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« locura tanguera | salon cunning » |
-Anna mi ha riferito di avere incontrato Lorena a Buenos Aires prima di maggio e che una sera in milonga un suo amico ha sentito- mi sforzavo di spiegare nei minimi dettagli quello che sapevo- Lorena minacciare di morte qualcuno e parlava in italiano. Inoltre tra alfio Zicchittella e Lorena pare ci fosse o ci fosse stata una storia- - e perchè dovrebbe interessarmi questa cosa?- Dalbino pareva, tutt'a un tratto, distratto, disattento. - come perchè? non ti pare ci possa essere connessione tra le minacce e la morte dell'uno e poi dell'altra? per di più i due si conoscevano e quindi sembrano esserci parecchi nessi.- gesticolavo in modo concitato e non avevo preso ancora il caffè. -sì ma con chi parlava questa Lorena? ma Anna l'ha sentita personalmente? quando è successa questa cosa di preciso? - e vabbè e io che ne so mica ero a Buenos Aires!- -Lo vedi anche tu sono supposizioni!- -Ma Dalbino? perchè non chiamiamo Anna forse ci può dire qualcosa in più, forse si ricorda altri dettagli? anzi la chiamo subito. - e cominciai a cercare il numero sulla rubrica del cellulare , squillava! - pronto Anna? - Ciao Emiliano! - Dove sei? - Sono a Torino per lavoro- -Quando torni?- -Questa sera, ma è successo qualcosa? -No, e che l'ispettore voleva sapere qualcosa in più sulla cosa che mi avevi raccontato l'altra sera! - se volete ci possiamo vedere questa sera, arrivo verso le dieci di questa sera e poi vorrei andare al "Cambalache" la milonga che inaugurano questa sera! vi va? -Mi sembra ottimo, aspetta che chiedo sono Dalbino- staccai il telefono dall'orecchio e mi rivolsi all'ispettore che sorseggiava l'ultima goccia densa di zucchero del suo caffè- e' a torino, torna questa sera dice se ci possiamo vedere alla milonga che inaugurano questa sera! - questa sera, questa sera- e guardava in alto- ok va bene- -Allora Anna per questa sera va benissimo, vuoi che veniamo a prenderti in aereoporto? -Oh, grazie sarebbe una gran cosa ho lasciato l'auto al parcheggio degli autobus, ormai qui in aereoporto è impossibile trovare un posto che non sia a pagamento, ok a questa sera! ti confermo quando ci imbarcano.- -Ciao- schiacciai il tasto con la cornetta rossa- Bene questa sera si va anche a ballare!- -Ah pure a ballare- non sembrava tanto convinto- dove è questo posto? -Ma possiamo andare insieme a prendere Anna all'aeroporto arriva alle dieci!- esclamai - dimmi dove ti passo a prendere! - no, no prendiamo la mia macchina ci vediamo davanti al commissariato alle nove e mezza- - ok allora ci vediamo dopo- e finalmente mi resi conto che il mio caffè era ancora nella tazzina ormai giacchiato. Il barista giovanissimo con i capelli freschi di barbiere e lo sopracciglia sagomate ad arte mi rimproverò:-Ma che sono tutte queste telefonate, ora in caffè agghiacciato come se lo beve? aspetti che glielo rifaccio e versò quello della tazzina in una bottiglia di vetro il cui collo largo emergeva dal pozzetto del ghiaccio. #XXXVII - Locura y Cambalache "'un c'è sciroccu senz'acqua, 'un c'è fimmina senza ciacca" e i proverbi ci prendono: lo scirocco che aveva generato quella cappa plumbea sulla città per tutto il giorno era mutato in pioggia. Una pioggia a goccioloni enormi carichi di sabbia impalpabile gialla. E pioveva, pioveva l'indomani l'acqua sarebbe evaporata e sarebbe rimasta la sabbia, nel frattemo prevaleva il luccichio delle luci sull'asfalto lucido, levigato. Dalbino mentre guidava pensava a tutta questa storia, un guazzabuglio di gente che si incontrava, si conosceva, si lasciava, si incontrava di nuovo. Era un microcosmo in cui tutti potevano conoscere tutti, e magari si salutavano senza chiamarsi per nome, perchè il nomi non li sapevano. Oramai aveva preso molte lezioni, ogni tanto gli sembrava di capire di acchiappare lo spirito del tango e poi pasticciava di nuovo, quanto ci sarebbe voluto per ballare tutto un tango senza intoppi, senza errori. Si distrasse e oltrepassò l'ingresso del commissariato dove aveva l'appuntamento con Roncisvalle, lo vide nello specchietto sbracciarsi. Svoltò subito a destra e ritornò dalla parallela. Una vecchia R5 gli era davanti, si muoveva a passo d'uomo, i vetri completamente appannati, all'interno si scorgeva la sagoma di un cappello di feltro. Gli venne in mente suo zio che si ostinava a guidare la sua vecchia auto malgrado avesse superato gli ottant'anni e si vantava di non avere mai avuto incidenti. E ci credo praticamente è fermo! squillò il telefono... - sì, Roncisvalle, sto tornando, resta lì arrivo- rispose laconicamente. La R5 girò a sinistra e finalmente alla traversa successiva arrivò davanti a commissariato. - Buona sera- fece Emiliano -Ciao- rispose- hai aspettato molto? sono dovuto andare a sbirgare una faccenda- -No, speriamo di non incontrare traffico quando piove si intasa tutto! Anna mi ha chiamato è partita in orario, dovrebbe arrivare alle 22.00- -Ma sì, ce la facciamo- ed afferrò il pacchetto delle sigarette. -Posso chiederti di non fumare?- -Che ti da fastidio?- -Te ne sarei grato il fumo mi fa proprio stare male, "casualmente" ho un cd di tango - Ovviamente, metti, metti- iniziò la musica. Dalbino guidava evitando i semafori, prendeva vie traverse, deviava i percorsi più battuti e in pochi minuti si trovò sulla circonvallazione. L'opel tigra tagliava le pozzanghere producendo archi di acqua che schizzavano il marciapiede, i tergiscristalli spazzavano l'acqua con difficoltà eppure Dalbino procedeva come si vedesse benissimo. # #DSC00996I nuovi episodi sono in corso di elaborazione, ma si sa che ballando è difficile scrivere contemporaneamente. Lettrice, lettore non resterai deluso dalle nuove rutilanti vicende di Eminiano Roncisvalle, dell'Ispettore D'Albino e della flessuosa Anna. #XXXVIII episodio - Un'altra milonga!
Non aveva smesso un attimo di diluviare, molte strade erano ormai allagate, erano di più i tombini che vomitavano acqua che quelli che la inghittivano. Roncisvalle aveva chiamato Anna un paio di volte, visto che il traffico era letteralmente impazzito e che sarebbero arrivati in ritardo. E comunque la voce femminile del gestore telefonico comunicava che l'utente non era raggiungibile, evidentemente non erano ancora atterati, evidentemente il maltempo aveva ritardato anche il traffico aereo. Finalmente arrivarono all'aereoporto erano le 22,45, Dalbino si fermò proprio davanti all'ingresso degli arrivi, e subito arrivò la pattuglia dela polizia municipale che sorvegliava con solerzia gli ingressi. Dalla punto con un lampeggiante troppo grande, fecero segno di abbassare il finestrino. Dalbino abbassò di uno spiraglio- sì?- -non potete stare qui! spostatevi!- - Stiamo solo un minuto!- rispose tranquillo - Vi doveve spostare subito!- - Ora, un minuto scende il mio amico e ci spostiamo!- -Io, scendo a vedere se è arrivata!- disse Roncisvalle mentre usciva rapidamente per guadagnare la tettoia dell'ingresso.
Il tabellone degli arrivi recitava numeri e nomi di città, codici e a destra le notizie a cui rivolgevano l'attenzione molti occhi. In corrispondenza del volo da torino si alternavano atterrato e landed. Un muro di persone chiudeva ogni varco alle porte della sala del ritiro bagagli. Famiglie intere rappresentate da tre generazioni attendevano i propri cari e sbirciavano ad ogni apertura delle porte scorrevoli alla ricerca dei volti conosciuti. Man mano che uscivano le persone erano prese d'assalto con baci e abbracci, bimbini piangenti e/o urlanti, oppure del tutto indifferenti. I vocianti e festosi capannelli si avviavano circondando il viaggiatore verso l'uscita. Anna riuscì a farsi largo tra quella folla e individuò Roncisvalle che invece, si guardava intorno e in punta di piedi gettava lo sguardo oltre il muro di persone. -Ciao Emiliano, è molto che aspetti? visto che ritardo!- - Oh! ciao! non ti avevo vista! - si scambiarono un bacio sulla guancia. - Siamo arrivati adesso, col diluvio questa città è un follia. Dai! dammi la valigia- - Ma no ha le ruote è leggera- - Carlo Dalbino ci aspetta fuori!- ... #- ha smesso di piovere!- esclamò emiliano, uscendo all'aperto. l'aria era umida e l'acqua in mille rivoli si dirigeva verso le basole ai piedi dei marciapiedi, a volte verso bacini improvvisati dalle imperfezioni dell'asfalto. Entrarono nell'auto dell'ispettore prontamente, della pattuglia della polizia municipale non c'era traccia. -fatto buon viaggio?- esordì Dalbino mettendo in moto l'auto. - oh, sì ormai ci sono abituata, prima per prendere l'aereo mi sembrava ci volesse una sorta di preparazione, ora mi sembra di prendere una sorta di autobus- rispose Anna- certo questa sera il viaggio col la perturbazione è stato meno confortevole del solito, si è ballato parecchio e si sono viste le solite scene di chi è meno abituato- -E di che scene si tratta?- incuriosito emiliano. - Una anziana signora accanto a me, forse per la prima volta in aereo, mormorava preghiere sgranando un rosario, e poi il solito liberatorio applauso all'atterraggio- -ah, sì l'applauso, quando si atterra in Sicilia lo si fa quasi sempre, è una tradizione- intervenne dalbino- non ci vedo niente di male, è una applauso al pilota che ha fatto bene il suo lavoro.
- secondo me è una sorta di liberazione, si festeggia l'arrivo sani e salvi!-
- Un'altra abitudine siciliana è quando si parte di riempire l'aereo di dolci... |
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