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Post n°78 pubblicato il 08 Settembre 2012 da meninasallospecchio
I miei lettori più affezionati ricorderanno che qualche giorno fa ho scritto un post dal titolo "Quello che le donne non dicono". Nel post dicevo, fra le altre cose, che le donne non desiderano mai (o forse quasi mai) una storia di puro sesso, bensì sempre una qualche forma di relazione, più o meno importante, più o meno esclusiva, ma sempre una relazione. Di questa mia affermazione, che non smentisco, esiste un rovescio della medaglia. Perché se è vero che le donne non desiderano storie di puro sesso, è altrettanto vero che a volte, per volontà propria o altrui, ci finiscono dentro con tutt'e due i piedi. Ora, tutti gli uomini di mia conoscenza, dico tutti, ivi compresi i raffinati intellettuali e gli animi sensibili, dichiarano magari la loro predilezione (...?) per donne intelligenti e colte, ma affermano altresì che qualora trovassero una bomba del sesso che gliela dà, se la tromberebbero senza tanti perché e tormenti della coscienza. Le donne no, giammai. Si vedono donne non brutte, intelligenti, raffinate, accompagnarsi con trucidoni socialmente impresentabili, totalmente incapaci di articolare una frase di senso compiuto. Bene, anzi male. Pensate che vi diranno: "sì, lo so, è una bestia, ma ce l'ha grosso". Oppure: "cosa vuoi, è brutta la fame". O ancora: "sai, il mio ex mi legava al letto e mi leggeva La critica della ragion pura, ero stufa di queste raffinatezze erotiche, volevo un po' di carnazza". Noooo. All'ominide viene immediatamente conferito d'ufficio un cavallo bianco, viene ammantato di un'aura fiabesca e trasformato senza meno in principe azzurro. La novella principessa vi descriverà il suo rospo (uhm... ecco il senso recondito della storia) come acuto, brillante, pieno di qualità morali ed extra-sensoriali tali da fare di lei una donna assolutamente invidiabile. Ovviamente alle amiche non sfugge la tetra realtà dell'autoinganno. Le prime avvisaglie si sono avute alla domanda "come vi siete conosciuti?". In effetti è parso sospetto sentire: "quando è venuto a farmi lo spurgo della fossa biologica ho subito capito che era un uomo fuori dal comune"; oppure: "chiudeva gli ombrelloni sulla spiaggia, quando mi ha sorriso per chiedere se poteva sistemare la sdraio, il mio istinto mi ha detto che non era come tutti gli altri". Ma qui parte l'autoinganno di livello 2, quello che ci induce a dare comunque credito alla nostra amica, le cui capacità di discriminazione, ancorché onnubilate da quella che conosciamo come una lunga astinenza, non metteremmo mai in dubbio. Ed è così che commettiamo il clamoroso errore di invitarla a cena in compagnia del cavernicolo. E già dal primo istante si capisce che è stata una pessima idea: l'homo erectus, anziché assolvere silenziosamente alla sua funzione (che non vogliamo indagare), tiene banco inanellando banalità invereconde, sotto lo sguardo estasiato o al più benevolmente indulgente dell'amica. Quando azzarda un commento paternalistico o persino denigratorio nei suoi confronti, deglutiamo. Lei sembra non notare il coltello che le abbiamo silenziosamente fatto scivolare accanto per suggerire un risolutivo taglio della giugulare. Insomma, in qualche modo si arriva a fine serata e tocca mettere una X se non proprio sulla lista delle amiche da frequentare, quanto meno su quella degli argomenti di conversazione possibili, perché quando vi parlerà della sua fiamma mantenere l'aplomb risulterà improbabile. Ovviamente tutto quanto sopra è frutto della mia fantasia e non si riferisce a fatti e personaggi realmente vissuti. Allora, per amore di completezza, dovrò aggiungere che, oltre al tamarro, esistono altri esemplari di rospi che, una volta baciati, restano rospi se non nella mente della principessa di turno. E questi includono individui moralmente esecrabili, teste di cazzo tout-court, vari modelli di psicolabili e psicotici assortiti. Non c'è alcun motivo per cui io mi dovrei considerare diversa o migliore delle mie consorelle di sesso. Un po' di autocritica e di ironia non assolvono certo da tutti i peccati. Ho baciato anch'io qualche rospo e, temo, ne bacerò ancora.
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