Senza Nick
Senza nick. Il lungo viaggio di UlisseErrante, viaggiatore senza meta. Forse.
LA STORIA DI ULISSE
Tutti i post contraddistinti dal titolo "La storia di Ulisse" e dal colore del testo verde fanno parte della mia storia; li avevo cancellati dal blog ma ne avevo una copia. Giorno dopo giorno, li pubblicherò tutti.
Sotto ad ogni post VERDE, ci sarà una sezione *** EVOLUZIONE ***, di colore arancio, dedicata ad un mio commento relativo al vecchio post; un modo per guardarmi allo specchio, alla luce del nuovo percorso di vita che ho intrapreso e del nuovo io che ieri, probabilmente, giaceva silente sotto di me, oggi fieramente al suo posto di comando di me stesso.
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Post n°214 pubblicato il 26 Gennaio 2009 da UlisseErrante
Quando iniziai a lavorare, mi riferisco al primo lavoro "vero", mi regalai un orologio, un cronografo, un bel cronografo perché, pur non sopportando il fatto che il tempo passi, mi piace tenerlo d'occhio. Per anni ho indossato quel regalo, poi ci siamo persi di vista; è finito in uno dei tanti cassetti della mia vita. Qualche tempo fa, poi, sistemando i miei oggetti personali, ho ritrovato questo orologio, ormai fermo, il cui tempo si era inesorabilmente fermato a chissà quando. Alla mia compagna ho raccontato di quel pezzo di storia e lei mi ha suggerito di portarlo da "un vecchio orologiaio" di quelli che non si vedono più. Le ho dato retta e sabato mi ci sono fatto accompagnare. Una bottega scarna, essenziale, senza orpelli né luci, senza musica né pavimenti lucidati; un bancone di legno e cristallo, sporcato e liso dall'incedere del tempo e dei clienti. Dietro a quel separè semi trasparente, un signore avanti con gli anni, sarà stato quasi sulla settantina, con indosso una lente a visiera, anch'essa non propriamente limpida. Spiego il problema, prende l'orologio e mi colpisce il suo silenzio, il silenzio di chi sa, di chi dentro di sé ha raggiunto l'arte della conoscenza, la sua essenza più pura e profonda benché il suo sguardo, credo nella quasi totalità della giornata, si fermi a guardare oggetti assai vicini. Il suo mondo, infatti, è costituito da meccanismi, lancette, casse, molle; è un mondo piccolissimo, un mondo in miniatura per vedere il quale occorre una lente potente che aiuti a rivelare minuziose forme. Rimango affascinato da quel disordine, apparente caos, nel quale, però, il mastro orologiaio si ritrova perfettamente a suo agio, artista ormai in via di estinzione. |
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eppure il suo è un mondo piccolo ma lontano da molti ,a sentire la tua descrizione sembra un figura quasi mitologica,quindi un pò inventata da te che nostalgicamente ti accorgi che un artigiano di vecchi tempi è un uomo dimenticato ,una figura che nn appartiene più a questo mondo.tu ulisse in cerca di qualcosa è probabile che rifletti su ciò che il piccolo uomo nella sua bottega non pensa neanche.forse stanco nella vista tornerà a casa raccontando quasi niente e dicendo semplicemente che la giornata "è passata".credo che il suo fascino sia dovuto anche all'inconsapevolezza che possiede "un'arte" e dal fatto che x lui la vita rimane confinata ad un piccolo spazio,la sua vita è fatta di cose semplici.e poi ulisse dove credi di poter trovare un disordine autentico,cioè di quelli che sono stati creati nel tempo,da un vissuto reale,da una vita probabilemnte spesa solo x un unica "cosa":riparare orologi?
quasi invidiabile quest'uomo,si...direi che oggi la possibilità di rimanere entri i "limiti" sia un'eccezione:la regola oggi vuole una finta esplorazione che ci allontana da noi stessi.pensa che forse lui nei confini del suo mondo ha trovato molte più risposte di noi che ci perdiamo ovunque senza trovare un "senso" alla nostra vita.
vedi...mi sono allontanata dal discorso ahimè...ingarbugliata come sepsso capita nei miei stessi pensieri ;-).
credo che cmq da questo post in poi anche qui qualcosa cambierà.vedrai ulisse.ci scommetto eh eh ;-)!!!