Creato da simonjoyce il 14/02/2010

LUDWIG

I love somenthing, I hate somenthing, I need somenthing

AVVERTENZE

Tutti gli scritti firmati simonjoyce, tutti i video ed i brani musicali col nome Blackfriars e DeWindt fanno parte della mia creazione artistica, letteraria ed intellettuale. L'uso e la diffusione, anche parziale, senza consenso, nonchè l'usurpazione della paternità saranno perseguiti a norma. Qualora le immagini pubblicate, prese dalla rete, violassero un copyright, è sufficiente segnalarmelo e provvederò tempestivamente a rimuverle

 

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ELENCO GIORNI PUBBLICAZIONI

20/02 - Sogno di una domenica mattina di quasi estate;
21/02 - The evil inside me - episodio uno - Ombra;
21/02 - The evil inside me - appendice ad episodio uno - miss Parker;
21/02 - Parigi val bene una messa - parte prima;
28/02 - The evil inside me - episodio due - alpha;
03/03 - The evil inside me - episodio tre - una notizia (1a e 2a parte);
04/03 - The evil inside me - episodio tre - una notizia (3a parte);
28/03 - The evil inside me - episodio quattro - lunga è la notte (1a parte);
31/03 - The evil inside me - episodio quattro - lunga è la notte (2a parte);
11/04 - Parigi val bene una messa - parte seconda;
26/04 - The evil inside me - episodio quattro - lunga è la notte (3a parte);
29/04 - The evil inside me - episodio quattro - lunga è la notte (4a parte);
02/06 - Oltre - 1a e 2a parte;
28/06 - Oltre - 3a parte;
04/07 - Oltre - 4a e 5a parte;
24/10 - Oltre - 6a parte;
31/10 - Oltre - 7a parte;
20/02/11 - Oltre - 7a bis parte;
12/06 - Oltre - 8a parte;
10/07 - Oltre 9a parte;
18/07 - everyday can be the last day
18/08 - Oltre - 10a parte.

 

 

sheep

Post n°357 pubblicato il 12 Settembre 2013 da simonjoyce

 

Harmlessly passing your time in the grassland away

Only dimly aware of a certain unease in the air

You better watch out

There may be dogs about

I've looked over Jordan and I have seen

Things are not what they seem

 

What do you get for pretending the danger's not real?

Meek and obedient you follow the leader

Down well trodden corridors into the valley of steel

What a surprise!

A look of terminal shock in your eyes

Now things are really what they seem

No, this is not a bad dream

 

The Lord is my shepherd, I shall not want

He makes me down to lie

Through pastures green He leadeth me the silent waters by

With bright knives He releaseth my soul

He maketh me to hang on hooks in high places

He converteth me to lamb cutlets

For lo, He hath great power and great hunger

When cometh the day we lowly ones

Through quiet reflection and great dedication

Master the art of karate

Lo, we shall rise up

And then we'll make the bugger's eyes water

 

Bleating and babbling we fell on his neck

with a scream

Wave upon wave of demented avengers 

March cheerfully out of obscurity into the dream

 

Have you heard the news?

The dogs are dead

You better stay home

And do as you're told

Get out of the road if you want to grow old

 

 

 

Trascorri placidamente il tempo fuori al pascolo

Appena cosciente di una certa tensione nell'aria

Faresti bene a stare in campana

Potrebbero esserci dei cani in giro

Ho guardato al di la del Giordano e ho visto

Che le cose non stanno come sembra

 

Cosa ci guadagni a fingere che non ci sia pericolo?

Docile e obbediente segui il capo

Lungo corridoi ben battuti fin nella valle d'acciaio

Che sorpresa!

Uno sguardo da shock finale nei tuoi occhi

Ora le cose appaiono come realmente sono

No, questo non è un brutto sogno.

 

Il Signore è il mio pastore, nulla mi fa mancare

Mi lascia riposare 

Attraverso verdi pascoli mi conduce presso acque tranquille

Con coltelli scintillanti libera la mia anima

Mi lascia penzolare da alti ganci in bei posti

Mi trasforma in costolette d'agnello

Poiché Egli ha grande potenza e fame.

Quando giungerà il giorno in cui noi sottomessi,

dopo lunga meditazione e costante esercizio,

padroneggeremo l'arte del karatè

allora ci solleveremo

e faremo lacrimare gli occhi del farabutto.

 

Belando e balbettando ci avventammo sul suo collo

con un grido

In ondate di vendicatori folli

Usciamo festanti dalle tenebre, verso il sogno

 

Hai sentito la novità?

I cani sono schiattati

È meglio se resti a casa

E rispetti gli ordini

Togliti di mezzo se vuoi campare a lungo

Sheep è la quarta traccia dell'album Animals del 1977. Da certa critica considerato a torto un'album "minore" della produzione floydiana. Personalmente è un album che amo molto per la sua carica dirompente a livello di testo e musica e trovo sia perfettamente contestualizzato storicamente ed ancora ahimé attuale. In realtà Sheep insieme con Dogs erano brani scritti già nel '75 per Wish you were here e poi scartati. Rielaborati sno stati inseriti in Animals. I testi di Waters (che ormai aveva preso quasi del tutto il sopravvento sul resto del gruppo... fino ad arrivare al "the final cut") sono "cattivissimi" o semplicemente crudi e senza voli pindarici. Sheep (pecore) rappresentano la massa delle persone che possono ribellarsi, certo, ma che finiscono semplicemente per accettare un nuovo leader perchè troppo amanti del quieto vivere per essere svegli per troppo tempo. Se vogliamo è la risposta floydiana alla carica di ribellione che caratterizzava la fine degli 70 in Gran Bretagna  e che vedeva l'esplosione del movimento punk (celebre la maglietta di tale Vicious dei sex pistols con la scritta "pink floyd i hate" col il quale gli stessi pink si volevano additare come qualcosa di vecchio e superato...). Sappiamo invece quale fine abbia fatto il punk e lo stesso Vicious... Comunque non fatevi spaventare dalla durata del brano (un quasi marchio di fabbrica) e buon ascolto.

Il video caricato è attualmente l'unico disponibile col brano originale, non rappresenta ne un video ufficiale (MTV ancora non esisteva nel '77....) ne una versione live.

 
 
 

la relatività della buona educazione

Post n°356 pubblicato il 10 Settembre 2013 da simonjoyce

Un pò di sere fa guardando Apocalypse Now mi son fermato a riflettere sulla seguente frase:

Noi addestriamo dei giovani a scaricare Napalm sulla gente, ma i loro comandanti non gli permettono di scrivere "cazzo" sui loro aerei perché è osceno. (Col. Kurtz)

 

 

 

 

 
 
 

Run like hell

Post n°355 pubblicato il 09 Settembre 2013 da simonjoyce

Un pò di energia per la seconda parte di giornata che si preannuncia...

 

Run, Run, Run, Run, Run, Run, Run, Run,

Run, Run, Run, Run, Run, Run, Run, Run.

You better make your face up in

Your favorite disguise.

With your button down lips and your

Roller blind eyes.

With your empty smile

And your hungry heart.

Feel the bile rising from your guilty past.

With your nerves in tatters

When the cockleshell shatters

And the hammers batter

Down the door.

You'd better run.

 

Run, Run, Run, Run, Run, Run, Run, Run,

Run, Run, Run, Run, Run, Run, Run, Run.

You better run all day

And run all night.

Keep your dirty feelings

Deep inside. 

And if you're taking your girlfriend Out tonight

You'd better park the car

Well out of sight.

Cause if they catch you in the back seat

Trying to pick her locks,

They're gonna send you back to mother

In a cardboard box.

You better run.

 

"Hey, open up! HaHaHaHaHaaaaaaaaaa!

"Hammer, Hammer"

 

Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri,

Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri,

E' meglio che ti trucchi

col tuo travestimento preferito.

Con le labbra serrate e

con gli occhi sbarrati.

Col sorriso vuoto

E il cuore affamato.

La senti la bile crescere dal tuo passato colpevole. 

Con i nervi a pezzi

Quando il battente picchia

E i martelli buttano

Giù la porta.

E' meglio che fuggi.

 

Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri,

Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri, Corri.

Faresti meglio a correre tutto il giorno

E scappare tutta la notte.

Tenerti i tuoi luridi istinti

Dentro in profondità.

E se porti fuori la fidanzata stasera

Faresti meglio a parcheggiare l'auto

Ben nascosta.

Perché se ti beccano sui sedili posteriori

ad accarezzarle i boccoli,

Ti riportano da tua madre

In una scatola di cartone.

E' meglio che corri.

 

"ehi, apri! HaHaHaHaHaaaaaaaaaa!

" Martello, Martello"

 

 

 
 
 

Tre uomini al tempo della crisi (di SJ)

Post n°354 pubblicato il 08 Settembre 2013 da simonjoyce

Con il presente scritto non si vuole urtare la sensibilità di alcuno, ne sminuire situazioni o persone. I dialoghi pur essendo enfatizzati, non sono totalmente di pura fantasia, così come i personaggi. "Se non ridessimo di noi stessi, saremmo comunque una farsa" - Anonimo; "ho conosciuto gente serissima nella propria deficenza" - Anonimo

Era la festa di San Gregorio, tre uomini al tempo della crisi, per la via....

S: ... dobbiamo metterci in testa che l'attività autonoma è ormai la via più praticabile. Basta coi padroni, potere autonomo; mi faccio da me!
M e L: ...
S: in senso lavorativo....
M e L: ahhhh....
M: d'accordo ma che ci inventiamo?
L: guardiamo a qualcosa che abbia sempre mercato. Un bisogno primario da soddisfare!
S: trovato! Un centro massaggi per le over 50... eh? Bella, no?
M: massaggeresti anche mia zia Arnalda?
S: ... quella è over 140... Oddio si può immaginare che sia Charlize... al buio...coi paraocchi...dopo due vodka doppie.
L: ci vuole molta fantasia!
M: o mia zia Gesualda, ti immoleresti?
S: ok ho capito l'antifona...
L: roba da fantascienza
S: disfattisti. Ecco perchè siamo ridotti così.
M: per favore signori, siamo seri
S e L: ....
L: io una mezza idea l'avrei.
S: vuoi farci partecipi del tuo genio o custodirla gelosamente portandotela nella tomba?
L: ecco appunto
S e M: ...
L: come dise Archimede, eureka!
M: hai fatto il classico?
S: ...
L: pompe funebri,eh? eh? che ne dite?
M: ma va...
S: aspetta, aspetta. Pensiamoci bene. Dopo tutto non è malaccio.
M: ...
L: grazie vedo che tu comprendi la portata della mia idea.
S: tutti abbiamo bisogno di mangiare, tutti bevono, tutti telefonano, tutti chattano, tutti pornizzano e tutti... muiono. Devono morire... voglio dire è una clausola contrattuale della vita.
L: sono geniale
S e M: sorprendente, non ti facevamo così
M: in effetti il mercato c'è
S: un mercato che tira sempre. Un paio almese, tanto per iniziare e poi ci si potrebbe espandere.
M: ci chiameranno iettatori
S: balle. Saremmo imprenditori. "Cosa fai nella vita?", "Sono imprenditore", suona bene. E' da uomini decisi, self made men, all'americana.
L: a me però fa un po' senso
M: anche a me
S: vabbè per trucco e parrucco mi sacrifico io, mi faccio un corso on line da estetista e poi è tutta questione d'abitudine. E il gioco è fatto. "Guardi suo marito, signora, non è bello?" "Mai stato così, me lo potete rianimare per un'oretta??" "Veramente ci sarebbe una direttiva dell'Unione Europea che lo vieta, però se mi garantisce che muore di nuovo, magari ci possiamo provare." "Senza fattura?" "Com'è spregiudicata lei... vediamo che si può fare"
M e L: dovresti fare lo scrittore...
S: si vabbè
L: ci dobbiamo comprare dei vestiti adatti
M: le cravatte...
S: Ci sono gli outlet. Completini scuri, credo quest'anno vada molto il color canna di fucile. Il nero è troppo funereo... diciamo
M: e che ci sarebbe di male?
L: dai troppo triste. Ci vuole una nota di colore.
S: canna di fucile e non si discute!
M: sei dittatoriale...
S: a volte dipende dall'umore
L: andiamo avanti pensiamo ad un nome che faccia colpo, accenda la fantasia.
M: andiamo sul religioso?
S: scontato
L: misericordia?
S: nooo, ci sono già le ambulanze private.
L: mors tua vita mea?
M: ha davvero fatto il classico. Ma chi vuoi che capisca il latino.
L: è comunque esotico
S: secondo me non va. Voglio dire, sembra di farla davvero sporca, la cosa. Potremmo usare "last travel"
M: sembra un'agenzia viaggi
S: in un certo senso, di viaggio solo andata si tratta...
M: perenne...
S: ma si dai, da un senso di leggerezza. Oh, ma te sei con noi o contro di noi?
L: lo facciamo socio di minoranza. Minoritario!!
S: gli facciamo fare l'autista.
M:... dobbiamo anche imparare a fare le facce tristi...
L: un corso di teatro drammatico, on line?
S: Beh per M. è facile, basta che pensi alla sua fidanzata; io penso alla mia condizione da single e tu L. pensa alle rate della macchina..
L: benissimo, risparmiamo sul corso.
M: pensate che il mercato sia aggradibile?
L: S. tu hai studiato economia, che suggerisci?
S: Una politica di marketing aggrassiva, pubblicità e promozioni
L: promozioni?
S: Si chessò, carte fidelity con sconti del 20%; promozioni mensili, a metà prezzo se ordini entro ottobre; porta anche tu un'amico; sconti comitiva... roba così. Per non dimenticare le promozioni "all inclusive"...
M: si dai, così invogliamo...
S: "se prenoti oggi, sconto del 30% sul secondo funerale..."
L: bisognerà fare degli spot?
S: facile, assoldiamo una gnocca che si struscia su una bara in mogano
M: la gnocca tira sempre
L: ci si può vendere di tutto. Anche i missili a lungo raggio...
M: ma dove la troviamo??
S: cinquanta euro a struscio e faranno la fila...
L: secondo me anche per meno... mica deve simulare un amplesso!
M: io non ne conosco comunque, non ne ho mai vista una...
S. e L.: non avevamo dubbi...
L: posso chiedere a mia sorella così risparmiamo
S. e M.: abbiamo detto gnocca!
M: non ti deconcentrare...
S: focalizza...
L: avete ragione. un momento di appannamento.. scusate.
M: sapete quella cedrata mi sta facend uno strano effetto...
S. e L.: non ti senti bene??
M: ehi, voglio essere socio, non cliente!
S: peccato, avremmo tirato avanti un mese...
L: eh già... mi pagavo due rate.

Un grazie particolare alla buonanima di Jerome K. Jerome autore di Tre uomini in barca e Tre uomini a zonzo, uno dei maestri dell'umorismo anglosassone, per l'ispirazione

 

 
 
 

Eclipse

Post n°353 pubblicato il 04 Settembre 2013 da simonjoyce

 

All that you touch
All that you see
All that you taste
All you feel.
All that you love
All that you hate
All you distrust
All you save.
All that you give
All that you deal
All that you buy,
beg, borrow or steal.
All you create
All you destroy
All that you do
All that you say.
All that you eat
everyone you meet
All that you slight
everyone you fight.
All that is now
All that is gone
All that's to come
and everything under the sun is in tune
but the sun is eclipsed by the moon.

 

Tutto ciò che tocchi

Tutto ciò che vedi

Tutto ciò che assaggi

Tutto ciò che senti

Tutto ciò che ami

Tutto ciò che odi

Tutto ciò di cui diffidi

Tutto ciò che risparmi

Tutto ciò che dai

Tutto ciò che doni

Tutto quello che compri

Elemosini o prendi in prestito o rubi

Tutto ciò che crei

Tutto ciò che distruggi

Tutto ciò che fai

Tutto ciò che dici

Tutto ciò che mangi

Chiunque incontri

Tutto quello che disprezzi

Chiunque combatti

Tutto ciò che è adesso

Tutto ciò che è andato  

Tutto ciò che arriverà

E tutto quanto sotto il sole è in sintonia

Ma il sole è eclissato dalla luna.

 

 

 
 
 

La setta

Post n°352 pubblicato il 03 Settembre 2013 da simonjoyce

In questi mesi, uno dei motivi, pochi, di piacere della vita è stato poter conoscere persone o meglio ragazzi che come me suonano la chitarra elettrica. Domenico, Davide e ultimo arrivato Giuseppe. Oddio loro lo fanno da anni e sono davvero su un'altro pianeta ma io non ho fretta e a piccoli passi comincio a saperci fare qualcosa (l'intro di Purple Haze vi sembra poco?). Quando ci si trova anche per poco, è come essere degli iniziati ad un culto esoterico. Credo succeda per ogni attività... Tuttavia è bello cominciare a parlare di modelli (io sono per la Fender ma non disdegno Gibson, Ibanez e persino le Cort), di corde ("tu quali usi?" "mi trovo meglio con le 0,11; però ci abbino un'action bassa"), di set up, effetti ("usa il wah wah piuttosto che il cry baby), amplificatori ("come i vecchi marshall degli anni settanta non ne fanno più"), di chitarristi (io adoro Gilmour e il grande Jimi), di musica insomma. Ultimamente non mi perdo un evento musicale e non importa troppo il genere dal jazz all'elletro-swing al rock. Va tutto bene, ascolto tutto (o quasi... beh non tutto a dire il vero... se mi si vuole uccidere basta metter su qualche neomelodico o la pizzica). Tutta colpa involontaria di Domenico, quando l'ho visto suonare dal vivo, mi ha attaccato questo virus, stupendo virus. PS: e poi diciamocelo essere un chitarrista solista è sexy ;) ed io mi ci sento ;) ("ok vai col lancio degli ortaggi")   

 
 
 

senza titolo (di SJ)

Post n°351 pubblicato il 29 Agosto 2013 da simonjoyce

 

E pensavo che anche il sole

si fosse fermato, la gente intorno

in un fermo immagine, coi rumori di tempi passati

tutto era verde e trepidante dentro

gli occhi tuoi erano miei

e tuoi i miei, senza null'altro che fosse importante.

Non vi era altro spazio che il nostro

ne tempo che non fosse quello.

Nessuno che tracciasse una rotta,

nessuno che dicesse il perche' e come,

nessuno che ci vietasse di volare intorno ad una stella

 

commento - la massaia78: Simon non c'ho capito una ceppa. Io al massimo leggo i volantini dell'Eurospank...

risposta - E' una specie di poesia, non ne trovi tra il capocollo in offerta e la settimana della polpa di granchio. Allarga le tue letture, non solo il girovita.

commento - tripper1968: Oh Simon hai fumato forte eh? Che hai preso le nazionali?

risposta - te invece mischi ancora lsd e cicorelle vero? Guarda che Woodstock e' finito da un pezzo

commento - figa_acida84: Simon guarda che il sole non gira. E' la terra che gira. L'ha detto anche Voyager!!!!

risposta - Genia guarda che il sole si muove all'interno della galassia... e comunque e' un modo poetico per accentuare la focalizzazione del momento...

commento - minkymouse: e perche' la foto e perche' i rumori?

risposta - i primi "versi" servono ad accentuare il senso di immobilita' intorno ai protagonisti. Scusa ma te non dovevi andare a comprare l'ultimo modello di ipoddo il 74? e vai va

commento - la massaia78: ma te scrivi difficile...

risposta - ;)

commento - amolatromba: Simon ancora con le poesie ma pensa a tromb... w la f... ;)

risposta: tranquillo per stasera, sto aspentando che la tua donna finisca il turno in ospedale ;)))

commento - tripper1968: bella storia il verde. io vedo tante volte il verde...

risposta: comunemente simboleggia la speranza. si mischia la speranza e la trepidazione nel cuore. il cervello tuo ha il colore della decomposizione dei tessuti molli ormai

commento - amolatromba: se la fai imbriacare e' fatta. vai di prosecco

risposta: beh non saprei con la tua tipa mi basta l'acqua sgasata. cmq granzie per l'info. chissa' che capriole stasera

commento - figa_acida84: siete dei maschilisti!!!

risposta - amolatromba: zitta te che stai a fa le ragnatele e morirai triste e zitella

risposta -simonjoyce: in effetti...

commento - uomovero48: e voi pensate di conquistare una donna cosi'? con le poesie e parlando male. Date retta a me che ho vissuto, cambiate rotta

risposta - amolatromba: azzo e' sto filosofo?

risposta - simonjoyce: niente uno che arrivato alla cinquantina ha capito tutto della vita. Ah uomovero ma non eri tu che mi chiedevi in privato se qua c'erano tr..e? e poi che insegni a fare che tua moglie ha chiesto il divorzio perche' e' scappata con...chi era? il meccanico o il farmacista o il macellaio? non mi ricordo chi era dei tre

commento - sposa_e_infelice: gli uomini sono tutti uguali

risposta - simonjoyce: ecco l'amica dell'acida solo che si e' sposata tutta contenta e ora rompe i maroni. va bene va bene siamo tutti uguali...che pizza che sei. ma vai su badooo no?

commento - simonjoyce: diamoci un taglio e facciamola semplice. Vi e' capitato mai di incontrare qualcuno per cui vi scatta la scintilla? si?? bene, l'incontrate e tutto quanto vi e' intorno perde d'importanza e sentite dentro l'emozione che vi fa trepidare e la speranza che nasca un'amore. dove vi portera' quell'incontro e come si evolvera' non e' dato saperlo ma magari e' l'Amore che vi portera' alla felicita'. punto. era tanto facile.

commento - ioticonosco: Simon lasciali perdere, io ti capisco

risposta - simonjoyce: che vuoi farci a volte mi adeguo alla fauna. grazie, un abbraccio

commento - rivoluzionepermanente: basta con questo governo, basta col capitalismo delle multinazionali e i poteri occulti che governano il mondo!!! visita il mio blog

risposta - simonjoyce: ecco un'altro esemplare....

 

 

 

 

 

 

 
 
 

senza titolo (di SJ)

Post n°350 pubblicato il 18 Agosto 2013 da simonjoyce

Stai diventando pazzo,
hai bisogna di cura
continui a scendere le scale
senza più trovare un motivo
per fermarti,
e non ti riconosci
nelle strade che percorri
"Dove stai andando?".
Ti svegli e vorresti andar via di nuovo
"Dove vorresti andare?"
Indietro, fermarmi a guardare le stelle
in cielo o negli occhi
sussulatare per un sentire senza calcoli.
Invece ora metto il vestito quello buono
un sorriso ammiccante, che rassicuri
e  discorsi senz'anima
quando non sia un digrignare di denti
dove sono i bei pensieri andati?
a occhi chiusi mi ritrovo
tra molti, come fossimo bolle
senza sapere nulla dell'altro.

Vorrei guardare un pò di cielo
senza che mi ricordi di essere una ruota dentata 
avevo dimenticato tanto per sciogliermi in te,
e dopo come un cesare a cui è bastato molto meno
diventa dura, sempre dura
dire qualcosa di sincero che non sia tagliente
che tu non possa vendere come scontato
e si preferisce il silenzio.
Sempre più scatole cinesi da aprire
quanto costa dire anche solo "mi manchi"
potrebbe non importare
e ci si abitua a tenere dentro
anche con la paura di vivere e morire soli.

Stai diventando pazzo dici tu,
forse è vero, forse è solo umanità
la stessa che nascondi sotto un vestito buono,
un sorriso rassicurante, e quelle parole compiacenti
da dimenticare subito voltato l'angolo;
contraddizioni e volti differenti
alcuni più visibili di altri.
Siamo così diversi?
Pensiamo ad accumulare, chiedere un aumento,
ai costi ed ai ricavi; ad assicurarci una pensione quando
non potremmo godere più molto;
a volte penso che ci basti comprarci a vicenda
rimanendo sempre distanti nell'animo.

Sai non sono un buon prodotto
e non ho ancora imparato a vendere bene auto usate,
vorrei invece, poter di nuovo incantarmi
di fronte alle stelle
nel cielo o nei occhi di qualcuno
ma è diventata dura, riuscire anche a dirlo
non si può desiderare di vivere e morire da soli
in una moltitudine che non si ferma mai,
forse sarà possible sfiorarsi come bolle giocate dall'aria.

Tu che mi sistemavi i capelli
e mi tiravi su il colletto
quanto hai ascoltato di tutto ciò
quando eravamo di fronte?
ed ora non rimane che dire
"Va tutto a meraviglia"
anche quando dentro non è vero.

 
 
 

senza titolo

Post n°349 pubblicato il 14 Agosto 2013 da simonjoyce

Hey colonello
che farsa, no?
cammini con piglio deciso di tacchi sul selciato
conosci la migliore direzione
prima di perderti, cera al sole
la sicurezza di saper come tornare
sui passi, una lacrima e dolci parole
prima toglimi la lama dalla schiena

Uno e due, che grandi uomini
che farsa, no?
e quando il cielo era scuro
ero il porto di cui reinnammorarsi
a tempo, dopo aver voluto giacere con loro
e giù lacrime, per aprire le braccia
deve essere la tua bussola...
quella che derideva i miei battiti non per te
prima toglimi la lama dalla schiena

Mi abbaiavi, e io silenziosamente ti allontanavo
ora non fai che tenere giù la coda
ma che grandi uomini ora hai
da tornare da me

Hey tu, grande donna
fine farsa,
sono sceso dalla giostra
e non hai più argomenti
hai giocato d'azzardo con parole e sogni di sabbia
la mano è andata male
"segui il cuore" dicono i benpensanti
lui mi ha parlato così;
tempo scaduto, che farsa no? 

 

 
 
 

2 X 3 X 3 X 5

Post n°348 pubblicato il 03 Giugno 2013 da simonjoyce

Un breve ritorno, per dire all'unica persona che (spero ) saprà interpretare il titolo l'ennesimo GRAZIE di cuore. Sei arrivata, quando qualcuno ha deciso di andarsene. E se non sono sprofondato è anche per merito tuo. Com'è strana la vita...
Alla mia amica, un sincero ti voglio bene

                                                                                   La simpatica canaglia, Simon

 
 
 

Prima di andare in vacanza

Post n°347 pubblicato il 25 Maggio 2013 da simonjoyce

Caro blog è il momento di lasciarsi un pò, di prendere una pausa o meglio una vacanza da te e da questo "posto". Ne abbiamo conosciute di cotte e di crude, ho scritto un pò di me, un pò ci ho messo le mie cose "creative", espresso sentimenti buoni o cattivi. Però il tempo è diventato poco per tutto quanto. Allora per un pò lasciamoci, e riordiniamo le idee o per meglio dire esploriamo altro.

Prima di lasciar socchiusa la porta e pensare ad altro, un grazie a tre persone reali, che, ognuno a suo modo, posso considerare amiche:
La Patty, con la quale a volte si è come cane e gatto, ma c'è un'amicizia permeata dal tempo e dalla reciproca comprensione e presenza (coi fatti e non solo a parole) basta che non si monti la testa ;
Il Manf con il quale si è instaurato un rapporto di amicizia maschile, che fa bene, per non dimenticarsi di essere uomini senza stare a farsi inondare da femminilismi astrusi (certe volte di una pallosità estrema  e bla bla bla);
La Giulia, che sebbene non conosca di persona, è una cara ragazza. Un'amica epistolarmente presente e simpatica davvero. Per lei sono una simpatica canaglia, ed è forse l'unica che abbia trovato la mia giusta descrizione.

Tante altre persone sono passate attraverso te, chi più chi meno ha lasciato un segno, ha colorato una stagione. Ma onestamente si sono rivelate peggio di quanto sembrava. Quindi solo a loro tre posso dire: GRAZIE DI CUORE per esserci nella mia vita

Au revoir (ohhhh prendiamo un pò d'aria)

 
 
 

U2: Pride (In The Name Of Love)

Post n°346 pubblicato il 02 Maggio 2013 da simonjoyce

 
 
 

Normale ci sarai tu e famiglia

Post n°345 pubblicato il 02 Maggio 2013 da simonjoyce

Quello della normalita' e' sempre stato un concetto affascinante, di quelli a cui si puo' dedicare un mucchio di tempo, da consumare in sottigliezze socio-filosofiche. A me sta antipatico perche' mi rimanda al concetto di maggioranza. Cio' che fa, dice, pensa la maggioranza diviene normale. Da dove nasce questo post? Da un episodio, banale, ma che mi ha fatto riflettere a posteriori. Sono stato nel capoluogo, precisamente in uno dei luoghi piu' affascinanti e inquietanti al tempo stesso. L'Agenzia delle Entrate, ohhhhhh. Come sempre in anticipo sul mio appuntamento, mi son fermato al piano terra, quello degli sportelli al pubblico. Dato che se voglio fare una cosa, la faccio senza troppo curarmi delle altrui attenzioni, ho deciso di rifornirmi ai distributori automatici, per ingannare l'attesa. Quando ti vedo un tipo che conosco. E ci siamo messi a parlucchiare. Se sono di buon umore parlucchio tanto da diventare logorroico. Ma dopo un po' e' sembrato evidente il suo "disagio" di fronte alla mia disinvoltura e noncuranza nel salutare a destra e manca qualche impiegato e nel prendere una merendina per smorzare la fame. Come se facessi chissa' cosa di delittuoso...

Finiti i rispettivi impegni mi offro di dargli un passaggio dato che avendo portato l'auto dal meccanico era arrivato in bus. Ora io ho una mia tradizione, se tutto va bene metto su wild boys e me la canto (spesso ma non sempre canto in macchina e poco importa se non ho proprio una voce intonata, anche se alle elementari mi selezionarono per il coro, avevo una voce gia' profonda, testosteronica direi). Dall'altra parte sguardo imbarazzato. Mi chiede se avessi altro a disposizione. Potevo, con tolleranza verso quella mancanza di rispetto per le tradizioni, optare per un the best of the doors, o depeche mode di qualche annetto fa, o un battisti periodo pasquale panella (ermetico e criptico ma intellettualmente stimolante). "Tu non sei normale, eheheh. Non hai Eros?? Vasco?". Dio mio no!! Sara' stato normale lui che tiene su gli occhiali da sole nei luoghi chiusi, i capelli con taglio accettato e sopracciglie violentate dalle pinzette. "Perche' non togli il pizzetto, ti renderebbe piu' giovane". Indeciso se scaricarlo in mezzo ad una strada, ho cominciato a ad assomigliare ad una pentola a pressione. E' dal 1994 che ho il pizzetto, e sono passate da allora un casino di persone sempre con la stessa fissazione. Convincermi a tagliarlo via. Ma ne parenti ne fidanzate ci sono riuscite, solo l'esercito mi ha obbligatoriamente convinto. E tu te ne vieni cacchio cacchio. E poi sembro piu' giovane dell'eta' che ho. Quanto detesto le persone che ti vogliono cambiare, nella convinzione di fare del bene.

Questa per esempio e' una cosa prettamente femminile, parlo della mia esperienza. Chissa' perche' son convinte di essere sempre a posto e di poter dare consigli, a volte son giusti a volte no! Ti aggiustano i capelli, ti scelgono i colori. Ma soprattutto vogliono cambiarti secondo un loro "ideale". Premesso di non essere uno "scigghione", anzi tuttaltro, a me piace vestire in un certo modo. Ne troppo elegante ne troppo disinvolto. Casual con gusto. Per esempio mi piace usare giacca e camicia, la camicia la preferisco alle magliette, al massimo arrivo alle polo, predilico i colori scuri ma anche no. Talvolta azzardo una cravatta. Mi piacciono i pantaloni formato jeans anche se in tessuto. Mi ricordo che un certo periodo impegnato ho dovuto parzialmente spersonalizzarmi, convinto di piacere di piu'. Sbagliato. Piu' si diventa come l'altra vuole, meno le si piace. Ma ne parleremo un'altra volta.

L'amico alla fine e' tornato a casa sano e salvo. Per sua fortuna.

Pensiamoci bene prima di dire qualcosa alle persone. Pensiamo bene al fatto che di normale ci dovrebbe essere soprattutto il rispetto per l'unicita' individuale. Perche' ognuno e' unico, geneticamente, psicologicamente, per ambiente di vita, per cultura, per formazione, per propensione, per pensiero, per percorso personale. C'e' chi soffre davvero per certe frasi buttate li per dare aria alla faringe. Io ormai non piu' da anni e anni, ma ci sono passato, ne ho sofferto e ne sono rimasto prigioniero. Eppure qualche volta non sono ancora immune. Oggi diciamo che me ne "frego". Dunque pensiamoci bene perche' "beh figliolo/a potrei elencarti almeno 115 cose che a vario titolo in te non vanno o non sono normali, e la lista sarebbe incompleta per difetto. Ti distruggo l'ego in un millesimo del tempo che un fotone impiega dal Sole a raggiungere la Terra. Scegli tu."

Notizia in cronaca: "uccide sconosciuto che gli aveva occupato il posto auto, i vicini affermano: era tanto una persona normale". Sti cavoli, vuoi vedere che l'anormale e' chi non ammaza nessuno in vita sua? Ahahahaha

 

 

 
 
 

Oggi

Post n°344 pubblicato il 21 Aprile 2013 da simonjoyce

La domenica e' talvolta fatta di riti, non che mi piaccia poi molto la monotonia ma tant'e'. Un appuntamento fisso e' la messa alla tv, io non la guardo, le volte che sono entrato in chiesa e' stato per un matrimonio altrui o per un funerale. Vado in chiesa di mia spontanea volonta' quando sento dentro di me il bisogno di parlare con Lui. Parliamo poco a dire il vero, talvolta ci scontriamo. Comunque passata la messa mi sono soffermato ad ascoltare le parole del Santo Padre. Ritengo che possa essere l'uomo giusto al momento giusto ma questo non centra. Mi ha colpito una frase che ho voluto scrivere su carta perche' non si perdesse nel tram tram del quotidiano: la vita bisogna metterla in gioco per i grandi ideali. Gli ideali... dove sono finiti gli ideali grandi o piccoli che siano? Siamo ancora capaci di inseguire un ideale? O forse ci abbassiamo troppo spesso a inseguire un materialismo trasformato in esigenza dalla maggioranza, dalla normalita' presunta. Tutto e' merce di scambio? Tanto tempo fa, da qualcuno ammantato di buoni sentimenti (attenzione riempirsi di belle parole e' semplice), fui tacciato di essere un idealista e che avrei fatto meglio a scendere a compromessi, si anche nei sentimenti. Insomma piuttosto menti ma non rimanere senza... Risposi che idealista o meno, preferivo non ingannare nessuno. Che mai avrei ceduto alla materia. Gli idealisti, sono "pericolosi", risposi, perche' sono disposti a morire per l'idea che inseguono ma sono quelli che non si vendono. Dunque perche' piegarsi a qualcosa che non da il gusto cercato, snaturandosi, turandosi il naso se vogliamo qualcosa che ci renda la felicita' vera piena e che non sia un surrogato, anche se significa aspettare (attivamente).

Non mi nascondo che nella vita ci vogliano dei compromessi, nelle relazioni di ogni tipo, ordine e grado. Ma i compromessi sono accettabili sui dettagli, sugli angoli da smussare. Ma sul nucleo no, su valori che sentiamo nostri, no. Non saremmo noi stessi, saremmo qualcuno in cui non ci riconosceremmo. Non saremmo noi, e cosa c'e' di peggio che vivere come qualcuno che non si e'? Allora e' bene inseguire il proprio ideale anche se la strada impervia, perche' saremo pienamente noi stessi. Dunque oggi traccio una riga e riparto.

Ps: non sono un filosofo che si arroga il potere di elargire il "verbo" con un blog, ma una testa pensante e Dio sa bene quanto ce ne sia bisogno di teste pensanti. Libera mente in libero spazio.

 

 

 
 
 

SIMPATICHE CANAGLIE

Post n°343 pubblicato il 18 Aprile 2013 da simonjoyce

 
 
 

Due galli, un pollaio

Post n°342 pubblicato il 15 Aprile 2013 da simonjoyce

Potevo intitolare con il solito "oggi" ma dato che e' una situazione che persevera da anni si ben capisce che il titolo sarebbe stato mistificatorio.Io e mio padre siamo due persone agli antipodi su quasi tutti i fronti eccezion fatta per l'onesta' (e' una nostra maledizione). Mi son sempre detto che non c'e' peggio di chi trasforma l'ignoranza in arroganza. E per ignoranza non intendo solo quella che si debella sui libri, non dico scuola perche' questa talvolta e' deleteria se fatta da persone sbagliate nel ruolo sbagliato. Solo buoni maestri producono buoni allievi. L'occasione per l'ennesimo conflitto e' stato il pranzo. Anzi prima, perche' essendo lui diabetico (la sua noncuranza l'ha pagata cara e la fa pagare) deve misurare il livello della glicemia. Valore 61... basso, pericolosamente basso, e non e' la prima volta. Cio' che mi ha fatto inalberare e' stata la sua considerazione successiva: "Ma chi se ne frega... tanto se crepo che fa'". La mia reazione e' stata veemente perche' sono anni che sento un tale menefreghismo becero ed egoistico, che il mio livello di tolleranza e' ai minimi. Dopo che ci si sacrifica, dopo che sei stato piu' dietro ai suoi problemi che ai tuoi, sentire continuamente un tale atteggiamento mi fa esplodere. Sara' per questo che le persone piagnine e poi strafottenti mi stanno sul...Ho dedicato piu' tempo alle problematiche famigliari che a me stesso alle mie aspirazioni e tutto si risolve in un chissenefrega. Ho lasciato che tutto fosse sulle mie spalle per ottenere un chissenefrega. Potrei avere io un tale atteggiamento, non ho nessuno, non una famiglia. Ma se un giorno diventassi padre (improbabile) non direi mai a un figlio una cosa del genere sapendo la situazione difficile. Non e' da padri, e' da vigliacchi. E chi molla e' sempre un vigliacco.Qualcuno potrebbe persino interpretare il tutto come un atto di supremo sacrificio, oh no non e' cosi', non da chi ha moglie e figlio. Non da chi sventola chissa' quale superiorita', infondata. Che cavolo ci sto a fare? Non lo so piu', solo non mi piace passare da vigliacco, altrimenti...

 
 
 

Oggi

Post n°341 pubblicato il 11 Aprile 2013 da simonjoyce

Chi ha un lavoro lo tenga stretto e non rompa!

 

La mia cittadina e' una di quelle che ha lottato per mantenere in vita l'ospedale. Oggi mi e' capitato di dovervi sbrigare una cosa piuttosto semplice. Burocratica. Sul lavoro sono un duro, un rigoroso per meglio dire, mi piace l'ordine, l'organizzazione, il saper come, quando, chi fa' qualcosa. L'ho imparato in uno studio commerciale serio durante un bel po' di anni. L'ho messo a disposizione di un'azienda. Oggi, dicevo, mi sono ritrovato in una sorta d'ufficio che fungeva da sala d'attesa liberamente accessibile, con documenti sparsi, alla merce' di chiunque. L'ordine d'arrivo lasciato alla educata autogestione. E tre persone che nella maggior parte del tempo sono andati avanti e indietro per ogni piccola inezia: la matita, la penna, il telefono, la risata... con intorno quindici persone che non erano certo li' a passare il tempo. Quando al medico serviva qualcuno, quel qualcuno si era allontanato chissa' dove. Ho pensato: "Questi li pagano. Avranno una pensione ed hanno messo su famiglia, ....tacci loro". Poveri tornano a casa stressati. Se a qualcuno e' capitato di lavorare in uno studio di quelli tosti sa bene cosa voglia dire gestire le piu' disparate richieste di un centocinquanta clientidire mediamente incazzati, furbetti e che cascano sempre dal pero anche dopo decenni di imprenditoria, con una media di ottanta telefonate al giorno. Si buttava il sangue e la sera eri talmente stanco che temevi il giorno dopo. I documenti svolazzanti? Saresti stato ucciso all'istante.

Questa cosa e' stata il colmo (i nomi sono di fantasia):

- Scusa Lucia, il corriere ha portato .... sono tre mesi che sono senza.

- Non lo so, sono arrivate delle cose, ma non so.

- Da Mottola o Manduria?

- Adesso chiedo. Che ora e' andato via un corriere

- Altrimenti faccio richiesta per l'esterno.

- Ora chiedo a Maria. Maria e' arrivato qualcosa per la maternita'?

- Non lo so non ho aperto le scatole.

(ma cribbio non c'e' un registro di carico e scarico? Un fascicolo con le copie delle bolle. un .azzo di archivio?)

-Chiedi a Roberta

- Ciao Robi. Come stai? Tuo marito si e' ripreso? Quanto mi e' dispiaciuto. Senti una cortesia ti ricordi che l'altro giorno ti lasciai una bolla rossiccia mi pare e mi dicesti lasciamela? Come no, quella rossa, vedi da Manduria, Mottola, insomma con la M. Vabbe' vedi se la trovi, devo vedere una cosa. Ciao bella, ciao

- Mo vediamo, perche' mi sembra che e' lo stesso che andato via poco fa'.

Chiama in ditta per contattare un certo Marco, il corriere, poco piu' di un ragazzetto, e linee sono occupate. E si spazientisce. (lei!). Non solo si rivolge a noi ( gia' incazzati per l'attesa) dicendo che il suo lavoro e' davvero difficile.

Nessuno ha risposto ed e' stato meglio cosi', per lei. Nell'attesa della Robi, comincia a chiacchierare con quella della maternita':

- Sono gia' le dodici, che prepari?

 E via cosi'

(muovere il sederone no, vero?)

Finalmente quell'altra trova la cavolo della bolla, ma non c'e' niente. Questo sul cartaceo... perche' i farmaci erano gia' stati sballati. Senza che nessuno verificasse ogni corrispondenza.

Allora, la signora aveva solo pochi compiti da fare e neppure complessi.

Ricevere la merce, verificare la merce che fosse corrispondente al cartaceo, catalogare la bolla, provvedere allo smistamento della merce. Farsi una rubrica di tutti i corrieri abituali. E tenere i documenti in ordine. Invece sono passati quarantotto minuti per una miserevole schifosa .azzo di bolla

Non voglio pensare cosa voglia dire aver lavorato cosi' per trentanni. Mi tremano i polsi. Pero' e' una gran botta di sedere arrivare alla pensione in queste condizioni! E c'e' tanta gente in giro che cerca un lavoro.... che tristezza.

Nda: mi scuso per il linguaggio un po', come dire, colorito.

 

 

 
 
 

Michael Kadelbach - I Know

Post n°340 pubblicato il 10 Aprile 2013 da simonjoyce

Una voce che farebbe sciogliere anche il ghiaccio

 
 
 

La vendetta dell'angelo crudele (incipit) - di SJ

Post n°339 pubblicato il 09 Aprile 2013 da simonjoyce

 

"Mi chiedo se nella memoria il tempo abbia un senso; e quanto ne debba passare prima di accantonare nel profondo ogni evento che ci riguarda. Ma piu' verosimile e'che di taluni ricordi non ci si possa mai liberare, si puo' nasconderli forse o far finta di nulla. Ma essi sono li', sempre. Ogni volta che chiudiamo gli occhi, ogni volta che siamo soli.

Avevo quattro anni quando vidi per l'ultima volta mio padre. C'era vento, e le lacrime scivolavano via. Per la prima volta mi bacio' sulle guance, mi accarezzo' i capelli e mi lascio' una collana con una croce tra le mani. Non l'ho piu' rivisto.

Sono passati venti anni da allora e a volte quando chiudo gli occhi vedo quell'addio in tutti i suoi tristi dettagli. Piansi tanto, mentre la nave andava via. Ero rimasta sola tra le acque gelide. Poi dopo qualche ora, vidi. Una luce abbagliante, come se il Sole fosse sceso in terra. Feci in tempo a coprirmi gli occhi con le mani e cosi' rimasi non so quanto. Avevo paura, di vedere. Quando ne ebbi il coraggio, il mondo, quello che era famigliare non esisteva piu', ormai.

Il cielo e le acque colorate di slavato rosso, sembravano confondersi l'uno nell'altro. E cosi tutto rimase, nei giorni a venire. Prima che venissero a recuperarmi la dove un tempo c'era l'antartide.

Ma il peggio venne dopo; l'innalzamento degli oceani, le guerre seguenti agli egoismi ed alla paura, e le carestie che seguirono cambiarono tutto. Il mondo tutto cambio' ed io con esso"

Maggiore Yumi Inaco, capo servizi strategici del Gerf sezione asiatica.

File cancellato

 

"Mia piccola Yumi, quando sarai abbastanza grande da comprendere, ho disposto che ti venga consegnato questo mio diario. Sara' l'unico modo perche' tu possa conoscere tuo padre. Mi vergogno di questa parola, non sono stato un buon padre neanche quando la tua mamma ci ha lasciato da soli. Questo pensiero mi tormenta. Ma se la speranza che ci accompagna divenisse concreta, allora saro' accanto a te in tutti i giorni a venire.

Figlia mia, non sai quanto mi e' costato lavorare a questo progetto e quanti dubbi ruotino ancora a poche ore dalla partenza, nella mia testa. Spero davvero che le nostre buone intenzioni non ci conducano all'inferno. Con amore, il tuo papa'."

Dal diario personale del Dott. Kazu Inako - Caporeparto scientifico del Gerf

File cancellato

 

"Stamane nella zone delle Red Mountains e' stato scoperto fortuitamente un grave incidente stradale risalente a non piu' di ventriquattro ore fa. Nell'evento hanno perso la vita il Dott. Frank Driscoll - del National Red Mountains Space Observatory - e sua moglie. Pare che l'auto su cui viaggiavano sia sbandata finendo in una scarpata profonda non meno di un centinaio di metri ed abbia poi preso fuoco. Solo dopo un'attenta analisi dei resti carbonizzati si e' potuto giungere all'identificazione dei corpi."

Estratto dall'Arizona Telegraph

File cancellato

 

"Cara mamma, scriverti cio' che non potrai mai leggere sembrera' sciocco alla maggior parte delle persone. Ma non me ne curo, a parte il lavoro ed il mio gatto sento di non essere ricambiata da nulla che mi circondi. Anche quell'uomo in cui ho riposto molto di me, e' diventato indisponente. Tuttavia, sembra che le cose vadano comunque avanti. Il sistema di elaborazione centrale e' quasi completo. La rete neurale dovrebbe essere pronta fra un paio di settimane. Ce la faro' ad ogni costo. Saresti orgogliosa di me. Un bacio."

Dalla raccolta di lettere personali della Dott.ssa Riyuko Kangii - capo reparto informatico del Gerf - sezione asiatica

File cancellato

 

"Sembra vada tutto per il meglio, il processo di accrescimento e' completo al 99,9%. Sono eccitata. Dopo tanti tentativi falliti siamo in prossimita' di una svolta. Il test 01 non da alcun segno di anomalie. Presto lo sveglieremo. Chissa' se sara' solo un contenitore vuoto come dice il Dott. Sloan. Se cosi' non fosse cosa avremmo creato? Questo pensiero mi spaventa; essere arrivati ad un passo dall'essere Dio puo' essere pericoloso per l'uomo. Sono stanca, vado a letto."

Dal diario vocale della Dott. Shirley Campbell - vice caporeparto settore genetico della Gerf- sezione nordamericana.

File cancellato

 

"Abbiamo trovato un soggetto interessante. I parametri sono rispondenti alle nostre necessita'. Ti invio in allegato la sua scheda personale. Se mi dai l'ok, ti invio il soggetto col prossimo carico. Saluti"

Dal registro email del Prof. Neubarth - Istituto Ricerche Esserling sull'evoluzione dell'uomo - Amburgo -Germania

File cancellato

 

Cos'e' un incipit? Dovrebbe essere una sorta di introduzione ad un racconto o un romanzo. Dovrebbe essere quel qualcosa che induce il lettore ad iniziare a leggere ed andare avanti nella lettura. Insomma, che fa dire: chissa' come finisce questa storia. Accendere la curiosita'. Nel caso specifico si tratta di frammenti, di idee che mi ronzano da un po'. Come pezzi di un puzzle. Ed e' bene fissarle. Chi scrive ha sempre un'idea che gli ronza silenziosa, talvolta basta trovare la voglia di scriverla superando la sindrome del foglio bianco. Di cosa scrivere? E' un falso problema. Si puo' scrivere di se, di un evento che ci ha colpito, di fantasia. Qualunque cosa puo' funzionare da scintilla. Non credo ci sia nemmeno un genere piu' nobile dell'altro. Nessuno vieta di usare la science-fiction per scrivere di questioni profonde ne di fare un bel pamphlet sulla societa' usando l'umorismo. La cosa importante e' trasmettere qualcosa a chi legge. Far vivere qualcosa che e' dentro chi scrive. Magari facendo riflettere. Tutti possono scrivere? Non credo.. non che mi ritenga di saper scrivere. Ma c'e' bisogno di quella volonta' che spesso manca perche' magari presi da altre cose. Una certa sensibilita' ma anche cultura di base (si la cultura serve). Chi scrive lancia bottiglie nell'oceano... a qualcuno arriveranno. Saluti da Simon Joyce

 

 
 
 

The evil inside me (di SJ) - episodio 2 -alpha (rewind)

Post n°338 pubblicato il 09 Aprile 2013 da simonjoyce

EPISODIO II - ALPHA


" Sei dolcissimo amore mio, sono contenta di averti."

...

" Ti amo così tanto."

...

" Non possiamo più rimanere insieme... non tormentiamoci ancora. Ti prego amore mio perdonami."

...

" Sai uccidermi e ricominciare."

...

" Perché?... Perché?"

Solo ricordi, fantasmi che lasciava sopravvivere. Nella notte, nei i suoi pensieri. Tornavano a divampare impietosi, come luce senza alcun calore. Anche quella notte, come tante ormai.

-         Non farmi piangere ancora... non adesso Elizabeth.

La sua auto correva veloce per la statale, lungo un serpente scuro nel desolante vuoto del deserto. Nessuno da seguire, nessuno che lo seguisse. Era solo, lo era da tanto. Accese l'ennesima sigaretta, ma quella gli sembrò avere un sapore più sgradevole delle altre e la gettò subito via. Ne aveva abbastanza. Pensò che fosse meglio arrivare il prima possibile ed allora spinse ancor più forte il pedale dell'acceleratore. Un'estremo tentativo, l'ennesima fuga dal passato.

Due ore di viaggio ormai; per distrarsi pensò di accendere la radio. Pessima idea. Nessuna canzone poteva fargli compagnia e così la spense, senza rimpianti.

L'auto correva veloce nella notte. Poche miglia ancora, tutte d'un fiato e poi il lavoro, si il suo lavoro da compiere lo avrebbe distratto. Avrebbe allontanato ogni tormento.

-         Elizabeth...

" Benvenuti, state entrando a Gatlin, la più bella città del... e di ogni altra parte. Pop. 5467".

Così recitava il cartello stradale. Entrò in città a forte velocità, senza accorgersi  di nulla; su entrambi i lati della strada vi erano graziose villette in stile coloniale, erano affiancate le une alle altre quasi a formare dei muri, interrotti talvolta da viottoli poco illuminati.

Sebbene fosse notte fonda, nessuna luce ad illuminare l'interno delle abitazioni. E poi, le auto; dov'erano? Le strade erano deserte. Gatlin appariva una città morta.

Mentre nella sua testa crescevano gli interrogativi, percorse Lumber street. Superò un distributore di benzina; era tutto spento, i cartelli con i prezzi del carburante, dondolavano rumorosamente per la leggera brezza che si era alzata.

Attraversò Elm street poi Sand street e giunse nella piazza cittadina. Qui le villette erano ancora più graziose. Erano in legno rustico con i portici coperti, con intorno prati avvizziti e ricoperti di polvere.

Fermò l'auto; dal fondo della piazza vide un cane venirgli incontro zoppicante. Questi sembrò accecato dalla luce dei fari quindi si fermò. Scodinzolò per un po' prima di accucciarsi in terra.

-         "Qui non c'è nessuno". Disse tra se lo straniero.

Scese dall'auto. L'aria aveva un odore dolciastro ma soprattutto poté udire silenzio intorno a se.

Più in là il cane che gli aveva dato il benvenuto dapprima si rimise in piedi, avrebbe voluto correre incontro allo straniero ma dopo pochi faticosi metri cadde a terra. Forse era troppo vecchio. Drake l'osservò per un attimo ancora poi distolse lo sguardo perché rapito da un... bar. Chiuso.

-         Maledizione non ho ancora cenato - disse a voce alta sicuro che nessuno lo ascoltato.

Stava per risalire in auto quando da uno degli angoli di Fineweek street udì una voce supplicante.

-         La prego... signore... la prego. Mi aiuti.

Era una donna, il primo flebile segnale di umanità che avesse ascoltato da quando era arrivato.

Drake fece per correrle incontro. La donna sporgeva appena dall'angolo, le ombre l'avevano fino ad allora nascosta alla vista. Lo straniero aveva fatto ancora pochi passi quando il corpo scomparve, repentinamente trascinato indietro, da una qualche forza. Doveva esserci qualcun altro, ma Drake non ci pensò su e continuo a correre fino a dove istanti prima era la donna. Quando si riebbe dalla corsa, vide in terra il corpo, silenzioso, inanimato, immerso nel suo stesso sangue. Mancava della parte inferiore del busto. Alzò lo sguardo da quel macabro spettacolo e allora vide.

Vide l'orrenda creatura che stava più in la, mostruosamente ingozzandosi.

Drake impugnò la sua pistola color argento e la puntò, pronto a far fuoco. Freddamente preferì prima fissare bene nella memoria quale forma potesse assumere l'orrore.

L'essere uscì dalla penombra, avvicinandosi ad un lampione per lasciarsi guardare. Sembrava un uomo spogliato della pelle. La sua testa era priva di occhi ed orecchie, la postura ricordava un grosso gorilla.

Spalancò la bocca, evidenziando i suoi denti aguzzi, e con la lingua parve saggiare l'aria allo stesso modo dei serpenti. No, no, nulla di simile era mai stato visto, né concepito. Di scatto la creatura si voltò in direzione dello straniero, verso un nuovo pasto. Drake pensò che l'esistenza di quell'orrore fosse durata abbastanza, così prima che quello potesse saltargli addosso, da buon tiratore, lo freddò alla testa. Un solo colpo, mortalmente preciso.

Rimase immobile a guardarlo steso in terra per qualche istante, mentre dalla canna della pistola, il fumo veniva portato via dalla brezza.

Era confuso. Avrebbe avuto molte domande da fare al vecchio.

Ma non ebbe il tempo di cercare risposte plausibili e mentre la sua ragione vacillava sentì ansimare alle sue spalle. Stavolta non ebbe incertezze, si voltò di scatto e sparò: una, due, tre volte. Un uomo; forse aveva sbagliato, forse si era lasciato sopraffare da quell'atmosfera.

Fece pochi passi verso il corpo riverso e ... no... non aveva sbagliato. Rigirò il cadavere; una volta lo si sarebbe potuto definire un giovanotto di bella presenza, ma la vita che lo animava era solo un pallido ricordo. I suoi occhi parevano iniettati di sangue ed in più punti della pelle recava strane chiazze di color verdastro. Chi fosse stato quell'uomo non aveva ormai molta importanza. Drake probabilmente lo aveva ucciso per l'ultima volta.

" Qui c'è tutto quello che deve sapere, Sig. Drake"

- Aveva ragione Miss. Parker. Solo ciò che dovevo sapere.

Questa volta parlò a voce bassa per timore che qualcuno o qualcosa potesse udirlo. Non aveva paura , no di certo. Piuttosto bisognava essere cauti. Non c'era paura in lui. Non c'è paura in chi non ha nulla da perdere.

Un uomo senza calore, senza emozioni così lo avevano spesso definito, ma non la sua Elizabeth, non lei. Cancellò quei pensieri e tornò a passo sostenuto verso l'auto.

" Non devi fuggire... non devi più fuggire."

-         Non fuggirò.

Salì in auto e riavviò il motore, prese velocemente il cellulare dal taschino della giacca. Compose un numero, inutilmente. Nessuno lo avrebbe ascoltato. Non c'era copertura.

" ... nella valigetta... c'è il suo compenso. Spero sia di suo gradimento."

Guardò attraverso il finestrino ripensando a tutto ciò che era accaduto e...

-         Dovevo chiedere di più.

Prese dal cassettino del cruscotto la piantina della città, l'esaminò velocemente, e spinse a fondo il pedale del gas. Via, via, c'era un lavoro da compiere e così poco tempo.

Le strade si susseguivano anonime avvolte dal solito silenzio e nient'altro.

-         Stazione di polizia, finalmente. - esclamò quasi avesse trovato un tesoro. Ciò che lo colpì più di tutto fu che...

-         E' illuminata.

Che vi fosse qualcuno? Le auto parcheggiate all'esterno erano danneggiate, ma da chi? Parcheggiò la sua, prese tre, quattro caricatori dal cassettino e quindi scese. Si dette un occhiata intorno, tutto tranquillo, già, così accennò un sorriso pieno di sarcasmo.

La stazione della polizia di Gatlin era stata ricavata in un vecchia villa coloniale, gli sembrava però uno spreco destinare un così bell'esempio di architettura per una così comune funzione. Dette una sistemata al suo elegante abito nero e si avviò verso il cancello d'entrata. Aperto. Da un punto del giardino che circondava l'edificio gli sembrò di udire un rumore, che non seppe riconoscere. Mise mano alla pistola come per estrarla, ma non lo fece. Tornò il silenzio.

-         Un animale.

Ma più che una convinzione pareva essere la sua speranza.

La porta che dava all'interno era aperta. Si fermò un attimo prima di entrare. Cosa avrebbe inventato per giustificare la sua presenza? Non lo sapeva. Avrebbe raccontato la prima storia che gli fosse venuta in mente.

Non ce ne fu bisogno; non c'era nessuno a cui raccontarla. La porta d'entrata dava in una grande sala; vi erano tavoli per ufficio e sopra di essi terminali ancora accesi. Sembrava come se tutti fossero fuggiti via senza avere il tempo per spegnerli.

Sulla sinistra, due porte. La prima nascondeva una sala adibita al ricevimento della gente. Anch'essa vuota ed in più in disordine. Schedari aperti, cartelline in terra e... macchie di sangue sulle pareti. Quella visione lo fece trasalire. Decise di esplorare l'altra stanza. Veniva usata come spogliatoio dagli agenti. Anche questa era in disordine, gli armadietti erano aperti ed alcuni erano in terra ma con grande sorpresa vide che non era solo. Qualcuno era lì con lui. Un agente. Era steso in terra supino. Doveva essere morto da un po' di tempo a causa dell'emorragia provocatogli dal profondo morso mostrato dalla sua gola.

Sembrava quello di un grosso animale ma no; Drake sapeva. Poteva essere stato quell'essere che poco prima aveva affrontato ed ucciso. O forse di quell'essere potevano essercene più di uno. Meglio tenersi pronti. Nessun posto era davvero sicuro.

Chissà se qualcuno fosse ancora vivo. Ma si, poteva anche essere possibile. Guardò l'agente, e cominciò velocemente a spogliarlo. Indossò l'uniforme. Trascinò il corpo verso uno sgabuzzino e ve lo chiuse dentro. Quella divisa gli donava. Lesse la targhetta con il nome del cadavere.

-         Leon Tucker... Leon... si mi piace.

Da quel momento sarebbe stato Leon Tucker. Controllò le tasche dei pantaloni. Scoprì che Leon era arrivato a Gatlin in mattinata. Quello sarebbe stato il suo primo giorno di servizio. Era stato l'ultimo.

-         Il destino, si sa, non è avaro d'ironia.

 

 
 
 

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