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Scusate se torno sull'argomento

Post n°93 pubblicato il 06 Ottobre 2012 da meninasallospecchio

Lo so che vi sembro fissata. Li trovo tutti io? E' possibile, anzi probabile. Tutti gli uomini con cui parlo, dal vivo o in chat, con la stessa disinvoltura con cui direbbero "una volta avevo una bici Graziella", mi raccontano"una volta avevo una schiava". Cosa dobbiamo dire? Lincoln si rivolterà nella tomba, ma in fondo anche Voltaire era favorevole allo schiavismo.

Il verbo è coniugato al passato, avevo, non ho. Come si concludano queste storie di schiavitù non è chiaro: emancipazione? affrancamento? guerra di Secessione? Mah.. D'altra parte probabilmente parlano con me perché si è resa vacante una posizione di schiava a tempo indeterminato, con inquadramento di sicuro interesse, contratto del... boh? commercio? sanità? assistenza?

E io chi sono, che non ho mai avuto neanche uno schiavo? Pensare che mi farebbe comodo, ho un sacco di lavoretti da fare. "Non sei capace", mi dicono ridendo. Hanno ragione. Quelle poche volte nella mia vita in cui ho avuto dei subalterni non ci dormivo la notte. Non sono neanche capace di dire alla colf di pulire i rubinetti con l'anticalcare, altro che schiavo!

Comunque è interessante notare che queste schiave nella vita fanno mestieri tipo l'amministratore delegato, il docente universitario, il primario ospedaliero. Mi viene il dubbio che non essermi mai messa a quattro zampe davanti a qualche imbecille sia un'incolmabile lacuna nel mio curriculum professionale.

Un'altra curiosità riguarda il fatto che le richieste che i master fanno alle loro schiave hanno un'attinenza modesta con faccende di sesso propriamente intese. Spesso sono idee del menga la cui unica funzione è soddisfare bizzarre idiosincrasie del master o dimostrare che la schiava farebbe qualunque cosa, per quanto assurda. Ovviamente la schiava, che è una persona serissima, ottempera.

Serissima, appunto; una cazzona come me, non solo non sarebbe capace di fare la padrona, ma manco come schiava sarebbe un granché. Chissà, forse c'è davvero una relazione fra la capacità di stare dentro a questi giochi di ruolo con abbastanza convinzione da non scoppiare a ridere ogni 5 minuti e quella adesione acritica che ti porta a dedicarti anima e core a qualsiasi attività, incluso il lavoro.

Perché poi nel sentire il racconto io mi domando: ma quando sarai uscito dalla porta, la schiava, mentre indossa il tailleur di Max Mara per andare al consiglio di amministrazione, non penserà che sei un coglione? Non ti interessa, vero?

 
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