Post n°31 pubblicato il 07 Febbraio 2013 da hamo64
CARCERI, A SOLLICCIANO I DETENUTI COSTRETTI AD ACQUISTARE MERCE A PREZZO RADDOPPIATO |
eccomi qui..in questa sera che dovrebbe essere in qualche modo a dir poco disastrosa. Ma non lo è. Ma è con lo stesso spirito e con la stessa consapevolezza di quando ho deciso di dire) che ho deciso di fermarmi per un po di tempo con "il scrivere" e con gli incontri sulle tematiche sul carcere . In altri momenti della mia vita mi sarei vissuto il fallimento.. ma invece è una conquista l' aver aquisito la capacità di riconoscere i miei limiti. In questo periodo mi sono reso conto della diversità delle esperienze di vita ,che arricchiscono chi ha la capacità di ascoltare,impoversicono tutti coloro che decidono di rimanere sordi a tutti quei messaggi che esperienze lontane da loro li rendono incosapevolmente "indifferenti". Fra pochi giorni è un anno esatto che sono libero !!!, mi accorgo che il cammino verso la nuova realtà è molto lungo e duro .. ma tutto ciò che non mi ha strozzato nella vita mi ha ingrassato.. chi mi conosce bene ha sentito parlare di questa metafora che ho sempre usato e che comunque mi permette di andare verso l'altro ..di ascoltare.. anche chi a volte pare non abbia nulla da dire.. invece ..i nostri SILENZI ASSORDANTI nascono proprio perche tutti vogliono dire qualcosa e non danno la possibilita di dar voce a chi in quel momento vorrebbbe dire e non può per il nostro "egocentrismo". Come tutte le volte che mi accingo a scrivere, non rileggo mai cio che scrivo sono un istintivo !! sono .. un uomo con i miei pregi e i miei difetti .Che bella parola che mi sono detto sono un UOMO!!! forse oggi sono meno funanbolo della vita!!! forse ho capito che la parola ARRANGIARSI!! spaventa perche e sinonimo di sotterfugio,di precarietà però sò altrettanto , che i veri sotterfugi li facciamo con la nostra coscenza ....che siamo precari perchè le nostre insicurezze o meglio le nostre poche certezze ci rendono statici e paurosi.. non sono più il leone che lottava e ruggiva per difendersi e spaventare l'altro ,oggi mi muovo lentamente in questa giungla (permettetemi) che poi tanto giungla non è.. sorrido beffardo affacciato alla finestra dei miei sogni. vorrei ringraziare con un grande senso di riconoscenza tutti coloro che in questo anno mi hanno dato la possibilità di delirare, senza giudicarmi dandomi la grande possibilità che è quella di ESPRESSIONE . (articolo 21 della costituzione italiana)
In questo tempo non ben definito che io sarò assente dal gruppo di silenzi assordanti a chi desidera lascio il nuovo indrizzo di posta eletronica, per tutte le comunicazioni daxdax70@virgilio.it
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é molto tempo che non mi dedico a questo foglio virtuale,sono assorto da una miriade di pensieri che non sono più un'ossessione come potevano essere i primi tempi che ero fra i vivi?... e con delicatezza d'animo che ricordo un bambino smarrito.. che si aggira in una periferia ai tempi ,fatta di emarginazione, povertà, o con gli occhi di oggi rivedo le stesse cose , solo che io non sono più un bambino non devo riconoscermi in gruppi ,per non sentirmi diverso, non devo cercare più i disagiati per sentirmi meno disagiato dai altri bambini . e cosi quella maledetta sera ho detto a un mio eroe di quartiere .. vengo in macchina con te .. La macchina era rubata!! come un incasrtro mi trovo con delle coperte mal odoranti, una gavetta ,un rotolo di carta igenica .. un secondino che mi apre una miriade di porte ..il mio cuore batteva al'impazzata al' epoca circolavano leggende metrolpolitane .. la sodomia le prepotenze ero carino non ero pronto per vedere cio che avrei visto da li a pochi secondi . Si apre la porta enorme della prima sezione del carcere di marassi!! quattro balconi allineati gente che gridava.. con la coda del occhio vedevo uomini completamenti tatuati anche in volto!!! , grida.. agenti che gridavano, il mio cuore forse voleva impazzire!!! fermarsi? la mia mente si stava allontanando da quel bambini . una voce interrompe un attimo.. che e una vita ..mi spinge senza motivo e con disprezzo apre una cella ..entra!!! sbatte violentemente la porta con un calcio .. quel calcio l'ho preso nello stomaco.. anche se era nella porta, sento ancora il vento della porta che sbatte . Avevo paura a piangere ..piangere e sinonimo di debolezza e forse qualcuno avrebbe potuto vedermi nel mio momento di debolezza . Scritte su tutto il muro calendari approssimativi ..nomi di donne ,alcune con dediche dolcissime alcune piene di disprezzo e frasi del tipo ...chi galera non prova liberta non apprezza ...mamma vita mia ...finche nel mondo l'infame impera la casa del'uomo onesto e la galera .frasi incomprenssibili per me ma mi hanno in qualche modo fatto capire al volo che era un posto con regole rigide non si acceta niente di diverso.. un mondo dove non si accettava la diversita di alcun tipo se volevi giocare (vivere) quello era il gioco. Non so perche racconto la mia prima volta so solo che quello che non doveva accadere e accaduto io avevo 14 anni e non dovevo trovarmi li..( I minori non vanno tenuti in carcere con i maggiorenni) ma i fatidici incastri della vita .. Un uomo di mezza età si avvicina allo spioncino e mi domanda, mi rassicura.. mi dice e la prima volta domani vai a casa , ti serve qualcosa' ' dopo dieci minuti si ripresenta con tutto stecche di sigarette ,dolci ,affettati, pantofole .. insomma si voleva prendere cura di me ... ma era solo l'inizio di un incubo che durerà 22 anni . Arrivavo a mala pena alla fessura che ti faceva vedere il corridoio ,, vedo un mio amico di zona e felice !!faccio un urlo quasi avessi visto chissa chi.. Giuseppe!!! lui guarda ..hamo cosa fai li' e viene a l pino terreno dove ero .con enfasi racconto il mio primo arresto cercando di non nascondere che non averva fatto la spia ma come un uomo d'onore mi ero preso io la colpa del furto (i minori facevano cosi ) i bravi ragazzi!!! Sbuca il tizio di prima giuseppe gli dice con prepotenza cosa fai vicino al mio amico BRUTTO FROCIO ? con una testata improvvisa lo mette a terra e senza pietà lo prende a calci, insultandolo ,il sangue schizzava da pertutto lui urlava pietà e io in cuor mio speravo che Giuseppe la smettesse.. ma un mugulo di guardie accorsero iniziarono a pestare Giuseppe fino a farlo svenire e portandolo via per i piedi lo rividi solo dopo 3 anni (fuori) . Gesti benevoli, carità ,pietà ,aiuto in un attimo ho capito quello che oggi faccio fatica a comunicare che dopo anni anni ..e difficile ragionare in termini diversi da quelli che mi hanno aiutato a essere qui oggi.. Il carcere mondo lontano da qualsiasi pensiero (carcere ) uomini vuoti che si riempiono di niente ..il niente che si deve riepire di qualsiasi cosa pur di non morire dentro! io non oso descrivere con termini sociologici tutto cio che succede, anche se oggi ne so piu di prima,mi conosco meglio e so cosa mi e accaduto so solo che ogni volta che passo davanti a quel muro di cemento, vedo un bambino spaventato che ancora oggi e un po li dentro perche non sono riuscito ancora a uscire del tutto. |
Sentiva perfettamente ciò che le sue orecchie non potevano ascoltare - quell'assenza di rumore prolungato. E, in quel niente, coglieva un futuro di coltelli. Il non accadere delle abituali risonanze alterava il consueto paesaggio sonoro e, con esso, il ritmo del suo cuore. Anche il tempo scorreva più lento - si sformava. Nell'attesa sospesa di un evento - ma quale? - ogni sua percezione - dell'intorno e dell'interno - entrò in uno stato di allerta. Così gli capitò di captare parole taciute, atti mancati, gesti trattenuti, sguardi evitati, maschere mascherate. E fu pervaso da trasparenze inattese. Poi, quel non-so-chè annunciato dalle forme inusuali del silenzio schiantò - improvviso - tra voci concitate e toni rochi. "Nel Bosco di Bistorco" Renato Curcio, Nicola Valentino, Stefano Petrelli - Sensibili alle Foglie, 1994
Prigioni mentali riflessioni di Hamo: é con fatica che mi rendo conto anzi che sono sempre più consapevole di quanto un istituzione totalitaria come il carcere mi ha condizionato e mi condiziona profondamente nel mio vivere quotidiano. Il vedere cose che non si vedono nell'immediato, ragionare in velocità su dinamiche di gruppo, prevedere addirittura in anticipo quel che accadrà all'interno di un piccolo contesto; tutto ciò fino a ieri mi era stato riconosciuto come una qualità, ma dopo aver letto il paragrafo sopra citato, mi sono reso conto di quanto tutto ciò sia invece una distorsione. Sono ora cosciente che ci vorrà molto tempo per metabolizzare e modificare un esperienza totalitaria come quella che ho vissuto per 22 anni della mia vita. Fino a pochi giorni fa ero fermamente convinto di essere stato veramente libero nei 10 mesi trascorsi nella comunità S Bemedetto al Porto, ma è con grande difficoltà che devo ammettere a me stesso che, anche grazie a queste riflessioni sul mio vissuto, anche questa è un istituzione, anche se non totalizzate. Pensavo di essere uscito indenne da un' esperienza che oggi con maggior chiarezza definisco traumatica e di cui capisco quanto mi abbia profondamente segnato anche a livello di percezione della realtà che mi circonda. |
LE MURA DELLA VERGOGNA
Oggi ilo carcere è messo in discussione da un duplice punto di vista: quello umanitario come luogo di sofferenza eccessiva dei detenuti, e quello giuridico, come spazio di non diritto. E’ stato il libro di Dominique Vasseur, Medinice chef à la prison de la Santè, che ha dato l’ultima spinta ai sussulti umanitari a proposito dei carceri e del loro stato riunendo in un unico inorridito movimento, tanto intenso quanto passeggero, opinione pubblica, media uomini politici ed accademici. Questo libro descrive quel simbolo dell’ istituzione penitenziaria che è il carcere rimasto dentro , come “una grossa verruca con mura da fortezza punteggiate da piccole finestre”, una corte dei miracoli, un ghetto, vestigia dei tempi che si credevano passati, “vergogna” incancellabile della Republique. Ratti scarafaggi, sudiciume ormai impossibile da pulire, odori ripugnanti, malattie che si pensavano debellate, miserie, violenze, follie: sono queste le immagini e gli oggetti che accompagnano la descrizione di questo “mondo a parte”, dove l’m autrice dice di aver praticato sull’ orlo dell’ abisso, in condizioni estreme la professione di medico. Spinta di sicuro da forte indignazione, questa cruda descrizione no ha mancato di produrre il suo effetto. Sostenuta con grande eco dai media, ha ridato slancio all’ approccio sentimentale, morale e velleitario al carcere percepito come topografia del mostruoso, anacronismo shockante per la nostra epoca di temperanza democratica. L’ amministrazione penitenziaria invischiata nel suo delirio di persecuzione ha denunciato automaticamente una “azione di disinformazione” ma senza convincere perché, per una volta parlamentari e giornalisti, hanno deciso di andare a vedere con i propri occhi cosa che ha permesso alla stampa titoli come “I deputati scoprono l’ inumanità del sistema penitenziario ”, come se si scoprisse inopinatamente qualcosa di insopportabile teso ad associare il nome della patria e dei diritti dell’ uomo a queste cloache.
Il tratto distintivo di questi movimenti ricorrenti, per non dire rituali è di associare l’ intensità emotiva al suo carattere intrinsecamente effimero. Già alla fine dell’ estate del 2000 “l’ effetto Vasseur “ era esaurito e l’ universo penitenziario ritornava alla sua condizione di luogo assente, di zona d’ ombra dell’ attualità L’ indignazione morale rispetto allo stato deplorevole delle carceri si fonda sulla coppia repulsione-attrazione non può che suscitare evanescenti slanci emotivi. L’ approccio umanitario fondato sulla compassione per le sofferenze dei detenuti e l’ indignazione nutrita per gli arcaismi dell’ istituzione penitenziaria, non sembra dunque in grado d’ innescare una spinta sufficiente ad alimentare il movimento di ripoliticizzazione a oltranza della questione carcere che appare invece più che mai necessario. Certamente è possibile che l’ ultimo in ordine di tempo dei sussulti umanitari sbocchi in qualche miglioramento. All’ inizio del 2000 il primo ministro annunciava “ una grande legge penitenziaria” e prometteva di destinare dieci miliardi di franchi nei successivi sei anni per ristrutturare le carceri. Ma nell’ aprile del 2001 i senatori dovettero constatare che nessuna delle misure urgenti annunciate dal Ministro della Giustizia sull’onda dell’ effetto Vasseur, era stata attuata e si preoccupavano per prevedibile rinvio del voto sulla legge penitenziari oltre le scadenze elettorali del 2002. Sottolineando la necessita assoluta di “migliorare senza attendere”, gli onorevoli parlamentari proponevano allora l’ applicazione immediata di un certo numero di misure destinate a diminuire il sovraffollamento nei penitenziari e proponevano di nominare un supervisore generale delle carceri, indipendente dall’ amministrazione penitenziaria. Ma oggi, come ieri, l’ esecutivo non sopporta intrusione da parte di senatori e deputati nel riservato dominio degli affari penitenziari. Quando nel febbraio 2001 è stato insediato un consiglio strategico sulle prigioni, “ incaricato di fornire indicazioni per il contenuto e la redazione di un progetto di legge penitenziaria” i parlamentari ne sono stati tenuti accuratamente fuori. Nel frattempo l’ ordine penitenziario ritrova le sue abitudini. Nel carcere di Lanemezan, uno zelante direttore, sostenuto dalla sua gerarchia revoca l’ illusorio “diritto all’ intimità”che i detenuti avevano imposto nei parlatori ( nulla deve sfuggire vallo sguardo del sorvegliante) , mentre la cancelleria annuncia la sperimentazione in alcuni siti scelti di tre “unità di visita familiare”. Da un lato ci sono questi movimenti d’ indignazione senza futuro dove l’ elite illuminata, colta da un sentimento d’ urgenza assoluta, si convince che lo scandalo delle prigioni non può più durare e sottopone il problema all’ attenzione del potere politico che lo liquida con qualche promessa a costo zero per rivolgersi immediatamente ad altre questioni all’ orine del giorno. Dall’ altro c’è l’ infinita capacità dell’ ordine penitenziario di ristabilire ve perpetuare le proprie pratiche routinarie d’ eccezione. L’ istituzione ha conosciuto ben altro che queste effimere convulsioni, cose molto più serie che però ha sempre saputo ricondurre alle condizioni del proprio regime: in carcere , più si annuncia che le cose stanno per cambiare , che cambiano, e più per i detenuti non cambia assolutamente nulla. ( domenique vasseur) |
Sta passando il tempo,e per la prima volta non conto i giorni i mesi Gli anni.. Che sensazione unica!! Sentirsi vivi, liberi mi avevano fatto dimenticare Cosa voleva dire poter decidere, pensare in modo autonomo,non Vi nessuno che mi ordina che decide cosa devo fare.. cosa devo Pensare e soprattutto non vi nessuno che con intimidazione Psicologica della punizione, del umiliazione della segregazione E della tortura circuisce il mio essere….. Non so quanto tempo ci impiegherò a smaltire i postumi di anni di annullamento , a volte mentre cerco di capire come devo mettere in Delle foto su internet vedo uomini legati accatastati in celle Tristemente piccole scorci di luce nelle foto di celle che io Ho visitato …e mi viene una sensazione di nostalgia e pazzesco Lo so ma e come rivedere un posto amico un posto che comunque Ti lega .. e mi accorgo di essere un uomo senza passato… Perché il passato non è 6 metri quadri!! non può essere E mi accorgo di quanta sofferenza ho attraversato di quanta pochezza Sia stata piena la mia vita . Mi ritrovo qui su di un letto,a scrivere a nessuno, perché prima Quando ero imprigionato scrivevo a tutto il mondo .. pur essendo escluso dal mondo, era la paura Di morire, di soffocare in un oceano di solitudine … e ora che posso Aprire la porta dei miei desideri,che posso toccare tutto con le Mani e non con la fantasia mi ritrovo a disilludere tutto quello Che era la magnifica emozione del evadere in barba ai miei Aguzzini loro mi contavano 20 volte al giorno … ma io non c ero Ero li fuori ,che sorridevo con tutta l ironia che ho sviluppato in 22 anni Ma per assurdo tutto quello che mi ha salvato, qui fuori non mi serve a niente!!! Ma che cazzo ho imparato? Anzi mi sembra che ho solo disimparato Non sono confuso come in quelle poche occasioni che sono stato Libero ma e solo che mi rendo conto che qui fuori ce poco posto per Uno come me, ho perso molti treni lo so ma … non mi ci hanno Fatto arrivare alla stazione e ora vedo rapidi che sfrecciano a 200 Al ora espressi che fanno poche fermate… e penso osservando Il cielo, ascoltando il vento che mi taglia il volto ,che queste emozioni non Sono più le stesse… forse quello che a tutti imprigiona a me da la forza E per l ultima volta osservo il mare dell'asinara… non ci ho mai fatto Il bagno ,ma ci ho nuotato..ho fatto il sub…ho avuto mille storie D amore in riva alla spiaggia…ho visto mille tramonti ho avuto mille storie d'amore... e capisco solo che per trovare capacità che noi tutti possediamo dobbiamo trovarci in condizioni limite… Spengo google…e mi metto a letto libero !!!! |
la confusasione che mi ha accompagmato mi sta lentamente mi abbandona ..perquisizioni in piena notte nei corridoii,,torce in volto a ogni ora della notte per la consueta conta ...il ritmo dei miei giorni cadenzato da un unico rumore, lo sbattere di un vecchio ferro a delle vecchie sbarre... il prtone a volte chiuso con disprezzo , non ho mai conpreso questi gesti di sfida e nello stesso tempo di suppremazia psicologica .. quasi a dirmi tu sei un carcerarato e io il carceriere..non sapprò mai chi fosse il piu lbero fra me e lui ..da quando ho capito che bastava fargli credere che ero la sua vittima di turno ..che lui era il piu sapiente il piu bravo il più ligio degli altri ..nella vita ..lo adulavo senza parole solo con il mio silenzio, quando mi parlava della sua "famigliuola" ma nello stesso tempo pensavo a suoi figli, non so il perche mi veniva sempre in mente questo forse perche io non ho mai avuto il padre e in quel momento ringraziavo dio di non avercelo avuto . Sono molti gli aspetti che ogggi vedo con chiarezza estrema dentro di me ,mi capisco sempre di piu e come se tutto ciò che mi sembrava buio pesto oggi fosse luce immensa sono in campagna .. mentre scrivo.. vorrei tanto sentire i grilli vorrei vedere la luna senza le sbarre, ma sono talmente libero!! che sò che basta che smetto di scrivere e posso farlo liberamente ,,,che sensazione profonda e unica !! ...ma mi viene da pensare che sono felice di esistere ,, non sono malinconico per quallo che è stato se fossi pessimista mi guarderei indietro com rinpianto per quello che e stato,,,, e quello che poteva essere... ma infondo sono piu che sicuro che stasera sto cosi bene solo perche sono quello che sono.stato mi giro attorno vedo molte persone , che sono tristi, sono deluse da un qualche cosa e a volte ironicamente penso ma che cazzo hanno da essere tristi e depressi ?non voglio fare paragoni ogni essere umano ha il dritto di spendere la propria esistenza come gli sembra giusto a me cosa sembra giusto'...quello che mi hanno insegnato per anni ...non darmi un attimo di tregua (vivere vivere) questo lo aggiunto io grazie alla fiducia che tante persone ripongono in me … ed io in loro e atuttequelle persone che leggeranno cio che hamo scrive, ma non limitandosi a farlo con gli occhi.. esiste un altro modo ... |
non sò il perchè, "ho forse non lo voglio sapere" il motivo per cuii faccio continuamente distinzione fra qui e la' fuori, tra qui e la' fuori. penso alla parola RIEDUCAZIONE ed è tutt'uno pensare "CHI RIEDUCA CHI" non si può pensare di plasmare una persona e renderla (standarizzato) siamo uomini!! non macchine. Sono felice di elaborare questi pensieri finalmente mi sento individuo e come tale, inizio io stesso a riconoscere la mia individualità, la mia unicità di essere umano, e così faccio meno fatica ad accettare la mia storia unica ed IRRIPETIBILE , per così potrmi riconoscere. Ripenso a quando non provavo tutto questo e quanto avevo bisogno di riconoscermi e per assurdo, io stesso mi riconoscevo solo nel ruolo del carcerato e per tanto, ogni volta che mi buttavano fuori! per me era come se il "padre mi cacciasse di casa"; ci pensate? Un uomo che ambisce a ritornare a soffrire; più volte ho perpetrato questo meccanismo di autoreclusione. La negazione dell' io mi ha reso vittima di proffesione e purtroppo anche delinquente abituale. Nessuno tiene conto che il sistema così com'è concepito partorisce degli " abituali" da soli non si riesce, a capire il meccanismo perverso della istituzionalizzazione ed haimè io ci sono arrivato solamente per le famigerate coincidenze . Ma ci sarà chi non riuscirà mai a capire tutto questo. Pochi giorni fa ho letto un terribile fatto di cronaca: un omicidio. Conosco chi ha commesso il reato, anzi per tranquillizzare coloro che non sanno di cosa parlo lo hanno assicurato alla Vostra giustizia. Lo conobbi dodici anni fa; era un ragazzino. Una storia familiare pesante. Solo , abbandonato a se stesso, preso dalle sostanze stupefacenti forse solo per anestetizzare quello che sentiva mi raccontava spesso ed con ossessione che nella ridenta cittadina dove viveva lo apostrofavano spesso figlio di puttana!! bastardo!! i bambini del quartiere, ma quelle parole sono figlie di adulti, figlie del pregiudizio comune, del perbenismo che ci lascia lindi e pinti esternamente ma chi ha la coscienza sa.. Il bastardo ..figlio di puttana presto sarà un ergastolano e nessuno, pochi forse si domanderanno mai... NOI DALL' ALTRO GIORNO SIAMO TUTTI PIU' SICURI, UN FEROCE BASTARDO ASSASSINo, E FIGLIO DI PUTTANA E' STATO NUOVAMENTE ESCLUSO!!, ALLONTANATO!!. E NOI TUTTI SIAMO PIU' SERENI E SICURI NEL CERCARE ALTRI BASTARDI FIGLI DI PUTTANA DA CONDANNARE. |
in questo ultimo periodo, la mia vita ha preso un'altra direzione mi sveglio al mattino pieno di certezze... e puntualmente torno a dormire alla sera pieno di dubbi!!! beh! evidentemente a differenza di prima ciò significa che stò vivendo.ma nel mio vivere quotidiano vi è sempre la presenza inquetante del mio passato,ha volte ho avuto la presunzione di essere uscito indenne mentalmente dal cirquito della prigionizzazzione Molti aspetti di una parvenza di normalità (se così) la vogliamo chiamare mi mettono continuamente in disscussione ... ancora oggi a volte prima di alzarmi chiedo il permasso a volte prima di andare in bagno chiedo il consenso...un uomo di 48 anni che chiede il permesso per pisciare a un ragazzino di 20.. beh vi è qualcosa che non va.. allora ogni giorno che devo lottare con le mie idee, con le mie contraddizioni, di essere umano mi danno la volonta e mi spingono in direzioni diverse da quelle che la mia storia lasciava presagire. E sono sempre più convinto delle mie parole quando chiamo quelle persone vittime Si è perso il senso , con le paure collettive ci hanno fatto credere che lìunico modo , e eliminare il diverso ma solo dalla nostra vista !!..Ma la vera sicurezza non è quella tutta quella gente lìa dentro genera solo il nostro senso sterno di GIUSTIZIA Giustizia non è vendetta !! Ingiustizia del secolo hò letto sul giornale ...afganistan 41 vittime dal' inizio della guerra che senso ha morire senza senso??? Ma dal' altra parte leggo 101 morti nelle carceri italiane nel primo semestre del' anno PIU DELLA GUERRA la differenza e che loro combattono con armi che sputano proiettili.. invece i nostri proiettili sono la nostra indifferenza pallottole vomitate in nome di una giustizia GIUSTIZIALISTA .Il carcere come un patibolo ci presentano i condannati a caso non sappiamo chi è il prossimo condannato e quando ci sarà e ci SARA qualcuno si rigirerà il capuccio da bioa al rovescio.. perche il morto di infarto e morto perche l'anbulanza a ritardato...il ragazzo si è inpiccato solo perchè era solo senza aiuto Io conosco solo la parola NARRAZIONE le narrazioni sostitutive si chiamano MENZOGNE !! |
La corte europea dei dritti dell' uomo considera il sovraffollamento delle carceri uno dei problemi più gravi dell' europa dei dritti e l' italia non ne è immune . Il sovraffollamento è causa ed effetto delle politiche schizzofreniche che producono carcere e poi cercano di correre ai ripari; che proclamano la tolleranza zero e rivendicano la certezza della pena ma non promuovono né libertà né legalità né sicurezza .E che finisconono per perpetuare l'immobilismo del sistema penitenziario attreavero il collaudato, e perverso meccanismo" autorità/finzione", ottimo per garantire la tranquillità dei carcerieri e carcerati nefasto per il recupero del cosiddetto reinserimento sociale. Il carcere "chiuso" è patogeno, criminogeno e produce il 70% dei recidivi in circolazione. La paura per il divedrso è instillata dalle politiche di EMERGENZA e la cultura dell' esclusione hanno fatto degli stranieri, dei tossicodipendenti, degli psichiatrici e di tutte quelle forme di devianza sociale. Le patrie galere sono piene di questi "nuovi barbari" parcheggiati in attesa di un fine pena, che breve o lungo che sia, li restituirà tali e quali. Il " cimitero dei vivi" che i padri costituenti volevano trasformare in luogo dignitoso ed operoso è in realtà oggi un luogo in cui si consuma quotidiadiamamente l'annullamento deli corpi e delle menti. Il bisogno di allontanare tutto ciò che non è riconducibile agli standard di "normalità", trova piena soddisfazione nel carcere-recinto del terzo millenio. Il muro di cinta, la rete metallica, la chiave da buttare , sono i simboli perfetti dell' ansia di rimozione ma lasdciano intatti tutti i problemi che questa umanità cancellata porta con se; legalità, dignità, integrazione. |
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HAMO IN PIAZZA ALIMONDA (20-07-2011)
DALLE SBARRE
...una voce di speranza
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia di vestire un colore nuovo,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero al bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in sé stesso.
Muore lentamente,
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare.
Muore lentamente,
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore,
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicità.
Ode alla vita, di Martha Medeiros
Inviato da: bamboo fuure
il 28/08/2013 alle 04:18
Inviato da: bamboo furniture
il 26/06/2013 alle 04:15
Inviato da: bamboo furniture
il 03/04/2013 alle 07:40
Inviato da: bamboo furniture
il 14/11/2012 alle 02:08
Inviato da: mielealpeperoncino
il 30/09/2012 alle 14:47