Creato da agape07 il 14/12/2010

NON SOLO CAFFE'

da Carmensita Bellettieri autrice, giornalista professionista ed esperta di comunicazione

 

 

« La Pentecoste di Ronca BattistaLe maschere di Dioniso »

La fiaba che saluta l'inverno

Post n°70 pubblicato il 21 Luglio 2012 da agape07
 

C'è un luogo dove una vecchia fila il tempo e la sua trama racconta di un intero anno, da un inverno all'altro. Più tardi la vecchia diventa un vecchio, ma entrambi continuano a filare la storia, che nel nord Europa si chiama Frau Holle, in Russia Morozko e a Venosa il Pozzo incantato o Zi' Minorchio. Non si può spezzare il filo del racconto perché è il tessuto stesso della Primavera.

Elementi caratteristici delle tre versioni di una stessa fiaba sono due fanciulle, una figlia e una figliastra; una matrigna; un pozzo e un mondo ultraterreno dentro il pozzo. La matrigna vuole sbarazzarsi della bella e dolce figliastra, così la caccia di casa per esporla ai pericoli della notte. La fanciulla cade nel pozzo e qui vi trova una magica creatura.

Nella tradizione tedesca Frau Holle è una vecchia dai denti lunghi e affilati, che permise alla giovane di restare nella propria casa in cambio di un aiuto nelle faccende domestiche. In particolare la fanciulla doveva rifare ben bene il suo letto e scuotere via tutte le piume in modo che sulla Terra potesse nevicare. Dietro tale accordo le due vissero armoniosamente per qualche tempo, finché la fanciulla non cominciò a sentire nostalgia di casa. Frau Holle decise di accompagnarla sulla terra non senza ricompensare la sua laboriosità con una pioggia d'oro.

In Russia, il padrone della neve è Nonno Gelo (in russo Ded Morozko) che, quando incontrò la fanciulla scacciata, non solo ne ebbe pietà ma, conquistato dall'estrema gentilezza, le fece tre magnifici doni, tra cui un meraviglioso abito d'oro.

A Venosa, il signore dell'inverno è Zi' Minorchio: uno spirito maledetto che ruba tutte le fanciulle che si avvicinano al suo pozzo. Quando vi giunse la figliastra scacciata, fu tale l' amorevole cura con cui spidocchiò Zi' Minorchio che, appena risalita, le spuntò una stella d'oro in fronte. Utile dono dell'inquilino del pozzo.

Naturalmente le cose non andarono così per l'altra insensibile sorella che, costretta dalla madre a rifare lo stesso cammino della figliastra, anziché oro da Frau Holle ebbe una pioggia di pece, da Morozko ebbe la morte e da Zi'Minorchio una lunga coda d'asino sulla fronte.

Nelle tre versioni della fiaba i simboli fondamentali sono gli stessi: il pozzo e i doni d'oro. L''inizio del "viaggio" avviene all'interno del Pozzo, ovvero un luogo misterioso e sotterraneo che contiene l'acqua creatrice: un confine tra il mondo degli uomini e quello degli dèi. Questo è il regno della morte apparente, dove tutta la natura è congelata, immobilizzata dal ghiaccio; in realtà è il regno della trasformazione, del seme che riposa sotto la neve per germogliare più vigoroso ai primi raggi di sole. E' il luogo dell'inverno.

L'altro simbolo è l'oro: in ogni versione la fanciulla ritorna al proprio mondo con una pioggia d'oro, abito dorato e una stella d'oro sulla fronte. E' tutta qui la funzione di quel che accade nel pozzo, di quella realtà mortifera: è la nascita della nuova Primavera. E' il nuovo sole che riluce d'oro e impregna il risveglio della Natura.

Il filologo e studioso di folklore Vladimir Propp, nel saggio sulle fiabe "Le radici storiche dei racconti di magia", traccia una linea di continuità tra l'oralità della fiaba della Primavera e il mito di Persefone, figlia di Demetra, dea del grano e dell'agricoltura, costante nutrice della gioventù e della terra verde, artefice del ciclo delle stagioni, della vita e della morte, protettrice del matrimonio e delle leggi sacre. La giovane Persefone viene rapita dal dio del mondo sotterraneo con l'intenzione di sposarla. Dopo un lungo peregrinare di Demetra, dal greco "Madre terra", si giunge a un accordo: il marito Ade tiene Proserpina con sé negli inferi per sei mesi e il resto dell'anno la fanciulla può stare sulla terra con la madre. La periodica gioia di Demetra nel rivedere la giovane figlia si manifesta con il rifiorire della Terra in primavera ed estate.

Altre "figure solstiziali" nate più di recente intorno ai racconti simbolici della primavera sono Babbo Natale e la Befana. Il padre del Natale è un erede diretto di Morozko, abbigliato alla stessa maniera, con una lunga barba bianca e, come lui, porta doni. La Befana, invece, è la discendente moderna di Holla (da cui Frau Holle): la dea dell'inverno norreno, custode del focolare, protettrice degli animali e dell'arte della filatura. Nelle notti del solstizio d'inverno, scende sui campi innevati per benedirli e accertarsi che siano pronti per le prossime semine. Col finire dell'inverno, però, e il lento sciogliersi dei ghiacci, la dea Holla muta aspetto, riprendendo tutte le sfumature del Ciclo della Natura. Il suo volto raggrinzito da vecchia ritorna liscio e giovane. Diventa una fanciulla bellissima e radiosa come i raggi del sole che baciano la Primavera.

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/sita/trackback.php?msg=11460915

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Nessun commento
 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I MIEI LINK PREFERITI

ULTIME VISITE AL BLOG

mikedemicaselgiusi.bellettieriredblackdevilsgiulytipfrancescosoliminepasqualetucciariellofrancogambinopasquale.lattarovalentinachiummocarloreomeo0cassetta2belsig1946aquilablu80lumil_0
 

CHI PUŅ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963