dopo un breve periodo di esaltazione, alla fine non fu epurato praticamente nessuno. Sarebbe stato curioso prendersela proprio con uno scrittore.
(Rispondi)
 
 
 
 
fante.59mo
fante.59mo il 18/10/15 alle 09:57 via WEB
Io ricordo il film il " FEDERALE" con U. Tognazzi
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 18/10/15 alle 14:13 via WEB
Sì, può anche essere che ce ne sia più d'uno. Il rifiuto di usare il voi come segno distintivo dell'antifascismo è stato molto enfatizzato nel cinema del dopoguerra, sospetto più di quanto lo fosse in realtà.
(Rispondi)
 
angelorosa2010
angelorosa2010 il 14/10/15 alle 19:07 via WEB
D'accordo su tutto, ma per cortesia cerchiamo di evitare le cacofonie ridicole : " GLI PNEUMATICI " , che odio sto purismo snob che trovo tanto forzato ed imposto dalla "classe colta " . Non pretendo d'aver ragione universale , è il mio personalissimo sasso nella scarpa. Sciào !
(Rispondi)
 
 
arw3n63
arw3n63 il 14/10/15 alle 21:45 via WEB
Oddio mi viene più naturale usare i pneumatici sono sempre stata un'asina? :-)
(Rispondi)
 
 
 
PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 14/10/15 alle 22:04 via WEB
Mah, per non saper né leggere né scrivere, io quando vado dal gommista gli faccio cambiare "le gomme".
Per "gli pneumatici" non saprei proprio a chi ci si deve rivolgere.
Al pnemautologo?
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 14/10/15 alle 23:11 via WEB
L'Accademia della Crusca ammette i pneumatici nella lingua parlata. Io dico anche i gnocchi, e credo che anche per quello sia ammesso l'uso. Anche perché i gnocchi non si fanno con la crusca.
(Rispondi) (Vedi gli altri 18 commenti )
 
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
zerorez il 15/10/15 alle 10:55 via WEB
si vede che non ti hanno cazziato troppo da bambina. Io dico gli gnocchi che, anche se mangiano a Pasqua, non si fanno con le uova. Cazzarola, adesso che ci penso dico pure gli pneumatici! Sarò grave?
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 15/10/15 alle 12:46 via WEB
Se sei piemontese sì, è abbastanza grave :-) Nessuno mi ha cazziato per i gnocchi, perché è così che dicono tutti, qui da noi. E no, non si fanno con le uova. I pneumatici lo dico poco, effettivamente ha ragione Prontalfredo, diciamo le gomme.
(Rispondi)
 
 
 
 
zerorez
zerorez il 15/10/15 alle 13:36 via WEB
No, per fortuna non sono affatto piemontese, ahahah
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 15/10/15 alle 14:33 via WEB
Sì, forse è una fortuna: essere piemontese è per molti versi una condanna.
(Rispondi)
 
 
 
 
zerorez
zerorez il 15/10/15 alle 15:45 via WEB
Schersavo neh! Qui siamo tutti rovinati, ma per fortuna non ce la prendiamo
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 15/10/15 alle 16:44 via WEB
Sì, scherzavo anch'io. Ma noi piemontesi siamo inchiodati all'understatement, a certe forme un po' polverose di cortesia, alla paura di disturbare, di apparire, di fare brutta figura. Uno stress, insomma.
(Rispondi)
 
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
zerorez il 15/10/15 alle 19:15 via WEB
Ma sai che poi non è così tanto vero? O meglio, è vero solo in parte. Esistono versioni del piemontese, quello che dici tu e la versione free, politicamente scorretta la cui caratteristica principale è la faccia da culo.
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 16/10/15 alle 10:01 via WEB
Ah, un altro biotopo? :-)
(Rispondi)
 
 
 
 
zerorez
zerorez il 16/10/15 alle 21:47 via WEB
No, biotopo non è corretto. In questo momento non ho le statistiche alla mano, ma i dati sono dati.
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 16/10/15 alle 23:20 via WEB
Uhm... facce da culo ne conosco, ma non riuscirei a dargli una rilevanza antropologica.
(Rispondi)
 
 
 
 
arw3n63
arw3n63 il 15/10/15 alle 16:11 via WEB
Anch'io trovo più pratico dire i gnocchi.
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 15/10/15 alle 16:44 via WEB
Non credo sia una questione di praticità, dipende come hai imparato.
(Rispondi)
 
 
 
 
arw3n63
arw3n63 il 16/10/15 alle 14:35 via WEB
E chi se lo ricorda. Nel parlato uso i gnocchi, magari se devo scriverlo e ho un dubbio come per tanti altri termini magari vado a vedere il dizionario, infatti sono andata a vedere sulla Treccani che dice la forma corretta sarebbe lo gnocco, gli gnocchi, nell'uso colloquiale soprattutto nell'Italia settentrionale vive anche il gnocco, i gnocchi, insomma non sempre di scrive come si parla, la forma corretta comunque sembra essere "gli gnocchi". Però oggi è venerdì, non giovedì :-)
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 16/10/15 alle 15:50 via WEB
Sì, la Treccani prende atto che in mezza Italia si parla in un altro modo e dice "nell'uso colloquiale". La mia teoria è del tipo "sai che c'è, Treccani? vaffanculo" :-) Perché c'è una differenza fra un errore e un uso diverso. Voglio dire: se i piemontesi istruiti dicessero "gli gnocchi" e soltanto gli ignoranti dicessero "i gnocchi", allora sarebbe un errore. Ma se tutti i piemontesi (e i liguri, i lombardi, gli emiliani, i veneti, ecc.) dicono "i gnocchi", allora non è un errore, è una variante linguistica. Ecchecazzo!
(Rispondi)
 
 
 
 
arw3n63
arw3n63 il 16/10/15 alle 18:59 via WEB
Evviva la variante! Almeno in questo caso, che fra l'altro i gnocchi son pure buoni :-)Comunque lo prevede come colloquiale e non come forma dialettale, è già qualcosa, vuoi che nelle prossime edizioni non cambino? La nostra lingua sta cambiando, sono stati aggiunti nuovi termini perciò, chissà...
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 16/10/15 alle 23:24 via WEB
Una volta ho visto in rete la ricetta del gnocco fritto emiliano e l'estensore specificava che, assolutamente, quello era il gnocco e non lo gnocco. Insomma, c'è una certa reazione di orgoglio linguistico da parte dei parlanti settentrionale.
(Rispondi)
 
 
 
 
fante.59mo
fante.59mo il 18/10/15 alle 10:01 via WEB
La gnocca è corretto?
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 18/10/15 alle 14:18 via WEB
Certo. Ti dirò che in quell'accezione, anch'io tendo a dire uno gnocco, riferito a esemplare maschile di bell'aspetto. Ecco un nuovo arricchimento linguistico, con quella che Wikipedia definirebbe una disambiguazione: i gnocchi, quelli che si mangiano; gli gnocchi, quelli che... ci siamo capiti :-)
(Rispondi)
 
 
 
 
viburnorosso
viburnorosso il 16/10/15 alle 17:45 via WEB
Però se ci vai come li chiami? I pneumatologi? Nun se pò (questo va accentato che è una sincope) sentì!
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 16/10/15 alle 23:21 via WEB
Infatti lo chiamo gommista. Però devo provare a chiamarlo pneumatologo: magari gli rafforzo l'autostima e mi fa lo sconto.
(Rispondi)
 
arw3n63
arw3n63 il 14/10/15 alle 21:50 via WEB
Io in certi casi con persone più anziane, vedi suocera, proprio non mi riesce di dare del tu. Nel web invece trovo strano quando vedo qualcuno rivolgersi a qualcun altro dandogli del Lei.In Calabria nel dialetto stretto generazione nostra ancora resiste il Voi senti parlare Giuseppe con sua madre non esiste il Tu. Penso comunque anch'io morte le vecchie generazioni sarà solo un Tu ovunque. Mio figlio ad esempio da del tu a chiunque.
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 14/10/15 alle 23:14 via WEB
Sì, stiamo prendendo l'uso anglosassone, più pratico. Ci si rivolge con "signora" o "signore" ma poi si dà del tu: in questo caso sono gli stranieri che stanno modificando la nostra lingua.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
zerorez il 15/10/15 alle 10:50 via WEB
Io automaticamente uso il lei e il loro. Ma nessuno mi capisce. Devo avere dei problemi
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 15/10/15 alle 14:16 via WEB
Boh, io fino a qualche anno fa mi incazzavo per la scomparsa del Lei, ora me ne sono fatta una ragione. Il loro? Che cos'è il loro? Sì, mi sa che sei strano :-)
(Rispondi)
 
 
 
zerorez
zerorez il 15/10/15 alle 15:53 via WEB
Tu ridi, ma è vero. Il loro ho dovuto smettere di usarlo perchè i miei interlocutori si giravano. Non è colpa mia, da bambino mi hanno insegnato così e io rispettavo le consegne.
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 15/10/15 alle 16:04 via WEB
Be', il loro esiste in effetti, come quando il cameriere chiede: "I signori desiderano?" o anche senza specificare il soggetto: "Desiderano?" Però lo stesso cameriere direbbe: "Che cosa posso portarvi da bere?" Se dicesse: "Che cosa posso portar loro da bere?" sarebbe un cameriere bizzarro. Poi verrò anche su questa faccenda del loro nei pronomi complemento...
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
zerorez il 15/10/15 alle 19:20 via WEB
Meno male che non ho mai fatto il cameriere, se no mi avrebbero subito licenziato. E va già bene che ho eliminato gli acciocché, i conciosiacosaché, gli imperciocché ecc ecc
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 16/10/15 alle 10:00 via WEB
Acciocché lo dico anch'io, gli altri no.
(Rispondi)
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 15/10/15 alle 11:01 via WEB
Tu assolvi, mi par di capire, certi scadimenti della lingua che a me provocano l'orticaria. Su facebook leggo post da far rizzare i capelli in testa. Io non credo che non provochino anche a te, certi orrori grammaticali, un giusto e doveroso sbocco di bile. Scrivi troppo bene perchè non sia così.
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 15/10/15 alle 15:20 via WEB
Cerco di essere realista. Ci sono degli "errori" che entrano nell'uso comune e alla fine diventano forme accettabili o accettate; questo processo è diventato più rapido, con il fatto che molta più gente rispetto a un tempo pratica la scrittura, trasferendo le forme parlate allo scritto in modo molto diretto. Sinceramente comunque gli errori grammaticali mi fanno sorridere più di quanto mi provochino il travaso di bile. Cerco di invecchiare bene, diventando più tollerante anziché più trombona.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
UnUomo.InCammino il 15/10/15 alle 14:30 via WEB
> La lingua vera è quella che insegneresti a uno straniero che debba parlare italiano.

Pensare che la lingua vera sia quella che si deve insegnare agli stranieri è come pensare che lo sci vero sia quello che si insegna ai campi scola o agli anziani del circolo UISP.
Noto questa fissazione psicotica centrata sugli stranierie. Essere fuori di sé non è un pro, è un pro-blema.

> assorbire termini stranieri
Nuovismo esterofilo.

> ricchezza dell'inglese
Dal punto di vista glottologico l'inglese è una lingua povera.
Sarebbe come pensare che poiché gli anelli di acciaio per il naso dei tori sono più diffusi di collane incastonate di diamanti, allora gli anelli per nasi di toro siano più "ricchi", valgano di più delle collane di platino con diamanti.

> la diversità è un arricchimento
Questo è un'altra credenza mezza verità ovvero falsità.
In ecologia è noto sia il valore della biodiversità in biotopi integri e distinti e IL PROBLEMA grave della diffusione di xenospecie in biotopi ad essi estranei.
La diversità NON è un mettere insieme tutto e tritare. Se tieni la farina di mais e il gesso in due contenitori distinti, potrai cucinare una polenta e stuccare. Se fai un miscuglio di farina di mais e di gesso non potrai né preparare una polenta né stuccare quel pezzo.

> quanta politica, persino nella grammatica
Quanta ideologia (panmixista, panfrullista) ad iniziare dal linguaggio.

> semplificazione Passiamo dalla padella alla brace.
Mike Buongiorno ha “semplificato” l'italiano eliminando il congiuntivo.
Questo è utile e intelligente come uno che avendo in casa una sega e un coltello dentato butta via il secondo affermando che è una semplificazione o come una persona che ha subito l'amputazione di un braccio che si pavoneggia di essere stato “semplificato”.

> Le regole sugli accenti non le sa più nessuno
Ecco, poiché nessuno sa più come si fa a fare 1245 : 5 aboliamo l'aritmetica dalle elementari.
Invece di migliorare le persone le ugualizziamo al peggio. Tanto c'è l'aifon no!?

> ai bambini, che si rivolgono con il tu alla maestra
Nelle migliori scuole del mondo si mantiene un distacco gerarchico perché questo ha numerosi pregi. L'insegnante NON è un amico né lo deve essere.
Ancora, non è bene frullare i ruoli e neppure il linguaggio del frullamento non va bene.

> siamo tutti "ragazzi" anche a 50, 60, 70 anni
Il che è ovviamente falso.

> sono pronta a scommettere che scomparirà
I glottologi hanno contato che sono migliai le lingue che sono scomparse e tra un po' sarà scomparsa pure l'Italia come "cultura" degli italiani. La perdita di migliai di lungue è in ambito culturale il corrispondente dell'estinzione nell'antropocene di migliaia di specie, un disastro senza precedenti.
Qualcuno come te lo considera ricchezza, opportunità, etc.

Io sono perplesso perchè sono strabiliato, confuso da quanto ho letto che mi chiedo se questa sia una pagina scherzosa di cui non ho capito lo spirito o tu abbia veramente scritto queste cose con una qualche serietà.
(Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 15/10/15 alle 15:36 via WEB
Hai mai studiato una lingua straniera? Immagino di no, perché questo ti priverebbe della tua identità. Comunque, se mai un giorno vorrai provare a farlo, scoprirai che quella che ti insegnano non è la lingua letteraria (non in prima battuta, almeno), ma quella che ti serve per parlare con le persone in maniera corretta ma non astrusa o démodé. Per esempio, se studi il francese ti dicono che il passato remoto non si usa più. Allo stesso modo se a uno che studia l'italiano dicessero che "a me mi" o "ma però" non si dicono, mi verrebbe un po' da ridere. Ma ci arriverò in seguito.
Per quanto riguarda l'inglese ho parlato esattamente di ricchezza e non di diffusione. Chi conosce un minimo di letteratura inglese, anche solo a livello di antologia di scuola superiore, sa di cosa parlo.
Per quanto riguarda il "tu" alla maestra, personalmente non sono mai stata favorevole, non tanto per un discorso di distanza, che c'è comunque, quanto proprio per l'apprendimento della forma del Lei. Ma non sono io a decidere. Viceversa quando mio figlio alle elementari doveva fare delle lunghissime, noiose e inutili moltiplicazioni di 5 cifre per 5 con la virgola, dicevo esattamente quello (non al lui, per quanto riuscivo a trattenermi): ma a che minchia serve? ci sono le calcolatrici. Salvo poi vedere i bambini stramazzare davanti alle Invalsi di matematica perché la logica, questa sconosciuta.
(Rispondi)
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
UnUomo.InCammino il 15/10/15 alle 16:38 via WEB
> Hai mai studiato una lingua straniera? [...] scoprirai che quella che ti insegnano non è la lingua letteraria

A ridaje!
Ma perché la lingua di riferimento dovrebbe essere quella insegnata agli stranieri?
Allora, arriva qui un simpatico abitante delle isole Samoa, gli insegniamo a preparare gli spaghetti aglio olio e peperoncino e un insalata di radicchio trevisano e da questo momento la cucina italiana di riferimento è "spaghetti aglio olio peperoncino e insalata di radicchio trevisano". Da quel momento diciamo che negli istituti professionali alberghieri e nelle scuole di cucina si insegna quei due piatti.

>l'inglese ho parlato esattamente di ricchezza
A ridaje!.
L'inglese è una lingua povera non una lingua ricca.
Ad esempio, essa ha sopperito ad una povertà nel dizionario dei verbi con il noto meccanismo (di cui mi sfugge il nome) di indicare verbi distinti con una stessa parola a cui viene fatta seguire una proposizione.
get off
get on
get over
get up

etc.

E' come se tu dovessi costruire una casa con due materiali, mattoni e legno, poi arrivasse un Meniso e dicesse :- aaaaah,oooooh, uhhhhh una casa esattamente ricca.
A questo punto si è invertito il significato di ricco: se così le baraccopoli (lamiera e plastica) diventano i quartieri ricchi. Sospetto perà che tu non andresti a vivere in quella “ricca” magione.

La letteratura inglese anche solo fino al secolo scorso aveva un linguaggio molto meno impoverito dell'inglese attuale. Potremmo iniziare anche solo dai pronomi ...


>e i bambini stramazzare davanti alle Invalsi

Sugli INVALSI c'è una sinistra ideologia contraria. Perché questo strumento va nella direzione di misurare in qualche modo meno arbitrario conoscenze, capacità e risultati degli studenti ( e quindi, statisticamente, anche il livello degli insegnanti) essi sono fumo negli occhi per i devoti dell'ugualismo.
L'ideologia cattocomunista catechizza da mane a sera tutti che l'uguaglianza (alla mediocrità, al peggio) che è il massimo e primo obiettivo; si creano così insegnanti cialtroni e 'gnoranti, col diritto (?) al posto di stipendio, che insegnano roba sempre più rozza, povera, elementare per alunni con regressioni cognitive sempre più gravi incapaci di arrivare a logica elementare.

Osservo che anche tu pare hai dei problemi con la logica (anche se io intuisco che sia il tuo sistema di credenze che mette sotto la logica, mi rifiuto di credere che una persona arguta come te non riesca a capire alcune metafore o le consideri assurde).


Ho studiato inglese che parlavo fluentemente, ho studiato tedesco che parlavo abbastanza bene (ora fortemente arrugginito) e biascico qualche parola di spagnolo.
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 15/10/15 alle 16:59 via WEB
L'uso dei verbi con le preposizioni è quello che io chiamo flessibilità della lingua inglese. Per la ricchezza mi riferisco invece al numero di vocaboli (più di 600.000 contro i circa 250.000 dell'italiano), i quali, combinati con la flessibilità, offrono una gamma di costrutti e sfumature che noi manco ci sogniamo. Dopo di che noi siamo italiani e giustamente parliamo la nostra lingua che sotto molti aspetti, com'è giusto che sia, ci rappresenta; però dire che l'inglese è una lingua povera è una chiacchiera da bar sport.
A differenza tua ragiono con la mia testa anziché attestarmi su posizioni ideologiche o peggio aderire acriticamente a una parte politica. Quindi ho sempre visto le prove Invalsi con occhio favorevole; non tanto per la loro dubbia efficacia in termini di valutazione degli insegnanti (perché il tutto viene fatto a cazzo, come sempre in Italia), quanto per l'occasione che rappresentano di venire in contatto con una forma di insegnamento più orientata al ragionamento, in modo particolare per la matematica. Idee sulle quali mi sono più volte scontrata con insegnanti e altri genitori, ma tant'è.
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
UnUomo.InCammino il 15/10/15 alle 17:37 via WEB
> A differenza tua ragiono con la mia testa anziché attestarmi su posizioni ideologiche o peggio aderire acriticamente a una parte politica. [..] > Quindi ho sempre visto le prove Invalsi ...

Beh, sono felice che almeno tu sappia quale sia la parte politica alla quale avrei aderito acriticamente. ;)

Intuisco che tu non abbia letto quanto penso sugli INVALSI.
(Rispondi)
 
 
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 15/10/15 alle 18:00 via WEB
Comunque la grandissima parte di quelli che disquisiscono sugli Invalsi, in realtà non li hanno mai visti. Parlo soprattutto di quelli di matematica che a mio avviso sono più utili e interessanti (e fatti meglio), anche se conosco solo quelli della scuola elementare. Ma siamo decisamente OT, magari prima o poi parlerò anche di quello, ma lo farò spiegando davvero che cosa sono dal punto di vista dei contenuti, perché la gente crede che una crocetta (giusta) la sappia mettere anche una scimmia, mentre invece quello che fa una scimmia è mettersi a fare un calcolo astruso anziché usare il ragionamento. Crocetta + tempo massimo = svegliati e usa il cervello. Perché poi abbiamo i concorrenti dei quiz televisivi che alla domanda: "Che numero ottieni moltiplicando fra loro tutte le cifre sulla tastiera del cellulare?" si mettono a far di conto.
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UnUomo.InCammino il 15/10/15 alle 15:16 via WEB (Rispondi)
 
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 15/10/15 alle 17:25 via WEB
Con il nome storpiato, ma effettivamente mi hai citata. Questo mi farà salire nella classifica dei blog più infestati :-)
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Utente non iscritto alla Community di Libero
UnUomo.InCammino il 15/10/15 alle 17:41 via WEB
Confesso che un po' vederlo scritto come "meninasallospecchio" e la mia ignoranza sul capolavoro di Velasquez hanno fatto sì che io mi perdessi una esse. Chiedo scusa. Ho già corretto la pagina.
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PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 16/10/15 alle 09:53 via WEB
Anch'io ti ho citato fra i miei link.
Come meninasallospiedo
Non chiedermi perché...
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 16/10/15 alle 09:59 via WEB
Per via del coniglio? Ma quello lo faccio arrosto.
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umbraterrita
umbraterrita il 16/10/15 alle 10:47 via WEB
Moi...?
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 16/10/15 alle 11:07 via WEB
Esatto :-)
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umbraterrita
umbraterrita il 16/10/15 alle 13:57 via WEB
Con me non vedrai neanche l'ombra, d'un coniglio arrosto.
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 16/10/15 alle 14:27 via WEB
Meglio, le ombre arrosto mi lasciano vagamente insoddisfatta.
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PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 16/10/15 alle 21:45 via WEB
E che ne dici di uno spiedino di luce?
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 16/10/15 alle 23:18 via WEB
Li chiamano raggi, però in effetti è una bella definizione. Che cos'è un raggio? Uno spiedino di luce.
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PRONTALFREDO
PRONTALFREDO il 17/10/15 alle 00:02 via WEB
Lo vedi che ti calza bene "meninasallospiedo?"?
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x il 15/10/15 alle 18:16 via WEB
il dubbio che nn sei una di quei tromboni mi era venuto :-). cmq io con le lingue sto a zero, quasi peggio che coi numeri...e coll'italiano :-)... ma sto "scoprendo" il tedesco col metodo di questo prof. universitario (http://www.deutschlektoren.it/Ressourcen/DaF_Beitraege/Joerg_Senfs_Buch.pdf) la cui visione della lingua mi pare simile alla tua. non parte dalle regole uguali x tutti che insegna alle diverse persone, parte da queste cui via via insegna quelle. può piacere o no, ma nn è difficile da capire, e funziona basta che ci capiamo.
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 16/10/15 alle 09:58 via WEB
Non ho mai studiato il tedesco, ma credo che ogni lingua si impari in modo diverso. Per esempio il metodo scolastico tradizionale (che pure è parecchio noioso, per dirla tutta) va abbastanza bene per il francese, ma è assolutamente inefficace per l'inglese. Questa è un'altra delle mie vecchie polemiche sulla scuola: per come viene insegnato oggi, l'inglese potremmo tranquillamente eliminarlo dai programmi scolastici e risparmiare soldi. Ragazzini delle medie, che hanno iniziato a fare inglese dall'asilo, dopo 7-8 anni non sono in grado di produrre neanche una frasetta banale. Ma guai a dire che c'è qualcosa che non va.
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UnUomo.InCammino il 16/10/15 alle 11:21 via WEB
> quanto più è viva, capace di modificarsi

Ecco, pensavo che questa è una cosa che dobbiamo imparare dall'inglese ovvero la capacità di inventare nuovi termini inglesi (sull'adottare termini stranieri sono furiosamente contrario, è solo sciatteria e mancanza di creatività e intelligenza).
Quindi se essi inventano smartphone noi usiamo furbofono (lo uso da anni, che ha una straordinaria irriverenza, ironia, il buzzword qui non ci fa una pippa), poi c'è la tavoletta, ci sarà la furletta (essi hanno inventato phablet).
Ogni tanto si potrebbero adottare anche le cose buone di quelli là, no!?
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 16/10/15 alle 14:25 via WEB
Ecco, il tuo è l'esempio perfetto di quello che non bisogna fare :-) Perché smart in inglese non significa furbo, che oltretutto ha preso un'accezione negativa. Significa sveglio, intelligente, brillante, ma anche bello, elegante. Insomma, è intraducibile. La parola che più ci si avvicina potrebbe essere figo (che però è slang), anche se normalmente traduciamo figo con cool. C'è poco da fare, l'inglese ha più parole. Comunque potresti al più avere un figofono, che in centro Italia si chiamerebbe ficofono. Vedi un po' tu. A me pare che tu stesso abbia inventato neologismi migliori, come il tuo panmixismo che non è male come parola.
Il fatto è che ogni lingua, così come ogni essere umano, deve trovare in sé le risorse per evolvere e non scimmiottare malamente qualcosa che arriva dall'esterno. L'inglese conia i suoi neologismi con le stesse regole che usa al suo interno, la composizione di parole, usa quella flessibilità così tipica della lingua, ma anche del carattere inglese. L'italiano pure, crea continuamente neologismi (sintomo di una lingua viva), ma lo fa con altri criteri. Da sempre è l'ironia a sostenere questo processo, l'ironia che crea, non quella parodistica della traduzione. Penso soprattutto alle nuove parole create dal gergo giornalistico-politico: ribaltone, per esempio, ma ce ne sono tante. Oppure il giovanilistico "scialla", sulla cui etimologia esistono varie teorie, ma che personalmente considero senza troppi dubbi derivato dall'arabo "inshallah"; un'operazione questa tipicamente italica, esattamente il contrario della sottomissione culturale da te tanto temuta, un "panmixismo" in cui noi mettiamo il mixer :-) Ah già, ma tu come dici mixer? Frullatore a immersione?
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zerorez il 16/10/15 alle 15:31 via WEB
(occhio che l'etimologia di furbo non è affatto certa)
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 16/10/15 alle 16:04 via WEB
Sì, ma girala come vuoi, rimane in ogni caso una connotazione negativa.
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zerorez
zerorez il 16/10/15 alle 21:46 via WEB
Non è detto, la parola forbito (cioè “pulito”) non ha accezione negativa, ma per alcuni ha la stessa etimologia di furbo (come il tedesco furban, stesso significato). In questo caso può magari, eventualmente avere una connotazione negativa, ma in contesti particolari, per esempio fra ignoranti invidiosi o che so, fra gli sporcaccioni.
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 16/10/15 alle 23:26 via WEB
Sì l'ho letto anch'io, ma si parlava di pulire come ripulire, cioè derubare, quindi sempre lì stiamo.
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Zerorez il 17/10/15 alle 08:58 via WEB
Non so dove hai letto tu, ma dove ho letto io forbito non ha quel significato. Idem furbo. Infatti si denifisce "etimologia incerta". Una ipotesi ha connotazione negativa, l'altra no
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ugo il 19/10/15 alle 21:30 via WEB
Perché non andrebbe bene un termine con un sapore vagamente irriverente, come furbofono? Si tratta d'un apparecchio che sta facendo tanti e tali danni da meritarsi ben di peggio. Imparare una lingua straniera va bene, serve per comunicare in particolari frangenti. Sostituirla alla propria, specie con sbocconcellamenti progressivi, è un atto autolesionistico degno d'un mentecatto. Anzi, d'una comunità di mentecatti, visto che stiamo parlando d'un intero corpo sociale nazionale. La verità è che stiamo subendo una serie di assalti culturali da far tremare i polsi. E che facciamo? Diciamo che è una meraviglia, che è la miglior cosa che potrebbe capitarci. Non sarà mica un po' di masochismo? Ma il masochismo è una forma di perversione...
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 20/10/15 alle 00:26 via WEB
Non sposo queste teorie da babbioni "ai miei tempi tutto era meglio". L'Italia è un paese di vecchi, quindi l'atrofia culturale e alcune forme di luddismo rischiano di essere maggioritarie, ma non mi accodo. Mi sono comprata uno smartphone (si chiama così, sta nel vocabolario) nel 2012, quando già ce l'avevano tutti, ma un secondo dopo ho detto: mai più senza. Chi vuole farne a meno è padrone di farlo, ma a me non ha fatto nessun danno e non capisco perché si debbano spacciare per saggezza questi luoghi comuni degni di "non ci sono più le mezze stagioni".
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ugo il 21/10/15 alle 12:13 via WEB
Il furbofono è uno strumento. Come tutti gli strumenti può essere usato bene o male. Se usato male fa danni assai più dell'indisponibilità dello strumento stesso. Prendi ad esempio le mazzette da carpentiere, strumenti come qualsiasi altro: perché non mi è consentito circolare per la città con una mazzetta da carpentiere alla cintura? Mi farebbe comodo, ad esempio per spaccare le noci. Qualche legislatore culturalmente atrofico ha deciso che quello strumento, però, può fare danni ben più che arrecare vantaggi, quindi... nisba. P.S. Quella della mazzetta da carpentiere è ovviamente un'iperbole.
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 21/10/15 alle 14:41 via WEB
Se per danni intendi che la gente guarda lo smartphone mentre guida... be' potrebbero anche leggere il giornale: anche i giornali fanno danni? E tra l'altro una delle maggiori cause di distrazione (e quindi di incidente) sono i bambini in macchina: aboliamo anche loro?
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ugo il 21/10/15 alle 22:19 via WEB
Bisognerebbe abolire la tendenza ai comportamenti stupidi, ma temo non sia possibile (non è una provocazione). Al di là dell'uso alla guida, il "telefono" oggi viene abusato in una quantità davvero sconsolante di modi. Da mezzo con indiscutibili pregi, quale nacque per essere, per troppi è divenuto un fine, il che non ha letteralmente senso. Ora si sta tentando di far sì che sia impossibile farne a meno anche per chi vorrebbe farne a meno, e questo va oltre il "non avere senso". (comunque sia, questo commento è fuori tema; prometto che, per educazione, sarà l'ultimo)
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 22/10/15 alle 23:06 via WEB
Queste battaglie contro la tecnologia non sono le mie. Non ho niente da aggiungere.
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