Universalismi socialmente condivisi o logica nietzscheana dell'ultimo uomo.
Ogni commento provocatorio o contenente insulti verrà cancellato.
"In momenti come questi i mediocri pensano esattamente il contrario dei grandi condottieri. Credono di rimediare il danno diminuendo le forze in campo, frazionandole, cercando un compromesso con le necessità reali; viceversa Temistocle, allorché Atene corse il rischio di essere distrutta, spinse gli Ateniesi ad abbandonarla e a fondare sul mare, su un elemento nuovo, una nuova Atene".
Karl Marx, "Sulla strategia di Temistocle durante la battaglia di Salamina".
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"La soppressione della proprietà privata rappresenta, dunque, la totale emancipazione di tutti i sensi e di tutte le prerogative umane".
Karl Marx, "Manoscritti economico-filosofici" del 1844.
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"La resistenza passiva deve avere alla sua base la resistenza attiva. Altrimenti essa assomiglia alla resistenza che un vitello oppone al suo macellatore".
Karl Marx, "Un decreto di Eichmann", in "Neue Rheinische Zeitung" n.147; 19 Novembre 1848.
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"I proprietari di capitale stimoleranno la classe operaia a comprare più e più merci costose, case e tecnologie, spingendoli a prendere più e più credito, finché i loro debiti non pagati condurranno alla bancarotta delle banche, le quali dovranno essere nazionalizzate, e lo stato dovrà prendere la strada che alla fine porterà al comunismo".
Karl Marx, "Il Capitale", 1867.
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"Se i democratici proporranno che si regolino i debiti dello stato, i proletari proclameranno che lo stato faccia bancarotta".
Karl Marx - Friedrich Engels, "Indirizzo del Comitato Centrale della Lega dei Comunisti del Marzo", 1850.
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"L'imposta in quanto tale grava in modo diseguale sulle differenti classi del paese. Per i poveri è un onere insopportabile, mentre sui ricchi incide in modo insignificante. (...)
Non appena il paese sarà conquistato alla democrazia sociale, non passeranno pochi mesi, anzi poche settimane, e la bandiera rossa sventolerà dalle Tuileries all'Eliseo. Soltanto allora sarà possibile abbattere dalle fondamenta il vecchio e oppressivo sistema finanziario con un colpo solo che spazzi via il debito nazionale e introduca un sistema di imposte dirette e progressive e altre misure di carattere non meno energico".
Friedrich Engels, "Lettere dalla Francia - I", 1849.
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Le tre leggi della dialettica.
- "La legge della conversione della quantità in qualità e viceversa.
- La legge della compenetrazione degli opposti.
- La legge della negazione della negazione".
Friedrich Engels, "Dialettica della natura", 1883.
"...divenne evidente che il primitivismo era legato all'economismo, e che noi non ci saremmo sbarazzati della nostra ristrettezza, nel lavoro organizzativo, senza esserci prima liberati dell'economismo in generale (cioè della ristretta interpretazione della teoria marxista, della funzione della socialdemocrazia e dei suoi compiti politici)".
Vladimir Lenin, "Che fare?", 1902.
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"Il complemento naturale delle tendenze economiche e politiche del revisionismo è stato il suo atteggiamento verso l'obiettivo finale del movimento socialista. «Il fine non è nulla, il movimento è tutto», queste parole alate di Bernstein esprimono meglio di lunghe dissertazioni l'essenza del revisionismo".
Vladimir Lenin, "Marxismo e revisionismo", 1908.
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"Un uomo politico, che desideri essere utile al proletariato rivoluzionario, deve saper distinguere i casi concreti dei compromessi inammissibili, in cui si esprimono l'opportunismo e il tradimento, deve saper indirizzare tutta la forza della critica, tutta l'acutezza di una denuncia spietata e di una guerra implacabile contro questi compromessi concreti, impedendo agli espertissimi socialisti «affaristi» e ai gesuiti parlamentari di cavillare e di eludere la propria responsabilità con disquisizioni sui «compromessi in generale». (...) Ci sono compromessi e compromessi. Bisogna saper analizzare la situazione e le condizioni concrete di ciascun compromesso e di ogni diversa specie di compromesso".
Vladimir Lenin, "L'Estremismo, malattia infantile del Comunismo", 1920.
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"Penso, compagni, che l'autocritica ci è necessaria come l'aria, come l'acqua".
Josif Stalin, "Rapporto all'Assemblea dell'Attivo dell'Organizzazione di Mosca", 1928.
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"I dogmatici e i talmudisti considerano il marxismo, le singole conclusioni e formule del marxismo, come una collezione di dogmi
«mai» mutabili, nonostante i cambiamenti nelle condizioni di sviluppo della società. (...)
Il marxismo non conosce le conclusioni e le formule immutabili, obbligatorie per tutte le epoche, per tutti i periodi. Il marxismo è nemico di ogni dogmatismo".
Josif Stalin, "Lettera al compagno Kholopov", 1950.
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"La bandiera della indipendenza nazionale e della sovranità nazionale è stata gettata a mare: non vi è dubbio che questa bandiera toccherà a voi di risollevarla e portarla in avanti, a voi rappresentanti dei partiti comunisti e democratici, se volete essere i patrioti del vostro paese, se volete essere la forza dirigente della nazione. Non vi è nessun altro che la possa levare in alto".
Josif Stalin, "Discorso al XIX Congresso del PCUS", 1952.
"Nei paesi semicoloniali, come la Cina, i rapporti fra la contraddizione principale e le contraddizioni secondarie presentano un quadro complesso.
Quando l’imperialismo scatena una guerra di aggressione contro un paese di questo tipo, le diverse classi di tale paese, eccetto un pugno di traditori, possono temporaneamente unirsi per condurre una guerra nazionale contro l’imperialismo. La contraddizione fra l’imperialismo e quel paese diventa allora la contraddizione principale. (...) E’ quindi necessario, nello studio di ogni processo, che sia complesso e contenga più di due contraddizioni, fare ogni sforzo per trovare la contraddizione principale.(...)...occorre distinguere la contraddizione principale e quelle secondarie, e stare attenti soprattutto ad afferrare la contraddizione principale".
Mao Tse Tung, "Sulla contraddizione", 1937.
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"Non si può avere fiducia nell'imperialismo, neanche un pochettino così: niente! All'insegna della bandiera delle Nazioni Unite, nel Congo fu assassinato Lumumba. Erano queste le Nazioni Unite che i nordamericani pretendevano ispezionassero il nostro territorio, le stesse Nazioni Unite!".
Ernesto Che Guevara, 1964.
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"Lode al Comunismo".
"E' ragionevole, chiunque lo capisce.
E' facile. Non sei uno sfruttatore, lo puoi intendere.
Va bene per te, informatene.
Gli idioti lo chiamano idiota e, i sudici, sudicio.
E' contro il sudiciume e contro l'idiozia.
Gli sfruttatori lo chiamano delitto.
Ma noi sappiamo: è la fine dei delitti.
Non è follia ma invece fine della follia.
Non è il caos ma l'ordine invece.
E' la semplicità che è difficile a farsi."
Bertolt Brecht, 1933.
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"Al momento di marciare molti non sanno che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda è la voce del loro nemico.
Chi parla del nemico è lui stesso il nemico."
Bertolt Brecht.
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"Il peggior analfabeta è l’analfabeta politico. Egli non sente, non parla, né s’interessa degli avvenimenti politici. Egli non sa che il costo della vita, il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina, dell’affitto, delle scarpe e delle medicine, dipendono dalle decisioni politiche. L’analfabeta politico è talmente somaro che si inorgoglisce e si gonfia il petto nel dire che odia la politica. Non sa, l’imbecille, che dalla sua ignoranza politica nasce la prostituta, il minore abbandonato, il rapinatore e il peggiore di tutti i banditi, che è il politico disonesto, il mafioso, il corrotto, il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali."
Bertolt Brecht.
"...è ammissibile che l'Italia debba sottostare alla volontà sopraffatrice degli Stati Uniti, in un'alleanza militare che ha perso - semmai le ha avute - le caratteristiche di un'alleanza difensiva? (...) Va respinta la linea imperialistica degli Stati Uniti di ricercare a tutti i costi la supremazia strategica per imporre al mondo le proprie scelte e va smascherata la pretesa di tipo schiavistico..."
Armando Cossutta, "I ritardi e gli errori del PCI nella lotta per la pace - Intervento alla riunione del Comitato Centrale del PCI", Gennaio 1984.
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"...colpire lo stato sociale, in questa società attuale, vuol dire colpire lo stato in quanto tale. In questa realtà il concetto di stato moderno, democratico, coincide con il concetto di stato sociale".
Armando Cossutta, "L'attacco allo "stato sociale" è attacco allo stato democratico - Intervento al Convegno Nazionale sulla finanza locale a Viareggio", Settembre 1985.
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"Nei discorsi di troppi nipotini di Togliatti non c'è più traccia di pensiero marxista né vecchia né nuova; non c'è neanche il rigore del pensiero non marxista. C'è semplicemente il rigore della morte del pensiero".
Armando Cossutta, "Troppi nipotini di Togliatti dimenticano nonno Marx - Intervista di Teresa Bartoli su < Il Mattino >", Ottobre 1985.
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"La resistenza irachena sta facendo lotta di classe. Similmente, la lotta palestinese (...) è una lotta di classe. Per quanto populista sia la lotta (...) queste sono lotte di classe perché sono dirette contro uno stato o potere di classe capitalista e coloniale straniero. Ai nostri tempi ogni lotta di liberazione nazionale del terzo mondo contro l’imperialismo è una lotta di classe di significato storico se conduce ad una sconfitta di un potere o stato del primo mondo. La maggior parte delle lotte di classe economiche nei paesi imperialisti non hanno la stessa rilevanza storica. Tuttavia, se si uniscono alla lotta di classe anti-imperialista, allora tali lotte di classe possono divenire storiche."
Hosea Jaffe, "Lotta di classe, colonialismo e ruolo dei coloni", 2005.
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"Il genocidio causato dalla distruzione globale del comunismo primitivo ad opera del colonialismo capitalistico fece 300 milioni di vittime, più o meno 100 milioni per ognuno dei continenti coinvolti: America, Africa e Asia. Nell'insieme, includendo i genocidi su scala tipicamente europea perpetrati dopo le conquiste a danno delle società, dei popoli e delle civiltà non europee, questa «accumulazione primitiva» affogò il «comunismo primitivo» nel suo stesso sangue attraverso il corrispettivo di un centinaio di olocausti nazisti".
Hosea Jaffe, "Era necessario il capitalismo?", 2010.
"Il fatto che la lotta degli arabi fosse diretta dal Grande Mufti di Gerusalemme, che rappresentava l'ala più reazionaria e fanatica del vecchio islamismo, non poteva trarci in inganno sul carattere nazionale ed antimperialista del movimento arabo".
Giorgio Amendola, "Una scelta di vita", 1976.
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"Perché in Francia è stato inventato nel 1930-1932 l'antifascismo, mentre non c'era il fascismo? Mi ricordo dire a Bergery: «Io sono pronto a entrare nel tuo antifascismo perché è il solo modo di far nascere il fascismo.» (...)
Il fascismo non poteva essere una gran cosa che divenendo sempre più socialista (...) Il conservatorismo borghese ha pervertito il fascismo dall'interno, i marxisti avevano ragione: il fascismo non è stato alla fine che difesa borghese. (...)
Io credo al comunismo, io mi rendo conto tardi dell'insufficienza del fascismo. All'epoca, io non consideravo il fascismo che come una tappa verso il comunismo."
Pierre Drieu la Rochelle, "Journal", 1939-1945.
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"L'ideologia, come l'alitosi, è qualcosa che appartiene sempre agli altri."
Terry Eagleton, "Ideologia. Storia e critica di un'idea pericolosa", 2007.
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"Le barricate in piazza le fai per conto della borghesia
che crea falsi miti di progresso".
Franco Battiato, "Up Patriots to Arms", 1980.
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"Questo antiberlusconismo che sconfina in una sorta di sentimento
anti-italiano è l’approccio peggiore alla grande sfida politica che il paese ha di fronte."
Massimo D'Alema, intervento alla presentazione del libro di Biagio De Giovanni "A Destra tutta. Dove si è persa la Sinistra", 2009.
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"In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti."
Ennio Flaiano.
"Avete tradito la Resistenza".
"Voi avete tradito la Resistenza con l'opera di divisione prima e di discriminazione poi tra i cittadini italiani. La Resistenza, voi lo sapete, non significò soltanto lotta e combattimento, ma significò innanzitutto unità, unità di tutti gli italiani contro la tirannia, unità di tutte le forze democratiche, di tutte le forze sane della nazione, per liberare la patria prima e poi per ricostruirla, per rinnovarla, per farla sorgere a nuova vita.
Noi oggi lottiamo - pensavano i partigiani - ma poi con la libertà tutti gli italiani avranno una patria, anche i lavoratori saranno parte della nazione, avranno gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini. (...)
Voi, quali rappresentanti della grande borghesia italiana, non avete alcun interesse a fare conoscere ed a celebrare la storia della Resistenza perché questa suona condanna e vergogna per le classi dominanti che hanno portato il paese alla rovina e si sono poi messe al servizio dello straniero."
Pietro Secchia, dal "Discorso al Senato nella seduta del 23 Febbraio 1954".
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"Il peggiore dei regimi comunisti è sempre meglio del migliore dei regimi capitalisti".
György Lukács, intervista a "New Left Review", Luglio-Agosto 1971.
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"Il socialismo reale, con tutto quello che si può obbiettare, me lo preferisco al socialismo irreale, sempre".
Edoardo Sanguineti.
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"La stampa è tanto potente nella creazione di immagini da poter far sembrare una vittima il criminale e mostrare la vittima come fosse il criminale. Questa è la stampa, una stampa irresponsabile. Se non stai attento, i giornali ti faranno odiare la gente che è oppressa e amare coloro che opprimono".
Malcolm X.
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"9. Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso".
"21. Più la necessità viene ad essere socialmente sognata, più il sogno diviene necessario. Lo spettacolo è il cattivo sogno della moderna società incatenata, che non esprime in definitiva se non il proprio desiderio di dormire. Lo spettacolo è il guardiano di questo sonno".
"34. Lo spettacolo è il capitale a un tale grado di accumulazione da divenire immagine".
Guy Debord, "La società dello spettacolo", 1967.
Contro l'imperialismo USA
e gli imperialismi "occidentali"
subdominanti e allineati.
Contro il dominio del grande capitalismo speculativo e finanziario!
No alla schiavitù imposta dai mercati!
Libertà per i popoli!
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Libertà e indipendenza,
per l'Italia e per tutti i popoli,
dall'imperialismo USA e dagli imperialismi "occidentali" subdominanti e allineati!
No alla dittatura del grande capitalismo speculativo e finanziario!
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APPELLO
COMUNISTE E COMUNISTI: COMINCIAMO DA NOI.
Dopo il crollo della Sinistra Arcobaleno, ci rivolgiamo ai militanti e ai dirigenti del Pdci e del PRC e a tutte le comuniste/i ovunque collocati in Italia.
Leggi tutto.
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UN APPELLO IN SOSTEGNO DELLA CINA.
Un’indegna campagna di demonizzazione della Repubblica Popolare Cinese è in corso
«Vietate le Olimpiadi ai cani e ai cinesi»
Leggi tutto.
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Contro i lager USA!
Via gli USA da Guantanamo!
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Libertà per i cinque Cubani imprigionati dagli USA!
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da Accademia delle Scienze dell'URSS, Storia universale vol. XI, Teti Editore, Milano, 1975
A sessanta anni dalla costituzione della Repubblica Democratica Tedesca (07/10/1949) - trascrizione a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
8. La Germania Orientale. La costituzione della Repubblica Democratica Tedesca
Seconda parte. (Per tornare alla prima parte, cliccare qui)
LE TRASFORMAZIONI DEMOCRATICHE NELLA GERMANIA ORIENTALE. LA COSTITUZIONE DEL PARTITO SOCIALISTA UNIFICATO DELLA GERMANIA
Il 14 luglio 1945, per iniziativa dei comunisti, i quattro partiti comunista, socialdemocratico, democratico-cristiano e liberaldemocratico costituirono un blocco democratico-antifascista, con un programma dazione comune. Questo blocco doveva assolvere una grande funzione per unire gli sforzi delle grandi masse popolari della Germania Orientale per la soluzione dei compiti di carattere democratico generale. In poco tempo furono create organizzazioni di massa dei lavoratori. Nellestate del 1945 sorsero i sindacati unitari e fu creata la Libera lega dei sindacati tedeschi. La creazione di ununica organizzazione dei lavoratori ebbe unimportanza eccezionale per il rafforzamento della funzione dirigente della classe operaia nella attuazione della rivoluzione democratico-antifascista.
Nel 1945 erano sorti comitati giovanili antifascisti i quali, nel 1946, costituirono una unica organizzazione giovanile: lUnione della libera gioventų tedesca, che riuniva sotto la direzione della classe operaia centinaia di migliaia di giovani e ragazze, futuri attivi costruttori del socialismo. A dirigere lUnione fu eletto Erich Honecker. Nello stesso periodo erano sorte organizzazioni di massa dei lavoratori quali la Lega democratica delle donne tedesche, la Lega culturale creata per iniziativa dei migliori rappresentanti del mondo intellettuale con alla testa il noto poeta tedesco Johannes Becher, lUnione del mutuo soccorso contadino, eccetera. Una importanza del tutto eccezionale per lo sviluppo della rivoluzione democratico- antifascista aveva avuto lunificazione dei due partiti della classe operaia in un unico partito marxista-leninista.
Al congresso di unificazione dei due partiti, svoltosi il 22 e 23 aprile 1946, fu creato il Partito socialista unificato della Germania (SED). Esso contava 1 milione 300 mila iscritti, dei quali 680 mila socialdemocratici e 620 mila comunisti. Il congresso approvō un documento programmatico, Principi e fini del Partito socialista unificato della Germania, nel quale erano indicate le basi della politica del partito, lo statuto del partito e un Manifesto al popolo tedesco. Nel programma del partito stava scritto che esso si poneva lobiettivo della liberazione da ogni sfruttamento e oppressione, dalle crisi economiche, dalla miseria, dalla disoccupazione e da minacce di guerra imperialista, obiettivo che, come quello della soluzione dei problemi vitali, nazionali e sociali del nostro popolo, puō essere raggiunto solo con il socialismo.
Il superamento della scissione nelle file della classe operaia della Germania Orientale e la formazione di organizzazioni di massa dei lavoratori condizionarono le riforme democratiche attuate nel paese. Lespropriazione delle imprese dei criminali di guerra e nazisti, la riforma agraria, la smilitarizzazione, le democratizzazione di tutti gli aspetti della vita pubblica, compreso il campo della cultura, furono attuate come campagne di masse, con la partecipazione attiva delle larghe masse dei lavoratori. Nel corso di queste trasformazioni erano stati promossi referendum e organizzate riunioni di massa della popolazione. Gli stessi lavoratori diedero vita a numerosi organi, comitati e commissioni, che decidevano direttamente i problemi della nazionalizzazione dellindustria, della riforma agraria, della denazificazione.
Gli operai di molte fabbriche diedero prova di iniziativa nellepurare le loro direzioni dagli elementi nazisti attivi e dai criminali di guerra a nellistituire il controllo operaio sulla produzione.
A seguito della nazionalizzazione dellindustria, cosė come delle banche e del sistema creditizio, fu creata la base materiale per le successive trasformazioni socialiste. Linizio della formazione della proprietā popolare nelleconomia risale allottobre 1945 quando, per disposizione dellAmministrazione militare sovietica, furono sequestrate le proprietā dei nazisti attivi e dei criminali di guerra, nonché quelle del partito nazista e dello Stato hitleriano. La soluzione del problema relativo alle sorti delle imprese sequestrate fu demandata allo stesso popolo tedesco. Il primo a decidere fu il governo regionale della Sassonia, che si pronuncio per la confisca delle imprese del criminale di guerra Friedrich Flick.
Nella primavera del 1946 lAmministrazione militare sovietica mise a disposizione degli organi amministrativi tedeschi una serie di imprese che, secondo le decisioni di Potsdam, avrebbero dovuto essere trasferite in proprietā allUnione Sovietica. Le autoritā locali della Germania Orientale indissero un referendum e la stragrande maggioranza dei votanti si pronunciō per il passaggio di queste imprese in proprietā del popolo. A seguito delle confische passarono in proprietā degli organi dellamministrazione popolare pių di 9.000 imprese. Nel giugno 1947, per iniziativa del Partito socialista unificato, e allo scopo di organizzare unamministrazione economica centrale, fu creata una Commissione economica tedesca, che nei primi tempi funzionō come organo consultivo dellAmministrazione militate sovietica.
Nel 1945 nella Germania Orientale fu attuata la riforma agraria. Sulla base delle decisioni degli organi della riforma furono espropriate circa 11.500 aziende agrarie per una superficie di circa 3 milioni di ettari. Circa un terzo di queste terre fu assegnato agli organi comunali, mentre il rimanente fu ripartito tra i braccianti agricoli e i contadini con poca terra. Sulle terre assegnate alla pubblica proprietā furono create circa 500 aziende del popolo, che ebbero una grande funzione sia nella rinascita dellagricoltura che nella sua successiva riorganizzazione economico-sociale. La riforma agraria fece crollare le posizioni economiche e politiche della classe dei grandi proprietari fondiari, una delle colonne del militarismo e dellespansionismo tedeschi, e recō un colpo decisivo alle forze della reazione della Germania Orientale.
Fu adottata la legislazione del lavoro: giornata lavorativa di otto ore, assicurazioni sociali, protezione contro gli infortuni, paritā di salario maschile e femminile per pari lavoro, provvedimenti per il lavoro e lapprendistato dei giovani. Tutto ciō contribuė a superare le difficoltā del periodo della ricostruzione e ad elevare la produttivitā del lavoro. Risultato: la produzione industriale della Germania Orientale aveva raggiunto nel 1949 il livello prebellico e la disoccupazione era stata debellata.
Per la prima volta nella storia della Germania erano stati istituiti organi di governo veramente popolari e parlamenti democratici rappresentativi delle regioni.
Nel settembre 1946 si svolsero le elezioni comunali, distrettuali e regionali della parte orientale della Germania. Le elezioni diedero luogo a una lotta accanita, in quanto gli elementi reazionari cercarono di sfruttarle per rafforzare le loro posizioni politiche. Tuttavia, la vittoria delle forze democratiche risultō esaltante: i candidati del Partito socialista unificato ottennero il 58,5 per cento dei voti nelle elezioni comunali, il 50,3 per cento in quelle distrettuali e il 47,5 per cento in quelle regionali.
La popolazione della Germania Orientale si era cosė espressa a favore delle trasformazioni democratico-antifasciste che si stavano attuando in quella parte del paese.
Poco dopo gli organi amministrativi tedeschi - centrali, provinciali e regionali - furono investiti dei necessari diritti e poteri, incluso quello di emanare ordinanze aventi forza di legge, a condizione che non contrastassero con le ordinanze dellAmministrazione militare sovietica e del Consiglio di controllo. Alla fine del 1946 -inizio 1947 in tutte le province e regioni della Germania Orientale vennero approvate le rispettive Costituzioni, precedute da unampia discussione dei progetti relativi nelle assemblee di lavoratori.
Nella Germania Orientale fu riorganizzato, nello spirito democratico, il sistema della pubblica istruzione, fu rinnovato il corpo degli insegnanti, furono compilati nuovi programmi e libri di testo. Per la prima volta nella storia della Germania fu introdotta listruzione gratuita e venne istituito il presalario. Per preparare i figli degli operai e dei contadini ad accedere agli istituti superiori fu creato un sistema di facoltā operaie, che contribuė a modificare la composizione sociale del corpo studentesco, facendovi prevalere i figli dei lavoratori. Furono riordinati in senso democratico anche la cinematografia, il teatro e altri settori culturali.
Il potere democratico-antifascista si affermō nella Germania Orientale in seguito a unaccanita lotta di classe, ma senza guerra civile. La controrivoluzione interna e straniera non osō scatenare la guerra civile, in quanto la presenza dellUnione Sovietica come potenza occupante avrebbe stroncato le forze della controrivoluzione.
Lattuazione conseguente delle trasformazioni democratico-antifasciste nella parte orientale della Germania ebbe unimportanza veramente rivoluzionaria, sia nel senso delleliminazione radicale delle incrostazioni economiche e sociali che erano di ostacolo allo sviluppo progressivo della Germania, sia nel senso della creazione di possibilitā reali per il passaggio dalla prima alla seconda fase della rivoluzione, alla fase superiore, socialista.
Loriginalitā dello sviluppo della Germania Orientale in quel periodo č da ricercarsi nel fatto che nel corso della rivoluzione democratico-antifascista erano stati risolti anche i compiti della rivoluzione democratico-borghese, rimasti insoluti nel passato. Il che, tuttavia, non significava affatto che il programma della rivoluzione democratico-antifascista della Germania Orientale si limitasse ai compiti della rivoluzione democratico-borghese.
La nazionalizzazione dei settori trainanti delleconomia, la riforma agraria, la vittoria del blocco democratico-antifascista nelle elezioni, avevano creato le condizioni per lulteriore rafforzamento del regime democratico-antifascista nella Germania Orientale e per il passaggio alle trasformazioni socialiste. Ledificazione economica e statuale era entrata in una nuova, pių alta, fase di sviluppo. Di fronte ai lavoratori stavano compiti nuovi. Al primo posto si poneva ora il problema dellincremento delle forze produttive, dello sviluppo e del rafforzamento del settore popolare della proprietā nellindustria. In queste condizioni il Partito socialista unificato prestō una particolare attenzione al perfezionamento della sua politica economica, compresa la pianificazione dellindustria e dellagricoltura.
Il rafforzamento del principio della centralizzazione nelleconomia procedette di conserva con lallargamento della partecipazione delle masse popolari alle decisioni concernenti i problemi delledificazione economica: partecipazione dei collettivi di lavoratori alla discussione dei piani di produzione, a cominciare da quello del proprio stabilimento fino al piano statale; attivizzazione del controllo delle organizzazioni di massa sulla loro attuazione e cosė via.
Per decisione del II congresso del Partito socialista unificato della Germania, tenutosi nel settembre 1947, fu elaborato un piano economico biennale, per il 1949-1950. Il progetto di piano fu poi approvato dalla riunione del Comitato centrale del partito del giugno 1948. Si trattava di un programma relativo allo sviluppo pianificato della vita economica e statale della Germania Orientale, sulla base della pianificazione statale e dellappoggio costituito dalla crescente attivitā lavorativa delle masse. Nellagricoltura, dopo lattuazione della riforma, lattenzione principale fu rivolta al consolidamento delle nuove aziende. Nel 1948, con laiuto decisivo dellUnione Sovietica, fu creato il sistema delle stazioni per il noleggio delle macchine agricole. In questo modo fu scalzata linfluenza dei contadini ricchi e rafforzata la posizione delle forze democratiche nelle campagne.
I compiti crescenti legati alla costruzione di una nuova Germania e la necessitā di migliorare il livello della direzione in tutti i campi della vita pubblica posero al Partito socialista unificato il problema inderogabile dellulteriore rafforzamento della sua funzione dirigente, sulla base del marxismo-leninismo. Il partito definė chiaramente la sua linea relative al problema dei rapporti con lUnione Sovietica come baluardo del processo rivoluzionario mondiale e con il partito comunista sovietico come avanguardia del movimento comunista operaio mondiale. Lesperienza della politica economica del partito comunista sovietico veniva studiata attentamente, mentre era in corso il processo di rinascita delleconomia e dellorganizzazione di un nuovo regime sociale nella Germania Orientale.
La prima conferenza del Partito socialista unificato indica al partito e a tutte le forze progressive il fine da perseguire: il rafforzamento del processo rivoluzionario nella Germania come condizione decisiva per la creazione di una unica Germania, pacifica e democratica. Tutti i problemi presi in considerazione dalla conferenza vennero risolti dal punto di vista della difesa degli interessi nazionali del paese, nella prospettiva di un suo sviluppo democratico. Nella Germania Occidentale lo sviluppo degli avvenimenti aveva preso una strada diversa. Le potenze occidentali si erano rifiutate di attuare il programma concordato in comune nei confronti della Germania vinta e gli Stati Uniti dAmerica, la Gran Bretagna e la Francia avevano applicato in questa parte del paese, nelle zone da essi occupate, una politica separatista. Ne era conseguita la conservazione della struttura economica e sociale propria del domino della borghesia monopolistica.
Fine seconda parte - continua. (Per leggere la terza parte, cliccare qui).
Fonte: http://www.resistenze.org/sito/te/cu/st/cust9l02-005613.htm
"L'uomo che muore di fame ha il diritto assoluto di violare la proprietà di un altro; egli viola la proprietà di un altro solo in un contenuto limitato. Nel diritto del bisogno estremo (Notrecht) è inteso che non violi il diritto dell'altro in quanto diritto: l'interesse si rivolge solo a questo pezzettino di pane; egli non tratta l'altro come persona priva di diritti".
Georg Wilhelm Friedrich Hegel, "Filosofia del diritto", testo acroamatico, 1820.
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"La libertà polacca non era altro che la libertà dei baroni contro il monarca, libertà per cui la nazione era asservita ad assoluta servitù. Il popolo aveva, di conseguenza, lo stesso interesse dei re a combattere i baroni: e infatti è stato col conculcamento dei baroni che esso ha acquistato ovunque la libertà. Quando si parla di libertà, si deve sempre attentamente osservare se non siano in realtà interessi privati quelli di cui si tratta".
Georg Wilhelm Friedrich Hegel, "Lezioni sulla Filosofia della Storia".
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"...nel Libro nero, i fatti...del comunismo vengono messi a confronto non con i comportamenti reali del mondo che esso vuole mettere in discussione (sui quali vige il silenzio più rigoroso) ma con le dichiarazioni di principio del liberalismo...E' evidente il carattere sofistico di una comparazione tra grandezze così eterogenee (da un lato la rappresentazione autoapologetica dei pensatori liberali, dall'altro i comportamenti reali in situazioni drammatiche dei dirigenti comunisti). Si potrebbe chiamarlo «sofisma di Talmon»...".
Domenico Losurdo, "Il peccato originale del Novecento", 1998.
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"...la libertà è lotta...(...)
La tesi contraria...è sostenuta di fatto da coloro che, avendo lottato e vinto in un passato più o meno lontano, hanno tutto l'interesse che non si lotti più, onde vengano conservati i loro privilegi. (...)
E' sulla base di questa situazione parallela che qui abbiamo sostenuto l'inscindibile rapporto fra libertà e violenza.
Molte esaltazioni, per lo più retoriche, della nonviolenza intesa come bene indiscutibile, sono un segno di ignoranza più che un frutto di raffinata sensibilità e di alta civiltà".
Ludovico Geymonat, "La Libertà", 1987.
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"Ogni essere umano che ami la libertà deve più ringraziamenti all'Armata Rossa di quanti ne possa pronunciare in tutta la sua vita!"
Ernest Hemingway.
"C’è una lotta di classe, è vero, ma è la mia classe, la classe ricca, che sta facendo la guerra, e stiamo vincendo".
Warren Buffett, "Il Saggio di Omaha".
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"il sesso rappresenta un secondo sistema di differenziazione... indipendente dal denaro;
e... altrettanto spietato, se non di più. (...)
Come il liberalismo economico...il liberalismo sessuale produce fenomeni di depauperamento assoluto.(...)
Il liberalismo economico è l'estensione del dominio della lotta...
il liberalismo sessuale è l'estensione del dominio della lotta".
Michel Houellebecq, "Estensione del dominio della lotta", 1994.
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"Perché io sono per l'ultimo uomo.(...) La nostra società è dominata da troppi epigoni di Nietzsche, da troppi individui mediocri che si sognano come superuomini".
Michel Houellebecq, intervista di Fabio Gambero, "L'Espresso", Settembre 2005.
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"...il Superuomo-Oltreuomo è una continua assenza, tanto più assente quanto più insistentemente evocato.(...) ...lo stesso Nietzsche non poteva non essere assalito dall'incubo di stare in realtà annunciando l'avvento dell'Ultimo Uomo, una figura che in termini presi da Freud potremmo definire il suo «rimosso»".
Costanzo Preve, "I secoli difficili", 1999.
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"Se si tenta di fare un bilancio ragionato e non distruttivo dell’esperienza dei partiti comunisti novecenteschi, ci si accorge che un difetto strategico, particolarmente presente nel vecchio PCI, è quello di aver messo la tattica davanti alla strategia, fino al punto che quest’ultima si è identificata totalmente con la prima, con gli esiti noti alla Occhetto, D’Alema, Veltroni e Penati. Se può interessare, questa è la critica esplicitamente rivolta al PCI da Lukács. Prego verificare".
Costanzo Preve, "Ancora e sempre sul Comunismo", 2011.
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"Oggi, anche se destra e sinistra non sono più categorie politiche credibili, resistono come risorse simboliche, come fenomeni inerziali di manipolazione, come target culturali residuali, non come parametri interpretativi delle decisioni in economia e in politica. Potrei dire che l’eccitazione oppositiva destra/sinistra è oggi un orgasmo simulato. L’uomo crede a questa simulazione perché è un animale simbolico, ha bisogno di un’identificazione fittizia, fantasmatica per dar senso a sé stesso. Pertanto io ritengo che la dicotomia destra/sinistra, ormai «defunta» in Paesi come Italia, Spagna, Francia, Germania - si badi, non in Bolivia, in Venezuela, nei paesi del Terzo Mondo - sia stata sostituta dalla dicotomia fra chi accetta o non accetta l’impero americano".
Costanzo Preve, Intervista Afterville, 20 Febbraio 2009.
"Guardiamo alle forze sociali, perché, quando si parla in termini di sinistra, destra, centro, oggi non vuol dire nulla.".
Aleka Papariga, "All'interno del sistema capitalista non esiste una via d'uscita dalla crisi favorevole ai popoli!", 6 Gennaio 2011.
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"...la via a senso unico indicata dalla UE è volta a meglio servire gli interessi dei grandi monopoli e accrescere lo sfruttamento dei lavoratori. Le soluzioni neoliberiste e antipopolari sono trappole sempre in agguato. L'esempio offerto dal governo Prodi ci insegna come queste soluzioni siano dolorose per la popolazione e come lascino le forze popolari completamente in balia dei manager del sistema politico e borghese. È sempre la stessa musica: dopo Prodi viene Berlusconi e viceversa".
Aleka Papariga, intervista al quotidiano "To Vima", 10 Febbraio 2008.
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"...si era arrivati perfino a parlare di
«ulivo mondiale».
La causa della sconfitta di questa grande stagione è da individuare nel fatto che, mentre in teoria il nuovo labour e l'ulivo mondiale erano una fucina di novità, nella prassi di governo di Tony Blair e i governi che ad esso si erano ispirati si limitavano ad imitare le precedenti politiche dei conservatori inseguendone i contenuti e accontentandosi di un nuovo linguaggio".
Romano Prodi, articolo su "Il Messaggero", 15 Agosto 2009.
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"Il processo di sfacelo della piccola borghesia si inizia nell'ultimo decennio del secolo scorso. La piccola borghesia perde ogni importanza e scade da ogni funzione vitale nel campo della produzione, con lo sviluppo della grande industria e del capitale finanziario: essa diventa pura classe politica e si specializza nel «cretinismo parlamentare».
Questo fenomeno che occupa una gran parte della storia contemporanea italiana, prende diversi nomi nelle sue varie fasi: si chiama originalmente «avvento della sinistra al potere»...".
Antonio Gramsci, "Il Popolo delle Scimmie" ne "L'Ordine Nuovo", 2 Gennaio 1921.
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"Voi siete più parlamentari degli stessi parlamentari.(…)
Quando si parla degli errori tattici del Partito Comunista Francese e di quello Italiano non si tratta di piccole deficienze, della necessità di piccole correzioni, ma intendiamo accennare alla necessità di un deciso cambiamento della strategia e della tattica, di un radicale cambiamento di rotta rispetto al passato".
Andrej danov, "Riunione Cominform di Szlarska Poręba, 22-28 settembre 1947".
"I governi cosiddetti tecnici o amministrativi sono i peggiori governi politici che si possa immaginare. Il loro scopo è quello di fare il contrario di ciò che la sovranità popolare ha indicato, sono antipopolari e reazionari".
Palmiro Togliatti, "Discorso alla Camera dei Deputati", 1963.
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"La crisi non l'hanno provocata i lavoratori, l'ha provocata il grande capitale finanziario, che la sta anche utilizzando, e i politici al suo servizio (...) Non possono i banchieri e i detentori di capitale, che hanno provocato la crisi, non pagare neanche un Euro per i danni inflitti (...)
Come può essere proposto per la gestione della Banca Centrale Europea un uomo di Goldman Sachs... Che tipo di governo, che tipo di politici abbiamo in Europa? (...)
Resistete al totalitarismo dei mercati, che minaccia di dissolvere l'Europa rendendola terzo mondo, che mette un popolo europeo contro l'altro, che distrugge il nostro continente, suscitando il ritorno del fascismo".
Mikis Theodorakis, "Lettera aperta ai popoli di Grecia e d'Europa", Ottobre 2011.
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"Ai tempi del fascismo, non sapevo di vivere ai tempi del fascismo".
Hans Magnus Enzensberger.
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"E' un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina".
Henry Ford.
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"Per fare una politica di destra ci vuole un governo di sinistra".
Gianni Agnelli.
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"Il forte si mesce col vinto nemico.
Col novo signore rimane l’antico.
Dividono i servi, dividon gli armenti."
Alessandro Manzoni, "Adelchi", 1822.
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"Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi."
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, "Il Gattopardo", 1954-1957.
"Fin da molti anni addietro, noi affermammo senza esitazione che non si doveva ravvisare il nemico ed il pericolo numero uno nel fascismo o peggio ancora nell'uomo Mussolini, ma che il male più grave sarebbe stato rappresentato dall'antifascismo che il fascismo stesso, con le sue infamie e nefandezze, avrebbe provocato; antifascismo che avrebbe dato vita storica al velenoso mostro del grande blocco comprendente tutte le gradazioni dello sfruttamento capitalistico e dei suoi beneficiarii, dai grandi plutocrati, giù giù fino alle schiere ridicole dei mezzi-borghesi, intellettuali e laici."
Amadeo Bordiga, "Una Intervista ad Amadeo Bordiga", 1970.
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"Non bisogna escludere, infatti, che questa crisi provochi un movimento di rivolta e di violenza politica senza precedenti, accompagnato da un ritorno all'odio di classe. Dopotutto, non sarebbe una formidabile conferma della validità dell'analisi di Marx, quella di un capitalismo che splende, mondiale e suicida? Questa crisi è anche l'occasione per comprendere come un piccolo gruppo di persone, senza produrre ricchezza, possa accaparrarsi nella più completa legalità e senza essere controllato da nessuno una gran parte della ricchezza prodotta. E anche per vedere come questo stesso gruppo, avendo rapinato qua e là - sotto forma di premi e bonus -, stia facendo pagare i suoi formidabili profitti ai contribuenti, salariati, consumatori, imprenditori e risparmiatori di tutto il mondo, obbligando gli stati a trovare in pochi giorni, per riempire i vuoti lasciati nelle loro casse, delle somme di denaro mille volte superiori a quelle che gli stessi governi rifiutano ogni giorno ostinatamente ai paesi più svantaggiati e ai morti di fame del resto del mondo. Certamente, questa confisca si attua in un modo legale, "onesto", non violento. E' del resto ciò che costituirà, agli occhi di alcuni, il principale motivo di una rivolta: se questo è legale, allora il sistema che permette tale aberrazione non ha più ragion d'essere!"
Jacques Attali, "La crisi e poi?", 2009.
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"E' necessario un comunismo per il XXI secolo. Altrimenti la stessa nostra civilità rischia di essere distrutta. Viviamo in un mondo, nel quale il 10% possiede tutte le ricchezze e il 90% vive in miseria. Mai ci sono state così tante guerre, che vengono giustificate con la necessità di esportare la democrazia. Ma, guarda caso, si interviene solo dove c'è il petrolio e delle vere dittature non gliene frega niente a nessuno... Mai avrei immaginato che, dopo aver passato tutta la vita a lottare contro il comunismo, sarei giunto alla conclusione che è necessario un comunismo rinnovato nella sue forme"..
Lech Walesa, "Wałęsa: Je čas na komunismus XXI. století", "Publica.cz", 2 Marzo 2011.
"Collocare sul medesimo piano morale il comunismo russo e il nazifascismo, in quanto entrambi sarebbero totalitari, nel migliore dei casi è superficialità, nel peggiore è fascismo. Chi insiste su questa equiparazione può ben ritenersi un democratico, in verità e nel fondo del cuore è in realtà già fascista, e di certo solo in modo apparente e insincero combatterà il fascismo, mentre riserverà tutto il suo odio al comunismo.".
Thomas Mann.
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"Gran parte della propaganda anticomunista ha denunciato aspramente il trattato tedesco-sovietico del 1939, ignorando però totalmente il fatto che i russi furono costretti a siglare quel patto dai continui rifiuti da parte delle potenze occidentali, in particolare gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, di unirsi a Mosca per affrontare la minaccia nazista, e del resto quelle stesse potenze si erano già rifiutate di accorrere in aiuto del governo spagnolo di ispirazione socialista assediato dai fascisti tedeschi, italiani e spagnoli".
William Blum, "Il libro nero degli Stati Uniti", 2003.
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"...olocausto americano, (...) la negazione di questo olocausto è molto più radicata di quella dell'Olocausto nazista. Così forte e radicata è la mancanza di conoscenza dell'olocausto americano, (...) che coloro che lo negano non ne sono nemmeno consapevoli. Eppure, alcuni milioni di persone sono morte a causa di questo olocausto e molti altri milioni, a seguito degli interventi militari americani, sono stati condannati a vivere nella miseria e nella tortura, dalla Cina e dalla Grecia degli anni Quaranta, all'Afghanistan e all'Iraq degli anni Novanta."
William Blum, "Il libro nero degli Stati Uniti", 2003.
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"la sinistra, o se si vuole il centrosinistra, è un cancro ormai in metastasi nella società italiana. (...) per certi versi, quella che si indica come sinistra «radicale» è il peggio del peggio. (...)
Certi individui, senz’altro in buona fede, perseverano nell’errore di prospettiva per cui credono che la sinistra ci salva almeno dalla destra; anzi nemmeno da questa, ma soltanto «da Berlusconi». Un errore catastrofico, definitivo, che porterà alla sparizione di ogni forza effettivamente critica dell’attuale organizzazione sociale. L’infezione mortale proviene dalla sinistra; ci si sforzi di analizzare la situazione anche soltanto con lo strumento marxista non ancora «rivisitato» e non trasformato per adeguarlo ai tempi. La destra è semplicemente la risposta malata a questo cancro che è la sinistra; più precisamente, è l’immunodeficienza di un organismo che non riesce a contrastare i germi patogeni di sinistra che irrompono con sempre maggiore virulenza nel «corpo» della nostra società.".
Gianfranco La Grassa, "Dedicarsi all'analisi".
"Una morale basata sull’esaltazione del piacere... un regno della donna (...) l’avanguardia prendeva coscienza di quella che doveva essere la sua vera posizione... e neppure giudicava errata la proposta comunista, ma soltanto inadeguata; il marxismo doveva essere completato moralmente con Sade e con Freud (...)
Passiamo ora alle forme più elevate della cultura laica. (...) Il programma era quello di una continuità illuministica tra liberalismo e comunismo, esigente una reciproca riforma. Ora, tale riforma importava che il liberalismo, per cessare di essere borghese, nel senso corrente, ritrovasse l’antitradizionalismo illuminista, accentuandolo in modo da evitare quegli aspetti per cui l’illuminismo aveva ceduto al romanticismo; ma in tale accentuazione era inevitabilmente inclusa l’abolizione dei divieti, o come oggi si usa dire, con espressione talmente abusata che non si vorrebbe ripeterla, tabù sessuali, quando anche i loro promotori non se lo proponessero. Se Gramsci pensava di procedere da Croce a Marx, la nuova borghesia illuminata intendeva invece andare da Marx a Diderot; ma ci si può fermare a Diderot, o non si deve invece, imboccata questa via, procedere verso Sade? (...)
La rivoluzione sessuale è effettivamente il punto d’arrivo dello «scientismo». (...)
Ciò praticamente significa che nella società successiva alla rivoluzione sessuale, le disuguaglianze economiche, pur nel benessere universale, possono continuare a sussistere; su questo punto la rivoluzione sessuale può benissimo accordarsi con le idee dei teorici della società del benessere. È noto come il vecchio radicalismo, espressione politica della vecchia borghesia, contrapponesse all’avanzata socialista il diversivo anticlericale; con perfetta analogia il nuovo radicalismo, espressione della borghesia nuova, è portato a contrapporre all’avanzata comunista il diversivo sessuale. (...)
Piuttosto che di pace dovremmo parlare di «violenza permanente»"
Augusto Del Noce, "L'Erotismo alla Conquista della Società", 1993.
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"Nonostante la perfetta lealtà intellettuale del suo autore, il gramscismo si rivela come una sorta di equivoca composizione di negativismo estremo e di conservatorismo; come versione rivoluzionaria dello storicismo comporta la negazione più radicale di ogni traccia di valori assoluti, permanenti, metastorici; quel che però non nega è la continuità «moderna» con la borghesia. L’esito del gramscismo e dell’eurocomunismo non può essere che quello di trasformare il comunismo in una componente della società borghese ormai completamente sconsacrata, o di agire per la sua definitiva dissacrazione corrispondente a quella che è l’intenzione profonda dello spirito borghese. Non stupisce perciò se il comunismo italiano appare oggi come la forza più adeguata a mantenere l'ordine in un mondo in cui qualsiasi religione è scomparsa; non soltanto la religione cattolica, ma ogni sua forma anche immanentistica e secolare; anche la fede nel comunismo. L'insoddisfazione sincera dei rivoluzionari autentici trova giustificazione. Certo, il comunismo gramsciano può riuscire, ma realizzando l'esatto opposto di quel che si proponeva."
Augusto Del Noce, "Il Suicidio della Rivoluzione", 1978.
Ieri e oggi.
Vittime del totalitarismo capitalista imperialistico e oligarchico.
Ieri e oggi.
Vittime del totalitarismo capitalista imperialistico e oligarchico.
Quale sarà la prossima vittima dell'imperialismo?
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NO alla base Dal Molin!
NO allo scudo stellare USA!
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Con Gaza!
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Hands off Libya! Hands off Syria!
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