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sardegna

Post n°261 pubblicato il 17 Gennaio 2009 da rorina77

SARDEGNA

Popolazione: 1.661.429
Superficie (Kmq): 24090
Densità (Ab/Kmq.): 69
Capoluogo: Cagliari (CA)
Altre Province: Nuoro (NU); Oristano (OR); Sassari (SS).

Il Fantasma Della Grotta Dei Colombi

Una delle più interessanti leggende cagliaritane riguarda la Grotta dei Colombi situata alle pendici del colle Sant'Elia, nei pressi della fantastica insenatura di Cala Fighera. Il nome della cavità che probabilmente è il più grande antro naturale presente in città, trae origine dai colombi e dai piccioni che ancor oggi, in gran quantità, nidificano all'interno. Essendo accessibile solo via mare, con l'ausilio di una piccola imbarcazione, veniva prediletta dai pescatori della zona e in particolar modo dai cacciatori che andavano a prendere i volatili. E' noto che nel 1800 la grotta è stata evitata a lungo perché considerata il nascondiglio di uno spettro maligno chiamato Dais. Il Dais, secondo avvenimenti realmente accaduti e documentati dalla cronaca, era un uomo che venne assassinato misteriosamente da brutti personaggi che poi, tra l'ingresso della cavità e l'acqua marina, abbandonarono il corpo sanguinante. Naturalmente l'anima di colui che perde la vita per morte violenta non può riposare in pace. Il lugubre lamento della vittima si è perciò fatto sentire a lungo tra le tenebre dell'antro e le circostanti acque, rievocando così l'assassinio e incutendo terrore in coloro che dal mare, scorgevano l'ingresso della cavità. Tuttavia una spietata vendetta è la spiegazione di questo raccapricciante fatto storico che qualche tempo prima, precisamente tra il 1794 e il 1795, vide lo stesso Dais uno dei maggiori organizzatori di tumulti popolari che cessarono con l'uccisione dei Cavalieri Girolamo Pitzolo e Gavino Palliaccio, creduti dal volgo: "infami traditori".

Sa Strega E Is Funtanasa

Quando venivano ancora utilizzate le cisterne nelle abitazioni del centro storico, capitava spesso che i bambini curiosi, forse per vedere cosa c'era all'interno, si avvicinavano negli imbocchi. I genitori, nel tentativo di scoraggiarli affinché non si sporgessero pericolosamente, raccontavano tante storie che avevano un protagonista comune noto come "Sa Strega e is Funtanasa". Quest'essere era una sorta di strega malvagia che dimorando nella cavità, aveva il compito di mangiare rapidamente i piccini che osavano guardare, anche se per un istante, l'acqua contenuta all'interno. Contrariamente alle vecchie credenze cittadine che spesso reputavano queste interessanti cavità come "posti infernali", tali storie vengono sfatate anche da un particolare assai curioso che tra breve illustrerò. Nel pozzo d'accesso alle cisterne veniva appeso un "brutto" pupazzo, tutto vestito di nero. Tale pupazzo, rappresentando un essere malvagio, forse la strega dei racconti, spaventava i bambini evitando loro il rischio di cadere dentro le profonde cavità. Spesso, nell'imbocco di qualche cisterna o nelle vicinanze, a distanza di tanti anni dal loro abbandono come contenitori idrici, è ancora presente il pupazzo che viene utilizzato come oggetto ornamentale. Probabilmente accadeva che qualche persona, nel raccontare quel che aveva osservato oppure quel che aveva sentito dire sui serbatoi sotterranei, veniva fraintesa da altre, creando di conseguenza una serie di storie che venivano tramandate in città in modi differenti ma ugualmente interessanti.

s'ingurtidroju (l'inghiottitoio)

Molti pozzi e cavità con sviluppo verticale venivano chiamate "Ingurtidrojus", ovvero inghiottitoi, perché durante le piogge consentivano la penetrazione dell'acqua. Evidentemente la fantasia popolare ha tessuto le sue leggende facendo figurare pozzi, fontane, e nel caso del colle S. Elia anche gli imbocchi delle cisterne, non solo come inghiottitoi d'acqua ma di animali e persone. Un'ingurtidroju è situato all'Anfiteatro Romano di Cagliari, e il suo imbocco è ancora visibile in quanto situato nella gradinata sottostante viale Sant' Ignazio, posta di fronte all'Ospedale Civile. Citato nel 1856 nei libri dello scrittore Vittorio Angius, si tratta di un pozzo profondo una decina di metri, probabilmente scavato in periodo romano per favorire l'areazione di un cunicolo sottostante, al contrario di quanto affermano alcune leggende che l'hanno creduto un'opera di Belzebù creata nel terreno per consentire la caduta di prede: povere vittime dei suoi pasti infernali!

 
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