Creato da solitario69aa il 31/07/2007
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ROMA

Roma Roma Roma,
core de stà città,              Calcio - Roma
unico grande amore,
de tanta e tanta gente,
che fai sospirà.
Roma Roma Roma,
lassace cantà,
da stà voce nasce un core,
so centomila voci che hai fatto nammorà.

Roma Roma bella,
t'ho dipinta io,
gialla come er sole,
rossa come er core mio.

Roma Roma mia,
nun te fa cantà,
tu sei nata grande          
e grande hai da restà.

Roma Roma Roma,
core de stà città,
unico grande amore,
de tanta e tanta gente,
ch'hai fatto nammorà.
 

Ich hab' mein Herz in .......... verloren

Ich hab' mein Herz in ..........verloren
In einer blauen Sommernacht.
Ich war verliebt bis über beide Ohren
Und wie ein Röslein hat ihr Mund gelacht!
Und als wir Abschied nahmen vor den Toren
Beim letzten Küßs da hab' ich klar erkannt
Daßs ich mein Herz in ..........verloren
Mein Herz es schlägt am Neckar Strand.


 

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GRAZIE ROMA

Dimmi  cos'e' che  ci fa sentire Amici
anche se non ci conosciamo.
Dimmi cos'è che ci fa sentire uniti
anche se siamo lontani.
Dimmi cos'è, cos'è
che batte forte, forte, forte in fondo al cuore,
che ci toglie il respiro e ci parla d'amore.
Grazie Roma,
che ci fai piangere e abbracciarci ancora.
Grazie Roma, grazie Roma,
che ci fai vivere e sentire ancora una persona nuova.
Dimmi cos'è quella stella grande grande in fondo al cielo
che brilla dentro di te
e grida forte forte in alto al cuore,
Grazie Roma,
che ci fai piangere e abbracciarci ancora.
Grazie Roma,
grazie Roma, che ci fai vivere e sentire ancora una persona nuova.
Dimmi chi è chi è che mi fa sentì importante
anche se non conto niente,
che mi fa re quando sento le campane
la domenica mattina.
Dimmi chi è chi è
che mi fa campà sta vita così piena di problemi
e mi dà coraggio se tu non mi vuoi bene.
Grazie Roma,
che ci fai piangere e abbracciarci ancora.
Grazie Roma,
grazie Roma, che ci fai vivere e sentire ancora una persona nuova..


 

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CHI   MUORE?  di   PABLO  NERUDA

Post n°16 pubblicato il 08 Agosto 2007 da solitario69aa

  

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi fa della televizione il suo guru.


Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

Pablo Neruda


 
 
 
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