Benvenuti in questo spazio. Ogni commento è gradito e motivo di dialogo. Sono attratta dallo scambio di pareri e dalla comunicazione delle menti in qualsiasi forma avvenga. Adoro le idee, le prese di posizione se non eccessivamente monotone e vincolanti, la determinazione nel portare avanti un concetto.
Post n°116 pubblicato il 28 Settembre 2011 da Sibillias
Non piove più? Si dovrà eliminare il termine pioggia dal dizionario? Io questo sole aggressivo non lo sopporto più! Fii nuvole mettevi al lavoro!!! La situazione è insostenibile.
Ho letto tempo fa, non ricordo dove, che dovremo abituarci a piogge molto forti ma brevi.
Poi però la Natura fa come vuole lei, non credo abbia tempo per leggere i commenti che la riguardano.
JB
Spero proprio di no, piogge così sono solo pericolose. Credo vi sia una forza creatrice che nulla ignora ed un sapere cosmico, quindi ogni cosa espressa è importante.
io preferisco il sole... la pioggia mi mette di cattivo umore, però dopo tanto sole una giornata o due di pioggia, da stare a casa sotto la copertina a guardare la tv o con un buon libro non la disdegno... basta che non siano più di due giorni :)))
Beh, la gran parte delle persone preferisce il sole non coperto da nuvole, ahimé io vorrei piovesse un giorno sì e un giorno no. Adoro la pioggia e mi sento davvero infastidita dall'aggressività del sole: sporcizia e insetti pericolosi, luce dannosa per occhi e pelle, calore deleterio per chi soffre di pressione bassa. Le mie passioni, scrivere e studiare, non riesco a portarle avanti in modo ottimale se non con il freddo: quando la mia mente non è bruciata da raggi solari che presto ci bruceranno tutti :-) PIOGGIA PIOGGIA PIOGGIA
Sono basito.. finalmente una donna che cerca di sfuggire ai raggi di Aton!
E che la pensa esattamente come me sul fastidio di leggere libri nel caldo africano.
Ma.. sssttt.. diciamolo sottovoce, ché al giorno d’oggi siamo una specie in via d’estinzione e nemmeno tanto protetta.
Antonio :-)
Uhau, mi appoggi! Inoltre, ogni volta che piove dopo tanto è allarmante incerte zone; basti pensare ai danni recenti in Liguria. La gente ignorante non capisce che quando il terreno è arido non assorbe facilmente l'acqua e che lasciandola scivolare causa disastri.
Ti appoggio sì. E ti puntello, ti sostengo e ti supporto! :-)
I libri mi emozionano, mi scaldano il cuore, con le mie dita prensili giro febbrilmente le pagine.
Insomma, fra i caratteri stampati i sogni si librano liberi come gabbiani ma producono calore.
E quindi ben vengano la pioggia, il freddo, il gelo e la nebbia a scongiurare la mia personale fissione nucleare. E il desiderio di refrigerio del mio caldo sangue è innocente di fronte alle responsabilità di chi ha diboscato, di chi ha abusivamente costruito, di chi ha violentato in tutti i modi la Natura.
Mi dà piacere che i miei pensieri espressi in forma scritta destino la tua attenzione. Penso che la comunicazione sia alla base di ogni relazione e la scrittura, a mio parere, è il più affascinante dei mezzi di comunicazione. Soprattutto, è la scrittura che mi permette maggiormente di immortalare la sensazione di un momento. Certo, anche la fotografia, la pittura, la musica o altre forme di comunicazione, ma queste non mi commuovono quanto può invece commuovermi una lettera, il testo di una canzone, un libro, una raccolta di poesie, etc.
Tuttavia, sono consapevole che i suoni e le immagini esprimono informazioni in modo universale, mentre la scrittura no. Insomma... la musica, i suoni, il disegno, i grafici, la pittura ed i movimenti del corpo arrivano ai destinatari in modo più diretto e sono più facilmente decodificabili.
Più che attenzione, i tuoi pensieri destano in me la voglia di capire e di comprendere.
E’ pur vero che le parole, al pari di ogni forma d’arte, sono interpretabili e quindi possono suscitare delle emozioni a prescindere dalla loro corretta interpretazione, nell’arte, però, non sempre è necessario comprendere (nonostante ciò, ad esempio, conoscere la storia personale di Vincent o la storia sociale ed economica di Delft può aprire nuovi orizzonti interpretativi ai soggetti dipinti da Van Gogh o Veermer, così come non è del tutto inutile non ignorare il contesto storico dell’epoca di Beethoven o dei Doors), mentre le parole, come hai detto giustamente tu, sono meno immediate. Ma quale enorme potere hanno le parole! Un’opera d’arte può lasciare interdetti, stupefatti, frastornati o indifferenti. Le parole stimolano in misura maggiore il dialogo, scaldano il cuore di una folla o di una singola donna, oppure feriscono più di un gesto, e proprio perché il loro significato estrinseco è inequivocabile sono infine il mezzo più universale attraverso il quale si diffondono le idee.
La voglia di capire? Beh, il modo in cui mi esprimo è semplice. Penso che le mie frasi non rientrino tra quelle complicate, quindi tra quelle asserzioni che necessitano di esser semplificate attraverso sforzi cognitivi, dovuti a difficili ed entusiasmanti sviluppi logici, per giungere ad una semplificazione del concetto iniziale :-) Sì, comprendo che le parole tu possa considerarle universali, ma io ho affermato che è la scrittura a non esserlo. Le parole possono rientrare nell'arte dell'oratoria, della recitazione e in tante altre. La scrittura per me non è solo un insieme di parole, bensì una ben attenta punteggiatura, uno stile grammaticale accurato, un gioco di figure retoriche, un collegamento tra testi, un riportare un evento affinché non si dimentichi, un utilissimo promemoria, un atto di coraggio e di responsabilità e altro ancora. Uno scritto è indelebile, ufficiale, disponibile. Uno scritto è soggetto a infinite riletture ed a infinite critiche. Tuttavia, sostengo che la scrittura non sia (ci vuole il congiuntivo con sostenere?) universale. Esistono bambini che ancora non hanno appreso l'uso delle lettere, persone che faticano ad andare oltre ad una frase elementare, soggetti che ahimé non sono in grado di vedere. Le parole se non sono scritte perdono, nel tempo, il loro valore... comunque andrebbe sviluppato questo argomento. Grazie per quanto mi scrivi. Se non rispondo nei prossimi giorni è perché sono via. E' molto gradito ospitare interlocutori come te Hoghart.
Sì, il tuo modo di esprimerti è semplice e le tue frasi non sono affatto complicate. Per molti, sottoscritto incluso. Ma per un bambino che non ha ancora sviluppato appieno il proprio intelletto? E per chi non ha troppa cultura o dimestichezza con la lingua italiana? Come vedi, tutto, compreso il concetto di semplicità che tu attribuisci alle tue stesse frasi, è relativo. Tu ritieni che alcune forme d’arte, ad esempio la pittura o la musica, sono più universali della scrittura. Sarei tentato di essere d’accordo con te, e in parte lo sono, non fosse che dubito fortemente che un quadro di Bosch, o una sinfonia di Mahler, trasmettano contemporaneamente lo stesso messaggio al sopra menzionato bambino e alla sua mamma, oppure a un distratto osservatore (o uditore) e a un esperto della materia. Anche in questo caso, tutto è relativo. Forse, di universale ci sono solo i simboli geometrici, e non a caso gli scienziati li trasmettono nello spazio nella speranza che siano captati da civiltà aliene, e altri pochi concetti come Sole, Luna e via dicendo (Male e Bene, purtroppo non ancora..). Per il resto, qualsiasi forma attraverso la quale gli esseri umani cercano di trasmettere le proprie emozioni è, per chi la riceve, soggettiva e, quindi, non universale. Il “mio” Van Gogh non è, e probabilmente non sarà mai, il “tuo” Van Gogh (e questa, per dirla con John Lennon, è una cosa meravigliosa). E per quanto tu possa amare e conoscere una persona, non sarai mai sicura d’indovinare i suoi pensieri, di scorgere le ombre che si nascondono dietro a certi sorrisi (i gesti del corpo cui accennavi). Questa, ovviamente, è solo la mia opinione. E questo dovrebbe anche farti comprendere meglio la mia voglia di capire, che non si riferiva alle tue comprensibili parole, ma proprio a quello che esse celano. Ovvero, la tua forma mentale. D’altra parte, è proprio il tuo amore per il dialogo che mi ha attratto nel tuo blog, nel quale ti ringrazio di avermi accolto. Sono consapevole che la sezione che ci ospita era dedicata alla pioggia, ma le nuvole non erano per niente minacciose e mi sono preso la licenza di divagare..
P.S. Esprimendo una tua opinione, credo che con il verbo sostenere sia più corretto usare l'indicativo. Ma potrei anche sbagliarmi, in quanto le mie lacune grammaticali sono notevoli.
Sono dell'idea che ogni cosa, presa singolarmente, sia relativa, ma che l'insieme delle cose costituisca l'assoluto. Conoscere questo tutto è umanamente impossibile. Se l'uomo vuol provare a comunicare con un extra terrestre l'unica è inviare segnali che, con alta probabilità, possano risultare comprensibili anche a creauture non umane e solo in campo matematico si può avere una gamma di segni atti a tale scopo. Sì, un dipinto può esser valutato in infiniti modi non solo in base alla diversità degli osservatori, bensì anche in base ai diversi momenti di vita di un solo osservatore. Il post che maggiormente ha alimentato il dialogo con te, in effetti, è questo sulla pioggia... no, nessuna nuvola minacciosa, io considero le nuvole come una protezione, una difesa, un riparo.
Andrebbe approfondito il tuo concetto di assoluto, non vorrei infatti equivocare. Intendi con questo termine indicare il sapere assoluto? Oppure un luogo da cui tutto ha origine e in cui tutto ritorna? Comunque, sono d’accordo con te: conoscere questo assoluto è umanamente impossibile, anche perché farebbe di noi, all’istante, l’assoluto stesso. Anch’io considero le nuvole un riparo e una protezione. Dal sole, che il mio corpo non gradisce molto. E, al pari della nebbia, dagli stati d’animo, dandomi la sensazione di rendere le giornate di questa frenetica società meno convulse. Buona giornata.
Intendo più un sapere assoluto, ma non solo. Credo vi sia, in effetti, un sapere cosmico, ma intendevo anche un insieme di materia e di anime. Per ciò che riguarda l'origine del tutto... beh, a volte penso che l'arché sia nel ritmo (non mi dilungo su ciò per il momento), a presto!
Grazie per la precisazione. Personalmente, subisco il fascino delle teorie di filosofi come Anassimandro o dei Neoplatonici, ma nei momenti di scoramento mi sono anche avventurato in terreni più fantasiosi come l’ufologia scientifica. Tutti meritano rispetto e attenzione, a mio avviso. Poi, però, la quotidianità incombe e occorre affrontarla coi nostri pochi “attrezzi”. Uno dei quali, mi sembra di capire, tu ritieni sia il ritmo della nostra esistenza. L’argomento meriterebbe un approfondimento da parte nostra. A presto.
Inviato da: Sibillias
il 18/06/2013 alle 18:42
Inviato da: stillanna1
il 06/01/2013 alle 20:16
Inviato da: Sibillias
il 28/03/2012 alle 20:26
Inviato da: giocobello
il 16/03/2012 alle 11:11
Inviato da: Sibillias
il 15/02/2012 alle 19:54